Il concetto di sicurezza nazionale israeliana e la sua recezione in Italia
Articolo tratto da “La catena dell'impunità. Inchiesta sulla storia degli armamenti israeliani e sulle complicità dell'Occidente e dell'Italia nella guerra condotta ai danni della popolazione civile in Palestina”*
PREMESSA
Ancora una volta è guerra. Ma se le guerre di Israele sono sempre state un laboratorio di guerra, questa volta il conflitto dovrà fornire importanti spunti agli analisti militari che devono studiare la natura del combattimento moderno. Si dovranno dare risposte alle lezioni apprese sul campo che riguardano la protezione dalle sorprese strategiche, il contrasto alle sfide a bassa tecnologia eppure efficaci, il combattimento nelle aree urbane e la pianificazione per le questioni post-combattimento. Per quanto mirata possa essere, e non lo è, l’operazione di terra che sta conducendo Israele è sanguinosa e altamente distruttiva, con un gran numero di morti civili. Netanyahu lo ha detto: “Niente ci fermerà, andremo fino in fondo, finché non saremo vittoriosi, e niente di meno”. Non ci sono vie di mezzo.
FRA ITALIA E ISRAELE NAZIONALISMO E AFFARI
Non più solo relazioni bilaterali segnate da una profonda amicizia e da un solido sistema di accordi bilaterali. Con i governi di estrema destra di Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu, fra Italia e Israele si è instaurato un profondo legame basato sulla condivisione di valori comuni: identità etnica e culturale, tradizione religiosa e Stato forte e ben armato. Colpito “dalla visione e leadership” di Meloni, Netanyahu, durante il forum economico organizzato dal ministro Adolfo Urso, ha invitato la premier al vertice intergovernativo di Tel Aviv per formalizzare gli accordi siglati “accompagnata da 50 o 100 aziende leader”.
Sul tavolo verranno discussi diversi dossier: il valore economico derivato dalla cooperazione industriale, tecnologica ed energetica [1], la decisione che il governo dovrà prendere su Gerusalemme capitale d'Israele e la certezza che la richiesta del ministro degli esteri Eli Cohen indirizzata all’Europa, attraverso l’omologo italiano Antonio Tajani, di non intervenire “negli affari interni di Israele”, venga soddisfatta. Ciò che preoccupa il ministro non è tanto la posizione dell’Europa sulla guerra “diritto all'autodifesa di Israele e necessità di proteggere i civili palestinesi”, meno che mai quella italiana di Meloni “quella di Hamas non è semplice guerra, c'è la volontà di cancellare gli ebrei”, quanto le ripercussioni di una riforma della giustizia che vuole mettere al riparo dal controllo giudiziario il governo limitando la capacità d’intervento della Corte Suprema, e affidando in tal modo un potere quasi illimitato all’esecutivo [2].
L’atroce affermazione del premier italiano si spiega con la necessità, politica e personale, di ottenere dal primo ministro israeliano un riconoscimento internazionale utile per entrare fra i leader mondiali della nuova destra. Di più: l’Italia nazionalista e intollerante ha bisogno dell’esperienza israeliana per avviare quel processo di militarizzazione e “normalizzazione” della società per soddisfare dinamiche di controllo lungo l’intero arco della vita di un individuo.
Secondo studiosi dell’Università di Tel Aviv INSS (The Institute for National Security Studies, Strategic), il governo israeliano avrebbe dovuto affrontare sfide importanti che avrebbero modellato il volto dello Stato negli anni a venire. Nella pubblicazione del marzo 2023 “With Eyes Wide Open, Israel Marches toward Economic Stagnation” si individuavano diverse criticità derivanti dal bilancio nazionale 2023-2024: dalla difficile integrazione della popolazione ultra-ortodossa nel tessuto sociale ed economico alle gravi implicazioni economiche, derivanti dalla rivoluzione giudiziaria che sottintende una violazione del principio di uguaglianza perché favorisce le comunità ultra-ortodosse e ultraconservatrici [3]. Israele non ha una costituzione scritta, sovrana, ma viene sostituita dalla Dichiarazione di indipendenza (1948), dalle Leggi fondamentali del parlamento (Knesset) e dalle comuni leggi israeliane. È l’esperienza giuridica a giustapporre, con eguale legittimità, tanto la supremazia della Knesset quanto la garanzia dei diritti affidata alla Corte suprema. Nel 2018 la Knesset ha approvato la legge “Israele Stato-Nazione degli Ebrei” che il Centro legale per i diritti della minoranza araba ha definito “una legge coloniale”.
A novembre, poco prima dell’inizio della tregua concordata con Hamas, il governo ha approvato un nuovo bilancio di guerra che ha provocato non solo l’opposizione di Benny Gantz, ex capo dell'esercito ed ex capo dell'opposizione (al di là della partecipazione del governo d'emergenza), ma anche della Banca d’Israele. Nel mirino sono finiti i fondi della coalizione, soldi del bilancio dello Stato stanziati a un'entità politica per scopi stabiliti da accordi, ma approvati solo dal governo. Sono serviti al ministro delle Finanze, leader del partito di ultradestra Sionismo religioso Bezalel Smotrich, per finanziare le priorità degli ultra-ortodossi e dei coloni della Cisgiordania. Al quotidiano “Times of Israel” ha dichiarato che il finanziamento serve per rafforzare le infrastrutture di sicurezza in Cisgiordania, checkpoint, squadre di sicurezza civili, armi e attrezzature di cui hanno bisogno, e non per nuove costruzioni (in realtà la costruzione degli insediamenti sta accelerando) in Giudea e Samaria, termine biblico usato per definire la Cisgiordania [4].
