Come può il nuovo leader australiano risolvere la questione dei sottomarini
La scorsa settimana gli elettori australiani hanno spodestato il proprio governo a favore del partito laburista, che storicamente si oppone a energia e armi nucleari. Ciò significa che fortunatamente il nuovo primo ministro, Anthony Albanese, riconsidererà la questione AUKUS del 2021 in cui Stati Uniti e Regno Unito si impegnarono a vendere all’Australia sottomarini a propulsione nucleare.
Albanese appoggia l’idea generale di AUKUS di controbilanciare la Cina, ma non è necessariamente il punto più discusso: gli otto sottomarini verrebbero riforniti con da tonnellate di nucleare uranio altamente arricchito (HEU) in grado di produrre fino a 1.000 testate nucleari se deviato, creando un precedente che ne favorirebbe la diffusione.
Ironicamente, gli Stati Uniti hanno tentato per decenni (vedi Alan J. Kuperman, Nuclear Terrorism and Global Security: The Challenge of Phasing out Highly Enriched Uranium, 2013, ISBN 978-0415660686) di fermare il commercio di uranio a fini bellici, precisamente per fermare la diffusione di bombe. Le centrali nucleari usano combustibile a base di uranio a basso arricchimento (LEU), inadatto alle armi, e inoltre dal 1970, il governo degli Stati Uniti ha progressivamente insistito affinché reattori per la ricerca, impianti farmaceutici, esercito, e reattori spaziali usassero combustibile LEU.
Anche in Francia e Cina, i sottomarini usano combustibile LEU. Ma le marine militari degli Stati Uniti e del Regno Unito usano HEU, quindi l’Australia è destinata a ricevere combustibile a fine militare.
Diventando il primo paese senza armi, né sottomarini nucleari, l’Australia creerebbe un precedente fondamentale—negativo o positivo—in relazione alla sua scelta del combustibile. Brasile e Corea del Sud perseguono in sottomarini alimentati da LEU, in aree di non proliferazione, ma l’Iran sostiene di avere bisogno di HEU. Se l’Australia dovesse scegliere l’HEU, tentativi da parte dell’Iran e di altri paesi di acquistare uranio di tipo bellico sarebbero legittimati.
Ciò provocherebbe un disastro, perché i paesi che usano sottomarini ad HEU potrebbero deviarli in armi nucleari, a causa di vincoli legali e applicativi durante le ispezioni. L’International Atomic Energy Agency monitora solo attività nucleari “pacifiche”, quindi le convenzioni nelle sue ispezioni escludono esplicitamente programmi per sottomarini militari, affermando che, “Con la presenza di materiale nucleare, le garanzie offerte dalla convenzione non verranno fornite.” Questa mancanza di controllo potrebbe continuare anche per decenni.
Anche se un paese si offrisse volontario per ispezioni durante visite portuali occasionali, sarebbe impossibile evitare lacune di mesi o anni. Boicotterebbe gli sforzi sulle verifiche, perché IAEA afferma che per convertire il nuovo combustibile HEU in componenti per armi nucleari sono sufficienti da una a tre settimane, e anche l’HEU irradiato può essere convertito in uno o tre mesi, molto tempo prima che le ispezioni possano scoprire una deviazione.
Tale deviazione potrebbe avvenire prima che il combustibile venga caricato in un sottomarino, o tramite il portello del carico o tagliando lo scafo. Quindi, anche se l’Australia importasse HEU in reattori “sigillati”, potrebbe non eliminare il rischio di conseguente uso improprio, o impedire a paesi come l’Iran di appellarsi al precedente per ottenere il proprio HEU.
Per fortuna, c’è un modo per il primo ministro Albanese di riconciliare il supporto del suo partito ad AUKUS con l’opposizione alle armi nucleari—insistendo sul combustibile LEU per i sottomarini, tramite entrambe le opzioni.
Prima di tutto, il Congresso degli Stati Uniti ha fondato un programma annuale per lo sviluppo del combustibile navale LEU dal 2016, quando il Presidente Barack Obama dichiarò che, “nel riconoscimento dei benefici della non proliferazione, per minimizzare l’uso globale di uranio altamente arricchito, gli Stati Uniti valutano inchieste sulla fattibilità dell’uso di uranio a basso-arricchimento nei propri reattori navali.” Se il Congresso dovesse accelerare il finanziamento, gli Stati Uniti potrebbero qualificare il proprio combustibile navale LEU entro un decennio e incorporarlo nei sottomarini AUKUS, progettati per iniziare a consegnare nel 2040.
Un’opzione più veloce vedrebbe l’Australia acquistare sottomarini LEU francesi più piccoli già in produzione e in servizio, che potrebbero essere dotati di un sistema di combattimento americano di interoperabilità. La loro taglia più piccola farebbe comodo alla manodopera navale australiana, i cui sottomarini convenzionali hanno un equipaggio di 55 unità, simile alle 65 della versione nucleare francese. Viceversa, i sottomarini americani hanno bisogno di un ingente equipaggio di 135 unità.
Il combustibile LEU eliminerebbe del tutto il rischio di diffondere sottomarini nucleari in paesi come Australia che scarseggiano di impianti ad uranio arricchito o per l’estrazione di plutonio da combustibile irradiato. Non importerebbe se i sottomarini fossero riforniti a vita da combustibile LEU come intende il Congresso, o se richiedessero periodicamente rifornimento LEU che la Francia potrebbe fornire in meno di una settimana ogni 10 anni, per risolvere la necessità dell’Australia di acquistare tali impianti nucleari.
Il mese scorso, la Casa Bianca ha rilasciato un aggiornamento su AUKUS, impegnandosi a “salvaguardare i più alti standard di non proliferazione.” Questa affermazione è falsa, se significa solo ispezionare occasionalmente sottomarini HEU che per loro natura diffondono materiale della bomba atomica. Dal 1970, i “più alti standard di non proliferazione” hanno significato evitare interamente combustibile per la fabbricazione di armi, specialmente in paesi che scarseggiano di arsenale nucleare. Se l’Australia scegliesse sottomarini LEU, si rafforzerebbe quella regola fondamentale, facendo stare tutti noi più al sicuro.
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Altre informazioni sui sottomarini e l'Australia https://aresdifesa.it/laustralia-compone-la-controversia-con-naval-group-per-i-sottomarini-classe-attack/
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