Perché la tecnologia 5G e perché piace tanto al mondo militare?
Premessa
La quinta generazione (5G) è la nuova rete di tecnologie mobili capace di aumentare la velocità di trasferimento dei dati. Sarà fino a 20 volte più veloce della rete 4G e abiliterà la rivoluzione industriale legata alla robotica e intelligenza artificiale. Questa infrastruttura, candidata a gestire l’Internet delle cose e i big data, consentirà nuove applicazioni militari e commerciali. Dalle città ai trasporti, dai servizi pubblici alle attività industriali, a differenza delle tecnologie di reti mobili diffuse sinora, 5G connetterà persone a cose e processi. Per i militari ottimizzerà l'intelligence, la sorveglianza e ricognizione, la logistica e i sistemi d’arma autonomi . La sua realizzazione in termini infrastrutturali e gestionali ha però riacceso la competizione fra Cina e USA e sollevato problemi circa la sicurezza delle reti, gli effetti sulla salute e l’ambiente, le applicazioni in ambito militare.
Mappa di copertura 5G in tutto il mondo
Dalle mappe che permettono di seguire lo stato di costruzione dei ripetitori 5G in Italia e nel mondo, e dalla recente edizione “Mobility report” di Ericsson, emerge che nel 2024 le zone con maggiore presenza di abbonamenti 5G saranno il Nord America e il Nord-Est asiatico, e a seguire l’Europa. Viene anche previsto che vi sarà un aumento di abbonamenti ai servizi che sfruttano le nuove reti fino 190 milioni entro la fine dell'anno, 2,8 miliardi entro la fine del 2025. La tecnologia Lte-4G invece supererà i 5 miliardi di sottoscrizioni nel 2022 raggiungendo il proprio apice. Inoltre si stima che nel 2026, a livello globale, saranno 1307 miliardi di dollari i ricavi strettamente legati all’ingresso della tecnologia 5G nei 10 settori industriali analizzati: manifatturiero, agricoltura, energy & utilities, public safety, healthcare, trasporto pubblico, media & entertainment, automotive, financial services, retail. Presenza 2G, 3G, 4G 5G di TIM, Wind Tre Mobile, Iliad, Vodafone Mobile in Italia https://www.nperf.com/it/map/5g Ericsson Mobility Report: https://www.ericsson.com/4a4e5d/assets/local/mobility-report/documents/2020/emr-q2-update-03092020.pdf
Geopolitica della tecnologia 5G
E’ passato poco più di un anno da quando Italia e Cina hanno firmato il Memorandum per la Nuova Via della Seta provocando un acceso dibattito interno e internazionale sulla tecnologia superveloce di diffusione e raccolta dati (5G-5Generazione). In quella occasione Washington aveva minacciato Roma di farla uscire dalla Nato, di ridurre la condivisione dell’intelligence e di smettere di usare i porti di Genova e Trieste per le forniture militari, se avesse confermato rapporti con le cinesi Huawei e ZTE. C’era voluto l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiarire che la sicurezza nazionale veniva prima di qualunque interesse commerciale per cui la futura rete mobile 5G sarebbe rimasta fuori da Memorandum. Anche il Copasir, nella sua relazione al Parlamento, aveva ribadito la necessità di equiparare l’autonomia strategica della rete e della filiera a quella di altri settori come gli armamenti. L’attivazione del Golden Power, ossia i poteri speciali per cui il governo può dettare condizioni ben precise nella procedura di acquisto di partecipazioni in settori strategici da parte di attori stranieri, mettere il veto su specifiche delibere prese dai consigli d’amministrazione delle società interessate o, in extrema ratio, imporre lo stop a un’operazione di acquisto di partecipazioni, arriverà il 5 settembre 2020. https://documenti.camera.it/_dati/leg18/lavori/documentiparlamentari/IndiceETesti/034/001/intero.pdf
La posizione degli USA veniva confermata e generalizzata nella 56° Conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera di inizio anno. Nell'appuntamento più importante sulla sicurezza internazionale si è parlato di Occidente al bivio e spaccature tra le sponde dell'Atlantico: “Nella nuova competizione tra grandi potenze occorre ritrovare unità”, ha affermato il segretario della NATO Jens Stoltenberg parlando della dipendenza dal gas russo, di Huawei e del 5G cinese. Ma se gli Stati Uniti lo vedono come strumento di spionaggio e competizione per la leadership economica e tecnologica con la Cina, gli europei non vogliono rinunciare alla propria autonomia. “Munich Security Report 2020: Westlessness” https://securityconference.org/en/publications/munich-security-report-2020/
