Il vertice del Movimento dei non allineati e la questione nucleare
I dati di maggiore interesse contenuti nel rapporto “Conventional Arms Transfers to Developing. Nations, 2004-2011” presentato al Congresso Usa dal Congressional Research Service, riguardano non tanto quelli che indicano i trasferimenti di armi convenzionali da parte di tutti i fornitori, ma il livello dei trasferimenti di armi alle nazioni in via di sviluppo.
Le nazioni in via di sviluppo rappresentano infatti l'obiettivo primario della politica estera dei principali fornitori di armi, di fatto, se andiamo a vedere la composizione di tutti gli accordi di questo tipo a livello mondiale, notiamo che essi costituiscono l’83,9% di tali accordi (dato 2011).
http://www.fas.org/sgp/crs/weapons/R42678.pdf
Stati Uniti e Russia (a grande distanza)continuano ad essere i grandi dominatori del mercato del Vicino Oriente*,il più grande mercato di armi del mondo (con il 56,2% di tutti gli accordi nel periodo 208-11), e quello asiatico (29,1%)*. La Francia è terza, ma i quattro principali fornitori europei (Francia, Regno Unito, Germania e Italia), collettivamente hanno registrato una diminuzione delle vendite tra il 2010 e il 2011 scendendo dal 14,9% al 5,7%. L’Italia in particolare è passata dagli 1,80 miliardi del 2010 ai 1,10 miliardi di dollari del 2011.
Fra i fornitori extra-europei spicca la Cina, con un valore in accordi dal 2008 al 2011 di oltre 2 miliardi di dollari all'anno. La Cina si attesta in Asia ed Africa (nello specifico per ottenere in cambio petrolio)per la vendita di armi di piccolo calibro e leggere, piuttosto che per sistemi da combattimento più importanti, anche se rimane esportatrice di missili per alcuni paesi quali Iran e Pakistan.
L’Arabia Saudita, con l’acquisto per 33,7 miliardi di dollari di armi prevalentemente americane (2011), e gli Emirati Arabi Uniti (4,5 miliardi), sono i paesi che si attestano al primo e terzo posto per valore di accordi sottoscritti, al secondo troviamo l’India (6,9 miliardi).
Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono i partner fondamentali degli Stati Uniti nello sforzo di contenere l'Iran e non è un caso, che l’Iran sia il paese in cui Stati Uniti e Israele abbiano iniziato una guerra non dichiarata. I sabotaggi condotti tramite l’impiego di attacchi informatici, le uccisioni mirate di scienziati e tecnici militari, e le pesanti sanzioni a cui viene sottoposto il paese, ne sono la prova.
Il 30 agosto a Teheran si è svolto il vertice dei 120 paesi del Movimento dei non allineati (assente la Turchia ma presenti Qatar e Arabia Saudita che pure hanno posizioni diverse sulla crisi siriana), organizzato per dimostrare che l’Iran non è isolato, ma ha ancora amici e partner commerciali nonostante gli sforzi internazionali per isolarla.
Immediatamente, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che molti nella comunità internazionale sembrano non avere imparato nulla, e che il vertice è una vergogna e una macchia per l'umanità. In una intervista, l’esperto libanese Hisham Jaber ha detto che la conferenza è stata una vera sfida al blocco occidentale ma soprattutto a Israele e Stati Uniti, e che la presenza dell’Egitto e gli ottimi rapporti con i paesi BRICS stanno a dimostrare che l’Iran ha un ruolo importante fra paesi arabi.
http://www.presstv.ir/detail/2012/08/30/259046/us-israel-irritated-by-nam-meeting/
I temi principali discussi fra il presidente iraniano e quello egiziano, sono stati la crisi siriana e le relazioni bilaterali. Nel primo caso la proposta egiziana è stata quella di costruire un "gruppo di contatto" sulla crisi compreso l'Iran (Arabia, Egitto, Iran, Turchia), nel secondo la prospettiva di un ripristino di normali relazioni tra i due paesi, in primo luogo a livello diplomatico, dopo un'interruzione di più di trenta anni (dal 1979). Morsi non ha solo criticato Israele per non avere aderito al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), ma ha espresso la volontà di un Medio Oriente libero dalle arme nucleari, sostenendo però il diritto all'uso pacifico dell’energia nucleare da parte di tutti i paesi del mondo.
