Sul palcoscenico della NATO il narcisismo stizzoso di Trump rianima una l’Alleanza moribonda. Il complesso militare-industriale ringrazia, l’Europa divisa si inchina e l’Italia applaude
Il racconto delle due giornate del vertice fatto dai vari quotidiani internazionali ci riporta un clima caratterizzato dagli sbalzi di umore di un Presidente che bacchetta gli alleati considerati dei “parassiti” mentre omaggia i sovranisti che mostrano la propria ostilità contro l’Unione Europea: "Mi piacciono i paesi europei. Io sono un prodotto dell'Unione Europa. Ritengo che quello che è accaduto all'Europa è un peccato. State perdendo la vostra cultura. L'ondata di immigrati sta cambiando l'Europa in peggio". Attacca Theresa May per la linea morbida seguita con il divorzio dalla UE: “Niente accordo commerciale con gli USA se Londra resta troppo legata a Bruxelles”. Con Trump lo stato-nazione si sta riaffermando come il principale veicolo della vita politica ma, come scrivono alcuni commentatori di StratFor, l’altra CIA privata, un conto è promuovere movimenti euroscettici di estrema destra contro la burocrazia di Bruxelles, altro è giocare con le rivalità interne all’Europa. Trump non è capace e non vuole mantenere quegli equilibri di potere che sono essenziali per gestire la crescente competizione con la Russia e la Cina. Con il riarmo della NATO e le divisioni sempre più esplosive, il rischio di un conflitto su larga scala aumenta.
Le giornate di mercoledì e giovedì 11-12 luglio: Il presidente americano era arrivato furioso a Bruxelles dopo aver scritto una serie di lettere ai leader dell'Alleanza, fra cui l’Italia, accusandoli di non spendere abbastanza per la difesa: "La pazienza degli Stati Uniti sta per finire. È sempre più difficile giustificare agli americani il perché alcuni Paesi non condividono il peso della sicurezza nella Nato, mentre i soldati americani continuano a sacrificare le loro vite all'estero o a tornare a casa gravemente feriti". A quel punto il Segretario Generale della NATO si è visto costretto trasformare la sessione plenaria in una sessione ristretta costringendo ucraini, georgiani e il presidente Juncker presenti ad uscire dalla stanza. L’attacco all’Europa, e in particolare alla Germania della Merkel, è servito a Trump non solo per mettere in discussione la spesa per la difesa della NATO, ma per cercare di modificare a suo vantaggio lo squilibrio commerciale tra Europa e Stati Uniti: "La Germania è totalmente controllata dalla Russia perché riceverà dal 60 al 70% della sua energia dalla Russia e da un nuovo oleodotto". A Stoltenberg, che nel suo discorso faceva riferimento alle due guerre mondiali per unire i paesi della NATO, ribatte: "Avete un paese come la Polonia che non accetterà il gas russo, così come altri paesi. Per quanto mi riguarda penso che la Germania sia prigioniera della Russia perché trae molta energia dalla Russia ". Nella conferenza stampa conclusiva di Trump i giornalisti vengono fermati dalla security: "L'immigrazione è un tema sensibile. Guardate in Italia: Giuseppe ha vinto le elezioni perché ha fatto una politica forte sull'immigrazione". Chi, fuori dalle stanze del vertice, aveva sperato che queste due giornate siglassero l’inizio di una fine irreversibile della NATO si è dovuto ricredere: "Minacciare di uscire dalla Nato? Non è più necessario. Credo nella Nato. Tutti gli Stati membri hanno concordato di aumentare le spese per la difesa a livelli mai visti prima”.
