Il presidente Obama fra crisi ucraina e capacità nucleare degli F-35
Mentre in Francia si commemorava il 70esimo anniversario dello sbarco alleato in Normandia, fra equilibrismi diplomatici e incontri informali separati dei diversi capi di Stato (una chiacchierata fra Cameron e Putin, un aperitivo fra Hollande e Obama, una stretta di mano per Putin e Poroshenko), il segretario alla Difesa USA Chuck Hagel era in Romania per rassicurare gli alleati della NATO che gli americani sono pronti a difenderli.
La sua visita avviene dopo quella in Polonia (paese che ha spinto di più per un accordo tra l’Ucraina e l’Ue) del presidente Barack Obama che ha promesso di aumentare il sostegno militare della Nato nell’Europa dell’Est (Estonia, Lettonia, Lituania Bulgaria, Georgia e Ucraina), attraverso un fondo di un miliardo di dollari per assistere e addestrare le forze armate dei paesi membri dell’alleanza.
Tutto ciò include una maggiore presenza degli Stati Uniti e NATO nel Mar Nero con aerei, truppe supplementari e navi, fra cui l'incrociatore lanciamissili americano USS Vella Gulf equipaggiato con sistema missilistico Aegis, che a rotazione saranno presenti nell’area così come deciso dai ministri della difesa NATO a Bruxelles martedì 3 giugno.
http://www.whitehouse.gov/the-press-office/2014/06/03/fact-sheet-european-reassurance-initiative-and-other-us-efforts-support-
In Italia poco o nulla si è detto della decisione del governo di inviare la nave da ricognizione e sorveglianza Elettra nel Mar Nero entro il 15 giugno. Come ci racconta il sito RIA Novosti, la nave della marina italiana è dotata di strumenti avanzati di intelligenza elettronica, ha un sommergibile in grado di operare ad una profondità massima di 1.000 metri, e sostituirà la nave intelligence della marina francese Dupuy de Lome. Altre due navi da guerra della NATO dispiegate nel Mar Nero, la fregata francese Surcouf e l’incrociatore statunitense Vella Gulf, rimarranno nella zona . http://en.ria.ru/world/20140603/190323652/Another-NATO-Vessel-to-Enter-Black-Sea-Next-Week--Military.html
Piuttosto che smentirsi a vicenda con diverse dichiarazioni nel giro di tre giorni, il ministro alla Difesa Pinotti "se l'Onu dovesse ravvisare la possibilità e la necessità di un intervento di peacekeeping, penso che l'Italia sia in condizione di dare il suo contributo all'interno di una iniziativa multinazionale”, tranne poi non dire che significherebbe aumentare mezzi, uomini e capacità in missioni fuori area, e quello agli Esteri Mogherini ''non e' in discussione, nelle sedi internazionali, nessuna ipotesi di missione di peacekeeping sotto egida Onu ne' sono in discussione iniziative Nato'', dovrebbero ragguagliare gli italiani circa il ruolo reale dell’Italia nella crisi Ucraina e non solo (per ora una politica estera e di difesa italiana è inesistente se non esplicitamente subalterna alle volontà USA e NATO).
Il segretario generale uscente della NATO Anders Fogh Rasmussen insiste ad esortare i paesi europei dell’Alleanza a evitare i tagli della difesa e a salvaguardare le frontiere visto che, sempre secondo la NATO, gli obiettivi della Russia sono contrari ai principi europei perché questa vuole ripristinare la propria influenza nello spazio dell’ex Unione Sovietica. Ovviamente tace sull’espansione ad Est della NATO che dalla guerra nella ex-Jugoslavia ha inglobato Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia e Croazia.
Come scrive l’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) l’Ucraina controlla “metaforicamente i rubinetti che portano il petrolio e (soprattutto) il gas russo in Europa”
http://www.ispionline.it/it/pubblicazione/ucraina-i-tanti-padri-di-una-crisi-orfana-9884, per il possesso di circa 40 mila chilometri di gasdotti che la collegano all’area del Mar Caspio (Turkmenistan, Kazakistan, Azerbaigian e Uzbekistan) ed è piena di risorse minerarie (carbone, minerali di ferro, petrolio, gas naturale) e agricole (soprattutto cereali).
