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rinuncia al principio del "non primo uso" dell'arma nucleare

La nuova deterrenza nucleare: folle corsa al riarmo convenzionale e nucleare

i Paesi dotati di armi nucleari puntano a modernizzare gli arsenali e ad aumentare il numero di testate
LA NATO considera impossibile l’adesione all’Alleanza e contemporaneamente al TPNW
19 febbraio 2023

Hiroshima dopo lo scoppio della bomba atomica

[Appunti scritti per l’intervento “Rischio nucleare. Evoluzione della postura nucleare di USA e NATO. Rapporto con i trattati sulle armi nucleari e sul TPNW” al Convegno “Il futuro è NATO?”
tenuto il 4 febbraio presso il Castello dei Missionari Comboniani a Venegono Superiore (Va)]

Al termine dei primi quattro mesi di guerra fra Russia e Ucraina, in cui si sono susseguiti incontri e vertici i leader dell’Unione Europea e gli USA per decidere come stare al fianco dell’Ucraina, il 28 giugno 2022 i paesi dell’Alleanza Atlantica approvano il nuovo Concetto Strategico (CS) NATO. Contemporaneamente il 14esimo vertice dei BRICS (Brasile · Russia · India · Cina · Sudafrica) di Pechino si concludeva con una Dichiarazione nella quale si ribadiva il proprio impegno verso il multilateralismo. Il messaggio che ne usciva manifestava la volontà di formare un blocco alternativo al G7 dell’Occidente: “È ormai chiaro che le potenze occidentali salvaguardano i propri interessi egemonici attraverso sanzioni, senza alcun riguardo per gli interessi delle economie emergenti e in via di sviluppo e per portare nuove incertezze e rischi al mondo. Dietro le sanzioni c’è l’egemonia del dollaro” [1].
Per rendere possibile il processo di de-dollarizzazione, provocato dalle tensioni geopolitiche e sanzioni economiche, Russia e Cina creano una alleanza bancaria e finanziaria che, al pari o forse più di una militare o commerciale, può garantire una indipendenza per entrambi i paesi [2]. L’importanza dell’uso delle monete nazionali nei regolamenti commerciali e monetari, insieme all’avvento delle monete digitali, potrebbe significare la fine della moneta come arma geopolitica (ridotto isolamento finanziario in caso di conflitto).

Il 20 gennaio 2023 si incontrano i paesi del gruppo di contatto a guida USA , comprendenti i membri della NATO, nella base militare di Ramstein in Germania, per discutere di ulteriori aiuti militari a Kiev. Finiti tutti i discorsi retorici secondo cui sono i russi a non volere la pace, al World Economic Forum di Davos il ministro delle finanze canadese Chrystia Freeland cala la maschera affermando che “la guerra dell'Ucraina contro la Russia è necessaria per rilanciare l'economia globale”, anticipando di poco la dichiarazione del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che afferma: “è necessario inviare più armi all’Ucraina con urgenza” perché “una vittoria russa sarebbe una tragedia per gli ucraini ma anche pericolosa per noi”.

Di fatto questa guerra non solo ha avviato (o accelerato) processi che potrebbero alterare l’equilibrio mondiale, ma ha anche evidenziato fratture interne all’ONU e alleanze mutevoli che potrebbero provocare un impatto più ampio sulle politiche globali. Se all’inizio della guerra Europa, Stati Uniti, Canada, Australia e Giappone si sono immediatamente schierati con l’Ucraina, Cina e India hanno optato per l’astensione insieme ad alcuni Paesi africani e Stati del Golfo.
Dunque non dovrebbe stupire se negli Stati Uniti ha destato preoccupazione il viaggio che il ministro russo Lavrov ha svolto in Sudafrica (l'Africa è terreno di scontro tra Est e Ovest del mondo) come prima tappa prima di una esercitazione navale congiunta e allargata alla Cina.
Diversamente, a marzo, Nuova Delhi ospiterà un dialogo strategico con la Nato su questioni di sicurezza regionale e per discutere la possibilità di uno sviluppo che abbia potenziali ramificazioni globali. Brahma Chellaney, professore di studi strategici presso il Center for Policy Research, ha affermato che l'India è sempre più multi-allineata per cui sono possibili consultazioni e dialoghi anche con alleanze militari come la Nato. L'obiettivo del multi-allineamento è la conservazione dell’autonomia strategica del paese. Inoltre questa politica rende possibile la creazione di relazioni sia con la Nato sia con l’ Organizzazione di Shanghai per la cooperazione, in particolare con Russia e Cina.