Il giornale online Middle East Eye, che si occupa di Medio Oriente dal 2014, ha pubblicato una inchiesta che denuncia la possibilità che i coloni siano in possesso di armi leggere americane [5]. Esperti che si occupano del controllo degli armamenti affermano che armi statunitensi esportate in Israele, finanziate attraverso gli aiuti militari statunitensi o acquistate a fini commerciali, anche se non fossero distribuite direttamente ai coloni, potrebbero finire nelle loro mani. Questo accade in aperta violazione della legge Leahy, nome di un ex senatore democratico del Vermont che nel 1997 ha ideato la regolamentazione del commercio di armi, anche quelle finanziate o fornite come aiuto militare statunitense. Inoltre, come per l’Italia con la 185/90, l’Europa con la 2008/944/PESC e il Trattato sul commercio delle armi (Att) del 2014, anche quella statunitense vieta di fornire assistenza in materia di sicurezza a governi stranieri che siano oggetto di accuse credibili di violazioni dei diritti umani. Tuttavia un ex funzionario dell’ufficio del Dipartimento di Stato che sovrintende ai trasferimenti di armi, e lo stesso Leahy, ha affermato che nel caso di Israele la legge non viene applicata. Il dato certo è quello fornito dall’US Census Bureau che mostra come il valore totale di armi e componenti esportati dagli Stati Uniti in Israele abbia superato, solo nei primi nove mesi di quest’anno, il totale dei tre anni precedenti per ben cinque tipologie di armamenti. Ma dove sono armi e componenti americane già presenti in Israele? Né il Dipartimento di Stato, che monitora le vendite commerciali, né il Dipartimento della Difesa, che monitora le vendite militari, sono in grado di tracciare le armi leggere (fucili, rivoltelle e pistole).
A novembre la Casa Bianca ha inserito nel bilancio supplementare inviata al Senato il 20 ottobre, la richiesta della rimozione delle restrizioni su tutte le categorie di armi e munizioni a cui è consentito l'accesso a Israele. Si tratta delle scorte di armi statunitensi immagazzinate in Israele [6]. Il 9 dicembre Associate Press pubblica la notizia che il Dipartimento di Stato approva la vendita di munizioni per carri armati a Israele aggirando il Congresso. Una vendita di emergenza di quasi 14.000 colpi di munizioni per carri armati per un valore di oltre 106 milioni di dollari, dovuta all’enorme consumo dipeso dall’intensificazione delle operazioni militari nel sud della Striscia di Gaza [7]. I proiettili anticarro in oggetto sono ad alto potenziale esplosivo con tracciante da 120 mm M830A1 per carri armati contenenti uranio impoverito in grado di perforare con facilità le corazze dei tank e dei bunker, ma che esplodendo rilasciano particelle tossiche che causano il cancro e portano all’inibizione delle funzioni dell’intero organismo [8].
Un caso all’attenzione del Congresso USA è rappresentato dall'azienda israeliana di spyware NSO Group perché sta esercitando una forte azione di lobbying nei confronti dei funzionari statunitensi cercando di trarre vantaggio dall'attuale crisi in Medio Oriente. secondo l’organizzazione no-profit OpenSecrets.org [9], già nel 2022 la società israeliana aveva assunto lobbisti di alto livello spendendo la cifra di 1,1 milioni di dollari.
Lo spyware “Pegasus” dell’azienda israeliana viene usato per facilitare violazioni dei diritti umani a livello globale. Una indagine condotta parallelamente da 17 media internazionali ha rivelato che giornalisti, attivisti per i diritti umani, avvocati e politici di tutto il mondo venivano spiati da governi autoritari attraverso lo spyware Pegasus, motivo per cui NSO è stato inserito in un elenco di società soggette a restrizioni commerciali nel 2021 dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Attualmente il governo israeliano sta permettendo alla NSO di intervenire in prima linea in guerra per localizzare i cittadini di Gaza, e si propone presso l’amministrazione di Biden-Harris come supporto alla lotta globale contro il terrorismo in tutte le sue forme [10].
Negli USA, approfittando della guerra di Israele contro la popolazione palestinese, il direttore della Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA), preme sul Congresso per ottenere il rinnovo del programma di sorveglianza di massa utilizzato per spiare cittadini statunitensi.
Stando a quanto indagato da The Intercept, testata online di giornalismo investigativo, “la spinta per estendere i poteri di sorveglianza del governo arriva quando i funzionari eletti chiedono indagini sui gruppi filo-palestinesi, attirando la condanna di numerosi gruppi per i diritti civili, tra cui l’American Civil Liberties Union. In Virginia il procuratore generale ha avviato una indagine sulle attività di raccolta fondi dell'organizzazione no-profit American Muslims for Palestine, sostenendo le accuse secondo sostiene il movimento di resistenza Hamas. L'organizzazione ha descritto l'indagine come una diffamazione pericolosa e infondata.
Nel frattempo il Senato ha approvato all’unanimità una risoluzione che condanna gli studenti che sostengono la Palestina nei campus universitari. Il senatore Joshua David Hawley del partito Repubblicano ha scritto al Dipartimento di Giustizia per chiedere un’indagine sui gruppi di studenti di varie università che hanno visto grandi raduni di protesta contro la guerra a Gaza” [11].
Anche in Italia il Dipartimento della pubblica sicurezza ha chiesto ai Questori di attenzionare le manifestazioni o occupazioni pubbliche organizzate in solidarietà con il popolo palestinese [12].
IL CHIARO E LO SCURO DELLE RELAZIONI MILITARI FRA ITALIA E ISRAELE
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, per replicare ad una serie di accuse sulla posizione italiana nella guerra fra Israele-Palestina, ha pubblicato sui social uno schemino sulla vendita di armi in cui si riporta che nel 2023 sono state approvate 21 licenze (di esportazioni di materiali militari a Israele) per 9,9 milioni di euro quasi tutti parti di sistemi di comunicazione. Sempre fuori dalle aule parlamentari ha dichiarato che l’Autorità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (UAMA) ha sospeso il rilascio di nuove licenze di esportazione di armi e sistemi militari a Israele in ottemperanza della Legge 185 del 1990, la legge che vieta l’esportazione di materiali di armamento verso i Paesi in stato di conflitto armato. Il ministro, quando era presidente di AIAD (Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza), in Commissione difesa del Senato sostenne che bisognava intervenire sulla 185: “Se si vuole cooperare o meno con un paese deve deciderlo il governo non il parlamento. Non esiste che una legge metta in capo alla Farnesina le decisioni sul settore della difesa”. È vero che progressivamente in questi anni si è assistito all’esautoramento del ruolo del Parlamento tranne, ad esempio, quando si tratta di difendere i parlamentari con l’art.68 che gli consente di beneficiare di una doppia garanzia.
È il caso della maggioranza che, in Giunta per l’immunità del Senato, ha salvato il senatore Maurizio Gasparri non riscontrando alcuna incompatibilità tra il suo ruolo di presidente di una società di sicurezza informatica e il mandato di senatore. Gasparri, che fa parte anche della commissione Difesa, non lo ha mai dichiarato nella documentazione che ogni parlamentare deve produrre sulle sue attività private. Dunque un parlamentare può contemporaneamente svolgere l’attività di lobbista? La società di cui si parla è la Cyberealm che si occupa di cybersicurezza e ha legami israeliani (il capitale sociale è in mano all’italo-israeliano Leone Ouazana).