Non poteva finire diversamente. Molto prima dello show di Trump, John Bolton, Consigliere per la sicurezza nazionale, aveva studiato e approvato tutti i documenti del vertice perché tutto è molto orientato nel senso americano. Tuttavia la politica trumpiana di sfida alle istituzioni multilaterali, al sistema regolamentato e alle alleanze (spesso indicate come zavorra) preferendogli quella dei negoziati bilaterali, non si può permettere di arrivare a chiudere con la NATO. La NATO serve agli Stati Uniti per svolgere un ruolo centrale su due fronti separati: concorrenza economica tra Usa e Cina da una parte, e battaglia geopolitica tra Usa e Russia in Medio Oriente e sul fianco orientale della Nato dall’altra. Nel documento “EUROPEAN DETERRENCE INITIATIVE“, stilato dal Dipartimento della Difesa, l’Amministrazione americana conferma e rafforza gli impegni presi sull’aumento della presenza militare americana in Europa, al fine di prevenire un eventuale colpo di mano di Mosca ai danni dei Paesi del fianco orientale Nato. L’investimento americano è salito da 3,4 miliardi di dollari nel 2017 a 4,8 miliardi nel 2018, e aumenterà a 6,5 nel 2019. https://comptroller.defense.gov/Portals/45/Documents/defbudget/fy2019/fy2019_EDI_JBook.pdf
Infatti, pur considerando gli investimenti di difesa sbilanciati, gli Stati Uniti traggono enormi benefici dalla sua posizione centrale nella NATO. Anche la Germania, per sua posizione geografica in Europa, è di fondamentale importanza per gli interessi di sicurezza degli Stati Uniti. Negli ultimi vent'anni gli Stati Uniti hanno fatto molto affidamento sulle basi e sulle relative infrastrutture tedesche per perseguire le sue operazioni ad est, di controterrorismo in Medio Oriente, Africa e oltre. Piuttosto l’obiettivo dell’impegno ad aumentare la spesa militare al 2% è generico finché gli stati membri della NATO, anche se alleati, non condividono lo stesso scopo, obiettivi o priorità di sicurezza. I membri della NATO sul fianco orientale dell'alleanza vedono la Russia come un nemico (Polonia e gli stati baltici) sono più vicini agli Stati Uniti, la Polonia intende addirittura sostenere la maggior parte delle spese di una base permanente degli Stati Uniti. L'Italia si è focalizzata sul vuoto di potere in Libia e sul flusso migratorio nel Mediterraneo. La Francia, coinvolta in varie missioni di sicurezza in Africa e nel Medio Oriente, pensa a rafforzare le sue capacità di proiezione di potenza e la Germania a tornare ad avere un potente esercito tedesco.
Tutti i paesi europei hanno comunque accettato di avere come padrone gli Stati Uniti d’America sulla difesa e dunque vogliono una NATO più forte. Merkel ha dichiarato che "Ci aiutiamo reciprocamente in quest'alleanza e vogliamo che sia ancora così in futuro. In questa riunione abbiamo riconosciuto e ribadito che la difesa deve essere migliorata, devono essere aumentate le spese e ci vuole una mobilità più veloce in futuro". Invece a proposito del rapporto con gli Usa sul commercio risponde che il tema del commercio e quello della sicurezza devono essere separati. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha ricordato che il suo governo, sebbene spenda per la difesa appena lo 0,93 per cento del Pil a fronte del 2 accordato, è pronto a partecipare a nuove missioni dell’Alleanza. La Spagna sarà a capo di un'operazione di assistenza in Tunisia e ha offerto la base strategica di Cadice per dirigere un’eventuale evacuazione del personale Onu dalla Libia. Entrambe le operazioni, così come la missione di assistenza in Giordania, saranno coordinate dal nuovo Hub regionale del sud della Nato, a Napoli. Sanchez si ritiene soddisfatto della rinnovata attenzione dell’Alleanza Atlantica ai paesi meridionali e ha dichiarato alla stampa di comprendere le richieste del presidente Usa di esigere più investimenti nella difesa, ma ha insistito sul fatto che sia giusto considerare anche altri fattori come la messa a disposizione di competenze militari e il contributo fisico alle missioni. Macron ridimensiona la cifra di 33 miliardi evocata dal presidente Usa come fosse un successo di Trump, perché corrisponde all'aumento di spesa che è già parte della strategia per centrare il target del 2% del Pil: “Tutti si sono impegnati sulla traiettoria già concordata". Il premier italiano Conte ha furbescamente ricordato che "L'Italia ha ereditato degli impegni di spesa per quanto riguarda il contributo alla Nato che noi non abbiamo alterato. Quindi non c'è nessuna spesa aggiuntiva. Come sapete c'è un piano varato in Galles nel 2014, su tre livelli: non solo il contributo economico, ma anche il contributo in termini di interventi e partecipazione alle missioni. L'Italia partecipa a missioni strategiche che puntiamo a valorizzare". Inoltre ci tiene ad annunciare che il suo piano sulla Libia, per arginare l’influenza di Macron, punta ad avere un ruolo chiave nel processo di stabilizzazione politica del Paese. Ci sarà un vertice a Roma con l’Italia protagonista da tenere nel prossimo autunno in Italia. Come quella di Parigi, ma più di quella di Parigi perché Roma punta a coinvolgere anche gli Stati Uniti.
