Proposta di risoluzione sulle conseguenze dell'utilizzo di armi all'uranio impoverito (non approvata)
Il Parlamento europeo,
A. profondamente scosso dalle conseguenze dell'utilizzo di armi contenenti uranio impoverito da parte dei paesi della NATO durante la guerra del Golfo (1991), in Bosnia (1994-1995) e nel Kosovo (1999), che ha provocato numerosi decessi di militari e civili nelle regioni bombardate, nonché danni ecologici, il che sfata totalmente il mito di "guerra pulita",
B. considerando che l'équipe di valutazione del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), sotto la responsabilità di Pekka Haavisto, che ha effettuato prelievi nei siti bombardati in Kosovo con ordigni all'uranio impoverito, ha constatato la contaminazione di tali siti, che presentano a tutt'oggi tracce di radioattività, e ha sottolineato che non si può escludere la possibilità che la salute di alcune persone sia stata gravemente compromessa da questo tipo di munizioni,
C. considerando che le autorità politiche e militari dei paesi aderenti alla NATO erano a conoscenza dei pericoli rappresentati dalle armi all'uranio impoverito per i militari che le usano e per le popolazioni civili che vivono nei pressi delle zone bombardate,
D. considerando che la Rand Corporation, organismo statunitense specializzato nella ricerca strategica per conto del Pentagono, ha riconosciuto nella primavera 2000 che le armi all'uranio impoverito provocano danni radiologici ai polmoni e all'apparato digerente, nonché danni clinici ai reni,
E. considerando che taluni Stati membri dell'Unione europea, quali Francia, Gran Bretagna, Grecia e Portogallo, possiedono o hanno già sperimentato armi all'uranio impoverito,
F. rammentando che i danni causati ai soldati e alle popolazioni civili dall'utilizzo di armi all'uranio impoverito erano già stati denunciati da deputati, partiti politici, sindacati, associazioni e giornalisti nel 1991, durante la guerra del Golfo, e ancora nel 1999 in Kosovo,
G. considerando la messa a punto da parte del Parlamento francese di una missione informativa sui rischi sanitari legati alla "sindrome del Golfo",
H. considerando che le conseguenze nefaste per la salute e l'ambiente del ricorso all'uranio impoverito si sommano ai danni causati dall'esposizione a sostanze chimiche tossiche (solventi, benzene, carburanti) e dai bombardamenti di impianti chimici e centrali elettriche,
I. considerando che l'inquinamento provocato dall'uranio impoverito può diffondersi progressivamente al di là della regione bombardata e che le sue conseguenze possono durare per decenni dopo i bombardamenti,
1. esprime la propria solidarietà alle famiglie delle vittime civili e militari e a tutti coloro che continuano soffrire dalla fine del conflitto;
2. rammenta la propria condanna ai bombardamenti della NATO nei Balcani, in particolare con munizioni all'uranio impoverito;
3. denuncia la responsabilità delle autorità politiche e militari dei paesi della NATO e dell'ex Segretario generale dell'Alleanza, Xavier Solana, che hanno deciso di ricorrere alle armi all'uranio, pur essendo perfettamente a conoscenza dei gravi rischi che rappresentano per la salute dei militari e delle popolazioni civili;
4. denuncia il ritardo con cui la NATO ha consegnato all'équipe di valutazione dell'UNEP l'elenco dei siti bombardati in Kosovo con armi all'uranio impoverito;
5. giudica insufficiente la creazione di un Comitato speciale incaricato di studiare, in seno alla NATO, le conseguenze per la salute dei soldati impegnati nei Balcani; ritiene che tale decisione rappresenti una manovra dilatoria da parte della NATO che rifiuta di assumersi le proprie responsabilità e di svelare tutta la verità;
6. chiede il divieto della fabbricazione, della sperimentazione, dell'uso e della vendita delle armi all'uranio impoverito ed è favorevole alla firma di un trattato internazionale sulla loro messa al bando;
7. invita il Segretario generale delle Nazioni Unite a condurre un'inchiesta indipendente, esauriente e trasparente sulle conseguenze sanitarie ed ecologiche dell'utilizzo dell'uranio impoverito e a fornire informazioni dettagliate sulla situazione, onde proteggere le popolazioni delle regioni interessate;
8. invita gli Stati membri della NATO ad attuare un programma di sorveglianza medica destinato ai soldati che hanno partecipato alle operazioni nei Balcani, ai membri delle organizzazioni umanitarie che hanno lavorato sul posto e alle popolazioni civili delle regioni colpite dai bombardamenti;
9. chiede agli Stati membri della NATO di sostenere i costi del risarcimento alle famiglie delle vittime, degli interventi per la decontaminazione delle regioni inquinate e dell'attuazione di misure volte a evitare il propagarsi dell'inquinamento;
10. incarica la sua Presidente di esaminare l'opportunità di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta che potrebbe essere incaricata in particolare di indagare sull'applicazione della direttiva Euratom sulle norme fondamentali di protezione radiologica;
11. invita la Commissione a tener in maggiore considerazione gli aspetti sanitari ed ecologici nei programmi di aiuto ai paesi dei Balcani;
12. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, nonché ai Segretari generali della NATO e delle Nazioni Unite.
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