È stata la trasmissione Report [13] a svelare questa misteriosa società di sicurezza informatica con manager e collaboratori legati ai servizi segreti di altri Paesi: “Alcuni di loro in questo momento sono impegnati materialmente nel conflitto israelo-palestinese in attività sensibili. Gasparri ha di fatto tessuto per loro relazioni istituzionali per l’assegnazione di commesse tenendo all’oscuro il Senato. Commesse che riguardano tutti i suoi ruoli istituzionali”. Uno dei prodotti è un trojan per l’estrazione di informazioni da dispositivi Android e iOS in grado di fornire una profilazione di intelligence completa che ricorda Pegasus.
Il mercato della cyber security è dunque il lato oscuro del digitale, un mondo dove si muovono interessi e finalità diversi. Mentre innovazione e lobbying possono definirsi le facce della stessa medaglia, gli investimenti raggiunti nel 2022 hanno raggiunto la cifra di 1.855 milioni di euro, +18% sul 2021, il significato del concetto “sicurezza nel contesto digitale” rimane aleatorio.
Per il ministro Crosetto il settore cybersicurezza ha bisogno di nuove regole e di uno Stato più leggero capace di individuare nella parte privata le competenze che gli servono: “Lo Stato e la Difesa sono perfettamente consci di quanto il settore sia fondamentale e hanno la volontà di investire sempre più”. Lasciare ampio spazio ai privati significa anche poter aumentare la collaborazione con società di affari con paesi come Israele diminuendo ostacoli e controlli.
Presso il Centro Convegni di Roma Cybertech, la piattaforma di networking B2B nel settore della Cyber Sicurezza e Leonardo, la maggiore società italiana dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, hanno organizzato a ottobre 2023 l’evento Cybertech Europe presenti sponsors, innovation e institutional partners e startup [14]. L’ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar, presente nel padiglione nazionale israeliano e Amir Rapaport, fondatore di CyberTech, hanno dichiarato che vi è una intensa cooperazione tra i due paesi a livello istituzionale e privato, per cui ci sono molte opportunità di collaborazione tra i due governi e tra i mercati dei due Paesi
Alla conferenza-esposizione era presente anche Pierre Levy, Ceo e amministratore delegato di Atlantica Digital che ha sottolineato che l’80 per cento dei prodotti di software di Atlantica Digital sono di origine israeliana. Atlantica Digital, insieme a Atlantica Cyber Security, fa parte della galassia di Cyberealm ed ha avuto appalti con Consip per la sicurezza informatica, Radiotelevisione italiana S.p.A, Esercito e Carabinieri. Atlantica Cyber Security ha anche una partnership con Elettronica, società partecipata al 31% dalla società a partecipazione statale Leonardo [15].
Leonardo è la società che ha maggiori rapporti di cooperazione con Israele non solo industriali ma anche scientifici e tecnologici. In un anno ha siglato accordi nell’ambito dell’innovazione con Israeli Innovation Authority e Ramot Tel Aviv University. Con Ramot sono stati fissati i principi per l’attivazione della cooperazione su progetti di ricerca sponsorizzati da Leonardo e realizzati dalla Tel Aviv University, mentre con Israeli Innovation Authority è interessata ai progetti innovativi promossi da start-up, aziende, multinazionali e università israeliane [16].
La possibilità di creare ricchezza attraverso partnership internazionali ha prodotto una vera e propria industria globale di eventi anche digitali. Si pensa che il nuovo business realizzerà la cifra di 2.194 miliardi di dollari entro il 2028. In particolare nello spazio di mercato che si è aperto fra Italia e Israele si sono inserite agenzie specializzate e centri di assistenza e consulenza che attraverso la formula Open Innovation offrono la possibilità ai sistemi finanziari di trasferire i contenuti tecnologici senza passaggi burocratici e strutturali [17].
Un soggetto particolare è la Fondazione Med-Or nata nel 2021 su iniziativa di Leonardo Spa per unire competenze e capacità dell’industria con il mondo accademico nell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (“Med”) e del Medio ed Estremo Oriente (“Or”). Nel 2023 rafforza la collaborazione con l’Institute for National Security Studies (Inss) di Tel Aviv tramite la sottoscrizione di un Memorandum di Intesa avvenuta durante la visita in Israele del Presidente della Fondazione Med-Or Marco Minniti.
Inss è un istituto di ricerca e think tank israeliano affiliato all’Università di Tel Aviv che conduce ricerche e studi che hanno un impatto sulle questioni strategiche relative alla Sicurezza Nazionale con una particolare attenzione per il Medio Oriente, il conflitto israelo-palestinese, la dottrina di sicurezza israeliana, il controllo degli armamenti, il terrorismo, i conflitti a bassa intensità e le relazioni Usa-Israele.
DATI EXPORT E IMPORT DI ARMI PER NAZIONE E DITTE
Secondo la “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento relativa all’anno 2022”, il valore globale delle licenze di esportazione e di importazione, comprese le licenze per operazioni di intermediazione e quelle globali di progetto e di trasferimento, è stato pari a 6,017 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 5,34 miliardi del 2021 [18].
In relazione alle aziende esportatrici, i dati evidenziano come le prime 15 società esportatrici abbiano un peso finanziario pari al 92,59 per cento sul totale del valore esportato con licenze individuali dai 138 operatori complessivi. Le prime 4 aziende sono Leonardo (47,05%), Iveco Defence Vehicles (14,08%), MBDA Italia (7,96%) e Elettronica S.P.A. (4,36 %) e rappresentano circa il 73% del valore complessivo. Leonardo è destinataria di circa il 23% del totale delle autorizzazioni (496 su 2.155). I primi 15 operatori hanno ricevuto 1.076 autorizzazioni, circa il 50% del totale.
Il volume di affari per la vendita di armi a Israele è stato inferiore rispetto a quello altri Paesi del Medio Oriente: Qatar circa 260 milioni di euro, Arabia Saudita oltre 123 milioni, Emirati Arabi Uniti per 121 milioni, Kuwait per oltre 105 milioni e Egitto per 72 milioni. In Israele l’Italia ha esportato armi per 9,3 milioni di euro mentre ne ha importate per 9.8 milioni di euro.
