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la Striscia di Gaza è "una base avanzata iraniana"

Israele contro Gaza: una “cupola di ferro” per difendere un popolo e una “colonna di nuvola” per distruggerne un altro

Israele sta usando i social media per spiegare la “moralità” della guerra che sta combattendo nella Striscia di Gaza
20 novembre 2012

Israel-Gaza strikes. Anonymous

Dopo sei giorni dall’inizio dell’operazione militare “colonna di nuvola”, a cui Israele ha voluto offrire una immagine biblica con particolare riferimento all’Esodo, Raji Sourani, Direttore del centro palestinese per i diritti umani con sede a Gaza, ha dichiarato: “Con l'Operazione Piombo Fuso abbiamo creduto che il mondo avrebbe risposto. Doveva. Ma ancora una volta, il diritto internazionale è stato ignorato”.
Secondo il direttore del quotidiano arabo"al Quds al Arabi". il conflitto in corso nella striscia di Gaza "sta provocando più paura tra i capi dello stato arabi che tra i cittadini israeliani". In un editoriale pubblicato oggi spiega che "il panico a cui stiamo assistendo non riguarda solo i coloni israeliani per i razzi lanciati da Gaza contro le loro città o Tel Aviv, ma pervade ora i cuori di tutti i governanti arabi senza eccezione, specialmente nei paesi che sono sotto pressione per le manifestazioni di protesta e per le possibili rivoluzioni, oltre che per i rapporti con l'occidente che custodisce i loro miliardi". Tuttavia, vi è stato un riavvicinamento tra il leader egiziano e quello turco a sostegno di Hamas, per cercare un cessate il fuoco che non sia troppo dannoso per l'organizzazione palestinese. Anche il passaggio di 500 attivisti egiziani con aiuti umanitari dall’Egitto verso Gaza sarebbe stato impensabile nel 2006 o nel 2008 con Mubarak, tanto che Debka file (sito israeliano specializzato in notizie di Intelligence), ha dovuto rilevare che le contrattazioni per un cessate il fuoco, si sono chiuse con un nulla di fatto quando Israele, sostenuta dagli Stati Uniti, ha chiesto l’esclusione di Hamas dall’accordo che avrebbe visto insieme Stati Uniti, Egitto, Turchia e Israele. Fra l’altro, Erdogan, ha chiesto che fosse presente anche il presidente russo Vladimir Putin. http://www.debka.com/article/22539/Israel-launches-fresh-major-air-sea-attack-in-Gaza-after-Hamas-spurns-ceasefire-
Particolare invece la posizione del Qatar, l’agenzia di stampa iraniana Fars ha pubblicato un articolo che mette in relazione la visita a Gaza dell’emiro nell’ottobre scorso, con la capacità di Israele di individuare edifici e residenze di Hamas http://english.farsnews.com/newstext.php?nn=9107119940 Un caso di spionaggio oppure è sincera la chiamata dell’emiro alla resistenza del popolo di Gaza contro Israele? http://www.presstv.ir/detail/2012/11/19/273197/qatar-calls-for-resistance-against-israel/
Vi è almeno una differenza rispetto all’operazione Piombo fuso del 2008 in cui morirono 1436 persone, questa volta Israele non conduce solo una guerra brutale come suo solito, e certamente il primo ministro israeliano "Bibi" Netanyahu non può non usare i suoi “giocattoli” (ma il sistema antimissile Iron Dome non sostituisce la diplomazia), ma una vera e propria guerra psicologica e dell’informazione. Nell’articolo “Israel pushes for “no war, no peace” state with Gaza”, si legge che gli attacchi devono colpire la resistenza e la volontà del popolo palestinese col fine di isolare Gaza. In questo contesto, continua l’articolo, la politica di assassinare i leader palestinesi compreso Ahmed Al Djaabari, può essere capito. Israele cerca di sfruttare i buoni rapporti fra l'Egitto, che è sotto il controllo dei Fratelli Musulmani, e Hamas. Il suo obiettivo è affidare all'Egitto il compito di convincere Hamas e altri movimenti di resistenza a mantenere una tregua a lungo termine con l'occupazione. Lo Stato ebraico vuole ostacolare il tentativo palestinese di ottenere l'adesione come Stato alle Nazioni Unite. L’articolo finisce con una nota: i timori esposti in questo articolo non negano il fatto che i movimenti di resistenza palestinese stiano conducendo una battaglia onorevole e unica nel suo genere. La storia potrà registrare che Israele non sopravviverà dopo la seconda battaglia di Gaza. Abbiamo esposto questi timori per spingere i leader palestinesi e arabi a riflettere attentamente sulle politiche israeliane. http://www.echoroukonline.com/ara/articles/148022.html?print&output_type=txt

