Una macchina da guerra chiamata Finmeccanica e il cinismo di Mauro Moretti
Premessa: Alla riapertura dei mercati lunedì 16 novembre, dopo gli attentati di Parigi e le dichiarazioni di escalation della guerra in Siria da parte di Russia e Francia, i titoli azionari delle società legate alla produzione di armi hanno iniziato a correre. E il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker annuncia che le spese che la Francia o altri Paesi della Ue dovranno sopportare per far fronte al terrorismo “sono straordinarie” e in quanto tali devono trovare un trattamento “straordinario” da parte dell'Ue nell'ambito del Patto di stabilità e di crescita.
Una macchina da guerra chiamata Finmeccanica e il cinismo di Mauro Moretti
Quando il 4 Febbraio 2015 davanti ai deputati della Commissione attività produttive della Camera Mauro Moretti, il nuovo amministratore delegato di Finmeccanica, descriveva una holding malata “una sorta di governo feudale, con l’indipendenza di ogni singola azienda e un coordinamento leggerissimo, quasi inesistente, con eccellenti settori industriali ma tanta roba rimediata per fare volume, di scarsa qualità industriale”, che lui avrebbe curato con un’operazione secca “investire tutto in piattaforma, nell’intelligenza di ogni livello di business, concentrandosi su progetti che garantiscano un solido ritorno degli investimenti e lasciando andare il resto”, più che all’acquisizione di informazioni sulle linee guida di un piano industriale, sembrava di assistere al film “Meraviglioso Mago di Oz”. http://webtv.camera.it/evento/7470
Il nuovo maestro avrebbe accentrato tutte le scelte in gruppo ristretto di fedeli dieci dirigenti mandandone via duecento dei precedenti, ridotto il debito con la cessione del settore Trasporti (Ansaldo Breda e Ansaldo Sts), creato una unica società con divisioni e riorganizzato la rete dei fornitori, ed eliminato, attraverso scissioni parziali di Alenia Aermacchi (aeronautica), Agusta Westland (elicotteri), Selex Es (elettronica per la sicurezza), e la fusione per incorporazione di Oto Melara (armamenti) e Wass (siluri), vecchie pendenze, contenziosi e attività minori.
Solo successivamente Finmeccanica sarebbe scomparsa, avrebbe cambiato nome e diventato una sorta “Oz”, un luogo dove tutto ha valore economico e dove il core business avrà come orizzonte la guerra. I quattro settori Elicotteri, Aeronautica, Elettronica difesa e sistemi di sicurezza e Spazio potranno contare sull’appoggio e supporto del governo attraverso il “Regolamento di disciplina delle attività del Ministero della Difesa per i materiali di armamento prodotti dell’industria nazionale” che autorizza il Ministero della Difesa a svolgere, nei confronti di Stati esteri con i quali sussistono accordi di cooperazione o di reciproca assistenza tecnico-militare, attività di supporto tecnico-amministrativo per l’acquisizione di materiali al fine di recuperare competitività per l’industria nazionale di settore, in linea con gli obiettivi del Governo. Il Regolamento, inserito dal governo Letta nel decreto legislativo del 15 marzo 2010, è stato approvato su proposta del presidente Matteo Renzi, il 21 aprile 2015. Un bel regalo alla Finmeccanica dell'amico Mauro Moretti.
Il piano industriale di Mauro Moretti 2015-2019 è stato presentato prima alla comunità finanziaria riunita a Londra e solo dopo, con un certo fastidio e per dovere istituzionale, alle due Camere del Parlamento italiano. Ma se è vero che “Business Plan” e Piano Industriale sono utilizzati come sinonimi, è apparso subito evidente che la valenza comunicativa è stata tutta centrata all'esterno, cioè agli investitori, analisti e istituti finanziari, per evidenziare in che modo l'azienda intende accrescere il valore creato per l'azionista e dare credibilità alle azioni intraprese per il risanamento di situazioni critiche. Nullo o quasi nullo è stato il riferimento ai requisiti interni ed all'analisi delle conseguenze delle scelte strategiche e imprenditoriali.
Quello di Moretti risulta un Piano che non ha chiarito la definizione degli obiettivi che rappresentano il pre-requisito di una efficace pianificazione: non valorizza al massimo le potenzialità e risorse dell'organizzazione industriale, anzi le ha disprezzate “la gente deve lavorare di più. Abbiamo una ingegneria inefficiente“, non fornisce una crescita culturale ad ogni livello aziendale, non stimola la comunicazione e il confronto, non introduce sistemi di misurazione della performance, e non rafforza le competenze di processo.
Basando la sua critica solo sugli elementi di criticità organizzativa della vecchia holding, e non su quella parte del patrimonio intellettuale composto dalle relazioni che creano valore alle aziende, il suo piano mostra “fattori di incoerenza” (azioni dichiarate per attuare il piano strategico) risultando fragile in quanto non interpreta genuinamente quella che è, o dovrebbe essere, la dimensione dell’innovazione tecnologica. I cambiamenti tecnologici e organizzativi sono normalmente cumulativi e condizionati dalle capacità e attività espresse nel passato.
L'innovazione tecnologica non è semplicemente un prodotto (Moretti ha definito il convertiplano dell'Agusta “una tra le innovazioni tecnologiche più significative del panorama aeronautico mondiale”) ma inizia e si sviluppa dalla generazione di conoscenza alla sua diffusione, e non dal processo come mutamento nei processi produttivi impiegati al prodotto come mutamento nella tecnologia incorporata in un bene.
L'incoerenza e la mancata affidabilità del piano industriale, al di là dell’aspetto inerente la sostenibilità finanziaria (attraverso il riposizionamento strategico ed eliminazione degli asset civili, dismissioni, incremento della redditività, rinegoziazione della linea di credito revolving in essere, flessibilità del salario e orario di lavoro, riduzione dei costi, ecc.), si può verificare confrontando il piano industriale, le dichiarazioni e i proponimenti dell’AD Moretti (continuamente modificati) con le azioni effettuate ed esposte nel “Resoconto Intermedio di Gestione al 30 settembre 2015 e i risultati del terzo trimestre 2015”. http://www.finmeccanica.com/documents/10437/65660836/ComFin_3Q_9M_2015_03_11_2015_ITA.pdf?download_file
Il risultato del confronto fa emergere spontaneamente una domanda: qual è l’obiettivo ultimo della strategia complessiva di Moretti per Finmeccanica?
Nel 2006 nel percorso strategico di Finmeccanica la fase di ristrutturazione prevedeva la sua ricapitalizzazione, risanamento, dismissioni e privatizzazione, nel 2008 per finanziare l'acquisizione della americana DRS Technologies, Finmeccanica deliberava un aumento di capitale offerto agli azionisti con relativa diminuzione del peso dello Stato dal 33,7% al 30,2% confermando la volontà di continuare nella privatizzazione della società. Come già accaduto alla fine degli anni novanta, quando l'istituto McKinsey in un rapporto commissionato dall'IRI, chiedeva di cedere il settore dell'automazione (Elsag Bailey Process Automation), che, sebbene fosse un fiore all'occhiello di Finmeccanica, rappresentava per la società americana un corpo estraneo, oggi l’istituto di consulenza ha trovato l'uomo capace di vendere due aziende storiche dell'industria italiana, Ansaldo Sts che Ansaldo Breda (stessa sorte era toccata ad Ansaldo energia).
Non solo, Moretti nel corso del convegno “Orizzonte futuro: investire nei talenti e nell'alta tecnologia" organizzato a Expo Milano 2015 a fine ottobre, ha dichiarato che tutto è possibile dopo aver stabilizzato la “one company” dal primo gennaio, anche che una unità' venga scorporata e quotata separatamente, o essere lanciate delle tracking stocks sulle singole divisioni (gli azionisti che investono in tracking stocks possono avere un interesse finanziario soltanto verso una divisione e avere un disinteresse nei confronti della società emittente). Di conseguenza si può pensare che se lo Stato ritiene Finmeccanica strategica per un Paese industriale, ciò non significa che in futuro qualche divisione non possa essere privatizzata.
