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Armi e solidarietà: uno strano "matrimonio"

A.N.
Fonte: Adista N. 28 - 09 aprile 2011

Seniores Italia-Partner per lo Sviluppo onlus è, come si autodefinisce, «la maggiore organizzazione italiana no profit di volontariato professionale senior». Sul sito si legge che la missione di Seniores è «contribuire alla cooperazione internazionale con missioni all'estero di breve durata, fornendo prestazioni professionali di alto livello in forma di consulenze tecniche e formazione in tutti i settori». Una ong, quindi, che contribuisce alla cooperazione internazionale con i Paesi in via di sviluppo, come ve ne sono tante in Italia, ma tra i 12 partner fondatori c'è Finmeccanica, la principale azienda italiana di armi, l'ottava a livello mondiale, con un fatturato di 18 miliardi e 75mila dipendenti.

Nei diversi Bilanci di missione di Seniores Italia, il simbolo di Finmeccanica compare in bella mostra già nella terza pagina, e nel bilancio del 2009 è scritto che Finmeccanica rappresenta «un supporto importante», che fornisce un aiuto «senza il quale le attività e la crescita dell'Associazione non potrebbero esistere ». C'è di più: fino al 2008, alla presidenza di Seniores c'era Franco Viezzoli, già alla guida di Finmeccanica dal 1976 al 1986; dal 2009, invece, il presidente è Fabiano Fabiani, in Finmeccanica dal 1981 al 1997, prima come consigliere d'amministrazione, poi amministratore delegato, infine presidente. È lui l'artefice della "grande Finmeccanica", ovvero la centralizzazione di tutte le aziende italiane attive nel settore degli armamenti, che grazie a ciò si classifica nella top ten mondiale delle industrie di armi.

Il conflitto pare evidente: come può una ong che – come rivendica lo stesso Fabiani – sottolinea l'importanza «dell'attenzione a favore di chi ha più bisogno di riconoscersi e svilupparsi in modelli universali quali la ricerca della pace e della crescita culturale» essere finanziata e gestita da chi fabbrica e vende armi?

Seniores Italia svolge progetti di cooperazione nei Paesi in via di sviluppo, che però sono anche i principali acquirenti delle armi di Finmeccanica, come si legge nel rapporto Conventional Arms Transfers to Developing Nations 2002-2009 di Richard F. Grimmett, consegnato al Congresso degli Stati Uniti d'America: i contratti siglati dalle ditte italiane, Finmeccanica in testa, ammontano infatti nel 2009 – secondo il rapporto – a 2,7 miliardi di dollari, dei quali ben 2,4 miliardi (cioè quasi il 90%) sono stati stipulati con Paesi in via di sviluppo. E Finmeccanica, così come vende armi, offre solidarietà e «un impegno sincero nel sociale, perché non possiamo esimerci dalle responsabilità solidali e culturali», ricorda Pier Francesco Guarguaglini, presidente e amministratore delegato del gruppo armiero. E addirittura fonda una ong, appunto Seniores, dove i suoi dirigenti possono svolgere volontariato quando vanno in pensione. Forse per redimersi dai peccati accumulati nella loro vita professionale passata a fabbricare e vendere armi a mezzo mondo. Una sorta di «tassa espiativa – dice Gianni Ballarini, di Nigrizia –, un balzello per la purificazione mondano/affaristica»

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