Elenco Categoria Materiale:
• ARMI O SISTEMI D'ARMA DI CALIBRO SUPERIORE A 12,7 MM
• MUNIZIONI - BOMBE, SILURI, RAZZI, MISSILI ED ACCESSORI
• AEROMOBILI - APPARECCHIATURE PER LA VISIONE D'IMMAGINI
• PEZZI FORGIATI, PEZZI FUSI E SEMILAVORATI - APPARECCHIATURE E TECNOLOGIA PER LA PRODUZIONE
• TECNOLOGIA PER SVILUPPO, PRODUZIONE O UTILIZZAZIONE
Elenco esportazioni definitive verso Israele per ditte: Elettronica Aster; Forgital Italy SpA, Leonardo SpA, ASE SpA, BattagionSpA, Agenzia Industrie Difesa, Tekne Srl, RWM, OMA Officine Meccaniche Aeronautiche, Secondo Mona SpA, Ring Mill SpA e CABI Cattaeneo SpA.
Elenco importazioni definitive da Israele per ditte: Gelco SpA, ERA Electronic System Srl, Leonardo SpA, SLS Support Logistic Services Srl, Milexia Italia SpA, Simecon Srl, BMD SpA, RWM, Elettronica SpA, Simmel Difesa SpA, Telespazio SpA,
Fra gli accordi internazionali bilaterali si ricorda il Memorandum d’intesa fra Italia e Israele relativo alla difesa e alla cooperazione militare del 2003.
AZIENDE PRESENTI IN ISRAELE
Pochi giorni dopo l’inizio dell’Operazione Spade di Ferro le aziende italiane presenti in Israele non avevano ancora deciso cosa fare: Ita Airways, Ferrero, Intesa Sanpaolo, Tim, Edison SpA, Impresa Pizzarotti, Rina Consulting SpA, Sicim SpA, STMicroelettonics Ltd, Telit Wireless Solutions e TI Sparkle SpA (Tim Group). Enel con i suoi hub: Innovation Hub a Tel Aviv (attivo dal 2016), FinSec Lab a Beer-Sheva (attivo dal 2021 in collaborazione con Mastercard) e AI&Robotics Lab a Tel Aviv (attivo dal 2022) [19].
LA POSIZIONE UFFICIALE DELL’ITALIA
Fin dall’inizio della controffensiva israeliana, l’Italia ha dato il suo sostegno allo Stato ebraico con la voce di Giorgia Meloni che ha assicurato “la piena solidarietà del Governo italiano” confermata dalla scelta di astenersi in tutte le risoluzioni ONU che chiedevano una tregua umanitaria per Gaza benché si sia in presenza di un genocidio. Definizione facilmente riscontrabile dalle dichiarazioni di leader e generali israeliani con l’intento di giustificare l’attacco su Gaza mentre in Cisgiordania i coloni stanno portando avanti una pulizia etnica protetti dall’esercito [20].
Non è mancato un premio ai governi, fra cui quello italiano, che hanno dimostrato fedeltà assoluta a Israele. All’inizio di novembre il governo israeliano ha assegnato a sei società, tra cui il colosso italiano degli idrocarburi ENI, dodici nuove licenze per l’esplorazione del gas naturale al largo della costa mediterranea del suo Paese [21].
I PILASTRI DEL CONCETTO DI SICUREZZA ISRAELIANO: DETERRENZA, AVVERTIMENTO STRATEGICO, DECISIONE E DIFESA.
L’approccio all’uso della forza militare derivato da questa dottrina è che Israele deve lottare per guerre brevi e trasferire rapidamente la guerra in territorio nemico. Nel caso in cui Israele venga colto di sorpresa nella prima fase, l’esercito regolare dovrebbe tenere a bada il nemico finché le forze di riserva non saranno mobilitate e l’IDF potrà passare all’offensiva. È da questo concetto che viene data la precedenza alla superiorità aerea e alle capacità di intelligence avanzate.
La necessità di aggiornare il concetto di sicurezza nazionale ha dovuto mettere in relazione la strategia dell’IDF (forze armate dello Stato d'Israele), dottrina, e circolo politico-stategico a cui compete la definizione delle strategie.
Alle forze armate è affidato il compito della deterrenza tenendo conto che le sfide che deve affrontare sono più diversificate, sostanziali e immediate di quelle di quasi tutte le forze armate del mondo. L’IDF deve affrontare il terrorismo tattico, far fronte a organizzazioni ibride, metà statali e metà terroristiche, una situazione unica che le costringe a sviluppare capacità operative combinando le capacità tecnico-operative degli ufficiali con il lavoro delle industrie della difesa. Allo stesso tempo questa particolare situazione israeliana si presenta come una grande opportunità perché i cambiamenti tecnologici globali, l’ascesa del cyberspazio come dimensione di combattimento, l’arrivo dell’intelligenza artificiale, gli enormi progressi nei sistemi autonomi e la loro influenza sulla tecnologia militare e sul campo di battaglia, possono consentire a un esercito tecno-operativo come quello di realizzare i vantaggi che ne derivano per far fronte alle minacce e per rafforzare la propria dipendenza dalla superiorità tecnologica. Ciò significa avere a disposizione quel capitale umano necessario per lo sviluppo innovativo delle tecnologie presenti e future, e l’adozione di dottrine pertinenti per un loro preciso utilizzo operativo in scenari operativi.
Di conseguenza, negli ultimi anni, nell’ambito della riserva accademica, sono stati sviluppati nuovi programmi designati per la formazione di un’élite STEM (science, technology, engineering and mathematics) in diversi campi, in particolare nella scienza dei dati e nell’intelligenza artificiale.
L'uso del servizio obbligatorio è diventato un meccanismo che sta alla base del potere tecnologico dell'IDF e di quello dell'intero apparato di sicurezza, inoltre rappresenta un paradigma globale per costruire l'ecosistema tecnologico-militare dell'establishment di sicurezza.
L’establishment della sicurezza utilizza il servizio obbligatorio per costruire il potere tecnologico-militare, tuttavia è anche lo Stato di Israele ad averne bisogno perché un esercito volontario potrebbe non consentirgli di raggiungere la massa critica necessaria per le mutevoli esigenze di difesa. In Israele la forza dell'esercito si basa su un nucleo di ufficiali e soldati di carriera in servizio permanente, sui coscritti e sulle forze di riserva derivanti dal servizio obbligatorio.