Quanto costa la Nato e chi la paga https://www.agi.it/video/quanto_costa_la_nato_e_chi_la_paga_spiegato_in_90_secondi-4142882/video/2018-07-11/
Perché Conte non ha raccontato tutto? La cifra del 2% è un requisito che si applica specificamente alle spese militari nazionali di ciascun paese NATO. Ma tutti gli stati membri pagano anche contributi diretti per finanziare i requisiti della NATO. Come gli altri alleati, l’Italia non ha solo confermato l’impegno del 2% ma anche il 20% di tale budget ai maggiori equipaggiamenti (parametro rispettato da tempo).
Tant’è che durante il vertice 16 alleati della NATO, fra cui l’Italia, più 3 partner, hanno deciso di acquistare nuove munizioni di terra: Sotto la guida del Belgio, i Ministri della Difesa di 16 alleati e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia hanno firmato un Memorandum d'intesa (MOU) sulla cooperazione multinazionale per la fornitura di munizioni decise per la battaglia terrestre (LBDM). I ministri della Difesa di Austria e Finlandia firmeranno anche il MOU immediatamente dopo il Vertice della NATO. https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_156841.htm
Non solo: Sette alleati della NATO hanno firmato una lettera di intenti sulla cooperazione multinazionale per la fornitura di munizioni per la battaglia marittima (MBDM). Il piano sottoscritto da Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Spagna copre una vasta gamma di tipi di munizioni, inclusi missili terra-aria e superficie-superficie, siluri e cannoni. https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_156837.htm?selectedLocale=en
E’ chiaro che più che proteggere gli alleati, Trump vuole proteggere l’economia degli Stati Uniti. Non solo gli alleati devono contribuire ad alimentare quel grottesco complesso militare-industriale americano che spende 10,000 dollari per i coprisedili del WC https://www.rt.com/usa/432816-trump-nato-pentagon-budget/ e miliardi in armamenti, ma devono comprare il suo gas liquido e favorire il Southern Gas Corridor in Azerbaijan e Turchia per portare il gas del Caspio in Europa e in Puglia entro il 2020, come scrive Alberto Negri in “Vertice Nato. Il gas fa esplodere le contraddizioni Usa-Europa” https://ilmanifesto.it/vertice-nato-il-gas-fa-esplodere-le-contraddizioni-usa-europa/ In un articolo precedente il giornalista aveva scritto che “Invece di protestare perché gli Usa chiedono un aumento delle spese militari per contribuire all’Alleanza, secondo Trump dovremmo ringraziare Washington per averci portato in casa le guerre più devastanti di questo inizio millennio, a partire dall’Iraq nel 2003, per proseguire con la Siria e la Libia nel 2011, dove per la verità hanno cominciato i francesi e fu poi la Nato a prendersi carico dei raid contro il Colonnello Gheddafi” https://www.linkiesta.it/it/article/2018/07/11/lirresistibile-declino-della-nato-che-fa-litigare-trump-e-leuropa-ma-c/38765/