Da questo punto di vista Mauro Moretti appare più un curatore fallimentare che ha il compito di porre in essere tutte le operazioni di propria competenza, con ampi poteri e autonomia operativa affidategli direttamente dal governo, di rendere più appetibile Finmeccanica sul mercato finanziario e compiacere gli azionisti, piuttosto che un amministratore delegato che intende avviare un processo di consolidamento e ristrutturazione dell’impresa. La comprensione delle dinamiche di holding che operano su vari segmenti in cui le tecnologie dell'informazione hanno solo un ruolo determinante non solo nella dottrina delle nuove guerre e nei sistemi d'arma, ma permeano l'intero processo produttivo governando l’organizzazione del lavoro e i flussi di conoscenza, è fondamentale e ha bisogno di una visione d’insieme prima di essere studiata nelle sue parti.
Il lavoro dell'ing. Moretti si è concentrato maggiormente sulla elaborazione del processo di finanziarizzazione dell'azienda, ma ha mostrato una carenza nella descrizione delle modalità con cui intende “innalzare la produzione ingegneristica”. Probabilmente ciò deriva da una insufficiente esperienza in ambienti industriali complessi. Ciò è dimostrato dal fatto che non ha fatto riferimento, a proposito della necessità di una revisione dei processi industriali, ad alcun modello, standard o metodologie che servono a valorizzare il modo di lavorare e a perfezionare la gestione dei processi aziendali. Ricerca, progettazione, sperimentazione e produzione sono fasi interconnesse che seguono una logica della comunicazione non più unidirezionale. Da una parte vi sono i dispositivi di comunicazione in cui vengono iscritte regole procedurali e di esecuzione la cui gestione costituisce un elemento fondamentale del potere manageriale, dall'altra queste nuove tecnologie permettono di mettere in relazione operatori collocati nei luoghi più diversi del processo produttivo.
Eppure in Finmeccanica la Selex Sistemi Integrati ha acquisito, nel corso del 2011, una specifica certificazione CMMI (Capability Maturity Model Integration) che consiste in uno standard internazionale che attesta la maturità e la qualità delle organizzazioni industriali. http://www.sustainabilityreport2011.finmeccanica.it/media/uploaded_file/8_approfondimentiSettori.pdf
General Motors, IBM Application Management Services, JPMorgan, Lockheed Martin Corporation, Motorola Global Software Group, Raytheon Corporation, Reuters, The Boeing Company, ad esempio, hanno deciso di adottare questo sistema di miglioramento diretto ed elaborato dal SEI (Software Engineering Institute), un istituto federale di ricerca e sviluppo della Carnegie Mellon University (Pittsburgh, USA) sponsorizzato dal DoD (US Department of Defense) attraverso il OUSD – AT&L (Office of the Under Secretary of Defence for Acquisition, Technology, and Logistics). http://www.sei.cmu.edu/cmmi/
Sostanzialmente tra gli obiettivi del Piano industriale vi erano il taglio dei costi, maggiore efficienza produttiva, razionalizzazione e riduzione della catena dei fornitori, raggiungimento di un maggior numero di clienti e di nuovi mercati. Il che doveva significare meno attività, joint-venture selezionate, meno prodotti, maggiore presenza internazionale, nuova governance e nuovo modello operativo.
Alcuni esempi possono dimostrare che le azioni che l'AD avrebbe dovuto attuare si sono rivelati motivi di incoerenza e punti di criticità del piano,
“Individuare il core business ed eliminare il resto. Da un lato l’industria in senso pieno, dall’altra la manifattura. Ma i manifatturieri si possono decentrare in qualsiasi parte del mondo, noi dobbiamo fare industria”. Con queste parole Moretti precisava il nuovo ruolo che Finmeccanica avrebbe conseguito tramite alcune operazioni:
- Per Drs Technologies si sarebbe dovuto trovare un partner entro pochi mesi. Prevista uscita da due segmenti di DRS (ca. 200 milioni di euro)
- Trasferimento da AleniaAermacchi a Boeing delle attività passanti sul contratto per il B787 per 300 milioni di euro. Finmeccanica doveva smettere di lavorare come fornitore a basso costo dei concorrenti, Boeing e ad Airbus, continuando a produrre esclusivamente della "carpenteria metallica". L'unico business del gruppo era quello sviluppato da Agusta Westland che progetta, realizza e costruisce elicotteri.
- Concentrazione, per quanto riguarda il segmento aeronautico, sulle aerostrutture. “Non esistono alternative”.
- Priorità al programma F-35 ed efficientamento dello stabilimento FACO. (L'Italia partecipa alla fase di produzione ma non a quella di individuazione e definizione delle tecnologie)
- Rafforzamento di Thales Alenia Space e Telespazio ed espansione nel settore lanciatori di Avio Spazio
- Vendita ad Airbus della quota italiana (25 per cento) di Mbda in cambio del 50 per cento della Atr (la joint venture che produce i famigerati turboelica ATR 42 e 72) “l'attuale programma ATR per Finmeccanica è profittevole anche se a Napoli per la fabbricazione della cellula ATR ci rimettiamo non poco". Rivedere la partecipazione al programma Superjet.
Il linguaggio, quantomeno bizzarro, usato da Mauro Moretti nei suoi interventi, ultimo quello pronunciato a ottobre durante il convegno "Il ruolo della politica industriale per una crescita sostenibile in Italia", rafforza la convinzione di un AD poco addentro alle applicazioni materiali di una economia della conoscenza “Avremo una impresa con due terzi di gente che pensa e un terzo che fa manifattura. Dobbiamo concentrare le risorse su pochi business selezionati per essere core e mettere lì ogni centesimo, dai droni di ogni ordine e grado, sia elicotteri che aerei, ai sistemi di controllo e la sensoristica per sviluppare l'internet delle cose”.
Che cos'è l'internet delle cose? Si potrebbe pensare alla economia dell'informazione con le sue proprietà replicative, cioè riproduzioni a minor costo, ma Finmeccanica non è semplicemente una società che replica “cose”, è un ambiente complesso dove bisogna continuamente mettere a punto le conoscenze. Pertanto non basta una conoscenza codificata dei bit e del software destinati all'intelligenza dei computers e delle macchine (es. stampanti 3D), ma l'intervento dell'uomo e dell'apprendimento tipico degli uomini. Rimaniamo sempre nella riduzione del processo produttivo al suo manufatto (droni, aerei o quel riferimento alla sensoristica).
Anche il suo approccio con i sindacati circa la necessità di un nuovo modello contrattuale strutturato su due livelli, uno nazionale, l’altro territoriale per tutelare le esigenze produttive delle divisioni, sembra dettato da studi provenienti dall’esterno. Interessante risulta la parte del contratto che riguarda il Premio di Risultato perché viene vincolato agli indicatori finanziari come condizione necessaria per accedere alla quota di premio. http://www.uilm.it/upload/contenuti/8173/20151112_Finmeccanica%20Contento%20no%20pdr.pdf
Questo aspetto è importante perché assume la riproduzione del rapporto di lavoro salariato come posta in gioco della governamentalità aziendale (nel 2014 Moretti aveva sottolineato che “la governance di Finmeccanica è particolarmente antiquata, mantenerla così com'è è fuori dalla storia") coinvolgendo la vita stessa del lavoratore individuale e collettivo nel processo di finanziarizzazione. Infatti Finmeccanica, si legge in un comunicato sindacale, intende avviare penalizzazioni legate alla presenza e, infine, “rimane la possibilità per l'azienda di cambiare i parametri di misurazione del premio, senza accordo sindacale.
http://www.fiom-cgil.it/web/aziende/grandi-gruppi/gruppo-finmeccanica/comunicati-e-volantini/2663-trattativa-finmeccanica-nessun-passo-avanti
Non è casuale che il sindacato di base ADL abbia avvertito il pericolo consistente nel legame fra processo di finanziarizzazione e rapporto salariale: “non è possibile separare dalla trattativa la parte economica dalla parte normativa del premio, in questo modo la direzione di Finmeccanica potrà modificare a suo piacimento l’entità del premo a seconda che la parte delle regole siano più o meno vantaggiose”.
http://adlvarese.blogspot.it/2015/11/finmeccanica-analisi-critica-dellaccordo.html
E’ da notare che, per il programma come l'F-35, la maggior parte del denaro va al capitale differentemente da ciò che accade negli altri tipi di lavoro. Per esempio solo il 15% del prezzo di ogni F-35 viene usato per pagare il costo del lavoro coinvolto nella produzione, fabbricazione e montaggio, mentre l’85% va per spese generali.
