Le missioni di Leonardo (ma non solo) dettate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza
Venti slides per introdurre sommariamente le sei Missioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per capire perché l’industria della difesa e sicurezza viene coinvolta in alcune delle Missioni.
Qualcosa lo si può intuire dalla decisione parlamentare di audire non solo numerosi soggetti istituzionali e rappresentanti del mondo produttivo (fra cui Leonardo), ma anche della società civile (fra cui i sindacati confederali). Nella sua audizione, Alessandro Profumo, attuale amministratore delegato di Leonardo, ha motivato il contributo che Leonardo può offrire al Paese sostenendo che “il vero denominatore comune dei problemi del Paese (infrastrutture, dissesto idrogeologico, risorse ambientali e culturali non valorizzate, sanità, burocrazia, elevata evasione fiscale e alta pressione fiscale, scarsa innovazione) risiede nella carenza di una infrastruttura digitale solida, flessibile e sicura”. Poco tempo prima il ministro della Difesa Guerini, alla Commissione esteri della Camera, aveva annunciato che ad oggi i problemi principali dell’Italia sono Cina, Russia e Turchia perché stanno affollando il Mediterraneo. Sia che la minaccia provenga dal cyberspazio che dal Mediterraneo, Leonardo ne individua la provenienza e i rischi, e offre le soluzioni. Si potrebbe dire, seguendo le indicazioni dei sindacati confederali, che Leonardo ha il dovere di adeguare l’intero “catalogo prodotti” in relazione alle nuove sfide. Dunque oltre ai cacciabombardieri, blindati, portaerei e sommergibili progettati per difendere i confini di cielo, terra e mare, Leonardo (o Fincantieri) deve garantire la protezione cibernetica dei dati e asset strategici del Paese, e tutelare la sovranità digitale.
Di fatto da qualche anno l’industria bellica ha cominciato a diversificare la sua produzione progettando piattaforme tecnologiche per la gestione avanzata della sicurezza cyber, gestione servizi di info-logistica, soluzioni “mission critical” di infrastrutture critiche, ecc., come richiesto anche dall’Agenda Digitale. L’Agenda Digitale, documento strategico-programmatico che nasce a livello europeo, prevede la realizzazione di infrastrutture estremamente critiche per la sicurezza dello Stato e per gli interessi del Paese. Piattaforme che permettono di utilizzare sensori mobili come robot e droni sfruttando le tecnologie satellitari che incrementano il “global monitoring”, cioè il monitoraggio del Paese. L’ingresso di Roberto Cingolani, l’attuale ministro per la Transizione ecologica, ne ha acceleratolo sviluppo con l’apertura dei Leonardo Labs. Tale trasformazione produttiva è stata sempre incoraggiata dai sindacati confederali che hanno, più volte, chiesto allo Stato di supportare finanziariamente Leonardo tramite Cassa depositi e prestiti. Nel documento approvato all’unanimità dal Coordinamento Nazionale del 12 marzo 2019, FIM-FIOM e UILM si sono fatti portavoce dell’ideologia che ritiene “indispensabile considerare che sempre più gli investimenti tecnologici nella difesa hanno ricadute ed utilizzi duali”, e dunque è necessario sponsorizzare con forza Leonardo come system integrator per la sicurezza delle infrastrutture dello Stato: “Non è possibile fare sicurezza se non si dispone di infrastrutture sicure per la comunicazione, in particolare quella satellitare; in questi termini serve aumentare il peso e la presenza in Thales Alenia Space e Telespazio”. Ne risulta che la priorità per Leonardo non riguarda più solo “la strategia da adottare nell’ambito dei processi che interessano il settore dell’Industria della Difesa in ambito UE: il ruolo nella costituzione di una forza armata europea in relazione al rapporto con la NATO” ma anche ”le modalità delle sinergie tra civile e militare” e quelle “di integrazione tra le produzioni strategiche intra/interdivisionali al fine di sviluppare prodotti core ad alto contenuto tecnologico”.