Al termine del vertice Jens Stoltenberg ha elencato le decisioni prese “Dopo anni di declino, quando gli alleati tagliavano miliardi… Ora, la tendenza è finita. Infatti, da quando il presidente Trump è entrato in carica, gli alleati europei e il Canada hanno aggiunto altri 41 miliardi di dollari alle loro spese per la difesa”. Abbiamo concordato una Readiness Initiative - i "Quattro Trenta". Entro il 2020 avremo: 30 battaglioni meccanizzati; 30 squadroni aerei; 30 navi da combattimento. Pronti per l'uso entro 30 giorni o meno. Abbiamo concordato un importante aggiornamento della struttura di comando della NATO. Con oltre 1.200 nuovi membri. E nuovi comandi per l'Atlantico - a Norfolk, in Virginia; per supporto e logistica - a Ulm, in Germania; abbiamo dichiarato pienamente operativo il nostro Hub per il Sud [Napoli] Ci aiuterà a rispondere in modo più efficace alle sfide regionali. Nell’elenco si fa riferimento alla decisione di continuare ad espandersi verso Est invitando Macedonia. Ucraina e Georgia ad aderire all’alleanza anti-russa e si riafferma l’espansione dell’arsenale nucleare “Finché esistono armi nucleari, la NATO rimarrà una alleanza nucleare. Le forze strategiche dell’Alleanza, in particolare quelle degli Stati Uniti, sono la massima garanzia della sicurezza degli alleati”. La NATO va avanti nonostante i disaccordi che si vedono sul commercio, sui cambiamenti climatici o sull'accordo nucleare iraniano. https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_156733.htm
Nella giornata del 10 luglio l’Europa si è impegnata a Bruxelles di sottoscrivere la “Dichiarazione congiunta sulla cooperazione UE-NATO” in cui si colgono “favorevolmente gli sforzi dell'UE in materia di sicurezza e difesa, che sono complementari e non un'alternativa alla NATO. Dobbiamo ... assicurare il massimo coinvolgimento possibile degli alleati non UE nella nostra cooperazione ed evitare di creare nuove barriere” https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_156759.htm e a Londra di portare avanti il processo di Berlino, cioè l’iniziativa lanciata nel 2014 dal cancelliere tedesco Angela Merkel per rilanciare il percorso di integrazione europea dei Balcani occidentali (Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom), Albania e Kosovo) http://europa.eu/rapid/press-release_IP-18-4396_it.pdf
Il rapporto privilegiato del governo Lega-M5S con Trump e quello conflittuale con l’Unione Europea
Venerdì 13 Trump è volato a Londra per incontrare la premier Teresa May: “Una volta concluso il processo della Brexit, gli Usa finalizzeranno un accordo commerciale con la Gran Bretagna. Sosteniamo la decisione del popolo britannico all’autodeterminazione. Un Regno Unito indipendente come gli Stati Uniti è una benedizione per il mondo”. Il giorno prima Paolo Alli, Presidente dell'Assemblea parlamentare della NATO, aveva detto che "La politica degli annunci è ciò che unifica Trump, [Vladimir] Putin e [l'italiano Matteo] Salvini, che ama apparire molto forte sui social media e più in generale per rispondere allo stomaco della gente". Trump si trova a suo agio con chi condivide la sua visione del mondo fortemente nazionalista, opposta all'immigrazione, al multiculturalismo e culturalmente conservatrice su una serie di questioni sociali. Al vertice disastroso del G7 Trump aveva elogiato il premier Conte dopo che entrambi avevano chiesto il ritorno della Russia nel G8: "Il nuovo presidente del Consiglio italiano è eccezionale, sembra che quelli forti sull'immigrazione prevalgano adesso”.