Questi costituiscono la principale forza combattente dell'IDF in tempi di guerra, operazioni, o crisi (con alcune differenze nel modello di riserva delle forze di combattimento di terra rispetto ai soldati di combattimento aerei o navali).
Sebbene il concetto di sicurezza nazionale di Israele si concentri principalmente sulla capacità dell'IDF di affrontare le minacce esterne, deve includere anche aspetti interni legati alla solidarietà e resilienza nazionale, infine ai legami con gli Stati Uniti. L'aggiunta di una componente difensiva al concetto di sicurezza influisce sulla preparazione militare, in primo luogo del fronte interno.
Un problema può nascere soprattutto in relazione alle minacce alla sicurezza interna da parte della minoranza araba del paese e della popolazione araba dei territori.
Per il fronte interno esiste la Legge ISA (Agenzia per la sicurezza israeliana o “Shin Bet”) su cui si fonda il controspionaggio regolamentato nel 2002. Il Servizio è responsabile della protezione della sicurezza dello Stato, dell’ordine e delle istituzioni del regime democratico contro le minacce di terrorismo, sabotaggio, eversione, spionaggio e divulgazione di segreti di Stato. La detenzione amministrativa, diritti degli interrogati, demolizioni di case, uso della pressione fisica negli interrogatori, uccisioni mirate, deportazioni, messa al bando di attività politiche e altro ancora rientrano nella giurisdizione ISA sottoponendola a dure critiche riguardo lo squilibrio tra esigenze di sicurezza e democrazia come i diritti individuali e la libertà di espressione.
Tuttavia in Israele il concetto di sicurezza si concentra sulle minacce militari esterne e la componente di intelligence supporta operazioni militari mirate alla deterrenza, all’allarme strategico, alla decisione e alla difesa, mentre sarebbe importante integrare ufficialmente il controspionaggio nel concetto di sicurezza come parte del quarto pilastro (inserirlo nell'elemento di difesa). Precisamente le minacce interne dovrebbero essere affrontate in modo globale soprattutto nei periodi che precedono conflitti violenti, durante gli scontri e persino durante le guerre.
E’ indubbio che le minacce alla sicurezza svolgano un ruolo essenziale e influente nel discorso israeliano, incoraggiando e rafforzando l’approccio militaristico della società e delle sue sfere politiche e militari. L’essenza delle minacce esistenziali introduce l’idea di militarismo come riflessa nel triangolo Clausewitziano: il livello politico, il livello militare e il pubblico.
Dato lo status delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e la sua centralità nell’etica e nella vita quotidiana, molti studiosi descrivono Israele come militarista. In effetti in termini di militarismo culturale, Israele può essere facilmente descritto come una società militaristica, dove i simboli militari sono incorporati nella sfera pubblica, nelle cerimonie, nel linguaggio e nelle icone.
Ecco che la “minaccia esistenziale” nel caso israeliano viene definita da Kobi Michael, professore presso il Centro internazionale per la polizia e la sicurezza della South Wakes University e ricercatore senior presso l'INSS, individuando quattro dimensioni principali: fisica; governativa (cioè sovranità, perdita di controllo effettivo su territori e popolazione); politica (legittimità internazionale all'esistenza dello Stato di Israele come stato nazionale del popolo ebraico); e infine tutte le questioni relative all'identità che mettono a rischio l'esistenza dello Stato, la sua sovranità concordata e il suo carattere di nazione democratica del popolo ebraico (tutte hanno il potenziale di causare gravi danni alla capacità dello Stato di affrontare con successo le minacce esterne e interne).
Esiste un ampio consenso tra i principali studiosi israeliani come Baruch Kimmerling (1993), Yagil Levy (2003), Uri Ram (2008), Lev Grinberg (2008) e altri sul fatto che la società israeliana è militarista, caratterizzata da un deciso militarismo che a sua volta spiega, almeno in gran parte, la realtà della sicurezza di Israele. Il militarismo culturale in particolare è uno dei simboli collettivi centrali e la piena incarnazione del patriottismo. Le guerre sono percepite come un processo sociale dominante e necessario, sia internamente che esternamente. L’istruzione, l’industria, la scienza, la tecnologia e altri campi vengono reclutati per soddisfare i bisogni della “patria” [22].
Ma se in una nazione come Israele, unicum al mondo per come è stata creata, il senso di minaccia esistenziale e la volontà di usare la forza militare per rimuovere tale minaccia può essere analizzata secondo la trinità Clausewitiziana. come già accennato, di governo (livello politico), esercito (livello militare) e popolo (pubblico) per cui la necessità di un suo controllo realizzato in concordanza tra raccomandazioni dei militari e livello politico può sembrare naturale, differentemente la ricezione del concetto di sicurezza nazionale, da parte del governo di estrema destra italiano, assume un significato che sovverte i principi della Costituzione italiana nata dalla resistenza antifascista.
LA RICEZIONE DEL CONCETTO DI SICUREZZA NAZIONALE ISRAELIANO IN ITALIA
Nel 2023 il governo Meloni si è caratterizzato per l’introduzione di un allarme sociale costruito sulla base di nemici immaginari e minacce da combattere, allo scopo di creare un sistema repressivo con l’introduzione di nuovi reati (15 nuovi reati e pene più severe per quelli vecchi) per chi non si lascia “docilmente” governare. Con l’attuale governo vi è il ritorno ai meccanismi di controllo sociale affidando alle istituzioni disciplinari e agli apparati di polizia un ruolo centrale nelle attività di sicurezza, ordine e moralità. Sulle modalità di esercizio del potere il governo italiano ha trovato in quello israeliano una felice combinazione fra teoria e prassi.
LE TAPPE DI UN PERCORSO GIÀ AVVIATO
Nel 2022 il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nel corso di una sua audizione al Senato aveva affermato che in uno scenario geostrategico internazionale sempre più fragile, vi era la necessità di sviluppare un nuovo modello di deterrenza basato su uno strumento militare tecnologicamente all’avanguardia. Nella fattispecie l’oggetto dell’audizione riguardava il disegno di legge n. 2597 che rivede il modello delle Forze armate a cui è collegata la delega al governo per la revisione dello strumento militare nazionale. Per l’ammiraglio la difesa italiana deve essere pronta a partecipare attivamente alle “iniziative industriali che nel prossimo decennio daranno vita a una rivoluzione tecnologica”. Quindi lo strumento militare sarebbe chiamato sempre più a mantenere “la stabilità e la pace a livello internazionale e la salvaguardia dei diritti umani” perché il campo di azione non smette di ampliarsi e la tutela e la salvaguardia dei diritti sono una vera e propria emergenza globale [23].