La dipendenza dell’Europa dal gas russo è stato un argomento al centro della rivista NATO Review http://www.nato.int/docu/review/2014/NATO-Energy-security-running-on-empty/Energy-insecurity-nato/EN/index.htm in cui si legge che “non ci possono essere dubbi sul fatto che l'energia può avere un impatto importante sulle relazioni di riequilibrio con la Russia”. Il conflitto ucraino, e l'annessione russa della Crimea, è una questione che riguarda il potere e l’energia, per cui l’Europa deve diversificare le importazioni di gas e diminuire la sua dipendenza dalla Russia.
Nell’articolo “Ucraina - E ora appare anche lo spettro nucleare”, pubblicato dal Manifesto, l’autore domandava “la pro¬du¬zione totale di ener¬gia elet¬trica nel 2009 è stata pari a 173 miliardi di kWh: il 48% da nucleare, 21% da car¬bone, il 20% da gas, e il 7 % da ener¬gia idroe¬let¬trica. Il paese riceve la mag¬gior parte dei suoi ser¬vizi nucleari (tec¬no¬lo¬gia, manu¬ten¬zione) e del com¬bu¬sti¬bile nucleare (ura¬nio arric¬chito) dalla Rus¬sia. Prima della crisi attuale, era pro¬gram¬mato fino al 2030 un forte pro¬gramma di manu¬ten¬zione e rin¬novo del nucleare, con inve¬sti¬menti pre¬vi¬sti di 25 miliardi di dol¬lari: cosa ne sarà in futuro?”, condividendo la stessa preoccupazione espressa dal “Rosatom”, l’ente nucleare russo, che ha chiesto all’Agenzia internazionale per l’energia atomica di verificare la sicurezza delle centrali nucleari in Ucraina.
http://en.ria.ru/russia/20140410/189140846/Russias-Rosatom-Urges-Ukraine-Not-to-Politicize-Nuclear-Fuel.html
La crisi in Ucraina ha riacceso dunque il problema dell’energia (compreso il nucleare civile-militare) e la preoccupazione della sicurezza delle frontiere (non solo terrestri) aprendo il cosiddetto fronte artico.
I ministri della Difesa inglese e norvegese si sono recentemente incontrati per mettere a punto una linea di produzione per il caccia F-35. Il nuovo hub europeo, che dovrebbe provvedere anche alla manutenzione (in concorrenza con lo stabilimento FACO di Cameri in Italia), si renderebbe necessario perché bisogna controllare e salvaguardare il Mare del Nord al largo della Norvegia settentrionale soprattutto dopo le note vicende ucraine (il nuovo segretario generale della NATO sarà il norvegese Stoltenberg, colui che aveva deciso di comprare gli F-35 quando era ministro). “Diffidare della Russia: la Norvegia sollecita la vigilanza della NATO in Artico http://www.reuters.com/article/2014/05/20/us-norway-defence-russia-idUSBREA4J0HE20140520
Per ora i paesi europei che sostengono i nuovi paradigmi della NATO e degli USA sono quelli in bilico fra le due sfere di influenza. Obama ha annunciato la sua “nuova” dottrina a West Point http://www.whitehouse.gov/the-press-office/2014/05/28/remarks-president-west-point-academy-commencement-ceremony annunciando di voler portare avanti la guerra finanziaria e quella digitale, la promozione della democrazia all’estero con operazioni speciali e droni. Tutto ciò per Obama sarebbe eccezionale “Io credo nell’eccezionalismo americano con ogni fibra del mio essere”, e sfoggia tutta la sua realpolitik quando pensa ai recenti accordi energetici e commerciali fra Cina e Russia, alla progressiva e concertata integrazione economica/finanziaria dei paesi BRICS.
Tutto bene se non fosse che il Maggior Generale cinese Zhu accusa di ipocrisia gli americani "Qualsiasi cosa facciano i cinesi è illegale, tutto ciò che fanno gli americani è giusto”.
