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Nuovo documento della Difesa statunitense: ripercussioni nella politica nucleare della NATO

In che misura gli alleati vedono quelle bombe come rassicuranti, sulla base di questa nuova visione strategica degli Stati Uniti, è ancora in discussione.
21 gennaio 2012

hangar

Nuovo documento della Difesa: Sostenere la statunitense Global Leadership: le priorità per la Difesa del 21° secolo, 5 gennaio 2012, US Department of Defense: http://www.defense.gov/news/Defense_Strategic_Guidance.pdf

Prima di entrare nel merito delle dichiarazioni circa la nuova strategia militare globale degli Stati Uniti, che potrebbe suggerire mosse future per ridurre la dipendenza dalle armi nucleari tattiche in Europa, è utile ricordare che il nuovo Concetto strategico della Nato, adottato a Lisbona il 19 novembre 2010, ribadisce che “fintantoché ci sono armi nucleari nel mondo, la Nato rimarrà un’Alleanza nucleare”.
http://www.nato.int/docu/review/2010/Nuclear_Proliferation/Guy_Roberts/IT/index.htm

E’ importante avere chiaro questo concetto perché nel mese di maggio a Chicago ci sarà un vertice della NATO. Tra le altre cose si prenderà in considerazione il ruolo delle armi nucleari nelle politiche militari della NATO, e lo si dovrà confrontare con la nuova dottrina americana. Circa 200 bombe nucleari "non strategiche" sono attualmente distribuite sotto l'egida della NATO in Germania, Belgio, Paesi Bassi, Italia e Turchia.
La decisione di usarle dovrebbe avvenire dietro consultazione dei 27 membri dell'alleanza. Una volta che una decisione è presa, le bombe sarebbero quindi consegnate all'equipaggio del paese ospitante (tranne nel caso della Turchia dove aerei ed equipaggi molto probabilmente sarebbero americani). Squadre multinazionali dovrebbero eseguire le operazioni di rifornimento e supporto. In questo modo, i benefici della deterrenza di queste armi, i rischi fisici e morali e le responsabilità del loro uso potenziale, sono condivisi dall'alleanza.

Reducing Nuclear Risks in Europe: A Framework for Action
http://www.nuclearsecurityproject.org/uploads/File/NTI_Framework_full_report.pdf

Trascrizione delle osservazioni del presidente Obama, del Segretario della Difesa Panetta e del generale Dempsey: http://www.defense.gov/transcripts/transcript.aspx?transcriptid=4953

 

Il presidente Barack Obama ha fatto una visita storica al Pentagono il 5 gennaio 2012 per illustrare le sue osservazioni sulla "nuova strategia militare globale". Lui e altri leader della difesa hanno scelto con cura le parole, per avvertire gli altri politici americani che grandi cambiamenti arriveranno fra i militari degli Stati Uniti, e che gli alleati devono essere pronti davanti a questi grandi cambiamenti.

Anche se a breve termine l’attenzione sarà focalizzata sulle implicazioni di costo e di programma, perché l'Amministrazione dovrà presentare il bilancio fra poche settimane, i principi enunciati dalle linee guida della difesa strategica influenzeranno la NATO. L'orientamento strategico della difesa degli Stati Uniti riflette i principi che possono portare a cambiamenti delle forze nucleari, sinora avvolte in un processo di revisione sulla scia del Nuclear Posture Review 2010. Le armi nucleari sono all'ordine del giorno del processo NATO.

La più grande implicazione strategica per la NATO è che gli Stati Uniti continueranno a intensificare la loro attenzione nell’Asia orientale e il Medio Oriente, perchè fonti delle minacce più gravi per gli interessi nazionali degli Stati Uniti. Anche se i funzionari non hanno rivelato dettagli specifici durante le conferenze stampa, hanno fatto numerose osservazioni che vale la pena tenere a mente quando si considera il contesto dei prossimi passi nell'ambito della NATO e degli Stati Uniti, riguardo le armi nucleari tattiche (TNW) con sede in Europa.