La Commissione europea, in un incontro a Londra ha inizialmente puntato sui rischi, tra cui l'interferenza di Stati non Ue, spiegando che, a causa della sua architettura meno centralizzata, della necessità di più antenne e della aumentata dipendenza dai software, il 5G ha maggiori punti di accesso per gli attacchi: “Gli operatori sono largamente responsabili per lo sviluppo sicuro del 5G, e gli Stati membri sono responsabili della sicurezza nazionale, ma la sicurezza della rete è una questione di importanza strategica per tutta la Ue”. E’ un fatto che oggi in un momento di “trasformazione digitale” l’Europa sottostà alle varie piattaforme USA Google, Apple e Facebook, con il 5G si potrebbe passare da un mercato sovranazionale ad un sistema diffuso di tanti piccoli data center locali. https://ec.europa.eu/transparency/regdoc/rep/1/2020/IT/COM-2020-50-F1-IT-MAIN-PART-1.PDF
A fine giugno, da Bruxelles, arriva il via libera all'installazione di microantenne senza autorizzazione preventiva a patto che si rispettino i limiti di esposizione previsti nell’UE. Cioè, per il pubblico, cinquanta volte più bassi delle soglie che le evidenze scientifiche internazionali suggeriscono possano comportare conseguenze per la salute umana (molto simile a quelle attuali del 4G). Decisone necessaria perché, secondo il commissario Ue all'Industria Thierry Breton, “le reti wireless 5G rappresentano un pilastro dello sviluppo socio-economico per l'Europa in quanto consentiranno nuovi servizi nei settori della sanità e dell'assistenza, dell'energia, dei trasporti, dell'istruzione e in molti altri settori” https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/commission-adopts-implementing-regulation-pave-way-high-capacity-5g-network-infrastructure
In Italia, nel luglio 2020, viene approvato un documento dalla Commissione permanente Trasporti, Poste e Telecomunicazioni sulle “Nuove tecnologie nelle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5g ed alla gestione dei big data”, in cui si plaude ad una tecnologia che nei prossimi anni potrebbe contribuire a un innalzamento del pil pari a 80 miliardi di euro. https://webtv.camera.it/evento/16585
Ci vorrebbe più prudenza nell'enfatizzare i benefici socio- economici generati dall'introduzione del 5G. Purtroppo il World Social Report dell’ONU ci dice che le disuguaglianze nel mondo sono a livelli storicamente elevati e in crescita, e il cambiamento tecnologico, che pure dovrebbe essere un motore di crescita economica, non fa che aumentare le disuguaglianze nei salari e causare la perdita di posti di lavoro. https://www.un.org/development/desa/dspd/wp-content/uploads/sites/22/2020/02/World-Social-Report2020-FullReport.pdf
L’analisi di esperti della Deutsch Bank è ancora più catastrofica. In “The age of disorder” sostengono che la globalizzazione è morta e inizierà l'era del disordine. Tutti i promotori delle nuove tecnologie che ci raccontano come cambierà in meglio il mondo verranno smentiti. "I prossimi dieci anni dimostreranno se vale la pena aumentare esponenzialmente il valore delle aziende tecnologiche. Se innescheranno una rivoluzione tecnologica o saranno la seconda bolla di Internet”. https://www.db.com/newsroom_news/2020/the-age-of-disorder-the-new-era-for-economics-politics-and-our-way-of-life-en-11670.htm
Attualmente il 5G in Italia risulta disponibile in alcune aree limitate tra cui Milano, Torino, Brescia, Bologna, Roma, Napoli. I principali operatori telefonici in Italia sono TIM, Vodafone, WINDTRE e Iliad. Insieme a Fastweb e Open Fibre chiedono al governo uno sviluppo veloce e senza ostacoli; il rinvio dl pagamento delle rate asta; il rinnovo dei diritti d’uso delle frequenze a condizioni economiche; l’uso dei voucher per la banda ultra larga del 5G ad uso di aziende e famiglie, e un’accelerazione della migrazione dalle infrastrutture preesistenti. http://www.senato.it/Leg18/3710 Il governo ha già in parte risposto mettendo nel Decreto Semplificazioni la misura per cui i sindaci non potranno introdurre limitazioni al 5G sul territorio dei comuni https://www.corriere.it/tecnologia/20_luglio_22/5g-stop-ordinanze-sindaci-che-bloccano-nuove-antenne-0bb0ceb8-cbfa-11ea-81b7-8c245267730d.shtml40b6-5274327d9207?t=1598425947574