Il governo euroscettico Lega-M5S, in quanto sovranista dovrebbe impegnarsi a perseguire i cosiddetti interessi nazionali, eppure continuerà a mantenere il contingente di 900 uomini (forse diverranno 700 come voleva Gentiloni) nelle basi afghane di Herat e Kabul (altri si sono ritirati), in Libano nel contesto Onu e in altre missioni Nato dal Kosovo all’air policing nei Paesi baltici, manterranno le batterie di missili in Turchia e a mettere a disposizione le basi di Aviano e Sigonella dal quale partono i droni americani per la Libia. Il 26 giugno il ministro Trenta ha ricevuto il Consigliere per la Sicurezza Nazionale USA Bolton a Roma https://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/ministro-trenta-riceve-consigliere-sicurezza-nazionale-usa-bolton.aspx Nell’incontro si è discusso della presenza dei militari italiani in Afghanistan, il rispetto del contratto sugli F-35, di un aiuto americano affinché l’Italia abbia un ruolo nella stabilizzazione della Libia e della missione in Niger. In un articolo apparso su Defense News , il ministro racconta che volerà in Libia per incontrare il generale di Bengasi Khalifa Haftar. Il generale della Libia dell’est aveva minacciato l’Italia dopo la notizia di una possibile missione militare italiana nel sud del paese in concomitanza con l’incontro del ministro dell’Interno Matteo Salvini eil vicepremier di Tripoli Ahmed Maitig a Roma. Nell’incontro gli ha proposto centri di accoglienza da costruire nel sud della Libia (rifiutati dalla Libia) e aiuti “tecnici ed economici” per mettere Tripoli nelle condizioni di controllare il flussi migratori. Inoltre ritiene che debba essere tolto l'embargo alla Libia “perché i trafficanti di esseri umani e di armi si disinteressano dell'embargo”. http://www.ilgiornale.it/news/mondo/libia-brucia-ancora-tricolore-loffensiva-haftar-contro-1551310.html
Alla presentazione del libro “La sovranità appartiene al popolo o allo spread?” di Antonio Maria Rinaldi, economista favorevole all’uscita dell’Italia dall’euro, avvenuta presso l’aula dei gruppi parlamentari alla Camera https://www.radioradicale.it/scheda/546020/presentazione-del-libro-di-antonio-maria-rinaldi-e-gli-autori-di-scenari-economiciit è intervenuto anche Vincenzo Scotti, presidente della Fondazione Link Campus University of Malta, Università da cui proviene anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. a stessa Università in cui Angelo Tofalo, sottosegretario difesa (M5S, ha conseguito un Master in Intelligence e Sicurezza. Nel febbraio 2017 Tofalo è stato convocato dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Catello Maresca, come persona informata dei fatti nell’ambito dell’inchiesta sul traffico internazionale di armi. Si tratta di una inchiesta su un traffico di armi con la Libia e l'Iran, due paesi sottoposti a embargo dalla Comunità europea. https://www.ilpost.it/2017/02/28/m5s-libia-traffico-armi/
Il sottosegretario ha rilasciato una intervista, nei suoi contenuti preoccupante, nella redazione di Fanpage indicando i punti principali cui sarà dedicata l’azione del governo: sulla questione dei caccia F-35 ha detto che c’è un rischio sanzioni perciò non si può tagliare la spesa su F-35” (stessa affermazione falsa ripetuta anche dal ministro Trenta), poi sui cosiddetti contractors che "Bisogna fare una legge che regolamenti il settore in Italia" e infine che è favorevole alla possibilità di blocco navale per controllare i flussi migratori. La Fondazione Link Campus University of Malta è socia di Sudgest AID venuta alla ribalta per essere una società procacciatrice di contractor. "Il contractori Spinelli: Sì, sono il contractor della società ingaggiata nel 2012 dalla SudGest Aid per un progetto in Libia. Sì, tra i manager di SudGest c'era Elisabetta Trenta” (La Repubblica, 3 giugno 2018). https://www.youtube.com/watch?v=yu4jzSnqGUY
Durante il workshop di giugno “Iniziative Europee per la Difesa: Una opportunità per il sistema Paese”, il Sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo ha dichiarato “L'Italia punta ad arrivare tra i Paesi collocati nella prima fascia relativamente al settore della Difesa e da qui a qualche anno sono certo potremo dire la nostra ed affermarci tra i grandi Paesi ai tavoli europei e della Nato. Ci sono tutti i presupposti per farlo. Se uomini e donne tra civili e militari riusciranno ad armonizzarsi, saremo in grado di parlare con un’unica forte voce. Abbiamo tutte le carte in regola per raggiungere certi livelli e poi provarli a superare per non essere secondi ai nostri principali competitor come Francia e Germania”. http://www.aiad.it/it/news.wp;jsessionid=4F7A07AF91BD9173F7220F58419FA02A?contentId=NEW16036
Dunque questo governo non vuole solo cambiare la politica estera troppo sbilanciata verso una visione europeista (parzialmente mitigata dal ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Moavero Milanesi https://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/interviste/2018/07/moavero-web-tax-europea-per-i-migranti-la-stampa.html ), ma tenta di proporsi come credibile interlocutore per gli Stati Uniti in ambito NATO per rafforzare il ruolo dell’Italia presso le istituzioni europee, e rafforzare l’industria della difesa italiana con base negli USA sempre nell’ottica di un braccio di ferro nell’ambito dei progetti e finanziamenti europei per la difesa.