Tra le forme possibile di guerra ombra vi sono le esercitazioni militari come ostentamento della forza militare. Nel mese di maggio in Russia vi è stata una esercitazione militare che ha simulato un attacco nucleare “Stiamo portando avanti test di prontezza delle forze armate russe. L’esercitazione coinvolgerà tutti i rami delle forze armate in tutto il paese” http://rt.com/news/157644-putin-drills-rocket-launch/ , altrettanto hanno fatto gli USA dichiarando che l’esercitazione serviva a verificare e validare le procedure necessarie in caso di attacco nucleare http://www.zerohedge.com/news/2014-05-12/us-holds-massive-nuclear-weapons-drill-deter-and-detect-strategic-attacks-days-after
Se la nuova guerra fredda non dovrebbe provocare contraccolpi riguardo l’accordo firmato l’8 aprile 2010 tra gli Stati Uniti e la Russia, che limita le testate nucleari strategiche (1550) dispiegate su 700 sistemi di consegna (ICBM, SLBM e bombardieri pesanti), la decisione di ammodernare le armi nucleari tattiche B61 preoccupa la Russia. http://italian.ruvr.ru/2013_05_22/Gli-USA-rinnovano-i-depositi-nucleari-in-Europa/
Nel Fiscal Year (FY) 2015 Budget Estimates Air Force si legge che sono stati richiesti 198,4 milioni di dollari (dei 12 miliardi complessivi) per il programma di estensione della vita delle bombe tattiche B61, di cui circa 200 sono stoccate in cinque paesi europei. Il nuovo kit di coda, già sperimentato con successo, risponde alla necessità di dotarsi di F-35 con capacità nucleare, il cui costo aggiuntivo dovrebbe essere di 15,6 milioni di dollari. Per ora l’integrazione delle B61-12 è prevista per gli F-16 e i Tornado NATO e inizierà nel 2015 per un completamento nel 2017 e nel 2018.
http://www.saffm.hq.af.mil/shared/media/document/AFD-140310-047.pdf
Il desiderio di una capacità nucleare per l’F-35 fu divulgato nel Nuclear Posture Review 2010 dall'amministrazione Obama. Nella relazione si legge che "L'Air Force manterrà un combattente a doppia capacità sostituendo gli F-16 con l'F-35 Joint Strike Fighter" (obbligo di armi nucleari tattiche come strategia di difesa degli Stati Uniti). "Gli Stati membri saranno coinvolti nel progetto di estensione della vita B61-12 (bomba atomica da 50 kiloton come la maggior parte delle bombe nucleari "tattiche" attualmente in Europa) per garantire la funzionalità con gli F-35.
Anche la NATO fa affidamento sulle attività nucleari americane in Europa come deterrente contro un avanzamento russo. Al vertice di Lisbona 2010 la NATO aveva deciso di rivedere e aggiornare il concetto di deterrenza visto il mutato contesto internazionale, affidando le conclusioni al vertice Nato del 2012 a Chicago.
Nella nuova assemblea l'Alleanza aveva poi scelto di continuare con la strategia tipica del periodo della guerra fredda decidendo che l’arma nucleare doveva rimanere "una componente fondamentale" delle capacità della NATO, comprese le bombe tattiche presenti in Europa finché non fossero intervenute iniziative reciproche con la Russia.
Questo argomento diventa merce di scambio con la Russia lasciando ancora una volta l’Europa area in cui si ripercuotono i conflitti fra le due potenze e annullando, per ora, la richiesta di Germania, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Norvegia, che avevano chiesto formalmente di discutere un potenziale ritiro delle armi degli Stati Uniti dal continente.
Alcuni governi dell'Europa orientale sostengono che le armi nucleari non strategiche sono un elemento centrale della NATO perché garantiscono la coesione dell'Alleanza, distribuiscono la responsabilità della deterrenza nucleare oltre gli Stati dotati di armi nucleari, e dimostrano l'impegno dei membri più potenti ( Stati Uniti, Francia e Inghilterra) verso i membri più vulnerabile agli attacchi. Tuttavia, secondo alcuni, l'idea che le armi nucleari non strategiche forniscono la soluzione a questi problemi è antiquata come le testate stesse, poiché la loro diffusione in Europa non risponde alle priorità di sicurezza del 21° secolo.
http://armscontrolcenter.org/issues/nuclearweapons/articles/nato_still_fighting_the_last_cold_war/
Di fatto tali armi sono diventate simbolo fondamentale dell'impegno militare statunitense in Europa. In breve la politica di deterrenza è viva e vegeta, ma molto dipenderà dal successo dell’'F-35 e della bomba B61-12. E’ in corso un acceso dibattito tra Casa Bianca, Marina e Aeronautica, custodi delle armi nucleari, e il Dipartimento Energia, creatore e manutentore delle armi, su quante armi nucleari si ha bisogno e se devono essere trasportate da sottomarini, missili balistici intercontinentali (ICBM), bombardieri o un loro mix.
