L'Istituto Fauser di Novara: una scuola di guerra?
Sono passati 50 anni dall'avvertimento di Eisenhower circa il cambiamento che stava avvenendo nella società: l'industria delle armi, con il sostegno di uomini politici, cominciava a rappresentare una combinazione di potenza e influenza ingiustificata. Ciò metteva a rischio la democrazia creando uno stato di guerra permanente.
"Al giorno d'oggi l'inventore solitario che armeggia nel suo scantinato è stato offuscato da unità operative di scienziati in laboratori e siti di collaudo. Allo stesso modo la libera università, storicamente la sorgente delle libere idee e della scoperta scientifica, ha sperimentato una rivoluzione nella conduzione della ricerca. In parte a causa degli imponenti costi implicati, un contratto governativo va virtualmente a sostituirsi alla curiosità intellettuale".
Da allora le politiche pubbliche militari e aerospaziali americane hanno coinvolto ingenti finanziamenti alla ricerca applicata attraverso una smisurata domanda pubblica, lo sfruttamento della tecnologia duale civile-militare e hanno reso possibile lo sfruttamento di economie di scala e dell' "apprendimento per esperienza".
Anche in Italia la conoscenza e la ricerca vengono orientate e finanziate per la produzione di nuovi programmi militari, per sviluppare tecnologie sofisticate di sorveglianza e sicurezza e per formare esperti nel settore delle relazioni internazionali. La nuova "divisione del lavoro" avviene tramite accordi fra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e la holding della difesa e sicurezza Finmeccanica per la creazione di istituiti "Tecnici Superiori per Finmeccanica", e l'avvio del modello "Corporate Technology Governance" che prevede il trasferimento dell'innovazione dal mondo dell'Accademia all'interno delle aziende. La collaborazione fra Università e Finmeccanica si sostanzia attraverso consorzi, borse di ricerca e creazione di laboratori pubblico-privati.
Questa pericolosa definizione militare della realtà dovrebbe far pensare insegnanti e decenti universari circa il loro ruolo nella promozione e tutela della democrazia e della Costituzione italiana, dovrebbe sollecitare la richiesta per cui la ricerca e il sapere fondamentale devono restare un bene pubblico.
Non è per nulla scontato, ma accade a Novara, che vi siano insegnati che non hanno intenzione di svendere la scuola pubblica al potere degli affari e dei militari, ed espongano apertamente la loro contrarietà verso un corso post diploma per tecnici aeronautici finalizzato alla produzione del caccia multiruolo F-35.
La tecnologia usata per il programma F-35 è ritenuta "sensibile" e il suo trasferimento è controllato dalla legislazione americana National Disclosure Policy, per cui i ragazzi inseriti nel corso saranno istruiti per diventare dei semplici supporti controllati dai tecnici dell'azienda madre Lockheed Martin.
Nello stabilimento che si sta costruendo a Cameri (TO) si effettueranno solamente attività di assemblaggio finale, verifica dei sistemi dell'aeroplano e quelle di manutenzione, riparazione e revisione, ma le "scatole nere" contenenti i codici sorgenti e tecnologie chiave non saranno svelate ai partner come l'Italia, per cui questa avventura costosissima si rivela un arretramento per tutta la formazione e ricerca italiana.
Gli insegnati in questione hanno inviato una lettera ai quotidiani locali esponendo le proprie ragioni ma per paura (?), convivenza o semplicemente censura, non è stata pubblicata.
Visto che l'informazione si rivela subordinata ad interessi poco trasparenti hanno organizzato per sabato 10 settembre ore in piazza Matteotti a Novara (la piazza della prefettura) un giro per Novara in cui ci si fermerà davanti alla sede dei giornali (fra cui La Stampa)
L'Istituto Fauser di Novara: una scuola di guerra?
“Il futuro nello spazio. Al Fauser un percorso che porta agli F-35”: questo è il titolo di un'inserzione pubblicitaria comparsa, venerdì 2 settembre 2011, su La Stampa (pagine del Novarese). La società pubblicitaria è Publikompass. Il committente è, verosimilmente, qualcuno che ha a che fare con l'ITI Fauser di Novara. Compaiono pure due fotografie: quella del dirigente scolastico del Fauser e quella dell'aeroplano d'addestramento che fa bella mostra di sé davanti all'ingresso del famoso istituto tecnico novarese. Chi ha commissionato la pubblicità (pagata con denaro pubblico dell'Istituto o della Fondazione che dirigerà il corso post-diploma in questione?) ci vuol far sapere che coloro che frequenteranno il corso ITS in aerospazio-meccatronica, che partirà a novembre, avranno la strada spianata per la conquista di un posto di lavoro nella fabbrica per cacciabombardieri F-35 che stanno costruendo dentro il recinto dell'aeroporto militare di Cameri. Il titolo non sembra equivoco; ne riportiamo di nuovo il secondo pezzo: “Al Fauser un percorso che porta agli F-35”. Possiamo riscriverlo ancora, ma il significato non sembra incerto. Nessuna ambiguità. Chi ha commissionato la pubblicità ci vuol far sapere che il corso viene allestito allo scopo di formare i tecnici che lavoreranno nella fabbrica per cacciabombardieri. Bene: almeno è tutto chiaro. Certo, tra la primavera e l'estate deve essere accaduto qualcosa che non conosciamo. Infatti, nell'inverno scorso, il dirigente scolastico del Fauser, facendosi intervistare da un giornale locale, aveva risposto indirettamente ad un comunicato di insegnanti contrari al fatto che in una scuola pubblica si formassero tecnici per fabbriche d'armi: aveva detto che ciò non corrispondeva al vero, che non si poteva affermare che il corso post-diploma in questione (che, tra l'altro, sarà diretto da una signora alto dirigente di Alenia) fosse destinato a questo scopo. Ora, invece, la pubblicità che citiamo ci vuol far credere il contrario. Dove starà la verità? Va' a sapere. Noi, che siamo insegnanti di Novara e dintorni, noi, che non stimiamo la guerra né utile né giusta, noi, che consideriamo tutte le fabbriche d'armi nient'altro che fabbriche di morte, noi ci permettiamo, a scanso di equivoci futuri, di invitare giovani e docenti a boicottare il corso di cui sopra. Sarebbe bello che nessun giovane novarese si iscrivesse ad un corso di questo genere, lasciando le aule tristemente vuote. Sarebbe pure sacrosanto che nessun docente accettasse di insegnare in questo corso destinato a formare fabbricanti d'armi e di morte.
Novara, 6 settembre 2011
Valentina Agostinacchio
M.Grazia Alemanni
Domenico Argirò
Tiziana Baldassarra
Dario Balzaretti
Maurizio Barbero
Paola Boni
Antonella Braga
Sabrina Briguglio
Tina De Stefano
Valeria Ferri
Gianni Galli
Lorena Godio
Umberto Grassi
Adriana Guazzoni
Lucio Guerrazzi
Roberto Leggero
Cesare Manachino
Nicoletta Manente
Mario Miglio
Mauro Miglio
Daniela Mortarotti
Giovanni Omodeo Zorini
Renata Regis
Elena Savoini
Silvia Scarpelli
Angelo Vecchi
Giuseppe Veronica
Giancarlo Zaninetti
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