Nucleare: tre buone notizie?
Alla vigilia del 23° anniversario dalla catastrofe nucleare di Chernobyl, apprendiamo tre buone notizie per il futuro del Pianeta e la salute dei suoi abitanti.
La prima è venuta da Strasburgo: Il Parlamento europeo ha adottato lo scorso 24 aprile, con una schiacciante maggioranza (271 voti a favore, 38 contro, 29 astensioni) un rapporto dalla sua Commissione per gli affari esteri (detto "Report Beer"), che raccomanda al Consiglio europeo di "adoperarsi per l'eliminazione di tutte le armi nucleari da ora al 2020" proponendo come strumenti concreti di attuazione il "Modello di Convenzione sulle armi nucleari" e il "Protocollo Hiroshima-Nagasaki" proposto dalla Campagna dei "Mayors for Peace", entrambi sostenuti dal network globale "Abolition 2000".
La data del 2020, aggiunta con un emendamento al "Report Beer", precisa nel tempo l'obiettivo fissato dal Presidente Obama nel suo discorso del 5 aprile a Praga.
La seconda buona notizia arriva da Roma, dove, lo stesso 24 aprile, negoziatori russi e americani si sono mostrati, dopo una giornata di discussione, molto ottimisti circa l'esito degli imminenti colloqui Russo-americani che cercano di sostituire, prima della fine di quest'anno, il trattato START con un altro trattato che spinga ulteriormente alla mutua riduzione delle armi nucleari strategiche.
La terza è venuta dal Belgio, dove il Parlamento ha recentemente adottato all'unanimità una legge che vieta la fabbricazione, l'uso, il trasferimento e lo stoccaggio di tutte le armi contenenti uranio impoverito, legge che entrerà in vigore il 21 giugno.
Le polveri di uranio derivanti dall'uso di queste armi (notoriamente usate in Iraq, nei Balcani, in Afghanistan e forse di recente a Gaza) sono una fonte di catastrofe sanitaria.
Il Belgio è il primo Paese a interdire queste armi. Ci si può aspettare un effetto trainante.
La resistenza da alcune autorità, tuttavia, adombra queste prospettive. A Parigi, il Presidente della Repubblica mantiene il suo attaccamento all'idea di una forza d'attacco, né dice nulla sulla presenza di armi con uranio impoverito in Francia, e tenta di esportare dappertutto le centrali nucleari "per uso civile", senza considerazione sugli immensi rischi che ciò comporta, esemplificati da Chernobyl e aggravati dal rischio di proliferazione.
A Ginevra, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) resta legata all'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA), da un accordo del 1959 che impone silenzio e menzogne sui rischi radioattivi. Così l'OMS imputa meno di 60 morti per l'incidente di Chernobyl, quando decine di esperti internazionali citati da Greenpeace International nel 2005 ne hanno attribuito quasi 200.000.
A Gaza infine, tre mesi dopo il suo impegno in tal senso, l'AIEA non ha ancora inviato nessuno che indagasse sull'eventuale uso di armi radioattive durante l'operazione israeliana denominata "Piombo Fuso".
Conoscendo che il pianeta è minacciato da più di 25.000 armi nucleari totalmente inutili, da milioni di tonnellate di rifiuti radioattivi, e da 438 reattori nucleari che non producono nemmeno il 3% dell'energia totale consumata nel mondo, "è assurdo aspettare una nuova Hiroshima o Chernobyl per avviarsi verso l'unica strada sensata: quella che porta verso l'Europa e un mondo senza armi o centrali elettriche nucleari".
N.B. L'ACDN invita gli elettori europei a votare solo per i candidati che s'impegneranno in tal senso.
Action des Citoyens pour le Désarmement Nucléaire (ACDN)
31, Rue du Cormier – 17100 - SAINTES
Tel : 06 73 50 76 61
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