Secondo Mediobanca la riforma del lavoro, la legge Jobs Act, favorirà le aziende ad alta intensità di lavoro come Aeffe, Autogrill, Finmeccanica e in generale i grandi gruppi del mondo editoriale (Mondadori, Espresso).
http://www.milanofinanza.it/news/per-mediobanca-l-italia-e-a-una-svolta-201503261414343913
Per comprendere meglio la strategia che sta dietro la nuova Finmeccanica, sarebbe opportuno leggere la ricerca dell'istituto McKinsey che ha analizzato i maggiori appaltatori della difesa, la loro possibilità di successo in presenza di un calo della spesa militare (o meglio la sua razionalizzazione).
Le imprese aerospaziali, elicotteristiche e del settore sicurezza (le più grandi) sono in crescita e continueranno a farlo grazie al cambiamento del business verso il civile (che compensa il calo nella difesa). Per competere sul mercato internazione devono tenere un approccio commerciale e scegliere fornitori con la migliore tecnologia e costi più bassi, indipendentemente da dove si trovano. Partendo dal presupposto che solo poche aziende della difesa possono pensare di crescere attraverso la vendita di sistemi sul mercato internazionale, lo studio suggerisce cinque azioni per ottenere risultati proficui.
- capire le opportunità nel dettaglio a livello nazionale e di programma
Le aziende devono capire in che cosa concentrarsi e capire le opportunità sulla base delle proprie capacità specifiche, valutare le possibilità insieme ad altri e di conseguenza assegnare gli sforzi.
Tuttavia potrebbe non essere la risposta giusta per tutti.
- sviluppare offerte di prodotti e servizi più accessibili e adatte alle esigenze dei singoli mercati
Le aziende devono passare ad un approccio basato sulla domanda del mercato e sviluppare prodotti a prezzi accessibili, definire gli obiettivi economici del progetto e sviluppare processi rigorosi per diminuire i costi (manodopera diretta, materiale diretto e indiretto) così da soddisfare le esigenze della domanda a costi determinati Bisogna comprendere prima quanto il cliente vuole spendere per poi sviluppare una stima dei costi per rientrare nella domanda. Dunque bisogna iniziare dal prezzo finale
- organizzarsi per la crescita internazionale evolvendosi verso una struttura globale
Per trasformarsi in aziende internazionali le stesse devono gestire strategie, strutture organizzative e i rischi conseguenti, adattando il loro modello operativo e quello della catena di approvvigionamento. Diventare una organizzazione della difesa veramente globale significa avere una presenza globale, una catena di fornitura globale, capacità e partenariati locali, alleanze e joint ventures. Le aziende devono studiare modelli organizzativi e linee progettuali che vanno dal globale al regionale e nazionale (senza duplicare alcune infrastrutture e aumentare la complessità della gestione). Ad ogni passo le aziende dovranno adattare l'approccio di gestione; la governance, l'allocazione degli investimenti. La condivisione di infrastrutture e servizi (es. centri di ricerca e sviluppo) costituisce una potente leva economica.
- acquisire le giuste professionalità per perseguire le opportunità nazionali e stabilire le opportunità internazionali. Le aziende della difesa hanno molti manager di successo che si sono costruiti la loro professionalità nel tempo. Ciò non significa che sapranno farlo ovunque. Le aziende devono sviluppare relazioni con i clienti e stabilire una presenza produttiva, formare partenariati e rispettare le regole locali. Devono offrire formazione e opportunità di lavorare all'estero, avere una buona comunicazione.
- ottimizzare gli offset e altri obblighi attraverso strategie responsabili
Offrire offset permette di essere più competitivi ma bisogna rispettare le leggi perché possono diventare fattore di corruzione. I produttori israeliani in questo modo hanno costruito una posizione globale ottima grazie all'esportazione di aerei senza pilota coltivando rapporti solidi, e costruito joint venture in Brasile e altrove.
Si può notare quanto Mauro Moretti sia stato solerte nell’apprendere e concretizzare le indicazioni dei consulenti McKinsey. I consulenti della McKinsey sono così bravi che in Italia c'è chi è stato assunto direttamente nella funzione di direzione in società strategiche.
Un esempio è la carriera di Fabrizio Palermo. Nominato nel 2014, in accordo con Fincantieri Spa (controllata da Cdp attraverso Fintecna Spa dove ricopriva la carica di Vice Direttore generale e CFO dal 2005), nuovo Chief Financial Officer della Cassa Depositi e Prestiti e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari della stessa, in passato era stato un consulente della McKinsey. Alla società americana Cdp dovrebbe rinnovare il contratto di consulenza (stipulato 2013 (piano industriale 2011-2013 per un importo di 3 milioni).
Quando nel 2003 si cominciò a parlare di un progetto “Finmeccanica2” o “Fincivile” risultato della scorporazione delle attività civili di Finmeccanica (Ansaldo Energia, Ansaldo Breda, Elsag) per farle confluire in Fincantieri, alla McKinsey fu affidato lo studio di un piano per la creazione di Finmeccanica2. Già allora si diceva che le attività civili erano marginali e poco redditizie. http://archiviostorico.corriere.it/2003/dicembre/15/Finmeccanica_subito_Borsa_ce_0_031215016.shtml
Pier Francesco Guarguaglini, allora presidente e amministratore delegato di Finmeccanica affermava che "McKinsey ci ha fornito in questi giorni il suo piano rivisto sullo scorporo delle attivita' civili, "ora lo esamineremo e poi alla fine decideremo tutti insieme (Finmeccanica, Fintecnica, Fincantieri) come dobbiamo procedere".
Lo studio analizzava le prospettive di queste aziende sia da sole, sia consolidate in un unico raggruppamento, con proiezione al 2010. Nel 2005 sfuma il progetto e Fincantieri verrà quotata in borsa nel 2014 e in quell’anno acquisterà, attraverso la controllata norvegese Vard Holdings Limited, la canadese Stx Canada Marine. Precedentemente, nel 2008, Fincantieri acquistava “Manitowoc Marine Group, società che comprende due importanti cantieri di costruzioni navali, Marinette Marine Corporation e Bay Shipbuilding Company, e un cantiere di riparazioni navali Cleveland Shiprepair. Nell’operazione è stato coinvolta, come partner strategico e azionista di minoranza, anche Lockheed Martin, il principale operatore americano nel settore della Difesa.
https://www.fincantieri.it/cms/data/browse/focus/files/000009_resource1_orig.pdf
Oggi Fincantieri è diventata “un problema assai delicato” per i debiti che sono aumentati nonostante l'ordine ricevuto, insieme a Finmeccanica, dal governo Renzi per un valore di 3,5 miliardi di euro per il rinnovo della flotta della Marina Militare (programma pluriennale della cosiddetta legge navale), e la cui assegnazione dei contratti relativi alla prima tranche, a favore del nuovo Raggruppamento Temporaneo di Impresa (RTI), formato da Fincantieri e Finmeccanica, si è completata a novembre. Il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi ha espresso soddisfazione e ringraziato il governo “per il sostegno che ci ha dato e anche l’industria, con cui sono stati concordati prezzi ragionevoli”.
http://ilpiccolo.gelocal.it/focus/2015/11/10/news/fincantieri-si-e-dimesso-il-direttore-generale-1.12420453?fsp=2.5676
Se l’ammiraglio può ringraziare per i prezzi concordati, altrettanto non può farlo il percorso di “glasnost” che il governo Renzi aveva annunciato di voler attuare, perché siamo di fronte all'ennesimo esempio di riorganizzazione di una azienda a partecipazione pubblica, che si compie senza un preventivo dibattito parlamentare.
