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Intanto aumenta la fabbrica di bombe Rwm

Armi italiane all'Arabia Saudita, il governo non cambia rotta

Nessuna decisione è stata presa dal Ministero degli Esteri dopo due mesi dalla richiesta del ministro della Difesa di rivedere il commercio di armi con l'Arabia Saudita
18 novembre 2018

Il ministro della Difesa della Difesa Elisabetta Trenta aveva dichiarato su Facebook due mesi fa di aver inviato un sollecito al ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi per verificare eventuali irregolarità nelle esportazioni di armamenti verso l'Arabia Saudita che usa armi italiane per fare la guerra in Yemen: "Se si configurasse una violazione della legge 185 del 1990, dovremmo interrompere subito l’export e far decadere i contratti in essere".

Il M5s aveva accusato in passato il PD di violare la legge 185/90 che vieta il trasferimento di armi a nazioni in guerra e che violano i diritti umani.

Ad agosto avevano generato impressione e indignazione le immagini di un attacco saudita in Yemen, che aveva fatto strage di bambini.

Dopo due mesi tutto tace. Tranne il sottosegretario agli esteri della Lega, Guglielmo Picchi, che ha stoppato subito la questione: di bloccare l'export di armi all'Arabia Saudita non se ne parla proprio.  L'esportazione italiana di armi all'Arabia Saudita è regolare, "non esistono embarghi", parola del governo.

E mentre il governo, dopo aver "fatto la mossa" per acquietare gli elettori pacifisti, non cambia rotta, prosegue in Sardegna l'iter di ampliamento della fabbrica Rwm. Le cui armi finirebbero in Arabia Saudita, secondo la Fondazione Finanza Etica.

Il Sottosegretario Guglielmo Picchi a nome del Governo si dichiara che non vi sono divieti di vendita di armi italiane all'Arabia Saudita, nazione notoriamente in guerra sul territorio dello Yemen

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