Sempre nel 2022 il direttore generale del ministero della Difesa di Tel Aviv, generale Amir Eshel, incontra a Roma l’ammiraglio Cavo Dragone e il segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, con l’obiettivo di ribadire i legami tra i due Paesi e continuare il potenziamento della cooperazione industriale attraverso il coinvolgimento delle rispettive Forze armate.
Da parte sua il ministro della Difesa Guido Crosetto, in una audizione davanti alle commissioni Difesa della Camera e Affari Esteri e Difesa del Senato, ha sostenuto che in vista degli scenari futuri andrebbe fatto un ragionamento sull’attivazione di una riserva, in caso di emergenza, ovvero di guerra, citando gli esempi di Israele e Svizzera (dove però il servizio militare è obbligatorio). Il ministro ha spiegato che le forze armate italiane “vanno rivoluzionate da cima in fondo”. In relazione al quadro tratteggiato su scala internazionale occorrerebbe rivedere il modello italiano di difesa e arruolare persone “che abbiano in testa di fare i soldati e andare in teatro operativo” poiché, se fino a pochi anni fa il rischio era quello inerente al conflitto in Afghanistan, “in futuro potrebbe non essere più così”. La carenza di personale nell’Esercito si risolverebbe con l’introduzione di 10.000 unità in servizio e la formazione di una riserva pronta ad unirsi ai soldati effettivi laddove dovesse scattare la mobilitazione generale. Attualmente la riserva è in pratica costituita dagli uomini e dalle donne della Polizia di Stato “già formati ad attività di sicurezza” quindi dotata delle conoscenze necessarie. Inoltre, occorrerebbe rivedere le carriere per svecchiare le Forze Armate che hanno solo un terzo di under 30 tra le proprie file, le modalità di reclutamento, formazione e addestramento col fine di avere professionalità altamente specializzate, infine rendere attrattivo il lavoro all’interno dell’esercito che oggi soffre per una più bassa retribuzione rispetto al mercato privato [24]. Non a caso, nella manovra economica, il governo ha deciso di dare più soldi a polizia e forza armate tagliando i fondi per l’accoglienza dei migranti e dei minori stranieri non accompagnati. Una scelta accompagnata dalla decisione del governo di considerare adulti tutti i minori di età compresa tra i 16 e i 18 anni, risparmiando così sulla retta quotidiana e prevedendo il loro inserimento in strutture dedicate ai maggiorenni. Agendo su questo taglio si sono liberate le risorse per aumentare di 100 milioni la dote per il comparto sicurezza [25].
Nel gennaio 2023 il ministro Crosetto presenta alle Commissioni di Camera e Senato Esteri e Difesa il suo ‘Sistema Difesa’: “La mia Visione è quella di uno Strumento Militare sinergico nelle sue componenti, agile nelle decisioni, efficace nei possibili scenari di impiego, proiettabile in ruoli di leadership nel sistema di alleanze e coalizioni e credibile strumento di difesa e sicurezza”. Fra le linee programmatiche, necessarie alla realizzazione di cinque obiettivi prefissati, sono riconoscibili i pilastri del concetto di sicurezza nazionale israeliano.
Sebbene il ministro continui ogni volta a sottolineare che lo strumento militare agisce sempre nel rispetto dei dettami costituzionali, di fatto ha cominciato a stravolgere il ruolo delle Forze Armate a cui è affidato il compito di difesa dello Stato. Di fatto da tempo si dovrebbe parlare di difesa dell’interesse nazionale nella definizione data dal diplomatico e presidente di ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) Giampiero Massolo: “L’interesse nazionale è ciò che uno Stato non può evitare di perseguire senza creare un danno alla collettività. Spetta ai governi definirne il contenuto. Questi sono responsabili del loro operato di fronte ai Parlamenti e, in ultima analisi, ai cittadini”.
Sulla scia dell’attuale governo opera un salto di qualità stabilendo che lo Strumento militare, in linea con l’evoluzione dottrinale della NATO, debba prevalere non solo in ambito Alleanza, ma anche a livello nazionale. Cosicché oltre a seguire i dettami degli USA in ambito internazionale, si lega maggiormente a Israele assumendo il suo modello per riorganizzare lo Stato italiano verso una deriva securitaria.
Molto sommariamente i cinque obiettivi sono:
- “Credibilità Strumento di Difesa”: si fa riferimento alla necessità di divenire un punto di riferimento e modello per cittadini e territori. Per arrivare all’obiettivo c’è bisogno di sviluppare una cultura della difesa che si diffonda attraverso relazioni a diversi livelli, scuola, lavoro, società.
- “Rapidità dei processi decisionali” per cui è indispensabile avvicinare le decisioni ai centri dove risiedono competenze e conoscenze necessarie alla comprensione predittiva dei fenomeni.
- “Sviluppo capacitivo ed efficacia dell’impiego” che chiede al Sistema Difesa di divenire catalizzatore delle migliori energie creative, innovative e produttive del Paese.
“Integrazione e leadership nei meccanismi di alleanza, coalizione e nei rapporti bilaterali”. In particolare si sostiene che l’efficacia delle relazioni internazionali passa anche da Esteri e Difesa, allargando il discorso ad altri attori pubblici e privati e del cui potenziamento si farà promotore il Dicastero della Difesa.
“Sinergia delle componenti” in cui si chiede armonizzazione e complementarità nelle Alleanze, ma anche l’unità di settori e servizi comuni alle diverse Forze armate.
Infine sottolinea che l’Italia sta vivendo una trasformazione storica per cui si rende necessaria una architettura politico-militare della difesa più dinamica, adattiva e snella.