Nel 1997 in una interrogazione parlamentare si diceva a proposito di Finmeccanica: “non e' noto in base a quale indirizzo tale nuovo assetto venga studiato, salvo quanto appreso dalla stampa nelle dichiarazioni del presidente dell'Iri Tedeschi; tale indirizzo non e' stato mai illustrato nelle concrete finalità e, comunque, già nell'enunciazione rappresenta il capovolgimento dell'intera politica industriale finora perseguita dalla Finmeccanica su indicazione dell'azionista di maggioranza...in particolare, per quale motivo si sia ritenuto di interrompere il processo di trasformazione della Finmeccanica (da holding finanziaria a gruppo integrato), in corso da quasi un quinquennio, che aveva come scopo di: a) disporre di un management più efficiente, forte e compatto; b) sfruttare al massimo le sinergie interne al gruppo e, quindi, contribuire all'ottimizzazione globale del sistema; c) aumentare il peso specifico e la capacità' negoziale del gruppo nei confronti dei grandi gruppi industriali internazionali”. http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic5_02335_13
Dal 2011, anno nero di Finmeccanica con una perdita di 767 milioni in gran parte dovuta all'acquisto di Drs http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-11-15/finmeccanica-nove-mesi-rosso-083848_PRN.shtml ma che confermava la sua posizione all'ottavo posto fra le Top 100 Arms (dati Sipri), l'azienda è scesa al nono posto nel 2012 per rimanerci anche nel 2013.
Quanto a capacità di esportazione, il Sipri pone l'Italia all'ottavo posto in un periodo che va dal 2010 al 2014. Secondo uno studio di Mediobanca, Finmeccanica è sesta per fatturato nella top 25 dell'industria italiana (anno 2014), dopo Exor, ENI, ENEL, GSE e Telecom Italia.
L’esercizio 2014 di Finmeccanica si è concluso con fatturato in crescita a 14,6 miliardi di euro (+7,1% rispetto all’anno precedente) e un utile netto positivo per 20 milioni di euro, nonostante la perdita di 50 milioni per gli effetti derivanti dall’uscita dal segmento autobus (Bredamenarini confluita nella newco Industria Italiana Autobus).
Alla luce di questi risultati appare risibile la valutazione scritta nel “Resoconto Intermedio di Gestione al 30 settembre 2015 e i risultati del terzo trimestre 2015” a proposito del debito che si è attestato a 5,125 miliardi di euro (in miglioramento di 224 milioni di euro rispetto ai 5,349 milioni al 30 settembre 2014, ma in aumento rispetto al 31 dicembre 2014 di 3,962 miliardi.), definito "essenzialmente dovuto all'effetto negativo del flusso di cassa di periodo, andamento peraltro tipico nelle dinamiche del gruppo”.
L’utile netto ordinario, senza il comparto trasporti, è pari a 150 milioni, altri valori positivi sono Ebita "positivo per 745 milioni di euro, in decisa crescita (+45%) rispetto ai 515 milioni dei primi nove mesi del 2014, che includeva oneri, pari a circa 100 milioni di dollari, relativi ad uno specifico programma di Drs", Ebit, positivo per 599 milioni di euro, e gli ordini che sono stati di 7,791 miliardi di euro grazie "all'effetto del cambio", e nonostante il ritorno alla normalità di comparti come elicotteri e aeronautica che si erano avvantaggiati nel 2014 di "importanti ordini straordinari". Si è visto che questi dati (che non includono più il contributo delle attività nel settore Trasporti), insieme al FOCS (flusso di cassa operativo), risultato negativo per 935 milioni di euro, serviranno al conteggio del premio di risultato.
L'andamento degli ordini per settore è di 7.791 milioni di euro, superiore al corrispondente periodo del 2014 grazie al favorevole impatto del cambio. Il calo di Elicotteri e Aeronautica, entrambi i quali nel 2014 avevano beneficiato di importanti ordini straordinari, è stato compensato dall'incremento registrato dall’Elettronica per la Difesa e Sicurezza (+ 653 mil. Di euro) attribuibile a una buona performance commerciale, anche sui mercati internazionali, di DRS e SES (principalmente per sistemi navali su programmi nazionali, di cui ha beneficiato anche il settore Sistemi di Difesa), oltre che all’effetto favorevole del cambio USD/€.
Il portafoglio ordini è pari a 28.071 milioni di euro, che assicura al gruppo una copertura pari a circa due anni e mezzo di produzione equivalente
L’organico medio al 30 settembre 2015, depurato dalla componente relativa alle “discontinued operation” nel settore Trasporti, evidenzia una significativa riduzione (1.578 unità) rispetto al 30 settembre 2014 attribuibile ai processi di ristrutturazione principalmente nell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza (409 risorse medie all’estero in DRS e 394 in SES) e negli Elicotteri (375, di cui 249 in Italia), oltre che alla variazione derivante dalla cessione di BredaMenarinibus (221 risorse). In termini di costo del lavoro, l’impatto correlato alla dinamica dell’organico medio e alla riduzione degli oneri di ristrutturazione è compensato dall’aumento del tasso di cambio relativamente al costo del personale denominato in valuta estera (principalmente USD e GBP).
Qui vi è la conferma della contraddizione tra l’aumento d’importanza del lavoro produttivo di conoscenza, quale leva della ricchezza e, contemporaneamente, la sua svalorizzazione in termini salariali e occupazionali. Questa è una delle derive della finanziarizzazione dell’economia, ossia l’uso della liquidità liberata dai processi produttivi per aumentare il valore borsistico del capitale.
Avvenuta la vendita del settore ferroviario alla giapponese Hitachi dopo la cessione delle attività di BredaMenarinibus a Industria Italiana Autobus (Industria Italiana Autobus è partecipata all'80% dalla cinese King Long Italia e al 20% da Finmeccanica che resterà nel pacchetto azionario per almeno tre anni) e di Ansaldo Energia (ll Fondo Strategico Italiano ha siglato un accordo con Shanghai Electric per la cessione del 40% nel 2014), Finmeccanica può confermare le previsioni per il 2015. Stessa operazione si sta facendo per la FATA (che si occupa di Engineering, Procurement e Construction con fatturato di 150 milioni e 200 dipendenti) visto che probabilmente sarà ceduta alla Danieli Group. Questa operazione, secondo Banca IMI, non servirà tanto alla riduzione del debito, ma a far crescere il giudizio positivo all'estero su Finmeccanica visto che è “una vendita importante da un punto di vista qualitativo poiché si tratta di un avanzamento in direzione del piano industriale di Finmeccanica.
Se per Finmeccanica il giudizio delle borse è importante, l’acquisizione per Danieli è un’opportunità fondamentale per lo sviluppo della tecnologia Micromill di Alcoa di cui ha la commercializzazione in esclusiva. I sindacati della FATA bocciano però l'operazione in quanto preferiscono “un acquirente straniero poiché in grado di garantire i livelli occupazionali non solo della Fata ma di un indotto che coinvolge 4-500 aziende. E le offerte dall’estero non mancano. A partire dall’Oman Investment Fund, ma sul tavolo ci sono anche proposte dalla Spagna e dal gruppo anglo italiano Med Energy”. http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-06-23/per-cessione-fata-sindacati-puntano-sull-oman-171351.shtml?uuid=ACtJdUF&fromSearch
Prossima cessione sarà quella del 25% di Mbda che vale tra gli 800 milioni e il miliardo?
“Dal primo gennaio saremo una “one company” e non più una holding finanziaria, quindi non avremo più il prefisso Fin e il resto, ovvero meccanica, è già obsoleto e per questo dobbiamo adeguarci”. Che vuol dire?