Raccogliendo la narrazione della crescita economica quantitativa, il governo italiano punta ad investire nella banda ultralarga, nel 5G, nel cloud e nelle competenze digitali attraverso il Recovery Plan. Come si può notare vengono accolte molte delle richieste delle imprese interessate e si prevede la creazione di una rete unica tlc. A proposito della creazione di una rete unica, l’economista Andrea Fumagalli scrive che con la creazione della nuova società AccessCo. (accordo fra Tim e Cassa Depositi Prestiti), per come sarà gestita, “il rapporto Stato-Mercato si declina così in direzione del privato”. Nulla a che fare con “il diritto alla connessione libera e gratuita”, cioè con la presa d’atto che la rete è sempre più “fattore di discriminazione non solo tecnologica (digital divide) ma anche culturale e sociale e definisce una nuova divisione del lavoro su base cognitiva, definendo nuovi processi di gerarchizzazione e di potere”. La banda unica in Italia: come si espropria un bene comune – di Andrea Fumagalli http://effimera.org/la-banda-unica-in-italia-come-si-espropria-un-bene-comune-di-andrea-fumagalli/
Considerando che le due reti infrastrutturali per l’accesso a internet (Tim e Open fiber) e ai suoi servizi sono incomplete, è evidente come interessi politici ed economici particolari siano posti al di sopra del benessere e bisogni di una popolazione. https://www.key4biz.it/recovery-fund-i-progetti-dellitalia-per-5g-ai-cashless-digitale-e-banda-ultralarga/321130/
Le imprese maggiormente interessate all’operazione 5G
Dunque lo scontro USA-CINA non è solo geopolitico ma anche economico ed industriale (compresi i brevetti) : secondo gli analisti della società di consulenza americana Gartner nel 2020 la spesa mondiale in infrastrutture di rete 5G quest'anno raddoppierà, raggiungendo gli 8,1 miliardi di dollari rispetto ai 4,1 miliardi del 2019. E a livello geografico sarà la Cina a trainare gli investimenti. https://www.gartner.com/en/newsroom/press-releases/gartner-says-worldwide-5g-network-infrastructure-spending-to-almost-double-in-2020
Sebbene ci siano molte aziende in tutto il mondo che stanno costruendo reti mobili 5G (Nokia, Samsung, Ericsson, per citarne solo tre), Huawei è un giocatore indubbiamente grande. Huawei fra l’altro è coinvolto sia nella vendita di smartphone sia nella costruzione di reti 5G in tutto il mondo. Per Trump Huawei è una minaccia alla sicurezza nazionale perché Huawei è presumibilmente impigliato nello stato cinese. Un tempo Nokia e Ericsson erano famose per i telefonini. Ora lavorano con le infrastrutture, fanno utili enormi e sono pronte a giocarsela coi colossi extraeuropei. I due giganti del nord occupano senza dubbio una posizione di primo piano: oggi controllano il 50% delle infrastrutture 5G. Negli Stati Uniti Ericsson e Nokia si sono già aggiudicate contratti per le infrastrutture 5G con Verizon e AT&T, ma è probabile un loro ampliamento del pacchetto ordini. Anche il colosso giapponese SoftBank ha accolto le richieste americane chiedendo di tagliare fuori la cinese Huawei, sua attuale fornitrice, e invitando chi fosse interessato, ad affidarsi sia alla finlandese Nokia sia alla svedese Ericsson per le tecnologie necessarie alle super-veloci reti mobili di nuova generazione. https://www.lastampa.it/tecnologia/news/2020/07/09/news/tim-huawei-esclusa-dalla-gara-per-il-5g-in-italia-e-brasile-1.39063749
Nella lista dei partecipanti alla gara di Telecom per la realizzazione delle rete 5G ci sono Cisco, Ericsson, Nokia, Mavenir e Affirmed Networks (acquisita da Microsoft) ma non la cinese Huawei. Pare però che sia esclusa dalla parte che riguarda servizi e software mentre in quella forse più importante e costosa, cioè l’installazione di antenne, Tim ha finora collaborato con Huawei nella fase sperimentale. Per quanto riguarda le infrastrutture infatti Vodafone lavora con Nokia e Huawei, Tim con Ericsson e Huawei.