Vista l’attuale situazione non è chiaro se da questo conflitto nascerà un nuovo ordine o disordine mondiale, così come non è chiaro come si risolverà la crisi dell’ordine nucleare globale dovuta allo sgretolamento della deterrenza basata sui trattati e sul controllo degli armamenti [3].
La concorrenza mondiale, e le difficoltà dei governi di soddisfare gli interessi materiali della classe che rappresenta, sono tutti fattori che acuiscono conflitti interni agli Stati (rivolte), impediscono la stabilità e l’efficacia di regole e trattati che indirizzano il regime di controllo delle armi (sempre più legato alla capacità delle industrie militari di adattarsi ai nuovi contesti). In questo scenario il futuro dell’ordine globale sarà sempre più determinato dal progresso tecnologico perché capace di influenzare sia il potere economico sia la governance delle relazioni internazionali. Dalla fine della guerra fredda l’efficacia del meccanismo della deterrenza è sempre più determinato dalla capacità tecnica di un paese: dalla tecnologia nucleare su cui si è costruito il paradigma dell’equilibrio del terrore alla tecnologia del sistema anti-missile statunitense che ha ridotto le capacità di deterrenza della Russia, alla nuova frontiera costituita dall’ipersonico russo, continuando con le applicazioni dell’intelligenza artificiale e nanotecnologie.
Dalla tipologia classica della deterrenza, garantire la sicurezza delle nazioni secondo il concetto del No first use (non usare per primi l’arma atomica) o quello della deterrenza come unico scopo dell’arma nucleare (sole purpose), le due maggiori potenze nucleari, USA e Russia, sono giunte alla conclusione che non è più possibile rinunciare all’impiego dell’arma atomica per primi.
Si riconosce così il ruolo fondamentale alle armi nucleari.

Nel linguaggio militare un sistema d’arma viene definito deterrente quando è costruito in modo da prevedere un utilizzo in accordo con una strategia di deterrenza. Le armi nucleari strategiche sono un esempio. Uno spartiacque nella storia del disarmo nucleare si ebbe con l’entrata in vigore del Trattato sulle Forze Nucleari a Raggio Intermedio. Durante il summit USA-URSS Ronald Reagan e Mikhail Gorbachev discussero anche della possibile eliminazione di tutti i missili balistici, fino alla messa al bando totale delle armi nucleari.
Oggi i sostenitori del concetto di deterrenza nucleare stanno approfittando della guerra in Ucraina per rafforzare le sue pratiche sostenendo che i paesi dotati di armi nucleari, e i loro alleati, così sono più al sicuro da aggressioni su larga scala. Al contrario si è invece dimostrato che, invertendo il messaggio che verte più sulla minaccia dell’uso dell’arma nucleare piuttosto che sui rischi tragici di un suo uso, si provoca più instabilità [4].

