Il reattore nucleare dell'incrociatore russo 'Pietro il Grande' non può esplodere? Falso!
In passato ci sono stati tentativi di organizzazioni ecologiste e di tv private di indagare, ma sono finiti male, perché i militari non gradiscono che si metta il naso nella loro spazzatura. Così due ex ufficiali russi, Nikitin e Pasko, che avevano collaborato con organizzazioni straniere in indagini sui rifiuti tossici gettati a mare, sono stati arrestati dall’Fsb, successore del Kgb e processati a porte chiuse. Dopo anni sono tornati faticosamente in libertà. (1)
Nikitin e Pasko hanno documentato nel dossier "The Russian Northern Fleet" gli
incidenti gravi della flotta nucleare russa. Essi sono stati 12 e almeno in 14 casi si è verificata una perdita nel circuito di raffreddamento del reattore con il rilasci radioattivi. (2)
L'incrociatore a propulsione nucleare russo 'Pietro il Grande' e' probabilmente alle prese con problemi urgenti, ''ma senza dubbio un reattore nucleare non rischia di esplodere'' : questa l'opinione, rilasciata all'agenzia Afp, di un esperto del Jane's, il prestigioso editore britannico di annuari sugli armamenti mondiali. (3)
Questa dichiarazione è un semplice tentativo di rabbonire un'opinione pubblica inquieta per evitare che i giornalisti scavino più a fondo nella lunga lista degli incidenti nucleari in mare documentati da Greenpeace. (4)
In realtà una Chernobyl in mare non è impossibile, come invece Jane's tenta di fare offrendo "senza dubbio" una affermazione di tipo categorico del tipo 2+2=4.
Senza dubbio l'uscita di Jane's avrà rassicurato gli azionisti in Borsa (5) e infatti l'Ansa di ieri batteva la notizia: "Improvviso rallentamento dei listini europei, alla notizia diffusa dall'agenzia Interfax di un incrociatore nucleare russo, in avaria, che potrebbe esplodere. "In queste condizioni e con la tensione degli ultimi giorni - spiega un operatore - qualunque notizia innervosisce i mercati"". (6)
Ma Jane's non ha fugato i dubbi di chi fa ricerca sul rischio nucleare in mare.
Il commento a caldo di Alex Sorokin, ingegnere energetico che in passato ha lavorato nella progettazione di centrali nucleari è invece questo:
"Il rischio principale in una situazione del genere è il venir meno del contenimento del reattore nucleare, con il conseguente rilascio di materiale radioattivo in atmosfera e nell’ambiente marino. Il propulsore di una nave da guerra è molto meno potente di una centrale, con un ordine di grandezza di circa 1 a 50. Questo significa che l’area di grave contaminazione è minore: si può immaginare, in modo molto approssimativo, a un raggio di 100 chilometri invece delle migliaia di chilometri contaminate dalla catastrofe di Cernobyl. Si tratterebbe comunque di un incidente di eccezionale gravità. In caso di rilascio in atmofera una vasta area intorno alla città di Murmansk potrebbe diventare inaccessibile per decenni. Se invece la nave dovesse affondare a perdere materiale radioattivo in acqua, tutta quella zona di mare relativamente chiusa sarà contaminata. La chiusura della pesca sarebbe solo una delle conseguenze". (7)
(1) Corriere della Sera 24/3/2003
(2) http://lists.peacelink.it/ecologia/msg00990.html
(3) http://www.raulken.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1604
(4) http://lists.peacelink.it/armamenti/msg00252.html
(5) "BORSA: EUROPA TORNA A SALIRE CON WALL STREET E TECNOLOGICI (ANSA-BLOOMBERG) - MILANO, 23 MAR - Dopo una mattinata debole per i timori di una recrudescenza del conflitto in Medio Oriente e di possibili gravi incidenti a un incrociatore nucleare russo, le borse europee ritrovano la via dei rialzi con i principali indici che si trovano tutti in territorio positivo".
(6) http://mercati.finanza.tiscali.it/tiscali/news.htm?id=22418826&&r=0&u=0&k=0
(7) La testimonianza è stata raccolta da Emanuele Scoppola ed è pubblicata su http://www.lanuovaecologia.it/inquinamento/nucleare/2985.php
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