Poligoni militari, sindrome dei Balcani e uranio impoverito oggi a Report
Un militare può davvero morire in tempo di pace a causa dell’uranio impoverito?
A un mese dalla morte del Caporal maggiore Melis e cinque anni dopo il primo reportage (primo in assoluto per la televisione italiana), Report torna sull’argomento. Cinque anni fa avevamo riportato un solo caso di denuncia, quello della madre di Salvatore Vacca, morto di leucemia di ritorno dalla Bosnia. Oggi sono 24 i morti per "Sindrome dei Balcani" e oltre 200 i malati. Quasi tutti colpiti da tumori al sistema emo-linfatico. I parenti delle vittime e due associazioni ritengono che quelle patologie siano causate dalle missioni militari fatte all’estero, e puntano il dito sull’uso delle armi all’uranio impoverito da parte della NATO.
La commissione medica Mandelli ha escluso una correlazione tra uranio impoverito e tumori nei soldati. Secondo l’Osservatorio militare quella relazione è viziata da un errore di fondo che, se fatto in cattiva fede dal Ministero della Difesa, è da considerarsi un maldestro esempio di insabbiamento.
Basandosi esclusivamente sui fatti e documenti e tornando sui luoghi delle missioni in Bosnia e Kossovo, emergono le responsabilità dei vertici militari che hanno tardivamente avvertito i nostri soldati sul reale pericolo dell’uranio impoverito, nonostante gli americani usassero le precauzioni dal ’95. Oggi assicurano di essere adeguatamente protetti e controllati al ritorno dalle missioni. Appunto: come tornano dalle missioni in Iraq e Afghanistan i nostri soldati visto che inglesi e americani non hanno dichiarato dove hanno usato le armi all’uranio impoverito? Una scoria che potrebbe uccidere anche in Italia. La Sardegna infatti possiede numerosi poligoni militari sperimentali e di addestramento ideali per le più raffinate armi in commercio. Tra la popolazione dell’area circostante il poligono di Salto di Quirra (provincia di Cagliari) c’è un’incidenza di tumori al sistema emo-linfatico di molto superiore alla media nazionale e si tratta delle stesse neoplasie che colpiscono i soldati di ritorno dalle missioni nei Balcani. Non ci sono prove scientifiche. E non sono state cercate. Tutto questo mentre l’OMS dichiara non esserci un nesso di casualità tra uranio impoverito e cancro e l’ONU, che considera le armi all’uranio impoverito un crimine contro l’umanità.
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