In un articolo su Le Scienze del 2022, Nina Tannenwald, docente di scienze politiche alla Brown University, scrive che non solo che l'uso “limitato” di armi nucleari tattiche sarebbe catastrofico, ma mette anche in luce i limiti della fiducia dell'Occidente nella deterrenza nucleare [5]:
“la guerra Russia-Ucraina serve come un duro promemoria di alcune vecchie verità sulle armi nucleari: ci sono limiti alla protezione fornita dalla deterrenza nucleare. In una crisi, la deterrenza è vulnerabile, non automatica e auto-applicante. C’è sempre la possibilità che possa fallire”. Anche Ban Ki-moon prosegue nella stessa direzione: “L’ultima conferenza di revisione del TNP si è svolta nel 2015, quando ero Segretario generale delle Nazioni Unite. Si è conclusa senza alcun risultato concordato. Da allora, i rischi di uno scontro nucleare accidentale o intenzionale sono solo peggiorati, poiché le relazioni P5 [i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, vale a dire gli Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia], in particolare tra Washington e Mosca, si sono logorate”. Nel 2022 ICAN (Campagna Internazionale per la Messa la Bando delle Armi Nucleari) fa sapere che “dopo quattro settimane di riunioni, la decima Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (NTP) si è conclusa con un fallimento. Nonostante la bozza finale del documento finale sia stata significativamente indebolita nel corso dei negoziati, la Russia ha rifiutato di accettare la versione finale e la Conferenza si è conclusa senza un accordo” [6].

Il 3 gennaio 2022, circa un mese prima che il presidente russo Putin annunciasse l’inizio dell’operazione militare in Ucraina, le cinque nazioni più potenti del mondo concordano che "una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta”. Con questa rara dichiarazione congiunta Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia, riaffermano il loro obiettivo di creare un mondo libero dalle armi atomiche e di scongiurare un conflitto nucleare. Il giorno dopo il direttore generale del dipartimento per il controllo delle armi del ministero degli Esteri cinese Fu Cong, dichiara che la Cina continuerà a modernizzare il proprio arsenale nucleare per questioni di affidabilità e sicurezza. Tuttavia precisa che la Cina ha sempre riaffermato la dottrina del mai colpire per primi (a differenza delle nuove dottrine nucleari di Russia e USA): “manteniamo la nostra capacità nucleare al livello minimo per assicurare la nostra sicurezza nazionale. Mai una guerra nucleare. Restiamo determinati a rispettare i nostri obblighi in virtù del trattato di non proliferazione (Tnp), soprattutto quello dell'articolo VI che impegna ogni Stato al perseguimento di negoziati su misure efficaci per la cessazione della corsa agli armamenti nucleari e per l'eliminazione degli arsenali nucleari, nonché su un trattato di disarmo generale e completo sottoposto a controllo internazionale efficace"[7].

Nel febbraio 2021 Stati Uniti e Russia prorogano formalmente per altri 5 anni, sino al 5 febbraio 2026, il New START, il trattato bilaterale per la riduzione delle armi nucleari che stabilisce limiti alle testate nucleari strategiche dispiegate. Le due potenze potranno schierare un massimo di 1550 testate (pronte al lancio immediato) caricate su non più di 800 vettori strategici ciascuno. Entrambi i paesi però si assicurano di rimanere al di sotto dei vincoli di trattato per garantirsi delle forze di riserva impiegabili in caso di emergenza, inoltre il trattato non pone alcun vincolo al collaudo, sviluppo o dispiegamento dei programmi di difesa missilistica, alle capacità di attacco convenzionale a lungo raggio e infine, sciaguratamente, non copre l’uso di armi nucleari tattiche [8]. Lo sviluppo di armi nucleari tattiche (definite non strategiche) viene motivato dal fatto che sono necessarie perché possono costituire una risposta di deterrenza proporzionata, e credibile, all’uso di armi simili da parte di un avversario. Il riferimento è al concetto di “escalate to de-escalate” (intensificare per ridurre) che implica il ricorso a un attacco nucleare limitato per imporre all’avversario la cessazione di un attacco convenzionale. Cioè occuperebbero uno spazio di conflitto strategico tra guerra convenzionale e scambio nucleare strategico totale. Il pericolo di tale narrazione è quello di sdoganare l’uso di armi nucleari laddove, invece, è importante che rimanga un confine netto tra conflitto convenzionale e qualsiasi attacco con armi nucleari.

