Un cartello pacifista lombardo rilancia la riconversione dell'industria bellica
Un cartello di associazioni cattoliche, personalità del mondo associativo, politico e culturale lombardo ha lanciato insieme a Rifondazione un appello per la difesa e il rilancio dell'Agenzia lombarda per la riconversione dell'industria bellica. Dai padri Saveriani, alla Caritas, dal Wwf, a Emergency, Arci, Acli a tutte le associazioni lombarde del pacifismo, insieme alle opposizioni in Regione, con la spinta della Cgil (Fiom e Camere del lavoro di Brescia e Milano, in testa) rilanciano il decennale impegno sulla pace nel territorio, rinnovato negli ultimi anni dai movimenti. Un esempio di cosa significhino le proposte concrete per un'economia di pace. Come ricorda Piero Maestri di Guerre&Pace, tra i promotori dell'iniziativa: «Più che mai la pace va conquistata con un impegno politico e civile costante e concreto, ogni istituzione democratica deve essere chiamata a atti concreti, questo è uno dei primi possibili».
Dieci anni fa le Regione si era dotata di un'Agenzia formata da rappresentanti istituzionali, sindacali, delle imprese e delle associazioni pacifiste. L'idea era nata dall'impegno dei "Cassintegrati Aermacchi per la pace e il diritto al lavoro" che rifiutandosi di aderire alle richieste di aumento delle commesse militari per difendere la propria occupazione, identificarono nella riconversione e nell'agenzia lo strumento migliore per difendere il lavoro e la loro dignità.
La Lombardia, con 446 aziende e circa 16 addetti nel settore, è la regione leader della produzione di armi leggere, sistemi d'arma e aeronautica (la sola provincia di Brescia ha esportato nel 2001 armi per 197 milioni di euro). Ha, inoltre, il record di produzione militare rispetto a quella civile. Un progetto di riconversione non poteva che partire da qua.
L'Agenzia ha il compito di incentivare progetti di riconversione produttiva, di svolgere da osservatorio sul comparto, di promuovere iniziative di ricerca e formazione sui temi della pace. Nella decade trascorsa ha prodotto diversi studi, ricerche e interventi di riconversione (attivati per 10 aziende e per altre 14 mai stanziati). Nonostante l'insufficienza dei fondi per le riconversioni, dal 1998 non sono stati praticamente usati, finché l'ultima giunta regionale non ha rinnovato il finanziamento (né ha mai convocato l'agenzia). Ora la giunta di Formigoni (quello che volò in Iraq contro l'embargo, per poi fare lo struzzo sulla guerra) sembra orientata a chiudere, Lega in testa. «Ci hanno detto che entro venti giorni ci faranno sapere il loro orientamento», spiega Gianni Confalonieri capogruppo del Prc in Regione, «ma credo vadano verso l'abrogazione dell'agenzia; parlano di una riformulazione dei criteri, ma è sulla riconversione che non sono d'accordo».
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