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Dubbi sulla nuova indagine ambientale nel Poligono di Quirra

23 ottobre 2008
Michele Incollu

Il 16 ottobre è stato presentato il programma di monitoraggio ambientale del poligono di Quirra. Il poligono del salto di Quirra, il più esteso d’italia, occupa una vasta zona della Sardegna sud orientale. Le forze armate lo usano per esercitazioni e sperimentazione di missili e razzi. Imprese private che frabbicano armi affittano regolarmente parti del poligono per testare i loro prodotti. Tra i militari della base e le persone che vivono o lavorano nei pressi del poligono ci sono stati numerosi casi di malattie molto gravi. L’indagine dovrebbe scoprire se le attività del poligono sono la causa di queste malattie.

Un comitato ha il compito di sorvegliare le attività di monitoraggio, ne fanno parte rappresentanti di tutte le parti in causa: Forze armate, Regione Sardegna, comuni, ASL e comitati di cittadini. Le indagini sul campo e l’analisi dei dati raccolti sono affidate a cinque aziende, scelte dal Ministero della difesa. L’intero progetto è coordinato dalle Forze armate.

Un parte molto importante del monitoraggio è la ricerca di agenti inquinanti nel suolo e nelle acque del salto di Quirra. Questo compito è stato affidata alla SGS: Société Générale de Surveillance, una multinazionale con sede in Svizzera. Si occupa principalmente di verifiche, controlli e certificazioni di prodotti e servizi (per esempio verifica la qualità delle auto vendute su eBay). È l’impresa più importante al mondo nel suo settore. L’SGS è posseduta per il 15% dall’IFIL, una società privata della famiglia Agnelli (non si può escludere che la quota detenuta dai padroni di FIAT sia più elevata, attraverso partecipazioni in altre società). Sergio Marchionne, amministratore delegato FIAT, è il presidente onorario della SGS. Il gruppo FIAT oltre alle auto produce armi. In questo settore i suoi clienti sono le Forze armate italiane ed estere. I suoi prodotti sono spesso sperimentati nel poligono di Quirra.

Navigando sul web alla ricerca di informazioni sulla SGS si trovano altre notizie poco rassicuranti sul suo passato. La SGS è certificatore del marchio FSC (Forest Stewardship Council), un marchio che distingue i prodotti realizzati con legno proveniente da foreste gestite con criteri di ecosostenibilità. Nel luglio 2008 la SGS ha dovuto sospendere il rilascio di nuovi certificati: durante il periodo precedente era stata costretta a ritirare diverse certificazioni, concesse ad aziende che non rispettavano i criteri del marchio.

Dal 2003 la SGS lavora in Cambogia, come organismo indipendente ha il compito di monitorare lo sfruttamento delle foreste. Lo scopo è impedire che alberi tagliati abusivamente entrino nel mercato legale. La SGS è accusata di essersi lasciata passare sotto il naso un commercio illegale di legname per il valore di 13 milioni di dollari l’anno. L’accusa è contenuta in un dettagliato rapporto dell’ONG Global Witness.

Infine, per concludere questo brillante curriculum, la SGS è stata coinvolta in casi di corruzione in Iraq e Pakistan, direttamente o attraverso la sua controllata Cotecna.

Links

- L’annuncio della nuova indagine sui giornali Sardi: La nuova sardegna, L'unione sarda

- L’ultimo rapporto sull’attività dell’azienda con le informazioni sui maggiori azionisti [pdf]

- La SGS sospende le certificazioni FSC

- Le accuse di Gloabal Witness all’SGS, il rapporto completo di Global Witness

- Articoli di la Repubblica sui casi di corruzione in Iraq e Pakistan

- L’inchiesta di rainews24 sul poligono di Quirra

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