L’operazione “colonna di nuvola” o di “difesa” è stata lanciata da Israele su Twitter e YouTube attraverso il video dell’uccisione del capo militare di Hamas Ahmed al-Jabari “il 14 novembre 2012 l'IDF ha mirato Ahmed Jabri, il capo dell’ala militare di Hamas nella Striscia di Gaza.
Jabri era un operativo di Hamas che ha prestato servizio col grado superiore nel comando di Hamas ed è stato direttamente responsabile dell'esecuzione di attacchi terroristici contro Israele in passato”.
http://www.huffingtonpost.com/2012/11/14/israel-defense-forces-twitter-youtube-ahmad-jabari_n_2130927.html
Eppure Ahmed al-Jabari era l’incaricato garante della sicurezza di Israele per Hamas, ma per Israele era più importante mandare un doppio messaggio ad Obama: la Striscia di Gaza è "una base avanzata iraniana". Obama ha subito risposto che Israele ha il diritto di difendersi, e poi chiama Netanyahu e Morsi per dire che Hamas deve fermare i lanci di razzi su Israele. Solo così potrà esserci una tregua.

Ai messaggi di Israele, vi è stata immediatamente una risposta di Hamas su Twitter in cui si legge che Israele ha "aperto i cancelli dell’inferno”, e che i leader israeliani e i soldati devono essere mirati, non importa dove si trovano. Israele sta usando i social media per spiegare la “moralità” della guerra che sta combattendo nella Striscia di Gaza. Dal suo account ufficiale su YouTube, è stato postato un video in cui si vedono volantini sganciati sui residenti di Gaza, che spiegano come possono proteggersi durante i combattimenti tra l'organizzazione terroristica e lo Stato ebraico. L'opuscolo recita: "annuncio importante per i residenti della striscia di Gaza: per la vostra sicurezza, assumete la responsabilità di voi stessi ed evitate di essere presenti nelle vicinanze delle strutture e cooperative di Hamas e quelli di altre organizzazioni di terrore che rappresentano un rischio per la sicurezza. Hamas sta nuovamente trascinando la regione nella violenza con spargimento di sangue. L'IDF è determinato a difendere i residenti dello stato di Israele. Questo annuncio è valido fino al ripristino della quiete nella regione. Israel Defense Forces Command".
A sua volta Hamas replica con https://twitter.com/AlqassamBrigade , continuando con un botta e risposta quasi surreale: “Raccomandiamo agli esponenti di Hamas, sia di livello alto che basso, di non farsi vedere in giro nei prossimi giorni” si rimanda con “Le nostre mani benedette raggiungeranno i vostri leader e soldati ovunque”.
Anche il linguaggio dei politici si adegua allo strumento informatico: l’11 novembre Avi Dichter, membro della Knesset israeliana ed esperto di sicurezza e difesa, ha dichiarato che "Israele deve eseguire una riformattazione di Gaza e ricostruire l'ordine” http://www.israelnationalnews.com/News/Tag.aspx/8635
Proprio in quei giorni, dall’11 al 14 novembre, vi è stata la conferenza Homeland Security 2012 a Tel Aviv sui temi sicurezza urbana, sicurezza informatica, gestione delle crisi e la protezione delle infrastrutture critiche. Alla conferenza sono stati invitati anche Luiz Fernando Correa, direttore della sicurezza per le Olimpiadi del Brasile nel 2016, e i capi della polizia di Milano, Atlanta e Chicago. In un messaggio, il ministero degli Esteri ha detto "Il mercato globale della sicurezza del territorio nazionale ha un potenziale di business significativo per le aziende e le imprese israeliane. Questo è uno dei mercati più in crescita al mondo per tasso di crescita annuo (circa il 6,5 per cento, l’investimento globale stimato è stato di circa 188 miliardi dollari nel 2011), per mano d'opera, formazione e acquisizione della tecnologia. Si stima che entro il 2020, la spesa mondiale per la sicurezza del territorio raggiungerà 330 miliardi di dollari all'anno.
http://www.israelhls2012.com/conference.ehtml