Il ministro Trenta in tutte le occasioni a cui partecipa, come la riunione dei Ministri della Difesa della NATO e il Consiglio dell’Unione europea in Lussemburgo, ribadisce che sosterrà tutti i progetti per una Difesa europea, ma solo se complementare alla Nato. Fedele alla linea del governo insiste sulla la necessità di irrobustire la sicurezza di tutta l'Europa in particolare alla sponda Sud: “L’Unione europea deve diventare un produttore di sicurezza a livello globale; per farlo, deve rafforzare la sua cooperazione con la Nato e con tutte le altre organizzazioni internazionali”. Esprime forte soddisfazione verso l'implementazione dei corridoi della componente Trans-European Network-Transportation, la “mobilità militare”, che ha l’obiettivo di agevolare i trasferimenti di uomini e mezzi attraverso i confini europei: “La lotta al terrorismo per l’Ue deve essere un tema prioritario, ecco perché vorrei ribadire il ruolo cardine che il Nato Regional Hub for the South può svolgere nel coordinamento di tutte le iniziative inerenti il partenariato”. L’Hub della Nato di Napoli, che al Summit è stata data la piena capacità operativa, dovrebbe infatti diventare un punto di contatto tra l’Europa e l’Alleanza Atlantica per le minacce che arrivano dal sud. Il vertice europeo ha adottato le regole per la governance della cooperazione strutturata permanente (Pesco) e abbracciato le iniziative lanciate dalla Commissione tra cui il Fondo per la difesa (Edf) che dovrebbe dotarsi di ben 13 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. I tre pilastri della “EU Global Strategy” rimangono in piedi: piano di implementazione per la sicurezza e difesa, piano d’azione della difesa europea e dichiarazione congiunta NATO-UE. Per il ministro, data la preparazione su cui ha fondato la sua carriera, rimane importante un approccio “whole of government” sulle minacce ibride, cioè in un'ottica estesa a tutta l'amministrazione secondo la strategia integrata civile-militare. http://www.consilium.europa.eu/it/policies/defence-security/
Coerente con la linea atlantista, e di scontro con la Francia, il ministro Trenta non ha aderito al progetto di Parigi sulla difesa UE per la creazione di una forza militare di intervento denominata European Intervention Initiative. https://www.delorsinstitut.de/en/all-publications/the-european-intervention-initiative-a-look-behind-the-scenes/ I paesi che hanno aderito sono nove: Francia, Germania, Olanda, Belgio, Danimarca, Estonia, Spagna, Portogallo e Regno Unito. Questa nuova componente militare, formalmente indipendente dalla UE (e alla PESCO), ha permesso a paesi come Regno Unito dopo-Brexit e Danimarca, che non partecipa alla politica militare UE, di rimanere legate all’Europa della difesa (al di là dei legami bilaterali). L’iniziativa riguarda “la pianificazione congiunta su scenari di crisi che potrebbero minacciare la sicurezza europea” anche oltre l’aspetto militare. La futura adesione di Finlandia e Norvegia viene considerata fattibile. Vi sarà un coordinamento regolare a livello di comando militare che non mira a creare formazioni di truppe ma a creare una unica “cultura strategica”. Fra gli avversari di questa iniziativa vi sono coloro che non credono ad una autonomia europea nel campo della difesa e sicurezza, che vogliono che la sicurezza europea rimanga fortemente basata sulla Nato o, semplicemente, esprimono una dura avversione contro la Francia e alla sua aspirazione alla grandezza. Ma è probabile che c’entri anche un sentimento di rivalsa sui casi di Fincantieri, le incursioni per comprarsi gioielli industriali e bancari, la questione del Niger che rimane ancora ambigua e che non riguarda solo il controllo del flusso migratorio ma anche le miniere di uranio, infine il petrolio in Libia.
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