Il Nobel per la pace 2013 all’organizzazione internazionale Opac, l’Agenzia per il disarmo chimico limitata dai poteri forti
Per capire perché si può dire che l’Opac, l’Agenzia che in 16 anni ha lavorato per liberare il mondo da una intera classe di armi chimiche, è subordinata ai poteri forti in ciò che può o non può fare, bisogna andare all’anno 2002, quando il governo americano chiese e ottenne la rimozione del direttore generale José Bustani.
Per quanto sotto la guida di José Bustani, primo Direttore Generale dell’agenzia multilaterale dal 1997 al 2002, fu distrutta la più grande quantità di armi chimiche, la sua intransigenza nel chiedere che anche gli stock di armi chimiche degli Stati Uniti fossero ispezionati e, soprattutto, il fatto che fosse molto vicino ad un accordo con Saddam Hussein per la firma del Trattato CWC (e quindi la possibilità di una verifica dell’eliminazione dell’arsenale chimico), non piacque al presidente Bush. George Bush junior aveva già deciso di attaccare militarmente l’Iraq sulla base di documenti falsi. Ai tempi si disse che se anche gli altri firmatari della Convenzione avessero ceduto, l'intero sistema dei trattati e delle organizzazioni internazionali avrebbe perso la propria indipendenza. http://www.theguardian.com/world/2002/apr/20/iraq.guardianletters
Il Consiglio Direttivo dell’Opac licenziò José Bustani e il Dipartimento di Stato salutò la rimozione di Bustani come "un primo passo essenziale per ripristinare la stabilità e la sana gestione" dell’OPAC. Di conseguenza gli Stati Uniti avrebbero aiutato a ripristinare l'organizzazione su solide basi finanziarie, accelerando il pagamento degli arretrati. “Armi Chimiche e Biologiche: Come gli Stati Uniti violano le Convenzioni”. http://www.bo.cnr.it/www-sciresp/OLD/Download/Armi_Chimiche_e_Biologiche_dossier.pdf
Oggi il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato all'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche perché “i recenti eventi in Siria, dove sono state ancora usate, hanno sottolineato la necessità di rafforzare gli sforzi per mettere al bando queste armi”, e perché l’Opac collabora strettamente con il Palazzo di Vetro nella missione per sovrintendere l'eliminazione degli arsenali chimici in Siria.
Ma è sulla base di un accordo siglato il mese scorso tra Russia e Usa, che l'intero arsenale chimico siriano dovrebbe essere distrutto entro la metà del 2014. Il presidente russo Putin si è infatti dimostrato maestro di strategia diplomatica nella crisi siriana http://rt.com/news/lavrov-kerry-apec-syria-818/ , ricordando che fra le due grandi potenze si sta cercando un equilibrio fra una politica di cooperazione e continue prove di forza.
Quanto alle armi chimiche Stati Uniti e Russia si erano impegnati di distruggere i propri stock nel 2012 ma, diversamente da quanto concordato nel protocollo 2007, la previsione degli Stati Uniti indica il processo di neutralizzazione delle sostanze chimiche stoccate nel deposito armi in Colorado avverrà entro il 2018, mentre quelle del Kentucky nel 2023. La Russia dovrebbe completare la distruzione delle scorte entro il 2015. http://www.theguardian.com/world/2013/sep/11/us-syria-chemical-weapons-destruction
Anche l’Italia è impegnata a distruggere le sue rimanenti armi chimiche in un inceneritore che ha destato l’allarme del sindaco di Viterbo” ''Egregio ministro, apprendo che nel Cetli Nbc (Centro tecnico logistico interforze, nucleare, batteriologico e chimico) del comprensorio militare di Santa Lucia, che insiste sul territorio di Civitavecchia, verrà costruito un “Ossidatore termico” dove verranno bruciate nientemeno che le armi chimiche residuate della Seconda guerra mondiale contenenti iprite, fosgene, arsenico e adamsite. http://www.viterbonews24.it/news/il-sindaco-civitavecchia-ai-ministri--approfondimenti-sulle-armi-chimiche_31152.htm
Nel 2012 Legambiente, insieme al Coordinamento Nazionale Bonifica Armi Chimiche, ha emesso il documento “Armi chimiche: un’eredità ancora pericolosa. Mappatura, monitoraggio e bonifica dei siti inquinati dagli ordigni della seconda guerra mondiale”, dove si può leggere l’elenco dei cimiteri chimici che rilasciano sostanze killer dannosissime come arsenico, iprite, lewsite, fosgene e difosgene, acido cloro solfonico e cloropicerina: “La Chemical City sul Lago di Vico, le discariche belliche nel mare di Molfetta (Ba), le aree di sgancio nel basso Adriatico, l’iprite nei fondali pesaresi (Pu), il Golfo di Napoli (Na) e l’area industriale di Colleferro (Fr) http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/dossier_armichimiche_1.pdf
Una parte di queste armi è depositata al largo di Molfetta http://www.velenidistato.it/ così come documentato dall’Icram (l’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare, oggi Ispra) http://www.biografiadiunabomba.it/icram-iprite.pdf
Oltre la Siria vi sono altri paesi che non hanno ancora aderito alla convenzione, Corea del Nord, Egitto, Sud Sudan e Angola oppure che lo hanno ma non ratificato, Israele e Myanmar. http://apps.washingtonpost.com/g/page/world/chemical-weapons-stockpiles-around-the-world/512/
La crisi siriana ha evidenziato il collegamento fra le armi chimiche e quelle nucleari. La Siria aveva dichiarato di detenere armi chimiche per contrastare il programma nucleare segreto dello Stato israeliano, il quale, fra l’altro, secondo un documento della CIA, possiede anche armi chimiche. http://www.scribd.com/doc/166817108/1NIE-on-Israeli-Chemical-Weapo
Perché in questo caso Obama rimane in silenzio? “Concentrarsi solo sulla Siria non è ragionevole o realistico” afferma Stephen Zunes, studioso della pace in Medio Oriente, “Abbiamo bisogno di universalità. Non si può lasciare che una nazione abbia queste armi per poi andare in guerra con un’altra”.
