Quando la politica e' sorda, non rimane che affidarsi al cielo
Sant'Efisio, facci la grazia antinucleare
Durante i festeggiamenti del primo maggio i cittadini di Cagliari invocano la protezione divina contro i rischi dei sottomarini atomici militari
3 maggio 2004
Fonte: Comitato Sardo "Gettiamo le Basi" - 03 maggio 2004
"S. Efisio, libera la Maddalena dalla Peste Nucleare". Con questa frase dipinta in sardo su un drappo azzurro, il primo maggio a Cagliari un gruppo di cittadini ha mischiato peste e corna, sacro e profano, torio e tori, tradizione e rivoluzione, folklore e reattore... Da 348 anni a Cagliari ogni primo maggio si svolge la grande festa laica e religiosa in onore di Sant'Efisio, il patrono dell'Isola che ha liberato Cagliari dall'epidemia della peste. Secondo tradizione le finestre delle abitazioni sono addobbate con i migliori drappi che le famiglie possiedono. Quest'anno qualcuno ha voluto ricordare che la peste imperversa ancora in Sardegna, una peste più subdola di quella nota nel medioevo, la PESTE NUCLEARE che condanna l'isola di La Maddalena a convivere con l'aggressiva base atomica degli Stati Uniti e l'incubo dell'olocausto nucleare. La Sagra è imponente e vede la partecipazione di quasi tutti i comuni della Sardegna in abiti tradizionali, carri a buoi (is traccas), cavallerizzi in costume, molti turisti e tanto, tanto popolo. Questa immagine documenta un episodio di devozione popolare e la perdita di credibilità delle istituzioni preposte alla tutela dell'incolumità del popolo sardo. Quando le istituzioni latitano sul rischio nucleare dei sottomarini atomici non rimane che la speranza nei miracoli e la preghiera a Sant'Efis. La foto, scattata il 1 maggio a Cagliari in piazza Yenne, e' stata diffusa in rete a cura del comitato "Gettiamo le Basi".
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