Abbiamo verificato che si vuole il trasferimento del rischio dagli azionisti ai salariati perchè se per trattenere i lavoratori della conoscenza occorre agganciare una parte importante del loro salario all’andamento dei titoli azionari dell’impresa (è il caso delle stock options, ma anche di tutti i sistemi remunerativi meritocratici introdotti in questi anni), ne consegue che la distorsione tra valorizzazione del capitale e finanziarizzazione viene tirata oltre la capacità di governo del processo stesso. Si entra cioè in un processo autoreferenziale in cui il valore borsistico dell’impresa quotata prende il sopravvento sul valore effettivamente prodotto.
Dunque tutta la narrazione in negativo della vecchia Finmeccanica si limita alla scomposizione del nome: - non più Fin – non è correlato da argomenti credibili, e anche quel - non più meccanica - appare più una disputa linguistica visto che Moretti dà più valore alla trasformazione materiale realizzata dalle macchine che alla valorizzazione del lavoro intellettuale umano.
“Dobbiamo concentrarci su poche cose ad alto contenuto tecnologico e ad alta redditività”
Se fra le poche cose ad alto contenuto tecnologico ad alta redditività Moretti include anche il progetto F-35, allora si capisce perchè Alessandro Pansa, suo predecessore, non sia stato riconfermato alla guida del gruppo.
“Rispetto a temi come gli F35 noi siamo esecutori intelligenti di scelte altrui” ha detto Pansa, precisando che ”non è con la fornitura di parti d’aerei di grandi dimensioni che Finmeccanica costruisce il suo futuro di operatore tecnologico d’avanguardia”. Tuttavia il fornitore intelligente di tecnologie e prodotti “deve eseguire programmi e processi che sono il frutto di scelte politiche e non industriali”. Questo è quanto. L'Italia partecipa al programma con bassi volumi di commesse e limitata redditività e ricaduta tecnologica. Nello stabilimento FACO di Cameri si assemblano i velivoli italiani, si producono ali, in seguito si occuperà della manutenzione, riparazione, revisione e
upgrade dei velivoli europei (non inglesi e norvegesi). Altre PMI producono piccole parti e componenti con poco sviluppo di tecnologie autonome. Certamente Finmeccanica non partecipa allo sviluppo di tecnologie chiave a cui, peraltro, è negato l'accesso (i codici sorgente del software la cui conoscenza permette di gestire in autonomia configurazioni di missione e manutenzione, decidere indipendentemente dagli Stati Uniti come e quando apportare i necessari upgrade all'aeroplano a cominciare dall'integrazione di armamenti diversi da quelli americani. Cioè la sovranità sul sistema d'arma).
Il dibattito attorno al velivolo, finalmente pubblico, ha svelato le continue falsità con cui si è cercato di creare una opinione positiva al sostegno del programma. Solo Moretti, e pochi intimi, ha il coraggio di persistere con inutili discorsi: “nel programma internazionale degli F35 l'Italia dovrebbe cercare di partecipare realizzando anche le parti pregiate dei nuovi cacciabombardieri e lavorare affinché si sviluppi nell'ambito dell'accordo la possibilità per la nostra industria di fare non solo le parti di struttura ma fare invece le parti più pregiate. Questo può aprirci dei campi di sviluppo molto importanti". http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2014/07/14/finmeccanica-moretti-puntiamo-anche-parti-piu-pregiate_8lZj7GL9Trq5QLh0WK4daI.html?refresh_ce
Straordinariamente Moretti ha dichiarato che serve fighter di nuova generazione nel corso di un convegno al Senato "Non voglio fare un nuova versione dell'Eurofighter o di un qualsiasi altro prodotto già fatto, ma punto a fare quello di prossima generazione, anche unmanned - controllato a distanza -, cioè il prodotto di punta dell'industria aeronautica. Solo così, un'azienda piccola rispetto ai concorrenti come Finmeccanica può garantirsi la sopravvivenza". Quanti miliardi deve spendere ancora l'Italia per accontentare l'AD? “Lo farò con l'Aeronautica militare e con chiunque voglia starci", dimenticando di dire che come al solito, ha bisogno di sovvenzioni pubbliche.
Derek Chollet, segretario aggiunto per gli Affari della sicurezza internazionale presso il Pentagono, aveva già chiarito (in realtà il Pentagono l’ha fatto più volte) che "quando l'Italia ha diminuito il piano originale di acquisizione da 131 aerei a 90, si sono visti gli effetti negativi che possono verificarsi quando le acquisizioni diminuiscono e, purtroppo, c'è stato un decremento nella partecipazione industriale dell'Italia e nei posti di lavoro associati con gli F-35".
Bene ha fatto il Canada, di fronte a tanta arroganza e infondatezza, a uscire dal programma.
E’ proprio grazie all'F-35 che Finmeccanica è sempre più “meccanica”. Patrick Dewar, vice presidente esecutivo di Lockheed Martin International e presidente di Lockheed Martin Global, ha eliminato ogni dubbio circa la tenace volontà del governo a proseguire la sua partecipazione “È importante che Italia e Stati Uniti continuino ad alimentare un legame già forte. Ciò può avere positive ripercussioni sotto il profilo occupazionale, ma soprattutto può rappresentare il modo migliore per farci trovare pronti nel contrastare le tante minacce alle quali assistiamo, in scenari come l’Ucraina o il Medio Oriente”.
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-10-06/l-italia-si-e-impegnata-prendere-32-f-35-081803.shtml?uuid=ACS3ZrAB
La tanta declamata occupazione che Lockheed Martin sostiene di creare con l'F-35, 125 mila addetti in 46 stati, ha solo un problema: è' molto esagerata. Lo studio riportato nel documento “Promising the Sky: Pork Barrel Politics and the F-35 Combat Aircraft” stima una cifra che va dai 50.000 ai 60.000 posti di lavoro. Per quanto riguarda l'Italia parla di 36 aziende che fabbricano piccole parti o componenti per il velivolo. Dei 10.000 posti di lavoro favoleggiati a Cameri presso la FACO in poco tempo si è passati a poco più di 700 dipendenti (in parte costituiti da trasferimenti interni ad AleniaAermacchi) https://www.ciponline.org/research/entry/can-the-f-35-be-stopped
Dopo anni di ritardi e molteplici modifiche il programma F-35 non ha ancora risolto i suoi problemi: l'F-35 non è pronto e non lo sarà in tempi brevi. Conclusione: Capacità squisitamente limitata. Questo è quanto afferma il rapporto “DOT&E Report: The F-35 Is Not Ready for IOC and Won't Be Any Time Soon”
http://www.pogo.org/our-work/straus-military-reform-project/weapons/2015/not-ready-for-prime-time.html
- Le oscillazioni dell’ala dopo sei anni non sono ancora state risolte del tutto. Il problema può essere mitigato o superato solo a discapito della manovrabilità in combattimento e delle caratteristiche di bassa osservabilità.
- Anche nella sua terza generazione, appena consegnata ai reparti, il casco dell’F-35 continua a mostrare elevati tassi di falsi allarmi e problemi di stabilità, riducendo la consapevolezza situazionale dei piloti e mettendo a rischio la loro sicurezza;
- Errori del software del sistema di sostegno logistico ALIS continuano a ostacolare il funzionamento, la pianificazione di missione e la manutenzione dell’F-35, costringendo i servizi di manutenzione a fare eccesivo affidamento su appaltatori e a ricorrere a “soluzioni-scorciatoia” che aggirano il problema (“workaround”);
- La bassa disponibilità e affidabilità dell’F-35 è indotta da problemi intrinseci di progettazione che - stanno diventando più evidenti e difficili da risolvere.
In conclusione l'F-35 è un programma caduto “nella spirale della morte” e tirato su da qualche “Barone di Münchhausen” del Pentagono.