http://www.truth-out.org/opinion/item/18579-seven-arguments-against-going-to-war-with-syria
Israele ha 80 testate nucleari e la possibilità di raddoppiare tale numero. Lo Stockholm International Peace Research Institute ha stimato che 50 testate nucleari sono per i missili balistici a medio raggio, e 30 bombe trasportabili da aerei. Tra i molti accordi multilaterali Israele non ha firmato e ratificato quello sulla non-proliferazione delle armi nucleari.
Mentre da una parte Stati Uniti e Russia strombazzano la loro riduzione delle armi nucleari, dall’altra continuano a modernizzare il loro arsenale e appaiono determinati a conservarli a tempo indeterminato. In questi mesi la Russia ha testato con successo la capacità nucleare del missile Topol http://rt.com/news/russia-test-fires-topol-001/, gli USA il loro Minuteman III Intercontinental Ballistic Missile http://www.digitaljournal.com/article/358750 e persino l’India ha testato il missile a lungo raggio Agni V http://ibnlive.in.com/news/india-successfully-test-fires-nuclearcapable-agni-v-long-range-missile/422070-3.html?utm_source=ref_article
Che senso dare al Comprehensive Test-Ban Treaty (CTBT) del 1996 che affonda le sue radici nel Trattato PTBT (Partial Test-Ban Treaty) del 1963? Quest’ultimo vietava i test nucleari nell’atmosfera, nello spazio extratmosferico, sott’acqua, ma non sottoterra. Il Trattato CTBT è stato già firmato da 180 Stati e ratificato da 148, tuttavia, come indicato nell’art. XIV, entrerà in vigore solo dopo l’avvenuta ratifica da parte di 44 Stati con capacità nucleare avanzata. A tutt'oggi non è ancora entrato in vigore, infatti al 3 gennaio 2006, soltanto 33 dei 44 Stati l’hanno ratificato: fra le assenze più notevoli si elencano Stati Uniti, Cina, India, Pakistan, Iran, Israele, Indonesia, Corea del Nord. http://www.ctbto.org/
Secondo Hans M. Kristensen, direttore del Nuclear Information Project della Federazione degli scienziati americani, il “Report on the Nuclear Employment Strategy of the United States” del 2013 “è coerente con i fondamenti della deterrenza che hanno a lungo guidato la politica delle armi nucleari degli Stati Uniti, ma con le opportune modifiche per soddisfare contesto strategico di oggi”. http://www.defense.gov/pubs/reporttoCongressonUSNuclearEmploymentStrategy_Section491.pdf
Sostanzialmente gli USA conserveranno la triade di forze nucleari strategiche, manterranno la capacità di lanciare forze nucleari sotto attacco anche nel caso di uso di armi chimiche e biologiche, e, sulla base della dottrina NATO del 2012 “Deterrence and Defence Posture Review”, continueranno a sostenere le bombe B61 depositate in Europa. http://www.nato.int/cps/en/natolive/official_texts_87597.htm?mode=pressrelease
Ma se in Olanda la TV ha divulgato un dibattito tra il governo statunitense e quello olandese a proposito della possibilità di un incidente provocato dalle armi nucleari, in Italia tutto tace. http://www.omroepbrabant.nl/?news/1984681373/Brandpunt+Reporter+Atoombommen+Volkel+paar+keer+per+jaar+heen+en+weer+gevlogen.aspx
A differenza di Germania, Belgio, Italia e Turchia, l’Olanda è stato l'unico paese che ha sollevato la questione della bonifica delle bombe nucleari nel NUSOG (United States Standing Operations Group)
https://www.cbrniac.apgea.army.mil/Products/Documents/USANCA%20Journals%20and%20Reports/CWMD_Journal_No_5_Jun2010.pdf
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