«La Maddalena è contaminata»
C'era radioattività, tanta, nelle acque della Maddalena subito dopo l'incidente al sommergibile statunitense Hartford, nel novembre scorso. Nel silenzio delle autorità americane, ma anche italiane, sull'accaduto, nei pressi di uno dei dodici porti italiani che possono ospitare navi e sommergibili a propulsione nucleare, un'associazione corsa e il Wwf della Gallura hanno infatti avuto la prontezza di far analizzare le acque davanti alle bocche di Bonifacio dall'istituto di ricerca indipendente Criirad (Commission de recherce et d'information independantes sur la radioactivitè), diretta dall'ingegnere e fisico nucleare Bruno Chareyon. E i risultati sono allarmanti: nelle alghe prelevate nella zona dell'incidente in due riprese, subito dopo l'incidente, il 17 e il 18 novembre, e il 9 dicembre, è stata trovata una forte concentrazione di torio 234. Addirittura tra i 3.900 e i 4.700 becquerels nelle alghe rosse prelevate, un po' meno in quelle verdi, ma in quantità comunque da quattro a sette volte superiori al normale. Il torio 234 è il primo discendente dell'uranio 238 e anche un componente del combustibile nucleare che alimenta i sommergibili, e questo farebbe propendere per la tesi dell'inquinamento dovuto all'incidente. Anche se «si tratta di valori enormemente alti che non è possibile commisurare con quelli antecedenti all'incidente perché le autorità italiane e americane non hanno mai reso noto il risultato delle rilevazioni periodicamente effettuate nelle acque della Sardegna», spiega il deputato verde Mauro Bulgarelli, che ieri ha presentato un'interrogazione urgente ai ministri dell'ambiente, della difesa, della salute e alla presidenza del consiglio. «L'abnorme presenza di uranio 238 e suoi derivati potrebbe infatti anche essere conseguenza dell'attività dei poligoni militari disseminati nell'isola, nei quali vengono utilizzati proiettili all'uranio impoverito nelle esercitazioni o nelle dimostrazioni organizzate dai vari fabbricanti di armi», continua. Tutta la vicenda dell'incidente è poco chiara. Il 20 ottobre scorso, infatti, in tutto l'arcipelago viene udito un fortissimo boato che fa precipitare fuori dalle case gli abitanti dell'isola. Solo qualche giorno dopo verrà classificato come un terremoto. E' in quei giorni che probabilmente il sommergibile Hartford, seimila tonnellate di stazza e armato di missili Tomahawk, si incaglia su alcuni scogli denominati «gli sperduti», al largo dell'isola di Caprera, gli stessi che l'11 settembre scorso avevano bloccato la corsa del traghetto Moby magic e delle 160 persone che erano a bordo. Ma sulla data dell'incidente rimane il mistero, così come sul misterioso botto. Le autorità militari nasconderanno tutto fino al 12 novembre, quando si apprende del licenziamento in tronco del commodoro Greg Parker, numero uno della base americana, e del capitano della Hartford Christopher R. Van Metre. Altri otto componenti dell'equipaggio verranno sottoposti a misure disciplinari.
Sulla doppia base della Maddalena, Nato e Usa, sono in corso da tempo polemiche. Il 30 settembre scorso il ministero della difesa, incurante di tutto, ha dato il via libera a un contestato ampliamento della base americana. Ma ora per Bulgarelli «è necessario che le autorità militari rendano note tutte le misurazioni della radioattività effettuate nel corso degli anni. Lo Stato italiano e quello francese, inoltre, devono avviare un monitoraggio comune, affidando ad autorevoli studi di ricerca indipendenti il rilevamento del reale inquinamento radioattivo delle acque sarde». Mentre i Ds da tempo hanno chiesto l'apertura di un'inchiesta parlamentare sul «caso la Maddalena».
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