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Robot Killer: cresce il favore per la messa al bando

Preoccupazioni condivisi e il voler mantenere il controllo da parte dell’uomo, dovrebbero portare a una maggiore regolamentazione
19 agosto 2020
Redazione di Human Rights Watch
Tradotto da Fiorenza Merati per PeaceLink
Fonte: Human Rights Watch - 10 agosto 2020

Tutti le Nazioni hanno il dovere di salvare l’umanità garantendo la presenza di un significativo controllo dell’uomo sull’uso delle armi e mettendo al bando le armi completamente autonome

Ginevra. Un numero crescente di Paesi riconosce il dovere e la necessità di salvare l'umanità dalle armi totalmente autonome, così dichiara l’associazione Human Rights Watch in una relazione pubblicata oggi. Sistemi di armi, noti come Robot Killer, che individuano e attaccano obbiettivi senza alcun significativo controllo da parte dell'uomo, sono inaccettabili e devono essere vietati.

La relazione di 55 pagine “Fermare i Robot Killer: la posizione dei Paesi sulla messa al bando di armi totalmente autonome e sul mantenimento del controllo da parte dell'uomo” (in lingua inglese) riesamina la politica dei 97 Paesi che, dal 2013, hanno pubblicamente fornito dettagli sulla loro posizione nei confronti dei Robot Killer. La vasta maggioranza considera il controllo da parte dell’uomo e il relativo processo decisionale come elementi critici nell'accettabilità e nella legalità dei sistemi di armi. La maggior parte di questi Paesi ha espresso il desiderio di un nuovo accordo per mantenere il controllo dell’uomo sull'uso delle armi, tra questi 30 chiedono esplicitamente di eliminare le armi totalmente autonome.

“Eliminare il controllo dell’uomo dall’uso delle armi è oggi largamente considerata una grave minaccia per l'umanità e, come il cambiamento climatico, merita azioni urgenti e multilaterali” ha dichiarato Mary Wareham, direttrice per la difesa della divisione armi presso la Human Rights Watch e coordinatrice della Campagna per Fermare i Robot Killer. “Un accordo internazionale per la messa al bando di queste armi è il solo modo efficace per gestire la difficile sfida sollevata dall’uso delle armi totalmente autonome.”

Da quando, nel 2013, la Human Rights Watch e altre organizzazioni non governative hanno iniziato la campagna per la messa al bando dei Robot Killer, la necessità di rispondere alle preoccupazioni relative ai sistemi d’arma autonomi letali, un altro termine per definire le armi totalmente autonome, ha raggiunto una posizione prioritaria nell’agenda internazionale.

Un sempre crescente numero di politici, esperti di intelligenze artificiali, compagnie private, organizzazioni nazionali e internazionali, ma anche comuni cittadini hanno abbracciato la causa per mettere al bando le armi totalmente autonome. Il Generale António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha ripetutamente sollecitato i Paesi a proibire i sistemi di armi che possono, da soli, individuare obiettivi e attaccare esseri umani, definendo queste armi “moralmente ripugnanti e politicamente inaccettabili”.

“È assolutamente chiaro che mantenere un significativo controllo da parte dell’uomo sull’uso delle armi è un imperativo etico, una necessità legale e un obbligo morale,” ha dichiarato Wareham. “Tutti i Paesi devono rispondere urgentemente aprendo la negoziazione su un nuovo trattato internazionale di messa al bando di questo tipo di armi.”

Le Nazioni hanno partecipato agli otto convegni della CCW, Convention on Conventional Weapons (Convegno sulle Armi Convenzionali) sui sistemi d’arma autonomi letali, tenutesi dal 2014 al 2019. Austria, Brasile e Cile hanno proposto un negoziato su uno strumento legalmente vincolante per garantire un significativo controllo umano sulle funzioni critiche dei sistemi d’arma.

Tuttavia, un ridotto numero di potenze militari - in particolare Russia e Stati Uniti – ha bloccato i progressi verso la regolamentazione, in quanto stanno investendo anche pesantemente nelle applicazioni militari dell’intelligenza artificiali e nello sviluppo di sistemi d’arma autonomi aerei, terrestri e marittimi. Le decisioni del CCW vengono prese per consenso, il che permette a poche nazioni o anche a una sola di bloccare un accordo ricercato dalla maggioranza.

La pandemia di Covid-19 ha attualmente obbligato a rimandare il primo incontro del CCW del 2020 sui Robot Killer, che avrebbe dovuto tenersi nella sede delle Nazioni Unite a Ginevra il 10 agosto.

Le 30 nazioni che chiedono la messa la bando dei Robot Killer sono: Algeria, Argentina, Austria, Bolivia, Brasile, Cile, Cina (per il solo utilizzo), Columbia, Costa Rica, Cuba, Gibuti, Ecuador, El Salvador, Egitto, Ghana, Guatemala, Città del Vaticano, Iraq, Giordania, Messico, Marocco, Namibia, Nicaragua, Pakistan, Panama, Perù, Palestina, Uganda, Venezuela e Zimbabwe.

La Campagna per Fermare i Robot Killer è una coalizione di più di 160 organizzazioni non governative, distribuite in 65 Paesi, che sta lavorando per vietare preventivamente le armi totalmente autonome, e mantenere un significativo controllo umano sull'uso della forza.

“Molti Governi condividono le stesse serie preoccupazioni in merito al permettere alle macchine di uccidere esseri umani sul campo di battaglia, e il loro desiderio di mantenere il controllo dell’uomo fornisce una base solida per un’azione collettiva,” ha detto Wareham. “sebbene la pandemia abbia ritardato la diplomazia, questo dimostra l’importanza di farsi trovare preparati e di rispondere con urgenza alle minacce esistenziali per l'umanità come i Robot Killer.”

Tradotto da Fiorenza Merati, revisione di Giacomo Alessandroni per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
N.d.T.: Titolo originale: Killer Robots: Growing Support for a Ban

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