Gaza City

La pubblicazione di video che mostrano una "violenza evidente o gratuita" ha posto dei problemi a YouTube, il servizio di condivisione video acquistato da Google nell'ottobre del 2006. Su Wired l’articolo “YouTube Refuses to Yank Israeli Kill Video as Hamas Attacks Jerusalem” riporta che i responsabili si sono rifiutati di togliere quello che mostra l'assassinio del capo militare di Hamas, nonostante la violazione della linea guida della community che afferma “Se il video mostra una persona viene ferita fisicamente, aggredite o umiliate, non pubblicarlo”. E’ la seconda volta che le linee guida di YouTube sono diventate un problema politico internazionale. A settembre, la Casa Bianca, ha chiesto a Google di controllare se il video anti-Islam "L'innocenza dei musulmani" non sia una violazione delle linee guida di YouTube. YouTube ha fatto bloccare il video solo in molti paesi musulmani. YouTube è diventato una delle finestre principali nel mondo dei conflitti lontani, soprattutto nei casi come la guerra civile siriana, che ha solo una manciata di giornalisti nei campi di battaglia. http://www.wired.com/dangerroom/2012/11/israeli-kill-vid/
Al Jazeera mappa i media sociali con notizie e aggiornamenti dei residenti che vivono nei momenti violenti. http://www.aljazeera.com/indepth/interactive/2012/11/20121116121728820347.html
In ogni caso questa è diventata una guerra mediatica in tutti i sensi: tutti i media del mondo riportano le notizie delle varie azioni israeliane contro i media center:
- Israele si è impossessata della radio di Hamas: “State alla larga, è stato detto alla popolazione, dai miliziani di Hamas, che giocano con le vostre vite”.
- Ha distrutto l’ufficio del canale televisivo Russia Today che ha provocato otto feriti (nello stesso edificio all’ultimo piano ci sono altri media tra cui Sky News, ITV, al Arabya, la Arf Tv e la Orf)
- Ha di nuovo bombardato il grattacielo dei media, questa volta uccidendo quattro persone.
La Federazione internazionale dei giornalisti ha chiesto perciò un'indagine completa delle Nazioni Unite per indagare sugli "attacchi deliberati" dei militari israeliani contro edifici dei media a Gaza, e di "agire" contro il governo del paese.
"La comunità internazionale deve rispondere immediatamente a questo oltraggio. I diritti dei giornalisti nelle zone di conflitto sono stati particolarmente evidenziati dalle Nazioni Unite e gli Stati membri non possono stare a guardare quando uno stato agisce in modo sconsiderato e pericoloso".
Israele si difende affermando che i suoi sono attacchi mirati che hanno come unico obiettivo l’uccisione dei terroristi, ma ad oggi i morti sono oltre cento (fra cui molti bambini).
Russia Today continua a mandare aggiornamenti in tempo reale sulla guerra Israele-Hamas: "Mosca ritiene necessario porre fine al confronto armato. Esortiamo le parti in conflitto di porre fine alle operazioni militari al fine di evitare nuove vittime. Riaffermiamo che i lanci di razzi contro il territorio israeliano sono inaccettabili, ma gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza sono sproporzionati e colpiscono civili innocenti” http://rt.com/news/gaza-israel-hamas-attack-687/

Anonymous, il gruppo di ‘hacktivisti’ che condividono l’idea comune del contrasto alla censura e della libertà di parola su Internet, ha dichiarato la cyber-guerra contro Israele: "Cari cittadini di tutto il mondo, qui Anonymous. Abbiamo saputo che il governo di Israele ha violato ancora i diritti umani. Stiamo arrivando". Il collettivo di cyber-attivisti e hacker torna con un nuovo video in cui si rivolge al governo israeliano mentre Gaza è sotto attacco. E avverte: "Una cyber-guerra è stata lanciata". http://www.osservatorioiraq.it/multimedia/speciale-gaza-anonymous-dichiara-la-cyber-guerra-contro-israele

Israele denuncia il tentativo di craccare i sistemi d'informazione del Ministero della Difesa d'Israele e in particolare il sistema antimissilistico “Cupola di ferro”. Da quando è iniziata la guerra i siti governativi hanno respinto più di 44 milioni degli attacchi. Il sito del Presidente d'Israele è stato attaccato 10 milione di volte, il sito del Primo ministro 3 milioni. Migliaia di siti israeliani sono stati craccati, così come circa 3 milioni di indirizzi di posta elettronica che hanno provocato il crac di alcuni migliaia di blog israeliani su Facebook.
Così Noam Chomsky scrive dopo essere stato a Gaza in ottobre:
“Anche una sola notte in cella è abbastanza per assaggiare cosa vuol dire essere sotto il totale controllo di una forza esterna. E ci vuole poco più di un giorno a Gaza per iniziare a rendersi conto di come deve essere cercare di sopravvivere nella più grande prigione a cielo aperto del mondo, in cui un milione e mezzo di persone, nell’area più densamente popolata del mondo, sono costantemente assoggettate al terrore casuale e spesso selvaggio e ad una punizione arbitraria, senza nessun’altro scopo che quello di umiliare e degradare, e con l’ulteriore obiettivo di assicurarsi che le speranze dei palestinesi per un futuro decente verranno schiacciate e che il crescente appoggio mondiale per una soluzione diplomatica che garantisca i loro diritti venga annullato”.
http://www.lavorincorsoasinistra.it/wordpress/?p=2847

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