L'insostenibile leggerezza dei parlamentari italiani sul progetto F-35
Con la bocciatura della mozione del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà, in cui si chiedeva uno stop all'acquisto di 90 F-35, l'aula della Camera ha approvato una mozione che "impegna il governo a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito ai sensi della legge 244 del 2012".
Le Commissioni difesa hanno annunciato di voler avviare audizioni e indagini conoscitive in vista del Consiglio europeo di dicembre, in particolare sui sistemi d'arma destinati alla difesa, per verificare la coerenza della pianificazione dell'investimento. La mozione impegna ancora il governo "a dare impulso a concrete iniziative per la crescita della dimensione di difesa comune europea in una prospettiva di condivisa razionalizzazione della spesa".
Sul significato dell'aggettivo "ulteriore" si sono scatenate interpretazioni differenti. Per il Pd significa che si chiede al governo di non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito, e ciò significa che ci si ferma ai tre F35 già acquistati. Per il PDL il programma sugli F35 va avanti rispetto alla programmazione già prevista, e impegna il governo a un passaggio parlamentare quando verranno fatti ulteriori investimenti sul programma.
Nel resoconto stenografico dell'audizione del 7 febbraio 2012 del Segretario generale della difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Generale di squadra aerea Claudio Debertolis, si legge che:
"I primi tre velivoli verranno acquisiti, anche perché servono a dimostrare che la FACO sa assemblarli, e saranno quindi sicuramente italiani.
A Cameri si sta già adesso lavorando in hangar provvisori per costruire la parte - fusoliera e ali - prodotta da Alenia. A maggio 2012 inizierà la costruzione delle ali nel nuovo stabilimento. Stiamo quindi già costruendo le ali, le vedrete a Cameri, dove la lavorazione verrà trasferita in nuovi capannoni, mentre all'inizio del 2013 si cominceranno ad assemblare i famosi tre velivoli italiani. Il passaggio parlamentare aveva autorizzato la FACO alla produzione. Sul numero di velivoli, come è stato detto giustamente, essendo l'acquisto fatto batch by batch, l'impegno definitivo non deve assumersi subito". http://leg16.camera.it/470?stenog=/_dati/leg16/lavori/stencomm/04/audiz2/2012/0207&pagina=s010
Dunque qual è la novità, se non che le Commissioni parlamentari dovrebbero sapere cosa votano quando votano?
Tutti sanno che Lockheed Martin ha pianificato, per l'Italia, la produzione di tre F-35A nel LRIP-6, tre nel LRIP-7 e quattro nel LRIP-8*.
Tutti lo sanno tranne loro. Ma loro siedono nel Parlamento.
https://www.f35.com/assets/uploads/downloads/12648/f-35fast_factsjune2013.pdf
E' proprio vero che non si finisce mai di imparare, ma quando questi signori votano la finanziaria o legge di stabilità, non sanno di approvare anche il bilancio della Difesa che prevede l'acquisto degli F-35? Eppure basta leggere, banalmente, i quotidiani.
Non si sono mai accorti dell'esistenza di un movimento pacifista e antimilitarista che negli anni ha organizzato manifestazioni davanti alla base di Cameri, incontri e dibattiti, raccolte di firme (anche a loro indirizzate), e che ha prodotto dossier dettagliati con report allegati di origine statunitense?
Non si sono mai accorti che i risultati dei report non coincidevano con quelli raccontati dai generali nelle numerose audizioni a cui hanno partecipato? Hanno davvero creduto alle mirabolanti prestazioni a costi onesti, e ai fantastici ritorni occupazionali/tecnologici?
Vedremo se il Senato nella seduta del 10 o 11 luglio, dopo la recita di "Alice nel paese delle meraviglie" che si è vista alla Camera, andrà oltre, "Attraverso lo specchio". Dal gioco delle carte si dovrebbe passare a quello degli scacchi. Speriamo in un salto di qualità, in questo paese dell'assurdo.