L’arma nucleare strategica è progettata per voli intercontinentali, quella tattica è pensata per essere esplosa a distanze più brevi, inferiori ai 500km. Le armi nucleari tattiche possono essere lanciate da aerei e navi, come missili antinave, siluri o mezzi terrestri (lanciamissili Iskander-M che può lanciare due missili a una distanza massima di circa 350 chilometri).
La loro potenza varia da frazioni di 1 chilotone a circa 50 chiloton rispetto a quelle strategiche che possono avere una carica di oltre un megatone (la bomba sganciata su Hiroshima aveva una potenza di 15 chilotoni). Pavel Podvig, ricercatore e analista dell’Istituto di ricerca sul disarmo dell’ONU, sostiene che la distinzione non sta tanto nella loro potenza quanto negli scopi con cui vengono utilizzate. Ad esempio, le bombe sganciate dagli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki durante la seconda guerra mondiale, oggi potrebbero essere considerate tattiche, ma in quel caso ebbero senza dubbio un ruolo strategico perché furono decisive nel piegare la resistenza del Giappone e vincere la guerra.

Nel 2018 il Presidente USA Donald Trump presenta la nuova Nuclear Posture Review (NPR) in cui si amplia l'uso delle circostanze in cui gli Stati Uniti potrebbero impiegare armi nucleari: “Gli Stati Uniti considererebbero l’impiego di armi nucleari solo in circostanze estreme per difendere gli interessi vitali degli Stati Uniti, dei suoi alleati e partner. Estreme circostanze potrebbero includere significativi attacchi strategici non nucleari. Significativi attacchi strategici non-­nucleari includono, ma non esauriscono, attacchi contro popolazione civile o infrastrutture degli USA, alleati o partner, e attacchi a forze nucleari statunitensi o alleate, e loro strutture di comando e controllo, ovvero di preavviso e di valutazione degli attacchi” (deterrenza estesa agli alleati, ombrello nucleare che si basa su un certo margine di superiorità nucleare). L’ampliamento di impieghi nucleari contro “attacchi strategici non nucleari” era già stato previsto nella National Security Strategy del 2017 per rafforzare la deterrenza: gli USA non adotteranno mai una politica di “non primo uso” (No First Use Policy, NFU Policy) e conserveranno una parte degli ICBM sempre armati e predisposti al lancio in tempi brevissimi [9]. La reintroduzione dei missili intercontinentali lanciati anche dai sommergibili (Obama ne aveva voluto il ritiro) e la decisione di diversificare l’arsenale nucleare (nuova testata nucleare W76-2), dà l’impressione che la NPR non sia stata costruita partendo da convinzioni politiche (minacce multiple oltre Russia e Cina) coerenti con una strutturazione delle risorse, ma abbia soddisfatto le richieste di agenzie, laboratori militari e produttori interessati allo sviluppo di tecnologie nucleari. Nessuna attenzione viene rivolta all’articolo VI del Trattato di non proliferazione (TPN) che costituisce il cardine della norma sul disarmo nucleare: l’impegno al disarmo nucleare vincolante per le potenze nucleari.

“Ciò che succede sta cambiando l’intero XXI secolo”. Lo ha detto il presidente statunitense Biden sottolineando il carattere strategico del vertice NATO finalizzato a creare un blocco occidentale in grado di rispondere alla competizione con Russia e Cina. Nella nuova Strategia di difesa nazionale 2022 (National Defense Strategy), svelata il 27 ottobre dal Pentagono, la Cina diviene la principale sfida agli interessi della sicurezza nazionale USA mentre la Russia rimane una minaccia “acuta”. La sfida cinese, secondo il segretario Austin, porta a rafforzare la capacità di difesa in tutti i domini di guerra, in particolare spazio, cyberspazio e nucleare. La nuova strategia obbliga pertanto che le armi nucleari continuino ad essere il fondamento della deterrenza militare statunitense e richiede ulteriori progressi nelle tecnologie, dalle armi ipersoniche all’intelligenza artificiale.