Salute, ambiente e 5G
La IX Commissione della Camera nel testo “Spettro radio, 5G ed innovazione tecnologica” riporta la situazione delle gare svolte e concluse per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze per il 5G, e l’indagine operata sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni con particolare riguardo alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big data. A proposito dei rischi sulla salute e sull’ambiente si afferma:
Con riguardo ai profili legati all'inquinamento da emissioni elettromagnetiche la necessità che prosegua la ricerca sugli effetti a lungo termine delle emissioni elettromagnetiche; La considerazione che la nuova tecnologia del 5G, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche e nel rispetto dei limiti alle emissioni imposti dalla normativa nazionale, non risulta comportare rischi maggiori rispetto alla situazione attuale e l'esigenza di adeguate campagne informative verso la popolazione e i decisori locali, anche attraverso il coinvolgimento del servizio pubblico; La necessità del rafforzamento della consapevolezza nei cittadini dei rischi e dei doveri connessi all'utilizzo delle tecnologie digitali attraverso la promozione di una vera e propria educazione civica digitale https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1105154.pdf
Sostanzialmente nel documento non si dice di sostenere che il limite è una convenzione normativa decisa dal legislatore in base a criteri che dovrebbero essere discussi, ma non sono discussi. Inoltre non si capisce chi debba informare i cittadini, il governo che vieta ai sindaci di introdurre “limitazioni alla localizzazione sul proprio territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualunque tipologia e non potranno fissare limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici diversi rispetto a quelli stabiliti dallo Stato", o le compagnie telefoniche che, come dichiarato dall'amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, “Sul 5G si giocherà una buona parte della partita della competitività del nostro tessuto industriale ed economico, per questo, non possiamo fermarci".
Intanto a livello territoriale l’introduzione del 5G ha preoccupato abitanti di varie città e paesi che non vogliono l’installazione delle antenne necessarie. Tuttavia i timori riguardano non solo i rischi per la salute e per l’impatto ambientale ma, in alcuni casi, hanno alla base motivazioni di natura nazionalista: “Oggi è in gioco anche e soprattutto quella sovranità e sicurezza nazionale che dovrebbe essere inviolabile dal concetto divino di Patria fino alle leggi che tutelano la Costituzione italiana” https://www.lavocedibolzano.it/bolzano-dice-no-al-5g-bonazza-accolta-la-mozione-il-capoluogo-non-e-un-laboratorio-di-sperimentazione/
A fine febbraio in una audizione di esperti pro e contro il 5G tenuta presso la Commissione per le telecomunicazioni della Camera, Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini, per provare la tesi che sostiene il 5G come causa dell’aumento del rischio di tumori in ratti esposti alle radiazioni elettromagnetiche di frequenze utilizzate nel 2G e 3G, ha citato un suo studio e uno del National Toxicology Program statunitense. Tesi messa in discussione dagli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'agenzia dell'OMS per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti. Attualmente, sostengono, non esistono studi epidemiologici sugli effetti del 5G sulla salute umana, e le sue caratteristiche indicherebbero un rischio addirittura inferiore rispetto alle vecchie generazioni.
Il problema permane se si considera che Federico Ronchetti, fisico nucleare presso l’INFN, responsabile delle operazioni dell'esperimento ALICE al CERN ed esperto in radioprotezione, alla domanda se le onde 4G e 5G si sommano sommando anche gli effetti, risponde confidando nelle risorse economiche e nella voglia delle persone di cambiare i propri cellulari: “Le antenne 5G finiranno per rimpiazzare quelle del 4G. Dato che come abbiamo detto il 5G è più efficiente, a mano a mano che le persone rottameranno i cellulari 4G in favore dei 5G l’esposizione totale tenderà a diminuire. La quantità di segnale inviato a coprire una zona dipende in prima approssimazione dal numero di apparecchi da connettere che si suppone non cambi: se in una zona ci sono 1000 cellulari e 1000 PC il numero di antenne e la potenza per coprire l’area saranno sempre all’incirca le medesime. Come abbiamo detto sopra si tratta di segnali dalla potenza molto bassa”. https://www.camera.it/leg18/1079?idLegislatura=18&tipologia=indag&sottotipologia=c09_telecomunicazioni&anno=2019&mese=02&giorno=26&idCommissione=09&numero=0008&file=indice_stenografico
In ogni caso una moratoria per avere più dati sarebbe necessaria, visto che anche Alessandro Polichetti dell'ISS ha fatto notare che l'Agenzia europea per la ricerca sul cancro (IARC) classifica i campi elettromagnetici a radiofrequenza nel gruppo dei "possibili cancerogeni", ovvero quei fattori per cui si sospettano degli effetti dannosi ma non esistono ancora prove a riguardo. E allora perché tutta questa fretta nell’implementazione di una tecnologia così controversa, quando c’è la possibilità che l’elettrosmog venga definito probabile cancerogeno se non certo? Perché questo argomento viene sottaciuto dai circuiti informativi mainstream anziché essere oggetto di una divulgazione scientifica completa e alla luce del sole?