Il presidente, durante il suo discorso, ha che gli Stati Uniti avrebbero "continuato a sbarazzarsi dei sistemi obsoleti tipici della Guerra Fredda ", anche se non ha fatto specifico riferimento alle armi tattiche statunitensi in Europa.
All'intervento del presidente è seguito quello del segretario alla Difesa Leon Panetta, che ha detto che il "paese è a una svolta strategica", che richiede un cambiamento strategico, a prescindere dalla difficoltà economiche. Le principali minacce emergenti includono l'estremismo violento, la proliferazione, la Corea del Nord, l’Iran, i drammatici cambiamenti nel Medio Oriente, le potenze emergenti in Asia, e anche il debito nazionale. Per quanto riguarda le modifiche ai programmi militari, ha detto che tutto è sul tavolo, comprese le aree politicamente sensibili.

Il Segretario Panetta ha comunicato che queste mutate priorità degli Stati Uniti richiederanno una "presenza innovativa" e una attività cooperativa " con gli alleati europei e altri partner, perchè saranno fondamentali per affrontare le sfide del 21° secolo". Egli ha sottolineato ogni parola in questa parte della sua presentazione per rassicurare gli alleati:
"L'assetto delle forze militari USA in Europa dovranno necessariamente continuare ad adattarsi ed evolversi per affrontare nuove sfide e opportunità, in particolare alla luce delle esigenze di sicurezza del continente rispetto alle priorità strategiche emergenti”.
La dichiarazione indica che gli alleati Nato devono prepararsi alla modifica, da parte degli gli Stati Uniti, delle forze militari nel prossimo decennio ma che tali cambiamenti non devono essere interpretati come una svalutazione delle relazioni transatlantiche in generale.

Il Presidente del Joint Chiefs of Staff, il generale Martin Dempsey, ha riferito che "tutte le tendenze, le tendenze demografiche, le tendenze geopolitiche, le tendenze economiche e le tendenze militari, si stanno spostando verso il Pacifico. Quindi le nostre sfide strategiche per il futuro saranno in gran parte rivolte alla regione del Pacifico, ma anche ai litorali dell'Oceano Indiano, del resto ... Dobbiamo prestare attenzione a questi spostamenti. Ma quello che facciamo sarà sempre costruito sulle solide fondamenta della nostra partnership strategica tradizionale, e la NATO è prima fra tutti ...”

Durante la seconda conferenza stampa, al sottosegretario della Difesa per la Politica Michèle Flournoy, è stato chiesto delle conseguenze degli spostamenti per quanto riguarda la triade del nucleare statunitense. Egli ha riconosciuto che gli Stati Uniti probabilmente potrebbero soddisfare le esigenze di deterrenza ai livelli più bassi delle forze nucleari, ma ha rinviato al comunicato di bilancio i maggiori dettagli.

Il documento di difesa espone i punti principali delle linee guida di difesa strategica, ivi compresa una sintesi delle principali minacce attuali ed emergenti negli Stati Uniti, e stabilisce le missioni primarie delle forze armate degli Stati Uniti. Sulle armi nucleari, si ribadisce che:

"Finché le armi nucleari rimangono in essere, gli Stati Uniti manterranno un arsenale sicuro ed efficace. Nel campo delle forze nucleari, non possiamo non pensare di doverci confrontarci con un avversario che possa provocare danni, dobbiamo sia dissuadere i potenziali avversari sia assicurare gli alleati degli Stati Uniti e i partner, perché questi possano contare sugli impegni americani per quanto riguarda la sicurezza. E’ possibile che la nostra deterrenza possa essere realizzata con una forza minore nucleare che ridurrebbe il numero di armi nucleari nel nostro inventario, e il loro ruolo nella strategia di sicurezza nazionale”.

Le parole chiave sono state "veloce" e "flessibile".
Le bombe B-61 bombe in Europa non corrispondono bene con questo pensiero, e il loro contributo alla deterrenza nucleare è già stata messa in discussione. Nel suo insieme il documento e le osservazioni potrebbero essere interpretati come base per un cambiamento per quanto riguarda eventuali armi tattiche. In che misura gli alleati vedono quelle bombe come rassicuranti, sulla base di questa nuova visione strategica degli Stati Uniti, è ancora in discussione.

Small Nuclear Forces: Five Perspectives
http://www.rusi.org/downloads/assets/Whitehall_Report_3-11.pdf

 

Il dibattito sulle armi nucleari tattiche in Italia: tra impegni di disarmo
e solidarietà atlantiche Paolo Foradori
http://www.iai.it/pdf/DocIAI/iai1104.pdf

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