Nell’ottobre 2022 con Biden, il Pentagono pubblica la versione non classificata del “Nuclear Posture Review” (NPR - pubblicato per la prima volta insieme alla National Defense Strategy e alla Missile Defense Review) e Lloyd Austin, durante un incontro della NATO a Bruxelles, annuncia agli alleati che la Nuclear Posture Review manterrà la decennale politica dichiarativa nucleare di Washington di "ambiguità calcolata".
Nella nuova Revisione si afferma la volontà di "negoziare rapidamente un nuovo quadro di controllo degli armamenti per sostituire il Nuovo START" insieme ad un ampio impegno nei confronti del Trattato di non proliferazione (TNP), al Trattato di messa al bando totale degli esperimenti nucleari ( CTBT) e ad un possibile Fissile Material Cutoff Treaty (FMCT che vieta una ulteriore produzione di materiale fissile per armi nucleari o altri ordigni esplosivi). Tuttavia si continua il giudizio negativo sul Trattato sulla proibizione delle armi nucleari perché non si considera “il TPNW uno strumento efficace per risolvere i conflitti di sicurezza sottostanti che portano gli Stati a mantenere o cercare armi nucleari”. Quindi si conclude che le attuali circostanze non consentono agli Usa di rinunciare ad impiegare per prima l’arma atomica. Sarebbe inaccettabile correre il rischio di un attacco violento agli interessi vitali della sicurezza nazionale: “le capacità non nucleari sviluppate e poste in essere dai competitori che potrebbero infliggere all’America danni a livello strategico”. In altre parole, non sarebbe sostenibile il rischio di escludere l’impiego per primi dell’arma nucleare qualora gli Usa fossero attaccati con armi non nucleari (convenzionali, chimiche, biologiche o anche cibernetiche) da parte della Russia e Cina. Si riprende il concetto recepito in sede Nato secondo cui la dissuasione nucleare costituisce “il ruolo fondamentale” delle armi nucleari. In particolare se vi è accordo nel considerare il nuovo missile balistico intercontinentale Sarmat e il veicolo ipersonico Avangard russi inseribili nel trattato Nuovo START, per quanto riguarda il missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik, quello balistico lanciato dall'aria Kinzhal e il siluro nucleare Poseidon, si sostiene che questi non rientrerebbero anzi metterebbero a rischio gli USA e i suoi alleati [10].

In una nota al documento Lloyd Austin chiarisce in concetto di deterrenza integrata: “Deterrenza integrata significa utilizzare tutti gli strumenti a disposizione del Dipartimento della Difesa per garantire che i potenziali nemici comprendano la follia dell’attacco. La deterrenza integrata consiste nell’usare il giusto mix di tecnologia, concetti operativi e capacità, il tutto intrecciato in rete in modo così credibile, flessibile e formidabile che non darà pausa a qualsiasi avversario operando in un’ottica multi-dominio che abbraccia numerose aree geografiche di responsabilità, insieme ad alleati e partner, fortificati da tutti gli strumenti del potere nazionale”.
Malgrado la Revisione abbia eliminato il missile nucleare da crociera SLCM-N e la bomba a gravità B-83 come richiesto dal NPR di Trump, Biden ha deciso di finanziare la modernizzazione del programma Sentinel (missili balistici intercontinentali ICBM, noto come programma di deterrenza strategica a terra) con 300 miliardi di dollari. Scelta che dimostra ancora una volta che si considera la superiorità nucleare come uno strumento di potere globale come indica il patto AUKUS (patto militare tra Usa, Australia e Regno Unito) che incoraggia la diffusione della tecnologia delle armi nucleari o l’accelerazione della consegna della bomba B61-12 potenziata, costo 10 miliardi di dollari, alle basi NATO in Europa.