Cosi come si è deciso di non cedere completamente o parzialmente, la controllata USA Drs. Eppure rientrava nell’ambito del programma di revisione delle attività e riduzione del debito. Secondo gli esperti di Mediobanca Securities, la decisione di non vendere Drs Technologies non è una sorpresa: “avere un piede nel mercato più ricco del mondo, cioè quello dell’aerospazio e della difesa, è strategico”. http://www.trend-online.com/prp/finmeccanica-ordine-qatar-drs-analisti/2.html
E' importante precisare che per l’operazione si è reso necessario, nella definizione dell’assetto della governance di DRS, inserire un limite sul diritto di Finmeccanica ad accedere alle informazioni coperte da segretezza, garantendo un regime di protezione di dette informazioni attraverso specifiche procedure di governante societaria. Finmeccanica ha ottenuto che i contratti acquisiti da DRS in condizioni di proxy agreement (accordo finalizzato a garantire un accesso selezionato alle informazioni coperte da segretezza) non superino il 35% del totale, pena la rescissione del contratto.
Le minacce di Moretti. Durante un intervento parlamentare di marzo, lo stabilimento campano di Pomigliano dove si produce l'Atr, l'aereo di trasporto a medio raggio di successo coprodotto con i francesi di Airbus “Lo stabilimento napoletano di Pomigliano ci causa delle ingenti perdite in termini finanziari, non è produttivo e bisogna riorganizzarlo al più presto”. Alla considerazione che l' Atr costituisce uno dei pochi valori aggiunti della galassia Finmeccanica (nel 2014 ha venduto 83 velivoli e la joint venture leader mondiale nel mercato degli aerei regionali turboelica, con una quota di mercato tra l’85% e il 90%), l'AD risponde “Questo è vero per quanto attiene la joint venture con Airbus perché nella vendita del prodotto finito ci guadagnano e anche bene. Il problema sta nella manifattura, perché realizzare le componenti a Napoli ci costa tanto e non rientriamo dell’investimento”. E continua “Pensate che ancora non esiste un meccanismo per mettere a sistema i disegni industriali e abbiamo anche seri problemi con le forniture dei semilavorati. Ecco, tutti questi problemi ci fanno perdere tempo, competitività e profitti e non ce lo possiamo permettere Tra l’altro non è nemmeno deciso che il progetto Atr vada avanti”.
Curiosamente del “disastro Atr” Moretti salva solo l’ex 'amministratore delegato. Di più. Filippo Bagnato, che ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato di ATR dal 2004 al 2007 e poi dal 2010 ad oggi, è stato nominato responsabile del settore Aeronautica e della divisione Velivoli Militari,
Durante il meeting di Comunione e Liberazione a Rimini l'AD aveva confermato che l’operazione di scambio di quote tra MBDA e ATR con Airbus (“è uno schema”). Cconfermato l’interesse di Finmeccanica a salire in Avio Spazio. Per Finmeccanica il settore dell’aerospazio e della difesa ha “grandi possibilità di espansione ed è un settore ad altissima tecnologia che non potrà fare altro che incrementare. Gli americani stanno poi avendo il doppio vantaggio di una amministrazione che mantiene budget di spesa enorme rispetto a quelli che noi possiamo intravedere e riescono, attraverso la loro influenza politica, a penetrare sempre più nei mercati esteri a partire da quelli collegati con i teatri di guerra come il Medio oriente. Per loro quel sistema lì funziona sempre. Anche noi poi quando compriamo gli arei spesso andiamo dagli americani”.
Con il governo Renzi e con Moretti alla direzione di Finmeccanica, le cooperazioni industriali-militari si sono infatti rafforzate. General Electric aveva acquistato Avio Aero nel 2013, Boeing co-produce con Agusta di Cascina Costa gli elicotteri da combattimento Chinook Ch-47F destinati alle forze speciali, e il Boeing 767 con AleniaAermacchi; Lockheed Martin vede AleniaAermacchi partecipare al programma F-35, mentre nel comparto navale ha collaborazioni con Fincantieri e nel missilistico partecipa a Meads (il programma italo-tedesco-americano sviluppato con Mbda Missile System). Dal punto di vista politico il segretario di Stato americano, John Kerry, in visita all'Expo, ha dichiarato che "Non è mai stato così forte il rapporto" tra Italia e Usa. “Lavoreremo insieme perché tutti possano vivere una vita migliore”. http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2015/10/17/segretario-stato-usa-expo-rapporti-tra-italia-usa-mai-stati-cosi-forti_0mBROvr8qqpCjzHbYQNXuN.html
La critica allo stabilimento di Pomigliano non si limita al singolo programma ma a tutto il settore civile di Finmeccanica che, come previsto dal nuovo assetto del gruppo, riguarda tutte le aziende situate in Campania e Puglia. In queste regioni infatti si producono prevalentemente parti del velivoli Boeing 787, ATR e aerostrutture. Dalle numerose interrogazioni parlamentari è emersa la preoccupazione per la divisione in due segmenti del settore aeronautica: la produzione di velivoli militari rimarrebbe nel core business, mentre tutte le aziende della divisione aerostrutture (compresi gli stabilimenti all’avanguardia che lavorano per Boeing e Lockheed Martin) diverranno un contenitore per essere offerte, in seguito, ai partner americani.
Per quanto Moretti abbia rassicurato che "non c'è nessuna intenzione di ridurre la nostra presenza nel settore delle aerostrutture: c'è anzi una buona possibilità' di portare anche questo settore a margini positivi", dichiarazione come al solito accompagnata da “ma serve efficienza”. Nel frattempo ha voluto cedere alla newco Atitech Manufacturing srl il sito industriale di Capodichino, trasferendo in questo nuovo Polo delle manutenzioni aeronautiche 180 lavoratori di Alenia Capodichino che svolgeranno attività di manutenzione e trasformazione degli aerei A320, Boeing 767 e di tutte le tipologie di Atr. http://www.atitech.it/it/
Il 27 maggio la controllata Alenia Aermacchi ha raggiunto un accordo con i sindacati per il ricollocamento dei 178 dipendenti da Capodichino ad Atitech. Questa mossa ha consentito ad AleniaAermacchi di spostare la produzione del cargo C-27J a Torino Caselle,anche questa finalizzata ad assicurare significativi incrementi di efficienza. http://www.fiom-cgil.it/web/attachments/article/2147/15_05_27-Verbale_di_accordo-aermacchi.pdf
Il 24 settembre il CDA di Finmeccanica ha approvato l’adozione del modello divisionale (Nuovo Modello Organizzativo e Operativo di Gruppo One Company).che prevede quattro settori e sette divisioni:
Settore Elicotteri (AgustaWestland): responsabile Daniele Romiti
1 divisione : Elicotteri: 9 stabilimenti;
Settore Aeronautica (AleniaAermacchi): responsabile Filippo Bagnato
2 divisioni : Velivoli militari (Filippo Bagnato): 5 stabilimenti ; Aerostrutture (Alessio Facondo): 4 stabilimenti
Settore Elettronica difesa e sistemi di sicurezza (Selex Es più Oto Melara e Wass:): responsabile Fabrizio Giulanini
4 divisioni : Sistemi avionici e spaziali (Norman Bone): 7 stabilimenti ; Elettronica per la difesa terrestre e navale (Lorenzo Mariani): 5 stabilimenti ; Sistemi di difesa (Roberto Cortesi): 4 stabilimenti ; Sistemi di sicurezza e ICT (Andrea Biraghi): 4 stabilimenti
Settore spazio : due joint venture: responsabile Luigi Pasquali
Telespazio - Finmeccanica (67%) e Thales (33%) - e Thales Alenia Space - Thales (67%) e Finmeccanica (33%) -
Agustawestland, Alenia e Selex Es non sono scomparse del tutto: c'è stata una scissione parziale attraverso la quale la quasi totalità dell'attività e del patrimonio, tutte le fabbriche e gli impianti, sono passate in Finmeccanica. Restano dentro queste tre società alcune attività la cui continuazione sarà mantenuta presso le società scisse. nelle attuali Spa, oggetto di scissione parziale, immobili in Alenia e Selex con il relativo personale. Il contenzioso giudiziario delle tre società, alcuni contratti e finanziamenti di AgustaWestland, AleniaAermacchi e Selex Spa rimarranno in vita come bad company: “Si tratta di un aspetto squisitamente tecnico per questioni come i contenziosi legali o alcune commesse specifiche o ancora crediti problematici”.