Per anticipare la scelta che il governo Draghi farà a luglio, e per entrare anche nel programma sulla trasformazione digitale della sanità, Leonardo stringe un’alleanza con Microsoft, Ericsson e Aruba, mentre Fincantieri, attraverso la controllata Fincantieri NexTech specializzata nei settori dell’elettronica, sistemistica avanzata, information technology e cyber-security, ha scelto di allearsi con Amazon Web Services. In questo contesto si inserisce anche l’alleanza fra Tim, che ha creato Noovle S.p.A., società che si è posta l’obiettivo di diventare il primo centro di eccellenza italiano per il Cloud, e Google Cloud Platform.
Ma perché Leonardo e Fincantieri si alleano con i giganti tecnologici del cloud, cioè con le società che maggiormente investono nell'intelligenza artificiale? Per almeno due motivi: avere qualche possibilità di successo nella gara che affiderà 900 milioni ad un partenariato pubblico-privato per la gestione del Polo strategico nazionale, e perché sono i principali fornitori di cloud aziendali a livello mondiale.
E’ evidente che con i sindacati confederali da una parte e con la Commissione Difesa della Camera dei Deputati al seguito del ministro Guerini dall’altra, è più che probabile che saranno queste aziende ad ottenere lauti contratti dal governo. Un motivo in più per dire che il PNRR non è solo un pacchetto miliardario da spartire, ma è anche uno strumento che vuole realmente trasformare la situazione presente, ma nel modo peggiore e in nome di una maggiore “competitività” del sistema (aumento delle privatizzazioni e della precarietà, con lo Stato che si pone al servizio dell’economia di mercato.
Dal documento “Aspetti di interesse della Difesa nel PNRR” emesso dalla IV Commissione Difesa in cui ha espressamente chiesto di considerare:
- l'esigenza di valorizzare il contributo a favore della Difesa sviluppando le applicazioni dell'intelligenza artificiale e rafforzando la capacità della difesa cibernetica e incrementare, considerata la centralità del quadrante mediterraneo, la capacità militare dando piena attuazione ai programmi di specifico interesse volti a sostenere l'ammodernamento e il rinnovamento dello strumento militare, promuovendo l'attività di ricerca e di sviluppo delle nuove tecnologie e dei materiali, anche in favore degli obiettivi che favoriscano la transizione ecologica, contribuendo al necessario sostegno dello strategico settore industriale e al mantenimento di adeguati livelli occupazionali nel comparto, nonché rivolgendo particolare attenzione alle politiche inerenti il personale militare e civile, asse portante del sistema difesa;
- il sostegno alle iniziative volte ad incrementare le capacità della Difesa nel settore dello Spazio, attraverso sinergie interministeriali, allo scopo di apportare sostanziali contributi di innovazione e di erogare servizi a valore aggiunto, considerate le conseguenti importanti ricadute in termini di crescita economica e occupazionale, su tutta la filiera industriale coinvolta;
- il compiuto sfruttamento delle iniziative già avviate di uso di fonti rinnovabili e di miglioramento dell'efficienza energetica degli immobili della difesa e delle basi militari, nel quadro dell'elaborazione di una Strategia Energetica della Difesa;
- la realizzazione, anche nelle regioni meridionali, di distretti militari intelligenti (Smart military districts), volti a porsi come poli d'attrazione per interessi e investimenti;
- la promozione di soluzioni organizzative volte a razionalizzare la ricerca scientifica e tecnologica del comparto difesa in sinergia con altri dicasteri, università, centri di ricerca pubblici e privati, nonché tramite realtà industriali, piccole e medie imprese e start-up, allo scopo di raggiungere risultati in termini di innovazione tecnologica atti a beneficiare il comparto produttivo del Paese;
- il mantenimento di un alto livello di preparazione e capacità operativa dell'intero comparto della difesa e della sanità militare, in ragione della necessità di un loro apporto logistico e di intervento sul territorio per la lotta all'epidemia in corso, in piena sinergia con il sistema sanitario nazionale, in particolare nei settori della ricerca e delle capacità produttive.
Fonti: Le definizioni e i dati delle Missioni sono ripresi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza I progetti di Leonardo da Leonardo Società per Azioni
Allegati: Slides "Probabili coinvolgimenti di Leonardo (ma non solo) nelle Missioni del Pnrr"
Allegati
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