Si ricordi che il D. Lgs. 81/08 indica al capo VIII gli agenti fisici, e tra essi i campi elettromagnetici, come lesivi per la salute dei lavoratori. I giudici, da circa un decennio, correlano l'insorgenza delle patologie cancerose con la continuativa esposizione alle fonti inquinanti nei luoghi di lavoro dei ricorrenti. https://www.testo-unico-sicurezza.com/prevenzione-e-protezione-dai-rischi-di-esposizione-a-campi-elettromagnetici-indicazioni-operative.html
Non aiutano in questo senso, quelle analisi che si occupano del settore sanità sostenendo che “occorre pensare alla rete alla rete 5G come a un moltiplicatore di forza”, perché in Cina, e in particolare a Wuhan, “l’infrastruttura 5G ha consentito di collegare in rete tutti gli strumenti digitali del sistema sanitario locale e tutto il personale medico , fornendo una connettività estesa ad altissima velocità”. Dunque il 5G rappresenterebbe un punto di svolta “per la gestione delle prossime emergenze sanitarie”. https://cesi-italia.org/contents/Analisi/CeSI_potenzialita__5G_per_emergenze_sanitarie.pdf
In realtà proprio partendo dalla Cina, il coronavirus ha evidenziato che i progressi della scienza e della tecnologia da soli non bastano per fermare le epidemie. La diffusione delle malattie trasmesse dagli animali selvatici all’uomo sono stati i mercati e il commercio aperti in Cina. “La Cina riapre subito i Wet market: una minaccia per la salute mondiale. Dietro al commercio di animali selvatici diffuso in Cina un giro d'affari plurimiliardario” https://valori.it/cina-wet-market-commercio-animali-selvatici/ Dopodiché si è vista la fragilità dei sistemi sociali, sanitari ed economici.
Ernesto Burgio, medico pediatra ed esperto in biologia molecolare e di epigenetica, ricorda che le pandemie si affrontano nel territorio e non negli ospedali. La Corea dl Sud prima ancora di attivare una rete di pronto intervento di individuazione e tracciamento, ha recepito l’insegnamento dalle precedenti esperienza della SARS e MERS sviluppando un modello matematico che prevede non solo un forte sistema sanitario, l’isolamento e velocità nel fare i test come fattori decisivi, ma anche l’attuazione del “social distancing”, ossia di un modello di comportamento sociale adeguato alla crisi https://www.who.int/bulletin/online_first/20-255695.pdf
Infrastrutture terrestri, satelliti, cavi sottomarini e 5G
Nel 2019 la rivista scientifica Nature pubblica un articolo in cui si sollevava il problema che alcune delle frequenze radio su cui le apparecchiature 5G possono trasmettere, “si avvicinano pericolosamente a quelle utilizzate dai satelliti per raccogliere dati meteorologici e climatici cruciali. Per evitare che i segnali interferiscano l'uno con l'altro, i ricercatori hanno proposto di ridurre la quantità di rumore che può fuoriuscire dalle trasmissioni 5G”. https://www.nature.com/articles/d41586-019-01305-4 Il 5G potrebbe interferire sulle previsioni meteorologiche e quindi sui modelli che permettono di tradurre i dati in informazioni sul tempo che farà. Se un tempo il 4G aveva interferito con la televisione digitale terrestre facendole cambiare l’orientamento delle antenne, il segnale del 5G, che impiega onde millimetriche e ad alta frequenza tra i 20 e i 24 GHz, può interferire con il canale 23,8 GHz (canale usato anche dai satelliti europei MetOped) eliminando il 30 per cento dei segnali utili per le previsioni. Ad essere danneggiati ci sarebbero non solo i satelliti, ma anche i palloni aerostatici, le centraline e quegli strumenti che permettono l’identificazione tridimensionale dell’atmosfera.