Oto Melara e Wass sono state fuse per incorporazione.
Nella società di servizi comuni Finmeccanica group services (Pgs), l'incarico di responsabile è stato assunto ad interim dall'a.d. di Pgs, Francesco Ramacciotti, uno dei quattro dirigenti che Moretti ha portato con sé dalle Ferrovie.
Il settore Elicotteri è quello in cui è presente una produzione di elicotteri ad uso civile, militare o dual use. Il mercato dell'ala rotante è dominato da cinque costruttori internazionali, un franco-tedesco Airbus Helicopters, due basati negli Stati Uniti, Bell Helicopter Textron e Sikorsky che però recentemente è stata acquistata dalla Lockheed Martin (un affare da 9 miliardi di dollari che ha proiettato sul mercato un nuovo gigante da 80 miliardi di fatturato annuo), un anglo italiano, AgustaWestland, e Russian Helicopters. Se si aggiunge la statunitense Boeing nel campo del settore Difesa, diventano sei. AgustaWestland è al terzo posto delle quote del mercato civile (16 per cento). AgustaWestland ha progettato e costruito due elicotteri a pilotaggio remoto, SD-150 “HERO”, Ruas (Rotary-Wing Unmanned System) sviluppato da SISTEMI DINAMICI S.p.A., joint venture tra IDS Ingegneria Dei sistemi Spa ed AgustaWestland Spa che ha sede a Pisa e SW-4 "Solo" RUAS/OPH sviluppato in stretta collaborazione con la sua società controllata polacca PZL-Swidnik SA
Nel settore Aeronautica la situazione è più complessa e la divisione fra velivoli militari e civili mostra perplessità che Moretti non ha chiarito. Nella divisione aerostrutture Finmeccanica non presenta prodotti proprietari, ma lavorazioni di fornitura in cui la fase di ingegneria ha poco peso, nel caso Atr progetti collaborazione con Airbus.
I due grandi colossi mondiali sono Boeing e Airbus. La società italiana ha sempre avuto relazioni difficili con Airbus privilegiando l'americana Boeing (B787 è un programma costato oltre 750 milioni di perdite nel bilancio 2011) che è, fra l'altro, concorrente di Airbus nei jet commerciali da oltre 100 posti.
Per la divisione militare le previsioni non sono rosee in presenza di un mercato fortemente competitivo per cui è decisivo l'impegno nell'aviazione civile come fattore di compensazione. Finmeccanica nei vari segmenti di mercato, combattenti, trasporto militare, addestramento, missioni speciali, è presente con il bimotore MC-27J, multi-ruolo delle forze aeree e forze speciali, versione armata dell’aereo da trasporto militare C27J Spartan; il caccia multiruolo europeo Eurofighter, il caccia statunitense F-35, l'addestratore M-346 e M-345 (evoluzione del Siai Marchetti S-211) e il tanker italiano Boeing KC-767A che ha effettuato il primo rifornimento in volo dell'F-35. Il vero punto critico, anche preoccupante per il significato, riguarda il settore dei caccia-bombardieri. La stima di mercato di 2.900 aerei, per un valore di 183 miliardi di dollari (dato Forecast International) prevede una competizione fra colossi: Lockheed Martin F-35, l'europeo Eurofighter, il francese Rafale e lo svedese Gripen. Sul mercato ci sono anche il russo Sukhoi Su-35 e il cinese Shenyang FC-31, dotato di un'avanzata tecnologia stealth.
Al convegno organizzato da Standard&Poor l’AD ha dichiarato che “Dobbiamo concentrare le risorse su pochi business selezionati per essere “core” e mettere lì ogni centesimo, dai droni di ogni tipo ordine e grado ai sistemi di controllo e la sensoristica“. Per quanto riguarda i velivoli a pilotaggio remoto (UAV e UCAV) Finmeccanica è fornitrice di Piaggio Aerospace, azienda al 100% Mubadala (che sta dando una impronta militare più che civile) dei sistemi di comando (prodotti SelexEX) e controllo e per alcune componenti della sensoristica (sempre attraverso SelexES), per il nuovo velivolo a pilotaggio remoto Piaggio Aero P.1HH “HammerHead” Unmanned Aerial Systems (UAS). Finmeccanica produce anche il mid-size Falco (SelexES) che sarà usato come piattaforma da AVIO AERO (GE Aviation) per lo sviluppo di un propulsore elettrico destinato agli UAV e il piccolo Sky-Y (Alenia). Per quanto riguarda i Reaper americani, l'Italia ha ricevuto il via libera alla possibilità di armarli con i missili Hellfire della Lockheed Martin, bombe a guida laser e altri sistemi d'arma.. Diminuiscono le speranze di costruire il velivolo senza pilota EuroMale. http://www.dassault-aviation.com/en/dassault-aviation/press/press-kits/european-male-drone-development-airbus-finmeccanica-and-dassault-aviation-welcome-the-signature-of-the-trinational-declaration-of-intent-by-germany-italy-and-france/ Partecipa con la Selex Es ad Alliance Ground Surveillance, sistema aereo composto da droni per la sorveglianza del territorio promosso dalla NATO.
La riorganizzazione del Settore Elettronica difesa e sistemi di sicurezza è stata caratterizza per l’indirizzo prettamente militare, inserendosi in un mercato dove Northrop Grumman e Raytheon dispongono delle maggiori capacità e conoscenze. Inoltre qui sono state collocate Oto Melara e Wass. L’interesse di Moretti è comunque colto verso la ciber-security: “Per Finmeccanica è una priorità. E' l'avvenire”. Il tutto nell'ottica, ovviamente, di una guerra cibernetica. E dove annunciare la nuova “strategia militare” di Moretti se non la Camera dei Deputati, e con Israele? “Le sfide della sicurezza cibernetica da una prospettiva italiana ed israeliana" - Delegazione NATO, martedì incontro alla Camera” http://webtv.camera.it/archivio?id=8378&position=0
Ssecurity and information systems division di Selex ES è la divisione di cui è responsabile Andrea Biraghi. Finmeccanica ha due centri cyber, uno a Chieti e l'altro nel Regno Unito http://www.selex-es.com/it/-/focus-on-mms , “ma vuole incrementare la propria presenza, anche attraverso uno
scambio più intenso con Israele, uno dei leader del settore cyber assieme agli Usa. Abbiamo operato investimenti interessanti in startup israeliane e non è escluso che ne faremo di altri. Apprezziamo il modello israeliano in questo comparto, sia nel settore della difesa, sia in quello civile. Si tratta di una best practice a cui guardiamo con grande interesse”.
Dagli accordi concertati fra Selex Es e sindacati era previsto che rimanessero 16 siti attivi dei 27 iniziali. Leggendo il comunicato sindacale “Piano Selex Es 2013-2017: Quali impatti dal pianoFinmeccanica? http://www.fiom-cgil.it/web/attachments/article/1641/15_02_13-Selex_ES.pdf , si capisce che del periodo bulimico fatto di acquisizioni e fusioni, programmi e stabilimenti aperti e poi chiusi, lavoratori assunti e poi licenziati, rimane solo la continua richiesta alla politica di sovvenzionamenti in assenza di una sintesi industriale.