Fra gli incontri bilaterali interessati a rafforzare la cooperazione fra i due paesi vi è anche quello avvenuto a luglio 2023 fra le reciproche Forze di Polizia (l’Italia nel 2017 aveva ratificato un accordo con Israele in materia di pubblica sicurezza). L’evento, come riportato dalla Polizia di Stato, “è stato organizzato dal Servizio relazioni internazionali in risposta a una specifica richiesta delle autorità israeliane, interessate a conoscere con maggiore dettaglio l’esperienza nazionale in materia di coordinamento delle Forze di polizia, specialmente nella gestione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica in occasione di eventi sportivi e manifestazioni di piazza organizzati nelle grandi città, ma anche del controllo del territorio in ambito urbano” [26].
Inoltre, come se fosse un bisogno urgente e prioritario, nel Consiglio supremo di difesa dell’11 dicembre si è discusso della possibilità di costituire un Consiglio di sicurezza nazionale.
In un comunicato diffuso si informa che il lavoro di “approfondimento svolto sui cambiamenti che le nuove tecnologie stanno introducendo nella competizione internazionale e quindi sui loro effetti nell’evoluzione dei moderni scenari strategici. Ritiene indispensabile sviluppare consapevolezza e capacità d’azione anche nei nuovi ambiti dell’interazione umana: i domini cibernetico, spaziale e subacqueo e la dimensione cognitiva. Una più efficace architettura di sicurezza e di governance nazionale è condizione per contrastare le nuove minacce nonché i rischi di uso offensivo delle tecnologie emergenti quali l’intelligenza artificiale. Considerata la trasversalità delle minacce ibride, è indispensabile uno sforzo congiunto del sistema Paese”.
L'Istituto Italiano di Studi Strategici Niccolò Machiavelli ha così commentato la proposta [27]:
“Le nostre istituzioni stanno quotidianamente constatando che la politica di sicurezza nazionale così com’è stata concepita fino ad oggi non è più adeguata, perché non può più garantire la protezione della nazione dalle nuove minacce ibride che determinano una tipologia di rischi e potenziali conflitti senza regole e limiti, che estendono le loro conseguenze alle reti ed alle popolazioni civili. Dunque l’esigenza di evolvere verso un nuovo “paradigma di sicurezza nazionale” in grado di fronteggiare rischi, minacce, attacchi e conseguenze di eventi catastrofici, naturali e/o antropici, ormai interdipendenti e globali. Lo Stato necessita di organismo connesso con lo sviluppo tecnologico e soprattutto con il “Sistema Paese”, in grado di garantire tutti gli ambiti inerenti alla sicurezza nazionale, alla strategia militare generale ed al concetto di difesa militare, che vanno dal monitoraggio delle minacce alla pianificazione di azioni preventive, dissuasive e reattive, con l’obiettivo di proteggere gli interessi nazionali e la popolazione. Il Consiglio di Sicurezza Nazionale può contribuire a raggiungere tali obiettivi strategici”.
* https://www.redstarpress.it/prodotto/la-catena-dellimpunita/
NOTE
1 La Stampa (2023) ‘Meloni riceve Netanyahu a Palazzo Chigi. “Pronti a favore processo politico tra Israele e Palestina”. Il premier: “Aumenteremo l’export di gas verso il vostro Paese”’, 10 marzo. https://www.lastampa.it/esteri/2023/03/10/news/meloni_netanyahu_incontro_palazzo_chigi-12686673/; Carrer, G. (2023) Forum con Urso e pranzo con Meloni. L’agenda di Netanyahu a Roma, Formiche.net. https://formiche.net/2023/03/netanyahu-roma-meloni-urso/.
2 ‘Italia-Israele, tra accordi e appelli all’Europa’ (2023) Pagine Ebraiche, 14 marzo. https://moked.it/blog/2023/03/14/italia-israele-tra-accordi-e-appelli-alleuropa/.
3 The Institute for National Security Studies. (2023) ‘With Eyes Wide Open, Israel Marches toward Economic Stagnation’, 30 marzo. INSS Insight 1704. https://www.inss.org.il/publication/israel-economy-2023/.
4 Keller-Lynn, C. (2023) ‘Smotrich defends boost in funds for settlers, saying they’re used for security against “Nazi” Palestinians’, The times of Israel, 27 novembre. https://www.timesofisrael.com/liveblog_entry/smotrich-defends-boost-in-funds-for-settlers-saying-theyre-used-for-security-against-nazi-palestinians/.
5 Akkad, D. (2023) ‘US guns may already be arming West Bank settlers, former official warns’, Middle East Eye, 23 novembre. https://www.middleeasteye.net/news/israel-palestine-war-us-guns-arming-west-bank-settlers-official-warns.
6 Luscombe, R. (2023) ‘Biden sends $106bn aid request to Congress for Israel, Ukraine and Gaza’, The Guardian, 20 ottobre. https://www.theguardian.com/us-news/2023/oct/20/biden-israel-ukraine-gaza-aid-request-congress.
7 Lee, M. (2023) The State Department approves the sale of tank ammunition to Israel in a deal that bypasses Congress, AP News. https://apnews.com/article/israel-us-emergency-sale-tank-ammunition-war-d3e9b41528433f2da9814d3293996cd5.
8 Israel – M830A1 120mm Tank Cartridges (2023) Defense Security Cooperation Agency. https://www.dsca.mil/press-media/major-arms-sales/israel-m830a1-120mm-tank-cartridges.
9 Sayki, I. (2023) ‘Spyware firm NSO Group continues lobbying efforts to resume business-as-usual in the U.S.’, OpenSecrets News, 15 maggio. https://www.opensecrets.org/news/2023/05/spyware-firm-nso-group-continues-lobbying-efforts-to-resume-business-as-usual-in-the-u-s/.
10 Kirchgaessner, S. et al. (2021) ‘Revealed: leak uncovers global abuse of cyber-surveillance weapon’, The Guardian, 18 luglio.
https://www.theguardian.com/world/2021/jul/18/revealed-leak-uncovers-global-abuse-of-cyber-surveillance-weapon-nso-group-pegasus.
11 Boguslaw, D. (2023) Counterterror Director Used Hamas Attack to Justify Mass Surveillance Program Renewal, The Intercept. https://theintercept.com/2023/11/06/hamas-counterterrorism-mass-surveillance-section-702/.
12 Bonati, F. (2023) ‘In centinaia al grido di “Palestina libera”. E cori contro Netanyahu e Israele: “Assassini, terroristi e fascisti”’, TrentoToday. https://www.trentotoday.it/cronaca/manifestazione-palestina-israele-gaza.html; Grossi, L. (2023) ‘“Rischio escalation violente”. Il documento sulle manifestazioni per il Medio Oriente’, Il Giornale, 27 ottobre. https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/rischio-escalation-violente-documento-sulle-manifestazioni-2232762.html.