Vi sono poi posizioni come quella dell'ex Capo di Stato Maggiore dell’USAF, Norton Schwartz, che ritiene che il Pentagono dovrebbe abbandonare l'obiettivo di una capacità nucleare dell’F-35 Joint Strike Fighter a favore del bombardiere a lungo raggio di Air Force (LRS-B). A maggior ragione se gli alleati non contribuiranno alla spesa. Comunque è a favore del programma di estensione delle B61-12 in quanto possono essere trasportate anche dai bombardieri B-2..
In gioco ci sono decine di miliardi di dollari. LRS-B è il programma di un bombardiere di prossima generazione dell’Air Force la cui piattaforma dovrebbe entrare in servizio a metà degli anni 2020, e costerà circa 550 milioni dollari per aereo (complessivamente dovrebbero essere 100). In questi anni gli Stati Uniti hanno già ritirato la stragrande maggioranza delle armi nucleari schierate in Europa, poiché i loro diplomatici, la sicurezza e i costi finanziari, superano ogni possibile beneficio. Certo che l'insistenza della NATO a mantenere le armi nucleari non strategiche contraddice il suo dichiarato impegno a perseguire le condizioni per un mondo senza nucleare, imponendo invece lo svecchiamento delle vecchie e nuovi aerei capaci di portarle.
Diversi paesi della NATO hanno le capacità tecniche di trasportare le testate nucleari statunitensi con i combattenti certificati nucleari, ma in realtà i velivoli che trasportano armi nucleari tattiche hanno una storia lunga quasi quanto la stessa NATO: F-15E e F-104G Starfighter seguiti dagli F-16 e dai Tornado (pensionamento previsto nel 2020).
La Germania ha sostituito il caccia Tornado con l’EFA che non ha capacità nucleare, e vuole spostare l'onere di mantenere le B61, come opzione disponibile , ad altri alleati (paesi dell’Est già disponibili ad un loro stoccaggio).
I Paesi Bassi, l’Inghilterra e l’Italia (che hanno già i Tornado) e la Turchia, sono partner nel progetto F-35 e devono decidere di contribuire al programma di aggiornamento delle B61, così come devono decidere sulla certificazione nucleare dell’ F-35 che richiederà un supplemento di finanziamenti per gli elementi chiave che includono variazioni al cablaggio e avionica interna, più i costi dei test e del processo di certificazione.
L'impegno del Pentagono è forte, ha precisato il generale C. Donald Alston. "Il Dipartimento della Difesa ha messo in chiaro che siamo impegnati a rendere l'F-35 a doppia capacità, altrettanto importante è il finanziamento dell’estensione della vita delle B61-12 con un calendario sincronizzato con lo sviluppo dell’F-35”. Il generale Kevin P. Chilton, del Strategic Command US, ha affermato alla Commissione Forze Armate della Camera il 14 aprile, che più paesi avranno gli F-35 nel 2017 ma si avrà bisogno delle B61-12 prima di allora anche indipendentemente dagli F-35 (le B61 sono utilizzabili dai B-2).
Sia il Dipartimento della Difesa, sia il Dipartimento di Stato che la NATO, vedono una utilità delle armi nucleari tattiche perché i velivoli nucleari forniscono deterrenza estesa oltre il confine della NATO, in più, secondo questa teoria, ci sono tutte le possibilità che nel corso della vita degli F-35 gli stati del Medio Oriente e gli alleati della regione del Pacifico si confronteranno con minacce nucleari regionali. Non bisogna dimenticare che non solo la Turchia sarà dotata di F-35, ma anche Israele. “Report: New F-35 Fighter Jet Purchased by Israel From U.S. Can Carry Nuclear Bomb”
http://www.algemeiner.com/2014/03/26/report-new-f-35-fighter-jet-purchased-by-israel-from-u-s-can-carry-nuclear-bomb/
Rimangono solo parole i vantaggi delle garanzie di sicurezza negative in base ai quali gli stati dotati di armi nucleari promettono di non usare armi nucleari contro stati non-nucleari che sono in conformità con gli obblighi derivanti dal Trattato di non proliferazione:
Gli Alleati riconoscono l'importanza delle garanzie di sicurezza negative offerte dagli Stati Uniti, il Regno Unito e Francia. Tali assicurazioni garantiscono, fatte salve le condizioni particolari per cui ciascuno Stato è collegato a tali assicurazioni compreso il diritto intrinseco all'autodifesa come riconosciuto ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che le armi nucleari non saranno utilizzate o minacciate di usare contro i paesi aderenti al Tnp non dotati di armi nucleari. Rimane il fatto che tali assicurazioni unilaterali creano ambiguità e non danno un messaggio chiaro agli stati non nucleari. Se la NATO sostiene questo importante concetto, allora i suoi membri devono essere disposti ad un disimpegno totale sul nucleare.
