ICAN: 124 Stati condannano gli effetti inaccettabili delle armi nucleari
NEW YORK - Una dichiarazione congiunta sulle conseguenze umanitarie delle armi nucleari è stata consegnata oggi dalla Nuova Zelanda presso l' Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Esprimendo profonda preoccupazione per le conseguenze catastrofiche che qualsiasi uso di armi nucleari comporterebbe, oltre che per la loro capacità distruttiva incontrollabile e dalla natura indiscriminata, la dichiarazione della Nuova Zelanda è stata firmata da 123 altri stati membri.
NEW YORK - Una dichiarazione congiunta sulle conseguenze umanitarie delle armi nucleari è stata consegnata oggi dalla Nuova Zelanda presso l' Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Esprimendo profonda preoccupazione per le conseguenze catastrofiche che qualsiasi uso di armi nucleari comporterebbe, oltre che per la loro capacità distruttiva incontrollabile e dalla natura indiscriminata, la dichiarazione della Nuova Zelanda è stata firmata da 123 altri stati membri.
La Campagna Internazionale per l'Abolizione delle armi Nucleari (ICAN), una coalizione con più di 300 membri in 80 paesi, accoglie la dichiarazione e l'iniziativa mostrata dagli Stati non dotati di armi nucleari (tra cui alcuni Stati "sotto l'ombrello nucleare") a guidare un nuovo discorso riguardo la globale minaccia umanitaria rappresentata dalle armi nucleari, un discorso che si può concludere solo con la decisione di rendere illegali queste armi una volta per tutte.
Nel solo 2013, il numero di Stati e organizzazioni internazionali, costretti dall'innegabile evidenza dell'impatto umanitario degli ordigni nucleari, che esprimono la profonda preoccupazione per gli scarsi progressi del disarmo nucleare, è cresciuta in modo esponenziale. Nel marzo 2013, la Conferenza sull'impatto umanitario di armi nucleari tenuta a Oslo ha concluso che nessun piano di intervento internazionale possa effettivamente essere messo in atto per rispondere a un'esplosione nucleare. Nel mese di settembre, la prima riunione ad alto livello sul disarmo nucleare convocata dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nonostante la resistenza degli Stati nucleari, ha testimoniato la crescente importanza degli Stati per far fronte all'impatto umanitario delle loro armi e registrato i numerosi appelli a favore di una interdizione delle armi nucleari. Sulla base di questa spinta, il Messico ha annunciato una conferenza per continuare la discussione riguardo l'impatto umanitario di armi nucleari, che si terrà il prossimo febbraio a Nayarit.
"L'attenzione umanitaria sulle armi nucleari ha nuovamente dimostrato di avere successo. Un numero crescente di Stati stanno mostrando preoccupazione per il danno inaccettabile che queste armi di distruzione di massa minacciano di scatenare. Questo dibattito rafforza la nostra fiducia e risolvere che ci sia una via d'uscita credibile verso la proibizione delle armi nucleari", afferma Beatrice Fihn, membro del gruppo direttivo internazionale di ICAN.
Una singola esplosione nucleare in zona urbana ucciderebbe immediatamente centinaia di migliaia di persone e lascerebbe senza soccorso altre centinaia di migliaia di persone. Un più ampio uso di armi nucleari potrebbe causare cambiamenti climatici che potrebbero inficiare globalmente la produzione agricola e portare ad una carestia di massa le popolazioni più vulnerabili del mondo. Studi su studi hanno sottolineato l'incapacità di prevenire o curare le vittime civili su larga scala. Attenuare tale catastrofe è semplicemente impossibile.
"I 124 governi che hanno co-sponsorizzato questa importante dichiarazione sull'impatto umanitario delle armi nucleari stanno mettendo la sicurezza delle loro popolazioni al di sopra delle giustificazioni militariste che alcuni Stati pongono nel dotarsi di armi nucleari", ha detto la dott. Rebecca Johnson, co-presidente di ICAN. "Un'azione diplomatica per vietare ed eliminare le armi nucleari sarà il modo migliore per evitare nel futuro una catastrofe nucleare".