Negli Stati Uniti NASA e National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) hanno chiesto maggiori regolamentazioni riguardo al rumore ma la Fcc (Federal Communications Commission) ha settato il limite a -20 decibel watts, mentre la Commissione europea si è spinta a -42. L’organizzazione mondiale della meteorologia (WmO) ha però consigliato di non andare oltre -55 decibel watts. Potrebbe sembrare un problema locale ma non è così, il sistema di comunicazioni USA influisce anche su quello europeo, visto che le condizioni che si verificano da loro precedono le nostre di tre-quattro giorni. https://www.govtech.com/computing/Will-5G-Satellites-Undermine-NOAA-Weather-Forecasting.html
La Federal Communications Commission, che concede in licenza lo spettro wireless per gli operatori 5G negli Stati Uniti, ha affermato che queste paure sono esagerate e approva un piano da 9,7 miliardi per liberare le frequenze e ricomprare dai fornitori di servizi radio via satellite quelle da destinare al 5G. Le frequenze in questione sono quelle relative allo spettro C usate dagli operatori leader nel settore dei satelliti Intelsat, SES e Telesat. Questa operazione è stata criticata dai commissari di nomina democratica. Hanno votato contro perché non è stato coinvolto il Congresso che avrebbe potuto indirizzare quei miliardi per scopi pubblici come il rafforzamento della banda larga rurale. Contrariamente per la Fcc era necessaria per consentire agli USA di battere la Cina nella corsa al 5G. https://www.drcommodore.it/2020/03/04/fcc-libera-frequenze-5g-pagando-97-miliardi-di-dollari/
Il 21 giugno 2017 l’Agenzia Spaziale Europea, e 16 industrie leader nel campo spaziale, hanno firmato un Joint Statement relativo alla collaborazione nel settore del “Satellite per il 5G” affinché spazio e satelliti diventino parte integrante della futura generazione di reti e servizi di comunicazione. Su questa scia il Comune dell'Aquila, l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), l'Università degli Studi dell'Aquila e Regione Abruzzo hanno siglato un Memorandum d'intesa con l'obiettivo di promuovere processi innovativi basati su applicazioni spaziali che, sfruttando la tecnologia 5G in corso di sperimentazione all'Aquila, consentano di incentivare progetti per il monitoraggio strutturale delle grandi infrastrutture e il trasporto intelligente. Secondo il presidente di Intermatica, società che opera nel mercato delle comunicazioni satellitari e terrestri, per ottenere una copertura senza interruzioni dei servizi fra centro e periferia comprese le aree meno popolate non basterà la fibra ottica, ma serviranno reti satellitarie a bassa orbita. A febbraio sono stati lanciati sei satelliti dei 600 totali che porteranno sull’Italia circa 50 bit per secondo di banda satellitare. La rete satellitare può servire a integrazione del 5G in luoghi (come le isole)dove non vi è sufficiente banda di connessione e dove i tempi e i costi della posa dei cavi sottomarini risultano problematici.
Di fatto satelliti e infrastrutture terrestri trasmettono solo una parte dell’immenso traffico dati. Il resto viaggia nei cavi sottomarini in fibra ottica. Ad oggi i cavi sottomarini sono le infrastrutture essenziali alla base dell'economia globale perché la tecnologia satellitare da sola non riesce a gestire i moderni requisiti della comunicazione e dell’economia digitale. Come scrive Agenzia Italia in “Le tensioni tra Cina e Stati Uniti per la posa dei cavi sottomarini per il traffico dati”, nel 2019 erano in funzione circa 378 cavi sottomarini per una lunghezza totale di più di 1,2 milioni di chilometri attraverso i quali passa il 99 per cento del traffico internazionale di voce e dati. Ormai indispensabili a tenere il mondo connesso, queste infrastrutture sono diventate sempre più appannaggio di aziende private che controllano il traffico, e si assicurano che i servizi che offrono siano sempre eccellenti. Pertanto lo scontro fra Cina e USA per il 5G si gioca anche nelle profondità oceaniche, e ancora una volta c’è di mezzo la sicurezza nazionale e la vulnerabilità, in questo caso, dei cavi sottomarini.
L'introduzione del 5G nel dominio militare
Per capire quanto sia importante lo sviluppo di questa tecnologia, basta dare una occhiata agli innumerevoli studi che si concentrano sui programmi e spese inerenti le attività 5G e Internet of Battlefield Things (o meglio Internet of Military Things - IoMT - cioè classe di Internet of Things usata per operazioni di combattimento e guerra) di interesse del Dipartimento della Difesa (DoD) degli Stati Uniti. Nelle indagini vengono elencati anche gli attori chiave che operano nel mercato globale Internet of Battlefield Things : Science Applications International Corporation, Gruppo Thales, Northrop Grumman Corporation, Sistemi BAE, L3 Harris Technologies, DRS Technologies, Inc. (Leonardo DRS), Airbus SE, The Boeing Company e Lockheed Martin Corporation.