Parimenti con il nuovo concetto strategico (CS) la NATO mira più alla militarizzazione dell’Alleanza che al controllo degli armamenti. Il controllo degli armamenti un tempo era considerato complemento necessario alla forza militare, oggi si preferisce il rafforzamento di tutti gli aspetti della deterrenza (riconoscendone negativamente una debolezza intrinseca). Infine enfatizza una difesa che non disdegna il confronto aperto perché, si sostiene, vi sarebbero “attori autoritari” che sfidano interessi, valori e stili di vita democratici. Attori che investono in sofisticate capacità convenzionali, nucleari e missilistiche con poca trasparenza o considerazione per le norme e gli impegni internazionali. Farebbero appunto quello che anche la NATO rivendica per se stessa: “Le forze nucleari strategiche dell'alleanza, in particolare quelle degli Stati Uniti, sono la suprema garanzia della sicurezza dell'Alleanza” mentre le dotazioni nucleari del Regno Unito e della Francia avrebbero un ruolo dissuasivo perché contribuiscono alla deterrenza complicando i calcoli di potenziali avversari. Inoltre la postura di deterrenza nucleare della NATO si basa anche sulle armi nucleari degli Stati Uniti schierate in Europa e sui contributi degli alleati interessati. Oltre la Turchia ci sono Belgio, Germania, Olanda, Italia, paesi aderenti al TNP, che per legittimare la presenza delle B61-12 chiamano questa condivisione nucleare “pianificazione della difesa collettiva: contributi nazionali con aerei a doppia capacità al nucleare della NATO”. In conclusione benché la NATO con il nuovo concetto strategico enfatizzi la deterrenza convenzionale (lo scopo fondamentale della capacità nucleare della NATO sarebbe preservare la pace, prevenire coercizione e scoraggiare l'aggressione), in realtà promuove la necessità di una rinnovata nuclearizzazione: le armi atomiche costituiscono “la suprema garanzia della sicurezza dell’alleanza” [11].

Nel 2020 il presidente russo Vladimir Putin approva il decreto 355 [12], un documento in 25 punti che illustra la posizione ufficiale russa sui “fondamenti della politica statale della Federazione russa nell’area della deterrenza nucleare“. Nel nuovo decreto viene prevista una reazione nucleare anche in situazioni in cui le forze convenzionali russe non fossero in grado di respingere un attacco avversario. Non differenziando più fra diversi gradi di conflitto, è dunque possibile il ricorso ad un attacco nucleare limitato per imporre all’avversario la cessazione di un attacco convenzionale. Il punto 13 chiarisce che “la Russia esercita la dissuasione nucleare verso i singoli Stati e le coalizioni militari che considerano la Federazione russa un potenziale avversario, e dispongono di armi nucleari o altri tipi di armi di distruzione di massa o un significativo potenziale di forze da combattimento”. Se il documento “Principi di base di politica statale della Federazione Russa sulla deterrenza nucleare” doveva servire a rassicurare i paesi vicini in Asia che non sono considerati una minaccia nucleare, altrettanto era importante sottolineare che l'arsenale nucleare della Russia rimane il mezzo per prevenire, o porre fine, alle ostilità militari contro la Russia e i suoi alleati. Chiaramente ritiene che qualsiasi conflitto armato con gli Stati Uniti e la NATO (occidente collettivo) potrebbe trasformarsi rapidamente in una guerra nucleare globale a tutti gli effetti .

Nel nuovo annuario 2022 che valuta lo stato attuale degli armamenti, del disarmo e della sicurezza internazionale, lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) scrive che i Paesi dotati di armi nucleari puntano a modernizzare gli arsenali e ad aumentare il numero di testate:
“I nove Stati dotati di armi nucleari - Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord) - continuano a modernizzare i loro arsenali nucleari e sebbene il numero totale delle armi nucleari è leggermente diminuito tra gennaio 2021 e gennaio 2022, il numero probabilmente aumenterà nel prossimo decennio. Dell'inventario totale di circa 12.705 testate all'inizio del 2022, circa 9440 erano scorte militari per un potenziale utilizzo. Di queste, circa 3732 testate sono state dispiegate con missili e aerei, e circa 2000, quasi tutte appartenenti alla Russia o agli Stati Uniti, sono state mantenute in uno stato di massima allerta operativa [13].