E' passato un decennio da quando le Commissioni difesa decisero di partecipare al programma F-35. Destra e sinistra sono state il fronte-retro della stessa scelta. Dagli atti di Camera e Senato si legge che:
L'Italia ha aderito al programma fin dalla fase CDP, a livello di partner informato, con un contributo di 10 milioni di dollari, a partire dal 1999, dopo che le Commissioni difesa della Camera e del Senato hanno espresso parere favorevole, rispettivamente nelle sedute del 9 e del 15 dicembre 1998. Ha poi confermato la partecipazione alla fase SDD, dopo i pareri favorevoli con osservazioni espressi dalle Commissioni difesa del Senato e della Camera, rispettivamente nelle sedute del 14 maggio e del 4 giugno 2002. In seguito, il 7 febbraio 2007, l’Italia ha sottoscritto il MoU (Memorandum of Understanding) relativo alla fase PSFD. Anche l’adesione alla fase PSFD è stata approvata dalle Commissioni difesa della Camera e del Senato, sempre le stesse l’8 aprile 2009 hanno espresso rispettivamente parere favorevole anche alla realizzazione, presso l’aeroporto militare di Cameri (Novara), di una linea di assemblaggio finale e di verifica (FACO) per i velivoli destinati ai Paesi europei. Alle Commissioni è stato, in questa occasione, sottoposto l’intero programma JSF (compresa la realizzazione del centro FACO); la durata prevista sia del programma JSF, a partire dal 2009, che della costruzione e del funzionamento del centro FACO/MRO&Uè di diciotto anni (2009-2026).
Quanto alla legge 244/2012 "Revisione dello strumento militare" approvata dal Parlamento, bisogna ricordare che prevede il miglioramento del livello qualitativo e tecnologico dello strumento militare nazionale, pienamente interoperabile ed interagibile con il sistema di difesa e sicurezza dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica, attraverso la riqualifica dei programmi d’investimento e sostenendo i programmi di ricerca e sviluppo tecnologici nonché l’industria nazionale.
In particolare, all'art. 4 " Disposizioni in materia contabile e finanziaria", la legge prevede il controllo parlamentare sui programmi d'arma attraverso le Commissioni difesa di Camera e Senato.
Il Documento di economia e finanza (DEF) riporta, in apposito allegato, le l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca in corso ed il relativo piano di programmazione finanziaria, indicante le risorse assegnate a ciascuno dei programmi per un periodo non inferiore a tre anni, compresi i programmi di ricerca o di sviluppo finanziati nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. Il DEF viene votato dal Parlamento. Qualora vi siano spese in programmi finanziati attraverso gli ordinari stanziamenti di bilancio, gli schemi di un nuovo decreto sono trasmessi alle Camere per l'espressione del parere delle Commissioni competenti. I pareri sono espressi entro quaranta giorni dalla data di assegnazione. Decorso inutilmente il termine per l'espressione del parere, i decreti possono essere adottati. Il Governo, se non intende conformarsi alle condizioni formulate dalle Commissioni competenti, ovvero quando le stesse Commissioni esprimano parere contrario, trasmette nuovamente alle Camere gli schemi di decreto corredati delle necessarie controdeduzioni per i pareri definitivi delle Commissioni competenti da esprimere entro trenta giorni dalla loro assegnazione. In tal caso, qualora entro il termine indicato le Commissioni competenti esprimano sugli schemi di decreto parere
contrario a maggioranza assoluta dei componenti, motivato con riferimento alla mancata coerenza con il piano di impiego pluriennale, il programma non puo' essere adottato. In ogni altro caso, il Governo può procedere all'adozione dei decreti. Gli schemi di decreto sono trasmessi anche alle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari.
http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2012-12-31;244
Già nel 1988 era stata approvata la legge n.433 in cui si prescrive:
1. I programmi relativi al rinnovamento e all'ammodernamento dei
sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, sono approvati:
a) con legge, se richiedano finanziamenti di natura straordinaria;
b) con decreto del Ministro della difesa, quando si tratti di programmi
finanziati attraverso gli ordinari stanziamenti di bilancio. In tal caso, salvo quanto disposto al successivo comma 2 e sempre che i programmi non si
riferiscano al mantenimento delle dotazioni o al ripianamento delle scorte,
prima dell'emanazione del decreto ministeriale deve essere acquisito il
parere delle competenti commissioni parlamentari, con le modalità e nelle
forme stabilite dai regolamenti delle Camere. Il termine per l'espressione
del parere è di trenta giorni dalla richiesta. Se detto termine decorre senza che le commissioni si siano pronunciate, si intende che esse non reputano di dovere esprimere alcun parere.
http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1988-10-04;436
Atti di indirizzo riguardanti il programma JSF
Mercoledì 28 marzo 2012, l’Aula della Camera ha approvato le mozioni Gidoni ed altri n. 1-00861, Porfidia ed altri 1-00862, Moffa ed altri n. 1-00907 e Rugghia ed altri n. 1-00909, nei rispettivi testi modificati, nonché le mozioni Misiti ed altri n. 1-00908, Cicu ed altri n. 1-00920
, Paglia, Bosi, Vernetti ed altri n. 1-00963 e la risoluzione Pezzotta ed altri n. 6-00105 sulla riduzione e razionalizzazione delle spese militari, con particolare riferimento al blocco del programma per la produzione e l'acquisto dei cacciabombardieri Joint Strike Fighter (JSF) F-35; è stata inoltre respinta la mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781 nel testo modificato, mentre la mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 è stata ritirata dai presentatori.