Per rispondere ai problemi di sicurezza nazionale, il Congresso ha approvato il “Secure 5G e Beyond Act del 2020 (PL 116-129)” https://www.congress.gov/116/plaws/publ129/PLAW-116publ129.pdf in cui si impone al Presidente di sviluppare una strategia di protezione sui sistemi e infrastrutture 5G negli Stati Uniti, e di assistere alleati e partner nei loro sforzi di protezione. il Congresso ha chiesto al DOD di sviluppare una strategia per sfruttare il 5G “per migliorare i militari capacità, mantenere un vantaggio tecnologico sul campo di battaglia e accelerare il dispiegamento di nuovi prodotti e servizi commerciali abilitati da reti 5G in tutto il Dipartimento della Difesa”. https://www.whitehouse.gov/wp-content/uploads/2020/03/National-Strategy-5G-Final.pdf
Il Dipartimento della Difesa ha rilasciato un versione non classificata di questa strategia nel maggio 2020 in cui si illustrano le potenziali applicazioni militari delle tecnologie 5G: veicoli autonomi, C2, logistica, manutenzione, realtà aumentata e virtuale e Sistemi ISR: tutti trarrebbero beneficio da un miglioramento della velocità di trasmissione dati e latenza inferiore (ritardo). Attualmente l'esercito americano utilizza le comunicazioni via satellite per la maggior parte delle sue comunicazioni a lunga distanza, tuttavia le latenze dovute alla distanza che un segnale deve percorrere, causano ritardi anche nell'esecuzione delle operazioni militari. Anche se si è nelle fasi iniziali dei test e sperimentazioni per applicazioni 5G, il DoD ha selezionato 12 installazioni militari come banchi di prova: Marine Corps Logistics Base Albany, GA e Base navale di San Diego, California ("smart magazzini”); Hill Air Force Base, UT ("condivisione dello spettro tra 5G e radar aereo ”); Joint Base Lewis-McChord, WA ("realtà aumentata e virtuale"); Nellis Air Force Base, NV ("comando e controllo sopravvissuti e potenziamento della rete "); Base navale Norfolk, VA ("nave-connettività a livello del mare e sul molo”); Base congiunta Pearl Harbor Hickam, HI ("migliorare la prontezza nella missione dell'aeromobile"); comune Base San Antonio, TX ("supporto alla realtà aumentata per manutenzione e formazione "); Tinker Air Force Base, OK ("Condivisione dello spettro tra comunicazioni militari e 5G”); Camp Pendleton, CA (applicazione non specificata); e Ft. Hood, TX e il National Training Center di Ft. Irwin, CA (“connettività per basi operative e tattiche centri operativi "). Il Dipartimento ha richiesto 1,5 miliardi di dollari per 5G e microelettronica nell'anno fiscale 2021.
https://fcw.com/articles/2020/06/03/williams-pentagon-5g-testbeds.aspx
Dunque l’interesse per le applicazioni militari riguarda l’intero settore militare. Visto che lo spettro ad alta frequenza usato dal 5G, noto con il nome di "onda millimetrica", ha una connettività esclusivamente a corto raggio, è perfetto per ottenere “ basi militari intelligenti”. Altrettanto si può affermare, stando ad una relazione pubblicata dal consiglio per l'innovazione del ministero della difesa degli Stati Uniti, che “il vero potenziale del 5G sarà il suo impatto sulla rete di guerra del futuro. Questa rete includerà sempre di più un ampio numero di sistemi meno costosi, più connessi e più resilienti, in grado di operare in uno scenario di battaglia in rapida evoluzione". Si parla di veicoli e veivoli autonomi e armi ipersoniche https://global.techradar.com/it-it/news/5g-ecco-come-potra-aiutare-lesercito
“Wearable Computing for Defence Automation: Opportunities and Challenges in 5G Network” https://ieeexplore.ieee.org/document/9056486 è un documento che si è occupato del ruolo dei dispositivi di sensori indossabili per il benessere dei militari, sostanzialmente è un caso di studio sulla trasformazione dell'assistenza sanitaria in ambiente 5G.