La messa in questione dei trattati esistenti, e i lenti progressi nel campo del disarmo nucleare, hanno portato alla negoziazione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) . Adottato da 122 Paesi alle Nazioni Unite nel 2017, firmato finora da 86 Stati 51 dei quali l’hanno ratificato, è entrato in vigore il 22 gennaio 2021. E’ il primo accordo legalmente vincolante che vieta lo sviluppo, test, produzione, immagazzinamento, trasferimento, uso e minaccia delle armi nucleari.
All’approvazione del Trattato si è giunti grazie alla pressione di Ican-Campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari-, un movimento globale di base a favore del disarmo nucleare totale [14].

- Non vi è conflitto fra TNP e TPNW.
Il TNP ha tra i suoi primi firmatari gli Stati Uniti e la Russia, che insieme detengono il 90% delle armi nucleari. Regno Unito, Francia e Cina che hanno arsenali minori. Il TNP obbliga di procedere verso il disarmo ma non indica un arco di tempo entro cui completarlo. Il TPNW ha in programma di fissare in seduta comune delle scadenze per ciascun adempimento che derivi dal possesso, detenzione e controllo di armi nucleari. Impone al contempo una serie di obblighi di assistenza alle vittime di armi atomiche. e di bonifica delle zone utilizzate per testare gli strumenti bellici.
Le armi nucleari sono da considerarsi illegali per gli Stati che hanno aderito al TPNW

LA NATO considera impossibile l’adesione all’Alleanza e contemporaneamente al TPNW

- Trattato di non proliferazione nucleare-TNP. Per la prima volta, dopo decenni, è ripartita la corsa agli armamenti rendendo probabile l’aumento dell’aesenale nucleare nei prossimi anni.

- Trattato ABM anti missili balistici firmato da USA ed URSS nel 1972. Prevedeva una parità strategica basata sulla dottrina della mutua distruzione assicurata. Nel 2002 ritiro degli USA.

-New start. Sebbene sia stato sottoscritto da Biden e Putin nel 2021, al Trattato mancano le procedure di ispezione, estensioni del trattato ad altre categorie di armi nucleari. Non coinvolge la CINA.

- Trattato sui cieli aperti (Open Skies). A maggio 2020 il presidente Trump ne ha ufficializzato l’uscita.

- Trattato INF [Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, NdR] sui missili nucleari a raggio intermedio del 1987. Gli Stati Uniti con Donald Trump annunciano il ritiro unilaterale nel 2019. Fino ad allora vietava alle due superpotenze il dispiegamento a terra di armi nucleari a medio raggio, ossia con una gittata tra i 500 e 5500 chilometri e il loro uso.

- Nel 2015 il presidente Barack Obama firma un accordo con l’Iran e sei potenze mondiali (oltre gli Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Gran Bretagna, cioè i cinque Paesi che hanno diritto di veto all'Onu più la Germania) secondo cui per quindici anni l’Iran non costruirà nessun nuovo reattore. Nel 2018 il presidente statunitense Donald Trump annuncia l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano.

- Trattato per la proibizione dei test nucleari (CTBT) in qualsiasi ambiente non è ancora non è ancora entrato in vigore in quanto l’India non sottoscrive il Trattato perché nello stesso manca un impegno, da parte dei 5 Stati "militarmente nucleari" ovvero USA, Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia, di sospendere lo sviluppo qualitativo delle armi nucleari e di ad accettare il concetto di scadenze temporali nel processo per un completo disarmo nucleare. Dunque si hanno Stati Uniti, Cina, Israele, Iran, Egitto che non hanno ancora ratificato il trattato e Pakistan e Corea del Nord che non lo hanno neanche firmato. Proprio questo Trattato indica come il regime di controllo delle armi debba considerare come fondamentale le attività di ricerca e sviluppo, le infrastrutture di sviluppo e sperimentazioni insieme alla allocazione della loro esecuzione.

