Toninelli sfila ad Augusta, ma ignora le denunce sul rischio nucleare in porto
Le associazioni eco-pacificste chiedono d'interdire l'accesso e la sosta di unità navali atomiche, ma l'attuale "governo del cambiamento" preferisce trincerarsi dietro l'alibi del "segreto militare". “La materia in argomento, riguardante le tematiche di difesa nazionale, esclude ogni possibile riscontro e valutazioni di merito”, ha così riferito il Comandante della Capitaneria di Augusta, Attilio Montalto, a cui il Ministro Toninelli aveva delegato il compito di rispondere all'istanza di accesso avanzata nel mese di marzo dall'associazione PeaceLink e dal comitato di base No Muos-No Sigonella.
Dal canto suo, anche la Ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha comunicato "di non poter dare seguito alle richieste", in quanto a suo dire finalizzate a “un controllo politico sulle intenzioni del governo”. Ne consegue che, secondo la strana concezione di trasparenza propugnata dai pentastellati, le “intenzioni” dell'attuale "governo del cambiamento" non sono soggette ad alcun “controllo politico” da parte dei cittadini.
Sono lontani anni luce i tempi in cui il M5S, per bocca del deputato Gianluca Rizzo, chiedeva al governo Pd "trasparenza" su questo tema, sostenendo in Parlamento che “la presenza di sottomarini nucleari nei porti della Sicilia orientale rappresenta un rischio per il Paese e per la Sicilia in particolare, tanto più inaccettabile in quanto gli italiani si sono più volte espressi in maniera netta nel referendum sul nucleare chiedendo in sostanza di essere tenuti al riparo dai pericoli connessi all’impiego dell’energia nucleare”.
Oggi, in perfetta continuità con i governi a guida Pd, i 5 stelle di governo rifuggono dalla trasparenza e omettono di consentire l'accesso agli accordi stipulati dallo Stato italiano, in ambito Nato ed extra-Nato, per regolare l’ingresso e la sosta in acque e porti nazionali di unità navali militari straniere a propulsione nucleare, dotate di armi atomiche o trasportanti materiali radioattivi.
In violazione del diritto internazionale e interno, i porti italiani sono "chiusi" alle navi umanitarie che salvano vite in mare. In compenso si consente l'accesso a navi nucleari straniere, per di più in aree portuali SIN di crisi ambientale - come Augusta, Brindisi o Taranto - dove in ragione dell'elevata concentrazione di impianti industriali a rischio d'incidente rilevante (Rir), unita al rischio sismico, la legge imporrebbe di ridurre anziché aggiungere elementi di pericolo per le popolazioni.
Reattori nucleari e armi atomiche rappresentano una minaccia per la pace, la vita e la sicurezza delle popolazioni civili e dell’ambiente. Non lo sono invece i migranti che, in fuga dai lager libici e dalla guerra civile, attraversano il Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa. Per queste ragioni al Ministro Toninelli, oggi in visita ad Augusta, rinnoviamo la richiesta di decretare l’interdizione dell’accesso in acque interne e nei porti nazionali alle navi da guerra nucleari, aprendoli alle navi delle Ong e ai naufraghi soccorsi.
Comitato di base No Muos - No Sigonella
Associazione PeaceLink
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