Hans M. Kristensen, Direttore del Nuclear Information Project della Federation of American Scientists, è esplicito nelle sue dichiarazioni “La conferma della superiore capacità militare ottenuta con le B61-12 complica la situazione politica degli alleati della NATO (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia) che attualmente ospitano armi nucleari statunitensi poiché i governi dovranno spiegare ai loro Parlamenti e al pubblico il motivo per cui dovrebbero accettare di aumentare la capacità militare”. http://www.fas.org/press/experts/kristensen.html
Il governo olandese nel mese di gennaio ha confermato che alcuni Joint Strike Fighters potrebbero avere un ruolo nucleare ignorando una risoluzione del Parlamento del 2012 in cui si chiedeva che i getti non avessero una duplice funzionalità.
I belgi potrebbero seguire gli olandesi decidendo di acquistare i nuovi velivoli multiruolo anche se il Parlamento belga ha approvato una risoluzione che chiede il ritiro delle armi nucleari statunitensi dal paese. La Turchia ha ordinato gli F-35 e alcuni di questi nuovi aerei dovrebbero essere a doppia capacità, in modo che Ankara possa mantenere un suo ruolo nella missione di deterrenza nucleare della NATO. L'Italia, che ha ridotto a 90 il numero di F-35 da acquistare e il numero di ore di addestramento, non ha una posizione chiara, mentre la Germania ha dato indicazioni forti permettendo la presenza delle B61 fino alla fine ma non il loro aggiornamento. Non sostituirà i suoi aerei a doppia capacità Tornado fino al 2025-2030.
Spetta a ciascun alleato di decidere quali capacità militari acquisire o mantenere.
Alcuni membri della NATO dell’Europa centrale e orientale favoriscono il dispiegamento delle bombe per dare un segnale alla Russia, ma secondo Steven Pifer, responsabile del controllo delle armi del Brookings Institution, ci sono poche possibilità per queste nazioni di assumono il ruolo di consegna delle bombe tattiche.
"Credo che lo spostando delle armi nucleari in un paese dell'Europa orientale potrebbe essere visto non solo come una provocazione verso la Russia, ma potrebbero esserci anche problemi miliari sulla loro vulnerabilità". Il contingente pro-nucleare della NATO ha però ottenuto una spinta in seguito alla recente annessione alla Russia della Crimea, che ha suscitato nuove preoccupazioni circa ulteriori incursioni nelle ex repubbliche sovietiche e del Patto di Varsavia. "Quando le B61-12 si combinano con le caratteristiche stealth degli F-35 si ampliano gli obiettivi si possono ottenere perché si pone l'esplosione più vicino alla destinazione, e si aumentano le preoccupazioni perché significa rendere le armi nucleari più 'usabili'." Questa nuova capacità è una violazione del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp).
Quello che è certo è che la doppia capacità degli F-35 si muove sul piano di deterrenza estesa. Progettato per le guerre net-centriche, in quanto deve collegare e scambiare informazioni in tempo reale con le altre forze militari (aria, terra, mare), con i sistemi tecnico-operativi e logistici di terra e i centri di decisione governativi, diverrebbe l'unico combattente con capacità nucleare in grado di penetrare le più sofisticate difese aeree nemiche. Inoltre può dialogare con satelliti MUOS anche se gli alleati che hanno acquistato gli F-35 non sono per ora abilitati.
http://www.spacenews.com/article/military-space/38051news-from-global-milsatcom-us-allies’-access-to-muos-debated-after-north
“L’F-35 potrebbe essere spinto se i progettisti giudicheranno che il B-2 non è più in grado di penetrare le difese aeree nemiche, soprattutto di giorno”, ha detto il generale C. Donald Alston.
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