Nel merito delle soprarichiamate mozioni, si segnala che, mentre la mozione n. 1-00781 (nuova formulazione), respinta dalla Camera,era finalizzata ad impegnare il Governo a rivedere drasticamente la partecipazione dell’Italia al programma per la produzione e l'acquisto dei 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter e a valutare la possibilità di uscire definitivamente dal programma e di utilizzare tali risorse per il rilancio dell'economia e il
sostegno all'occupazione giovanile, le mozioni 1-00908, 1-00909, 1-00920 e 1-00943, approvate dalla Camera impegnano, rispettivamente, il Governo a:
confermare la riduzione della commessa per la produzione e l'acquisto dei
cacciabombardieri, secondo quanto annunciato dal Ministro della difesa, e cioè procedere all'acquisto di 90 F-35 in luogo dei 131 inizialmente previsti dal programma (mozione n. 1-00908, Testo modificato nel corso della seduta);
mantenere aperta e costante nel tempo una valutazione trasparente, attraverso i previsti passaggi parlamentari, sulla partecipazione italiana al programma JSF, lasciando aperta la valutazione sul numero effettivo dei velivoli da acquisire, così come stanno facendo gli altri Paesi coinvolti nel progetto, in primis gli Stati Uniti, in modo da poter considerare nel tempo le esigenze del nostro strumento militare, lo stato di avanzamento del progetto e dei costi ad esso collegati (mozione n. 1-00909, Testo modificato nel corso della seduta);
riconsiderare, così come stanno facendo gli altri Paesi coinvolti nel progetto Joint Strike Fighter, in primis gli Stati Uniti, il numero effettivo di velivoli da ordinare, subordinando le decisioni alle esigenze operative, allo stato di avanzamento del progetto stesso ed ai costi ad esso collegati (mozione n. 1-00920);
Le mozioni 1-00861, 1-00862, 1-00907 e 1-00963, approvate dalla Camera sono , invece,dirette a:
confermare la partecipazione nazionale a tutti i più importanti programmi multinazionali di progettazione, sviluppo e produzione di armamenti suscettibili di avere ripercussioni occupazionali e ricadute tecnologiche sul nostro Paese, oltreché sul livello di operatività dello strumento militare italiano (mozione n. 1-00861, Testo modificato nel corso della seduta);
procedere ad un ribilanciamento delle risorse destinate ai settori del personale, nell'esercizio degli investimenti, che persegua la sostenibilità delle spese militari e la disponibilità di capacità operative, rispondenti al dettato costituzionale ed alla politica estera italiana, oltre che alla vocazione del nostro Paese all'integrazione europea e al ruolo delle Forze armate nei contesti multinazionali e multidisciplinari. ( mozione n. 1-
00862, Testo modificato nel corso della seduta);
assumere iniziative affinché qualsiasi nuovo programma di acquisizione e/o sviluppo, strategico per il Paese, veda il prioritario coinvolgimento dell'industria e dei lavoratori italiani, specie in quelle tecnologie e/o applicazioni dove è più alto il livello di sicurezza che il sistema Paese deve poter ottenere (mozione n. 1-00907, Testo modificato nel corso della seduta);
presentare in Parlamento il progetto di revisione dello strumento militare italiano e con esso, il programma degli investimenti che ritiene si debbano realizzare, nel breve e nel medio periodo, per assicurare una più efficiente integrazione dello strumento militare italiano nel sistema di difesa euro-atlantica, anche con riferimento alla componente aerotattica ed a valutare, in questo quadro, come gli altri Paesi coinvolti nel progetto Joint Strike Fighter, il numero di F35 da acquisire, subordinato alle varie fasi di sviluppo del progetto, ai costi e alle esigenze operative, in linea con le disponibilità economiche del sistema di difesa italiano (mozione 1-00963).
Per quanto riguarda, da ultimo, la risoluzione n. 6-00105, approvata anch’essa dalla Camera nel corso della seduta del 28 marzo, essa mira, tra l’altro, ad impegnare il Governo a subordinare qualunque decisione relativa all'assunzione di impegni per nuove acquisizioni nel settore dei sistemi d'arma, al processo di ridefinizione degli assetti organici, operativi e
organizzativi dello strumento militare italiano;
http://www.camera.it/temiap/leg16/leg17.temi16.area-12.pdf
*(in attesa di finanziamento)
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