Il nuovo CEO di Lockheed ha affermato che le reti 5G sono fondamentali per l'autonomia dei veicoli militari e che è desideroso di utilizzare le reti 5G per rafforzare le capacità autonome dei militari: mezzi driverless nel prossimo futuro grazie alla quinta generazione mobile. Allo studio funzionalità avanzate https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/5g/il-5g-strategico-anche-in-ambito-militare-via-al-progetto-5g-mil/ Insieme a Raytheon ha annunciato una partnership per liberare fino a 50 MHz di prezioso spettro 5G per un valore di 19 miliardi di dollari. In pratica si tratta di liberare parte dello spettro, che oggi viene utilizzato principalmente dai sistemi radar di controllo del traffico aereo della nazione, attraverso lo sviluppo di un nuovo sistema di controllo del traffico aereo. Più che un altro “spettro” si è aperta una nuova fonte di business. Ma ovviamente le due società hanno dichiarato che così si libererà un'enorme quantità di banda che potrà essere utilizzata per portare rapidamente l'America verso una capacità di 5G. L'impulso a liberare quello spettro deriva dallo Spectrum Pipeline Act del 2015. Tale atto ha invitato agenzie governative come la Federal Aviation Administration (FAA) a trovare modi per liberare lo spettro in modo che possa essere messo all'asta per gli operatori di rete wireless e altri per altri usi commerciali https://www.lightreading.com/mobile/5g/raytheon-lockheed-martin-pact-could-free-up-to-$19b-in-5g-spectrum/d/d-id/750579
Nell’articolo “La NATO deve uscire in modo intelligente con il 5G: Al di là dei problemi di sicurezza, la tecnologia wireless di nuova generazione promette una rivoluzione sul campo di battaglia” pubblicato dalla rivista defenseone.com, il dibattito sul 5G non deve soffermarsi solo sui rischi per la sicurezza associati alle tecnologie prodotte in Cina. Le tecnologie wireless di prossima generazione costituiscono anzitutto una rivoluzione nelle operazioni militari che cambierà tutto, dall'addestramento alla logistica, alle dimensioni tattiche, operative e strategiche della guerra. Per questo la NATO, in qualità di istituzione responsabile per le operazioni congiunte da parte dei suoi Stati membri, deve contribuire a guidare l'integrazione del 5G nelle strutture e nelle operazioni delle forze dell'alleanza e tra le forze armate alleate. È imperativo allora che i governi dell'Alleanza conoscano bene le capacità del 5G e le loro implicazioni per le strutture e le operazioni delle forze militari. Unione Europea e NATO devono collaborare e convincere i loro stati membri a sviluppare la tecnologia 5G. https://www.defenseone.com/ideas/2020/08/nato-must-move-out-smartly-5g/167687/
In Europa si prevede che satelliti ibridi e architettura di rete 5G modelleranno il futuro della comunicazione mediante droni. Infatti i droni necessitano di reti di dati attendibili per eseguire operazioni quali comando, controllo o volo in autonomia. Attualmente sembrerebbe che i ricercatori finanziati dall’UE pensino ad un’architettura ibrida nata dalla combinazione tra reti cellulari e satellitari per consentire il volo veloce e sicuro di droni commerciali nelle aree urbane. Che rimanga un uso solo commerciale non c’è da scommetterci . https://cordis.europa.eu/article/id/415496-hybrid-satellite-and-5g-network-architecture-shaping-the-future-of-drone-communication/it
Nell’ “Atto di indirizzo per la programmazione 2022-2023” del Ministero della Difesa italiano, troviamo il 5G nella voce “indirizzo l’attività della ricerca tecnologica militare sui settori”: protezione e potenziamento delle capacità del soldato; sistemi autonomi, artificial intelligence, navigation safety and security e sviluppo della relativa sensoristica d’avanguardia, nuove forme di comunicazione ottica, robotica e, in generale, sulle tecnologie emergenti e disruptive, quali ad esempio la quantum technology, il 5G, ISR.
La stessa industria della difesa e sicurezza più importante del paese, Leonardo S.p.A., nella Relazione finanziaria annuale del 31 dicembre, inserisce il 5G nell’ambito dell’elettronica per la Difesa e Sicurezza, programmi di finanziamento su ricerca e innovazione, in ambito spazio e cyber. Insieme ad ENI, in quanto azienda di interesse strategico nazionale, fornisce informazioni sui propri sistemi di sicurezza cibernetica e valutazioni relative alle prospettive connesse con l’avvento della rete 5G. Ed è nell’audizione del 29 Settembre 2020 sulla Sicurezza cibernetica nella difesa nazionale http://www.senato.it/3381?comunicato=211601 , che Tommaso Profeta, capo divisione Cyber security di Leonardo Spa, ha detto che tra i progetti sui quali sta lavorando Leonardo c'è anche quello di "contribuire allo sviluppo delle basi militari ‘smart’ resilienti e tecnologicamente avanzate tra connessione 5G e ricorso a tecnologie di Internet delle cose” .
Nell’ambito delle “smart city” Leonardo è impegnata in progetti di rete 5G includenti video sorveglianza, illuminazione e semafori intelligenti, agenti e/o veicoli interconnessi, sensori massivi e droni/sciami cooperanti. In questo periodo è in particolare al lavoro su progetti di sperimentazione 5G nei porti di Genova e Bari. Anche qui l’interconnessione delle infrastrutture portuali è possibile grazie ai dispositivi (come per la città intelligente) e a una piattaforma centralizzata di comando e controllo per la sicurezza e il controllo accessi al porto. Tim, Fastweb e Huawei si sono aggiudicate il bando di gara del MISE per la sperimentazione del 5G nelle città.
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