Per tutto il 2022 si è assistito a settimane di movimentazioni e test di deterrenza nucleare di USA, Nato e Russia che rappresentano prove di forza. Eccone alcuni:

- Esercitazione NATO “Steadfast Noon" con bombardieri sviluppati per i bombardamenti atomici che hanno sorvolato il Regno Unito e il Mare del Nord per arrivare fino in Belgio,
- Esercitazione russa “Grom” che vede coinvolti il sistema missilistico mobile di terra, il sottomarino missilistico strategico della Flotta del Nord e due bombardieri missilistici strategici a lungo raggio con test di missili di nuova generazione ipersonici. - Entrata nel Mediterraneo del sottomarino americano Rhode Islan armato di missili intercontinentali e di centinaia di testate atomiche è stato visto come un messaggio al Cremlino ma anche, come già accaduto nel 2020 con il dispiegamento, per la prima volta, di un missile nucleare tattico W76-2 su di un sottomarino, che vi è una evoluzione dello strumento di deterrenza atomica.
- Un missile balistico intercontinentale Minuteman III è stato lanciato da una base in California per arrivare alle isole Marshall come test per dimostrare che l’arsenale nucleare è pronto.

Per quanto riguarda la componente aerea è stato presentato il muovo bombardiere nucleare B-21 che può adoperare due modelli di armi nucleari: la bomba tattica B61-12 e il missile da crociera ad armamento atomico Lrso (armato con testate nucleari W80-4).

La Russia ha testato un missile balistico ICBM denominato “Sarmat” che può trasportare più di 10 testate e il missile ipersonico Zircon. Con il nuovo sottomarino a propulsione nucleare, il “Generalissimo Suvorov” ha sparato il missile balistico nucleare russo R-30 Bulava capace di eludere gli scudi antimissile occidentali (può trasportare 10 testate nucleari e volare per 10mila km). Poi c’è il sottomarino atomico K329 Belgorod, ancora in fase di sperimentazione avvistato nel mare Artico stando ad una informativa della NATO. Può trasportare e lanciare il super siluro senza pilota Poseidon a propulsione nucleare con carica nucleare nella testata da 2 a 5 Megatoni. E’ un supersiluro che sfugge ai radar Usa e sarebbe capace di generare un'onda radioattiva da cancellare metropoli come New York o Los Angeles

NOTE:

[1] https://www.globaltimes.cn/page/202206/1268587.shtml
[2] https://www.lavoce.info/archives/73037/lasciare-il-dollaro-missione-possibile-per-russia-e-cina/
[3] https://www.ndc.nato.int/news/news.php?icode=1570
[4] https://www.icanw.org/report_no_place_to_hide_nuclear_weapons_and_the_collapse_of_health_care_systems
[5] https://www.lescienze.it/news/2022/03/11/news/armi_nucleari_tattiche_guerra_ucraina-8937389/
[6] https://www.peacelink.it/disarmo/a/49235.html
[7] https://www.agi.it/estero/news/2022-01-04/disarmo-potenze-nucleare-cina-accordo-congiunto-15110604/
[8] https://www.affarinternazionali.it/archivio-affarinternazionali/2021/01/biden-e-putin-invertono-la-rotta-sul-disarmo/
[9] https://media.defense.gov/2018/Feb/02/2001872886/-1/-1/1/2018-NUCLEAR-POSTURE-REVIEW-FINAL-REPORT.PDF
[10] https://www.defense.gov/National-Defense-Strategy/
[11] https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_196144.htm https://www.nato.int/nato2030/
[12] http://static.kremlin.ru/media/events/files/ru/IluTKhAiabLzOBjIfBSvu4q3bcl7AXd7.pdf https://ecfr.eu/article/commentary_russias_nuclear_deterrence_principles_what_they_imply_and_what_n/
https://ilbolive.unipd.it/it/news/putin-svela-politica-nucleare-russa
https://ilbolive.unipd.it/it/news/escalation-nucleare-ucraina-esercizio-logica
[13] https://www.sipri.org/media/press-release/2022/global-nuclear-arsenals-are-expected-grow-states-continue-modernize-new-sipri-yearbook-out-now https://fas.org/issues/nuclear-weapons/status-world-nuclear-forces/
[14]
https://www.icanw.org/111375/costruiamo_il_disarmo_nucleare_passo_dopo_passo_italia_ripensaci_incontra_le_citt_e_la_politica

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