Importante è stata la presenza dell’Arabia Saudita con il principe Abdulaziz bin Abdullah Al Saud che, secondo il dissidente Wayne Madsen, può divenire una figura importante per un cambiamento nella strategia saudita. http://www.strategic-culture.org/pview/2012/08/30/turn-in-saudi-foreign-policy-imminent.html
Al presidente egiziano Morsi hanno risposto i paesi del blocco americano, replicando che gli stati arabi non devono rimproverare Israele per l’arsenale nucleare, fra l’altro, nel bel mezzo del vertice, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA)ha pubblicato il suo ultimo rapporto sull'Iran, in cui si registra un aumento del numero di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio. La risposta iraniana è arrivata prontamente respingendo le accuse "Queste affermazioni non hanno alcun fondamento tecnico”.
http://www.cbsnews.com/8301-202_162-57504116/iaea-report-iran-blocking-access-as-it-doubles-number-of-centrifuges-at-fordo-covers-parchin/
La proposta di una zona liberata da armi nucleari, potrebbe realmente unire i paesi arabi oltre la loro posizione sull’Iran e Israele, tuttavia, è proprio Israele il paese che si sta preparando per un eventuale attacco.
Secondo il report New START del 6 agosto 2012, a più di un anno dalla ratifica del Nuovo Trattato per la riduzione delle armi strategiche, il “reset” fra Stati Uniti e Russia sembra essere in difficoltà, così come sono poco chiare le prossime tappe in materia di controllo delle armi. http://www.europeanleadershipnetwork.org/medialibrary/2012/08/07/ff1845f4/New%20START%206%20Aug.pdf
Ciò nonostante nel mese di agosto vi sono state esercitazioni comuni di Russia e Stati Uniti presso la base di Camp Guernsey nel Wyoming (come negli altri anni). L’esercitazione serve come esperienza tattica e tecnica, mira a garantire la sicurezza dei materiali nucleari ed è concentrata su misure antiterrorismo.
http://english.ruvr.ru/tag_53729523/
Nel frattempo in Italia, in una intervista al Corriere della sera, il comandante di Site Pluto, la base che lo Stato italiano ha concesso agli statunitensi fin dalla metà degli anni Cinquanta, ha dichiarato che “ci sono dei segreti che non si devono svelare neppure quando la Storia li ha superati”. Tutto è cominciato quando si è saputo del progetto di ampliamento del Sito Pluto a Vicenza. Sulla storia del Site Pluto, il movimento No Dal Molin ha redatto questo documento
http://www.sitepluto.com/dalmolin/20070518sitepluto.pdf
In realtà la presenza di munizioni nucleari (anche se nel numero sono indicate con un punto interrogativo, segno poi di un loro ritiro) è indicata nel testo Bombs in the Backyard, The U.S. Nuclear Weapons Cost Study Project was completed in August 1998 and resulted in the book Atomic Audit: The Costs and Consequences of U.S. Nuclear Weapons Since 1940 edited by Stephen I. Schwartz. These project pages should be considered historical.
http://www.brookings.edu/about/projects/archive/nucweapons/basesize
Delle B-61 ospitate nelle basi di Aviano e Ghedi ne tratta invece il report “Non Strategic Nuclear Weapons” del maggio 2012
http://www.fas.org/_docs/Non_Strategic_Nuclear_Weapons.pdf
Sono circa 50 le armi conservate ad Aviano pronte per gli F-16C/Ds dell'aeronautica degli Stati Uniti 31 Fighter Wing. Questa base ha 18 sotterranei per lo stoccaggio delle armi(per una capienza massima di 72 bombe), mentre altre 10-20 B61s sono conservate a Ghedi Torre a disposizione dei PA-200 Tornado, velivolo del 6° Fighter Wing. Le armi sono sotto la custodia della U.S. Air Force MUNSS 704TH. Nel documento si precisa che il governo italiano ha deciso di sostituire i Tornado con gli F-35 Joint Strike Fighter (JSF), compresi quelli con capacità nucleare.
L’aggiunta di questa capacità alla versione Block IV, costerà circa 339 milioni di dollari agli americani, mentre i paesi europei che vorranno questa capacità dovranno pagare non solo un suo costo extra, ma anche il kit di aggiornamento delle nuove B61-12 /circa 800 milioni).
Come dichiarato nell’ultimo summit NATO, il ruolo delle armi nucleari statunitensi in
Europa, è politico.
* Per Vicino Oriente si intende la regione che comprende Algeria, Bahrain, Egitto, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Kuwait, Libano, Libia, Marocco, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Siria, Tunisia, Emirati Arabi Uniti e Yemen.
Asia: Afghanistan, Australia, Bangladesh Brunei, Burma (Myanmar), China, Fiji, India, Indonesia, Japan, Cambodia, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Laos, Malaysia, Nepal, New Zealand, North Korea, Pakistan, Papua New Guinea, Philippines, Pitcairn, Singapore, South Korea, Sri Lanka, Taiwan, Tajikistan, Thailand, Turkmenistan, Uzbekistan e Vietnam.
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