F-35: un film già visto
Si può distorcere il budget militare e costruire armi per scopi politici indipendentemente dal fatto che si voglia effettivamente aumentare la sicurezza nazionale.
Il JSF/F-35 è da questo punto di vista un riferimento fondamentale. Questo aereo di “quinta generazione”, con tutte le modifiche e le integrazioni apportate, ha creato più avatar di un film di fantascienza. Il Pentagono lo mantiene disperatamente in vita in attesa che un altro velivolo prenda il suo posto. Lockheed Martin ha già rivelato che un nuovo concetto sta prendendo forma, il caccia di ennesima generazione assomiglierà all’F-22 nel “naso”, avrà una ala insolitamente sagomata e la coda inclinata quasi piatta, sarà veloce e agile.
Intanto il presidente Obama è alle prese con la revisione strategica delle attività di difesa e deve identificare, insieme al segretario Panetta, le aree dove conseguire risparmi per 450 miliardi di dollari in dieci anni come richiesto dal Budget Control Act.
http://www.defense.gov/news/newsarticle.aspx?id=66683
Ciò che ci interessa in particolare della nuova strategia è la voce riguardante il programma F-35 (il più costoso programma di armamenti convenzionali della storia).
Da quello che si è capito il programma F-35 subirà ritardi nell’acquisto degli aerei, ma le novità verranno illustrate con la presentazione del bilancio.
Nel mese di agosto vi era stato un briefing con la direzione ingegneria della Lockheed Martin in quanto si era constatata una lacuna nel controllo di alcuni elementi significativi del programma. Il briefing ha riferito che LM non aveva fatto un grande lavoro nell’assegnazione del suo personale tecnico, per cui è necessario un riallineamento delle competenze della forza lavoro, e una rassegnazione del personale. Date le difficoltà che questo programma sta affrontando accumulando ritardi e lievitazione dei costi, il Pentagono sta affrontando una sfida enorme nel suo stesso sistema.
(Il progetto è nella fase pre-serie Low-Rate Initial Production ed è lontano dalla fase Full Rate Production, cioè produzione a pieno regime).
L’F-35 sembra seguire lo stesso destino del fratello maggiore F-22. Il n. 187 dei 341 aerei di serie previsti, è uscito dallo stabilimento Lockheed Martin di Marietta in Georgia chiudendo così la produzione del velivolo nel 2011.
http://www.scribd.com/doc/76973783/August-2011-JSF-brief
L’Italia è il secondo più importante partner internazionale per la fase di sviluppo dopo il Regno Unito (unica di I livello), per valore economico. Le aziende italiane hanno siglato con Lockheed Martin ed alcuni dei suoi fornitori, una serie di accordi per la produzione di componenti strutturali.
E’ in fase avanzata la produzione di componenti per le ali dell’F-35, ma dovrebbe arrivare alla loro produzione completa, in quanto l’ala del JSF è costituita da due semiali e da due tronconi di fusoliera assemblati insieme all’installazione di sistemi elettrici.
Il documento più importante per capire il coinvolgimento dell’Italia nel programma è l’”Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare: Programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all’acquisizione
del sistema d’arma Joint Strike Fighter (JSF–anche denominato F35 Lightning II) e realizzazione della associata linea FACO/MRO&U (Final Assembly and Check
Out/Maintenance, Repair, Overhaul & Upgrade) nazionale”
http://byebyeunclesam.files.wordpress.com/2009/04/f-35.pdf
In questo documento si descrive il programma Joint Strike Fighter, si elencano gli atti governativi della partecipazione al programma(non i contratti fra LM e FNM)e la costruzione della FACO/MRO&U. Per questa realizzazione L’Italia ha sottoscritto, il 30 marzo 2006, un accordo bilaterale con l’Olanda e nel 2007 con la Norvegia.
La creazione di una linea di assemblaggio finale e verifica dei velivoli, dovrebbe trasformarsi successivamente in una capacità di manutenzione e riparazione dei velivoli.
Le varie tabelle esposte illustrano la durata e il costo del programma, infine si precisa il ruolo delle aziende italiane.
E’ evidente che questo documento è il risultato di una forte pressione esercitata per motivare l’acquisto di un velivolo che almeno dal 2007 poneva seri problemi.
Già da allora, Lockheed Martin cercava l'approvazione del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti per ridurre il numero di velivoli di test e centinaia di voli di prova, per risparmiare denaro e ricostituire fondo di riserva del programma.
Inoltre nel documento del Senato si esalta la tecnologia netcentrica del velivolo (interconnessione di tutti i sistemi di comunicazione, informazione e scambio dati a disposizione) anche se si sapeva che diversi moduli software per il sistema di integrazione delle armi (che sono molto importanti per un combattente), non erano pronti e non sono tuttora pronti.
Di più. Si fa accenno all’assunzione di 10.000 lavoratori.
Nell’accordo sottoscritto il 9 novembre 2011 fra Fim-Fiom e Uilm ed Alenia Aeronautica sulla riorganizzazione e ristrutturazione dell’azienda, si è decisa la cassa integrazione e la mobilità per di 747 lavoratori e l’assunzione di 500. Di quale nuovo lavoro si sta parlando?
Il Centro militare studi strategici aveva dichiarato nel 2005 l'F-35 non solo un doppione (EFA) ma addirittura un'arma da inserire nella guerra tecnologica degli USA contro l'Europa.
http://www.difesa.it/NR/rdonlyres/87B27D0B-2EAC-4A6A-902E-7B5812E35F35/9052/suppl_sett05.pdf
Perché allora l’Italia si ostina in tempi di dura austerità a voler comprare gli F-35 quando ha già gli EFA a disposizione?
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