“Ci sono rivoluzioni in atto, come quella delle stampanti 3D che riducono il valore generale della manifattura”. Questa stravagante affermazione dovrebbe significare che la manifattura sarà sempre più digitale, che dovrebbe fare riferimento a nuovi standard di proprietà intellettuale come l’open source, e che i nuovi software saranno sempre più semplici da usare. Per quanto riguarda la tecnologia dual-use che caratterizza la produzione di Selex Es, una attenzione particolare dovrebbe essere rivota alla sua applicazione alle condizioni legate all'ambiente. La militarizzazione, attraverso la proprietà Finmeccanica, dovrebbe farci ricordare che un tale approccio alle emergenze climatiche costituisce di per sé una minaccia per la giustizia ambientale. http://www.ilgiornale.it/news/politica/1186371.html Diversa è la padronanza pubblica dello sviluppo e adozione di tecnologie che possono svolgere un ruolo chiave nella realizzazione di obiettivi relativi ai cambiamenti climatici. La detenzione di questo tema riflette la relazione di potere esistente fra aziende belliche e governi per afferrare ancora più risorse pubbliche.
Per quanto riguarda il settore spazio e comunicazione, uno degli obiettivi strategici di Thales Alenia Space e Telespazio è l'evoluzione delle capacità industriali, ma anche qui, qual è il piano industriale?
Non si può certamente fare riferimento alle esternazioni volanti di Moretti "L'Italia ha frantumato il campo della ricerca: tra 10 anni saremo morti. Non possiamo frantumare il tessuto della Ricerca e Sviluppo in Italia in mille rivoli: è una follia. Abbiamo sbrandellato il sistema universitario, non abbiamo più massa critica da nessuna parte e ci confrontiamo con gente che ha massa critica enorme. E noi siamo lì a balbettare". Il vero 'intento di Moretti, in perfetta simbiosi con Matteo Renzi, è quello di continuare a drenare denaro pubblico a favore dei programmi di Finmeccanica da una parte, e dall’altra centralizzare in mano ad una élite la direzione e la gestione della ricerca e sviluppo. “C'è bisogno di ricostruire un network anche di pochi centri in grado di reggere una ricerca vera, non rimaneggiare le fotocopie delle università americane. Questa è una follia italiana e se non l'affrontiamo saremo devastati".
Il 2 novembre, non a caso, viene annunciata la nascita a Genova del primo hub italiano per l'innovazione. E sempre non per caso, il centro nasce grazie ad una collaborazione tra Confindustria del capoluogo ligure, Fondazione R&I (ricerca e imprenditorialità) della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e l'università di Genova. Il progetto vede coinvolti direttamente Intesa Sanpaolo, Finmeccanica, Telecom Italia e Iit Genova. http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-11-02/nasce-genova-primo-hub-italiano-l-innovazione-120925.shtml?uuid=ACUgWoRB
Mauro Moretti decanta (bontà sua) che “Innovazione e tecnologia sono nel DNA di Finmeccanica. Nel 2014 abbiamo investito in Ricerca e Sviluppo più di 1 miliardo e mezzo di euro, convinti che siano fattori chiave di competitività e che lo scambio continuo con il mondo della ricerca e quello accademico consenta il trasferimento di esperienze, risposte e requisiti sempre più sfidanti. Il ruolo della grande industria in questo sistema è duplice: da una parte crea la domanda di nuove tecnologie e di innovazione, stimolando la crescita di competenze del tessuto industriale, dall’altra si propone come partner per enti di ricerca, università e start-up, offrendo uno sbocco alle soluzioni originali”.
Se pensiamo ai finanziamenti che ogni Stato assegna alle grandi industrie si può dedurre che le stesse operano in un regime di semi-monopolio. Dalle parole di Moretti emerge per giunta che la ricerca finalizzata in questi settori prosciuga non solo denaro pubblico, ma assorbe le idee che provengono dal settore civile. Lo studio “Il contributo di Finmeccanica all’Italia” pubblicato da Prometeia e Oxford Economics chiarisce meglio le modalità adottate per favorire la produzione di Finmeccanica ”La rilevanza strategica dell’investimento nell’attività innovativa di Finmeccanica e la ricaduta positiva sulla competitività del sistema economico italiano nel suo complesso motivano il sostegno finanziario da parte delle autorità pubbliche italiane per circa il 30% della spesa totale in R&S di Finmeccanica. Poco più del 48% dei finanziamenti provengono inoltre dall’Unione Europea e dai clienti, in ragione della partecipazione a programmi internazionali (es. European Defence Agency) e dell’elevato grado di attrattività nei confronti della clientela internazionale”.
Il documento “Il sistema industriale della difesa per il sistema Paese” redatto da Prometeia è stato presentato in un convegno (era invitata anche il ministro della difesa Pinotti “senza un’industria della Difesa senza potersi garantire una certa produzione, una certa capacità, noi non potremmo parlare di Difesa”) per illustrare l'analisi e le valutazioni del contribuito all’economia del Paese derivato dalle principali imprese del comparto difesa e sicurezza. E' un modo per sponsorizzare Finmeccanica in assenza di una seria comparazione con lo stato di abbandono della ricerca pubblica in Italia. E’ indicativo che in questi studi non si affronti mai quale sia il ritorno, per tutti i cittadini, delle spese in armamenti considerando che l'occupazione diminuisce e i conflitti armati aumentano.
Sono passati anni da quando i lavoratori dell’industria bellica lottavano nelle fabbriche per chiedere una riconversione. Da allora non è cambiato solo il mondo del lavoro, ma la geografia del mondo. Nell’ultimo appello prima che vi fosse l’attacco alle Torri Gemelle, si riportava una frase:
“Non è più possibile separare i confini di un'alleanza militare da quelli dell'integrazione economica". (Regan in occasione dell'invasione di Grenada) http://www.peacelink.it/disarmo/a/1132.html
Oggi all’interno di queste fabbriche sono rimasti in pochi ad avere un punto di vista critico nei confronti della produzione militare, e sono lavoratori che hanno scelto di stare con i sindacati di base. Incredibilmente i sindacati confederali si mostrano concordi con la svolta decisamente militarista della attuale, ennesima ristrutturazione in concomitanza di un peggioramento dei diritti dei lavoratori e dei loro salari.
Se FIM e UILM non hanno avuto problemi a sottoscrivere l’intera strategia di Moretti http://www.fim-cisl.it/2015/11/20/finmeccanica-fim-e-uilm-ok-alla-nuova-finmeccanica-one-company/ , la FIOM punta a difendere un minimo di dignità http://www.fiom-cgil.it/web/aziende/grandi-gruppi/gruppo-finmeccanica/comunicati-e-volantini/2693-finmeccanica-art-47-fissato-nuovo-incontro-il-24-novembre Lasciano invece perplessi dichiarazioni di questo tipo: “L'opera dell'attuale amministratore delegato di Finmeccanica, Mauro Moretti, di risanamento del gruppo è meritoria, ma serve un aumento di capitale per lo sviluppo e nuove alleanze” https://it.finance.yahoo.com/notizie/finmeccanica-fiom-aumento-capitale-per-sviluppo-e-alleanze-114327856.html
Finmeccanica è una macchina da guerra: bisogna invece difendere la società.
Alcune proposte sono semplici e possibili, sapendo che non risolvono l’enorme problema della produzione bellica.
1 Chiedere al governo di fare come deciso in Canada: Eliminare il programma F-35
1) Sempre in Canada il ministro dell’Economia ha annunciato di aver costituito una nuova società con Bombardier per attuare programma Cseries. http://business.financialpost.com/investing/global-investor/bombardier-inc-to-get-1-billion-from-quebec-government-to-rescue-troubled-cseries
L'operazione che il governo potrebbe avviare con Finmeccanica seguirebbe un percorso più semplice in quanto il gruppo è a partecipazione statale. Il governo potrebbe prevedere che il settore Elettronica difesa e sicurezza sia reindirizzato verso programmi di ricerca e sviluppo dedicati al miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente
2) Il settore Aeronautica scisso in due divisioni rischia di impedire una maggiore diversificazione produttiva. E’ un pericolo per la sopravvivenza della divisione aerostrutture. Si potrebbe individuare per il settore unificato aeronautico insieme a quello elicotteristico una nuova ricollocazione societaria o, diversamente, lasciarlo a Finmeccanica come unica linea di produzione.
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