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Italia alla guerra

Italia e Colombia, una relazione pericolosa

Si rafforza la partnership politico-militare tra Italia e Colombia. Dal prossimo anno le forze armate italiane si addestreranno nella selva, mentre il personale militare colombiano sarà ospite delle scuole di guerre dello Stato maggiore. All'orizzonte nuovi affari del complesso militare industriale nazionale nel paese sudamericano all'indice per la sistematica violazione dei diritti umani.
22 novembre 2012

A partire dal prossimo anno i militari italiani verranno addestrati nella selva colombiana all’esecuzione di “operazioni speciali”. Ad annunciarlo è stato il ministro della difesa della Colombia, Juan Carlos Pinzón, rientrato a Bogotà dopo un tour in Europa nel corso del quale – lo scorso 5 novembre - ha avuto modo d’incontrare a Roma il ministro-ammiraglio Giampaolo Di Paola. Secondo una nota diffusa dal nostro governo, i due ministri hanno discusso, in particolare, sullo “sviluppo delle relazioni nel settore della Difesa e della collaborazione industriale tra Italia e Colombia”, anche in vista della firma di un accordo quadro di cooperazione fra le rispettive forze armate. Il ministro Pinzón ha rivelato che oltre alle esercitazioni nella selva dei corpi d’élite del paese partner, dal 2013 il personale militare colombiano sarà ospite delle scuole di guerra dello Stato maggiore italiano.

“Si tratta di una notizia di per sé inquietante, tanto più che il ministro colombiano, con l’avallo del governo, è seriamente intenzionato a portare avanti un’amnistia generalizzata per i crimini di lesa umanità perpetrati senza soluzione di continuità dalle forze armate”, ha commentato l’Associazione Nuova Colombia ricordando come nel paese sudamericano è in atto da mezzo secolo un sanguinoso conflitto interno e che le forze militari e di sicurezza si sono macchiate di una lunga serie di crimini e violazioni dei diritti umani. “Pinzón – ha aggiunto l’associazione - afferma di voler offrire le conoscenze e l’esperienza della forza pubblica colombiana a paesi come l’Italia, omettendo di aggiungere che tali conoscenze spaziano dal campo della tortura, quotidianamente praticata nelle carceri colombiane, a quello della corruzione e delle esecuzioni extragiudiziarie…”.

Già da qualche tempo si erano registrati incontri e scambi di cortesia di alti ufficiali e “osservatori” delle forze armate dei due paesi. Quest’anno, a maggio, il Segretariato generale della difesa e dello Stato maggiore dell’esercito aveva ospitato presso il Comando di artiglieria di Bracciano (Roma) una delegazione delle forze armate colombiane guidata dal generale Rubén Darío Alzate Mora. “Ai visitatori sono stati illustrati gli aspetti essenziali del Comando artiglieria e del neo costituito Centro Fires and Targeting e le caratteristiche tecniche di alcuni mezzi da combattimento, mostrati sia in mostra statica che durante una dimostrazione di mobilità tattica presso l’area addestrativa di Castel Giuliano”, si legge in una nota ufficiale dell’esercito italiano.

Il 30 settembre 2009, era stato l’allora sottosegretario alla difesa, on. Guido Crosetto a recarsi in visita in Colombia, accompagnato dal generale Aldo Cinelli (Segretario generale del ministero) e dall’ammiraglio Dino Nascetti (direttore generale degli armamenti navali). Momento clou, l’incontro con il controverso presidente colombiano di allora Álvaro Uribe che, come riportano le cronache del tempo, “non ha tralasciato di inviare un caloroso saluto al signor presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi”.

La delegazione italiana venne pure ricevuta dal ministro della difesa Gabriel Silva Lujan e dai capi delle forze armate colombiane. “Nel corso degli incontri sono stati affrontati diversi temi di discussione, tra i quali la sicurezza nel Paese, la prospettiva di collaborazione militare bilaterale, specie nel settore della Marina, di sviluppo dell’industria della Difesa e di intese specifiche in materia di scambio di informazioni ed attività congiunte”, riportava l’ufficio stampa del ministero della difesa italiano. “Il sottosegretario Crosetto – si legge ancora - ha sottolineato con viva soddisfazione la sintonia politica esistente tra i due Governi. Ha inoltre messo in evidenza un possibile ruolo internazionale delle forze armate colombiane in ambito Nato, al fine di trasmettere l’esperienza maturata sul terreno, nel quadro delle operazioni di pace in Afghanistan”.