13 ‘Carote e spyware - Report’ (2023) Rai Report. https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Carote-e-spyware-44619da0-084c-437e-927e-a3bcca6b4b7c.htm
14 CYBERTECH EUROPE October 8-9, 2024 La Nuvola Convention Center, Rome, Italy. https://italy.cybertechconference.com/sites/italy20/files/2023-11/Brochure_Europe_2024%20%281%29.pdf; Cybertech Europe 2024. https://italy.cybertechconference.com/index.php/it/partners; Bussoletti, F. (2022) ‘Cybersecurity, cresce la cooperazione Italia-Israele anche grazie al PNRR’, Difesa e Sicurezza (difesaesicurezza.com), 11 maggio. https://www.difesaesicurezza.com/difesa-e-sicurezza/cybersecurity-cresce-la-cooperazione-italia-israele-anche-grazie-al-pnrr/.
15 Malagutti, V. (2023) ‘I cyber affari di Gasparri. L’intreccio arriva a Leonardo’, Domani, 27 novembre. https://www.editorialedomani.it/economia/i-cyber-affari-di-gasparri-lintreccio-arriva-a-leonardo-rwhgjwde.
16 Leonardo. Comunicato stampa. 3 febbraio 2023. https://www.leonardo.com/documents/15646808/24580877/ComLDO_IIA_Ramot_03_02_2023_ITA.pdf?t=1675417747829.
17 Carrer, G. (2022) Cooperazione industriale Italia-Israele. Attivato il gruppo di lavoro, Formiche.net. https://formiche.net/2022/12/gruppo-di-lavoro-industria-italia-israele/; Smart Mobility Tech Tour, in Israele una missione immersiva nell’ecosistema israeliano (2023) Intesa Sanpaolo Innovation Center. https://www.intesasanpaoloinnovationcenter.com/it/news-ed-eventi/news/2023/06/smart-mobility-tech-tour-in-israele-una-missione-immersiva-nell-ecosistema-israeliano/; Deloitte Legal lancia il desk Israele. Barbara Pontecorvo responsabile (senza data) Legal Community. https://legalcommunity.it/deloitte-legal-lancia-il-desk-israele-barbara-pontecorvo-responsabile/?print-posts=pdf; Camera di Commercio Italiana in Israele (2023) Fondi Export. https://fondiexport.it/attivita-export/russia-asia-oceania-e-africa/camera-di-commercio-italiana-in-israele.html; Cetif Advisory 4 Israel: la Frontiera dell’Innovazione Finanziaria Tra Italia e Israele (2023) Cetif. https://www.cetif.it/advisory/progetti/CETIF-%20ADVISORY-%204%20ISRAEL; Israele aiuta l’Italia nella cybersecurity (2023) Tekapp. https://www.tekapp.it/post/israele-aiuta-l-italia-nella-cybersecurity; Firma dell’Accordo tra Stellantis e l’Israel Innovation Authority sullo sviluppo di collaborazioni tecnologiche (2021) Ambasciata d’Italia Tel Aviv. https://ambtelaviv.esteri.it/it/news/dall_ambasciata/2021/04/firma-dell-accordo-tra-stellantis/ .
18 Senato della Repubblica e Camera dei Deputati (2023) Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, riferita all’anno 2022 (Doc. LXVII, n. 1). http://documenti.camera.it/leg19/dossier/pdf/ES0109.pdf; Senato della Repubblica - Documento LXVII n. 1 - XIX Legislatura. https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/docnonleg/46881.htm
19 Scambi Commerciali (ISRAELE) (2023) Governo Italiano - infoMercatiEsteri. https://www.infomercatiesteri.it/scambi_commerciali.php?id_paesi=106.
20 NPR (2023) ‘Netanyahu’s references to violent biblical passages raise alarm among critics’, NPR, 7 novembre. https://www.npr.org/2023/11/07/1211133201/netanyahus-references-to-violent-biblical-passages-raise-alarm-among-critics; Fabian, E. (2023) ‘Defense minister announces “complete siege” of Gaza: No power, food or fuel’, Times of Israel, 9 ottobre. https://www.timesofisrael.com/liveblog_entry/defense-minister-announces-complete-siege-of-gaza-no-power-food-or-fuel/; Under cover of Gaza war, settlers working to fulfil state goal of Judaizing Area C (2023) B’Tselem. http://www.btselem.org/press_releases/20231019_under_cover_of_gaza_fighting_settlers_working_to_fulfil_state_goal_of_judaizing_area_c.
21 Guerra e affari. Eni firma accordo con Israele per esplorare un’area di Leviathan (2023) e-gazette.it. https://www.e-gazette.it/sezione/energia/guerra-affari-eni-firma-accordo-israele-esplorare-area-leviathan.
22 Shelah, O. (2023) ‘The Ground Operation Alone will not Achieve the War’s Goals: What Should Israel Do?’, INSS, 17 dicembre. https://www.inss.org.il/social_media/the-ground-operation-alone-will-not-achieve-the-wars-goals-what-should-israel-do/.
23 Senato della Repubblica (2022) Audizione dell'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato maggiore della Difesa, in relazione al disegno di legge n. 2597 (Revisione del modello di Forze armate. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale), Radio Radicale. https://www.radioradicale.it/scheda/671353/commissione-difesa-del-senato-della-repubblica.
24 Audizione Ministro Crosetto. Web TV (2023). (Parlamento Italiano, Camera dei Deputati). https://webtv.camera.it/evento/23664.
25 Adnkronos (2023) Manovra 2024, via libera da commissione Bilancio: salve le pensioni dei medici, tutte le novità, Adnkronos. https://www.adnkronos.com/economia/manovra-2024-commissione-bilancio-emendamenti-pensioni-ponte-sullo-stretto_1Uu2JOMeChvADXP9yKSNix.
26 Sicurezza: cooperazione di Polizia tra Italia e Israele (2023) Polizia di Stato. https://www.poliziadistato.it/articolo/3864a819efd1214169427401.
27 D’Arrigo, F. (2023) Prove tecniche in Italia per un Consiglio di sicurezza nazionale, Startmag. https://www.startmag.it/mondo/prove-tecniche-in-italia-per-un-consiglio-di-sicurezza-nazionale/.
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