Tradotto da Roberto Del Bianco per PeaceLink . Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
La Nuova Zelanda rilancia alle Nazioni Unite la cosiddetta “Iniziativa Umanitaria” per chiedere la messa al bando delle armi nucleari. Le realtà della società civile impegnate per un disarmo nucleare hanno scritto al Governo chiedendo che anche l’Italia sostenga questo percorso. In una lettera al Ministro Emma Bonino e al ViceMinistro Lapo Pistelli mostrata la necessità di un chiaro segnale in tal senso. Oggi a New York, a conclusione di una settimana di discussioni in seno al Primo Comitato dell’Assemblea Generale ONU, la Nuova Zelanda presenta un nuovo documento di “Iniziativa Umanitaria” sul disarmo nucleare. Di cosa si tratta? Della quarta di una serie di dichiarazioni congiunte sulla dimensione umanitaria del disarmo nucleare che, a partire dal 2012, diversi paesi hanno lanciato in sede internazionale dietro stimolo iniziale della Croce Rossa. Dopo Svizzera e Sud Africa è ora il turno del paese oceanico nel rilanciare un’iniziativa che vuole sottolineare la preoccupazione per le gravissime conseguenze umanitarie derivanti anche dalla sola esistenza di ordigni nucleari. "La permanenza di 19.000 testate nucleari ancora in possesso di nove paesi, ma concentrate al 90% negli arsenali statunitensi e russi, continua a rappresentare una minaccia per l'intera umanità, che non ha ancora trovato nei due grandi trattati TNP e CTBT una risposta adeguata e risolutiva alla sfida atomica – sottolinea Maurizio Simoncelli, Vicepresidente di Archivio Disarmo e partner della campagna internazionale ICAN - Finché alcuni paesi continueranno ad avere tali armi, anche altri potranno aspirare ad averle e la potenziale proliferazione nucleare perdurerà a rendere più insicuro il nostro mondo". Purtroppo alcuni segnali recenti dimostrano la volontà di alcune nazioni di continuare a voler scherzare con il fuoco atomico. Per la presentazione di questo documento ufficiale, che ha già ricevuto il sostegno prima della propria diffusione di 103 Paesi del mondo, il consesso delle Nazioni Unite non è casuale, a riguardo: “Impedire che potesse avvenire una nuova catastrofe umanitaria dopo Hiroshima e Nagasaki è stato fin dall'inizio un impegno della neonata ONU: la prima risoluzione del gennaio 1946 esprimeva già tutta la preoccupazione della Comunità internazionale sull'uso delle armi nucleari” sottolinea Lisa Clark di Beati i costruttori di Pace e del direttivo internazionale dell’International Peace Bureau (Premio Nobel per la Pace 1910). Ed è con questa considerazione in mente che la società civile italiana legata al tema del disarmo nucleare ha deciso di muoversi chiedendo ufficialmente anche al Governo italiano di esprimersi a favore dell’iniziativa Neozelandese. Una posizione positiva verso l’Iniziativa Umanitaria purtroppo mai tenuta dal nostro Paese negli ultimi due anni. Negli scorsi giorni, su stimolo della Rete Italiana per il Disarmo partner della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), è stata quindi inviata una missiva in tal senso al Ministro degli Esteri on. Emma Bonino e al ViceMinistro (con delega alle questioni Onu) on. Lapo Pistelli. Nella lettera – sottoscritta anche da Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione Della Guerra Nucleare, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, PeaceLink, World Foundation for Peace – si è voluto sottolineare come “L'Italia ha una lunga tradizione di sostegno e promozione di iniziative multilaterali a favore del disarmo” e che quindi il nostro Governo dovrebbe sottolineare preoccupazione per le gravi conseguenze degli ordigni nucleari “affermando, in sintonia con le aspettative della stragrande maggioranza degli italiani, che si impegnerà per garantire che tali armi non vengano mai più usate”. Le organizzazioni che hanno cercato di rilanciare anche in Italia questa iniziativa, a sostegno delle azioni condivise con la mobilitazione internazionale ICAN, si aspettano ora una concreta risposta da parte delle nostre autorità governative. Ed è significativo come sia proprio stata la società civile (sia con la proposta di Iniziativa Umanitaria sia con tutte le campagne al momento attive) a cercare una via alternativa per uscire dallo stallo della Conferenza sul disarmo di Ginevra. “E’ un segno di speranza vedere oggi che ben 103 Paesi (un record!) siano disponibili a sottoscrivere un testo chiaro come quello presentato dalla Nuova Zelanda – commenta Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo – e noi pensiamo davvero che, attualmente, la cosiddetta Iniziativa Umanitaria sia in grado di offrire prospettive eccellenti per il superamento degli ostacoli che ancora impediscono all'umanità di decretare finalmente la messa al bando delle armi nucleari”. Peccato solo che, al momento, in tale elenco di paesi sostenitori non compaia l’Italia, come sarebbe invece giusto ed opportuno.
Allegati
Iniziativa all’ONU per abolizione armi nucleari: perché l’Italia non dice nulla?
Organizzazioni italiane partner di ICAN227 Kb - Formato pdfLa Nuova Zelanda rilancia alle Nazioni Unite la cosiddetta “Iniziativa Umanitaria” per chiedere la messa al bando delle armi nucleari. Le realtà della società civile impegnate per un disarmo nucleare hanno scritto al Governo chiedendo che anche l’Italia sostenga questo percorso. In una lettera al Ministro Emma Bonino e al ViceMinistro Lapo Pistelli mostrata la necessità di un chiaro segnale in tal senso.Communiqué de Presse: 124 États condamnent les effets inacceptables des armes nucléaires
ICAN154 Kb - Formato docxLa versione francese del comunicato di ICAN
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E' un'attivista svedese per il disarmo nucleare. È stata direttrice esecutiva della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), organizzazione che ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2017 per il suo impegno nel promuovere un trattato internazionale che proibisca le armi nucleari.9 novembre 2024 - Alessandro Marescotti - Lituania e Stati Uniti (1921-2021)
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