L’on. Crosetto ha infine espresso il “profondo apprezzamento per l’impegno del Governo colombiano, teso a debellare il narcotraffico e la guerriglia in maniera risoluta e definitiva”, omettendo di ricordare che proprio l’opacità delle classi dirigenti colombiane nella “lotta” agli stupefacenti e alla criminalità organizzata ha minato la credibilità internazionale e la stessa legittimità democratica del paese (diversi analisti hanno definito la Colombia un “narco-stato”). Del tutto ignorati anche il ruolo e le responsabilità del paramilitarismo nell’escalation del narcotraffico e l’impunità assicurata dallo Stato colombiano alleAutodefensas responsabili di efferati crimini contro la popolazione civile, gli oppositori di sinistra e i sindacalisti.

Il riavvicinamento tra Italia e Colombia, prima con l’esecutivo Berlusconi, adesso con il duo Monti - Di Paola, ha consentito al complesso militare industriale italiano di aprirsi un varco nel mercato colombiano. Secondo quanto rivelato dall’Espresso nel maggio 2012 dopo la missione a Roma del generale Rubén Darío Alzate Mora, il consorzio Oto Melara – Iveco ha offerto alle forze armate del paese sudamericano una partita di nuovi mezzi da combattimento 8x8 “Freccia” e di carri Leopard con cannoni da 120 mm e cingolati VCC di proprietà dell’esercito italiano, “non più utilizzati anche se funzionanti”.

Invidiabili gli affari di Selex Sistemi Integrati, azienda elettronica del gruppo Finmeccanica. Secondo quanto riferito dai propri manager, circa l’80% dei sistemi radar operanti nel paese sarebbero stati forniti proprio dalla società italiana. Una presenza che si è ulteriormente rafforzata grazie ai sistemi di radioaiuto alla navigazione della controllata statunitense Selex Sistemi Integrati Inc., che ha venduto i propri apparati alla Colombia a partire dal 1991. Nell’ultimo triennio, Selex ha inoltre ricevuto un contratto del valore di una decina di milioni di euro dallaUnidad Administrativa de Aeronautica Civil de Colombia, per l’ammodernamento dei sistemi radar dell’aeroporto internazionale “El Dorado” di Bogotà e degli scali di Cerro Maco (Bolivar) e Cerro Santana (Cauca). “Il programma – secondo Finmeccanica – ha consentito di gestire un maggior numero di informazioni e di dati scambiati con gli aeromobili, aumentando le prestazioni”. Radar con duplice funzione, civile e militare, quelli installati da Selex, specie quello di Cerro Santana, in grado di controllare il traffico aereo nelle regioni meridionali e occidentali dove è in atto la controffensiva delle forze armate colombiane contro la guerriglia delle Farc. All’inizio del gennaio 2012, proprio questa installazione radar è stata distrutta durante un’azione militare dell’organizzazione guerrigliera.

Due contratti per circa 400 mila euro sono stati assegnati invece nel gennaio 2010 a Telespazio Brasil, una joint venture di Finmeccanica e della francese Thales, per la fornitura di immagini satellitari alle autorità colombiane. Ciò consentirà di effettuare il monitoraggio di un’area di circa 65.000 kmq con l’ausilio dei quattro satelliti radar della costellazione Cosmo-SkyMed, finanziata dall’Agenzia spaziale e dal ministero della difesa italiano.

Anomala “consulente” di fiducia del gruppo Finmeccanica in Colombia è stata sino a qualche tempo fa la modella Debbie Castañeda Rodriguez, agli onori della cronaca dopo la pubblicazione delle intercettazioni effettuate nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli sui presunti ricatti su Silvio Berlusconi di Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola.

Originaria di Bogotà, Debbie Castañeda Rodriguez venne eletta Miss Colombia nel 1996. Dopo essere comparsa in alcune telenovelas, nel 2000 esordì su Italia1 con la trasmissione “Tribe Generation”, per transitare l’anno successivo a Canale 5 Italiani e, dal settembre 2003 al gennaio 2004, nel cast di “Torno sabato… e tre” su Raiuno.

“Ho venduto radar della Selex all’aviazione civile colombiana e radar e radioaiuti per il controllo aereo alla Difesa”, ha ammesso la consulente-modella in un’intervista. “Guadagnavo cinquemila euro al mese. Al terzo anno sono diventati diecimila, lordi. Mio zio ha un porto e collabora con la Marina colombiana nell’export di carbone. L’ex presidente della Colombia, Álvaro Uribe è un caro amico di famiglia. Silvio Berlusconi me lo presentò invece mio marito Marco Squatriti. Per me era un mito. Avere buone relazioni internazionali è fondamentale in questo come in ogni mestiere”.

Fu proprio al cavaliere-premier che miss Debbie si rivolse dopo aver ricevuto dal direttore commerciale di Finmeccanica, Paolo Pozzessere, la notizia della revoca del suo contratto di consulenza. “L’ex modella non gradisce”, annotano gli inquirenti di Napoli. “E alle 18,53 del 30 giugno 2011, cinque minuti dopo la telefonata con Pozzessere, la Castañeda chiama Marinella Brambilla, la segretaria personale di Berlusconi…”.

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