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SIPRI e ICAN documentano che gli Stati Uniti spendono più di tutti per le armi atomiche

Escalation nucleare: è il momento di dichiararsi pacifisti

Sono oggi 9585 le testate atomiche in stato di allerta. Più di duemila possono essere lanciate con un breve preavviso. Le potenze nucleari stanno incrementando i loro arsenali in una situazione geopolitica sempre più tesa. La guerra atomica può scoppiare per errore in questo clima conflittuale.
17 giugno 2024

Quali e quanti titoli allarmati leggeremo sui giornali se la nazione con il primato assoluto nella spesa per le armi nucleari fosse oggi la Russia? Chi spende di più per le armi nucleari

Il rapporto Sipri

L'ultimo rapporto annuale del SIPRI, l'Istituto di Ricerca di Stoccolma per la Pace Internazionale, dipinge un quadro inquietante sulla situazione nucleare mondiale. Le potenze nucleari stanno incrementando i loro arsenali atomici, spinti da una situazione geopolitica sempre più tesa. Questa corsa agli armamenti nucleari rappresenta una seria minaccia per la sicurezza globale e richiede una risposta urgente e coordinata da parte del movimento pacifista.

In stato di massima allerta

Nel 2023, i nove Paesi dotati di armi atomiche – Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele – hanno continuato a modernizzare i loro arsenali e a dispiegare nuovi sistemi d'arma nucleare o con capacità nucleare. Questo processo di modernizzazione rende le armi atomiche sempre più sofisticate e potenti.

Il rapporto del SIPRI evidenzia che a gennaio 2024 erano presenti nel mondo circa 12.121 testate atomiche, di cui 9.585 in stato di allerta. Tra queste, 3.904 erano schierate su missili o aerei, con un aumento di 60 unità rispetto all'anno precedente. Particolarmente allarmante è il dato secondo cui circa 2.100 di queste testate sono in massima allerta sui missili balistici. Quasi tutte le testate appartengono alla Russia e agli Stati Uniti, ma anche la Cina ha messo in allerta alcune di esse per la prima volta.

Ican: "Spesa nucleare in aumento"

Non solo il numero di testate è in aumento, ma anche la spesa per le armi nucleari ha raggiunto livelli record. Nel corso del 2023, la spesa delle grandi potenze per le armi nucleari è aumentata del 13%, raggiungendo la cifra record di 91,4 miliardi di dollari. Questo incremento, calcolato dal gruppo di pressione International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN) rappresenta un aumento di 10,7 miliardi di dollari rispetto all'anno precedente.

Gli Usa in testa

Gran parte di questo aumento è dovuto al significativo incremento dei budget per la difesa negli Stati Uniti, in un momento di più ampia incertezza geopolitica causata dall'invasione russa dell'Ucraina e dalla guerra tra Israele e Hamas. Tutte e nove le nazioni dotate di armi nucleari del mondo stanno aumentando la loro spesa in questo settore. Gli Stati Uniti sono i maggiori spenditori con un budget di 51,5 miliardi di dollari, seguiti dalla Cina con 11,9 miliardi di dollari. La quota di spesa totale degli Stati Uniti è superiore a quella di tutti gli altri Paesi dotati di armi nucleari messi insieme e rappresenta l'80% dell'aumento della spesa per le armi nucleari nel 2023. A seguire, la Cina ha speso 11,9 miliardi di dollari, mentre la Russia è al terzo posto con 8,3 miliardi di dollari.

La retorica di Putin e la supremazia statunitense

Nonostante Putin faccia la voce grossa a proposito delle armi nucleari, i numeri diffusi oggi non lasciano alcun dubbio sul fatto che siano gli Stati Uniti i padroni indiscussi nella spesa per le armi nucleari. I dati parlano chiaro: la quota di spesa totale degli Stati Uniti, 51,5 miliardi di dollari, è superiore a quella di tutti gli altri Paesi dotati di armi nucleari messi insieme e rappresenta l'80% dell'aumento della spesa per le armi nucleari nel 2023. Questa disparità evidenzia una realtà preoccupante, in cui la supremazia militare statunitense continua a dominare nonostante la retorica aggressiva di altri leader mondiali.

La guerra atomica per errore

La storia è costellata di episodi che evidenziano come tensioni geopolitiche ravvicinate possano condurre a errori che rischiano di scatenare una guerra atomica. Alcuni esempi.

  1. Il sottomarino sovietico del 1962. Durante la crisi dei missili di Cuba, un sottomarino sovietico, sotto attacco da parte delle forze statunitensi, era pronto a lanciare un siluro nucleare. Solo il rifiuto del comandante secondario, Vasili Arkhipov, evitò il lancio e potenzialmente una guerra nucleare.
  2. L'incidente al Norad del 1979. Un errore nel computer del sistema di difesa americano NORAD fece scattare il 9 novembre 1979 un falso allarme che indicava un massiccio attacco missilistico sovietico contro gli Stati Uniti. Fortunatamente, l'errore fu identificato in tempo per evitare una risposta nucleare.
  3. Gli incidenti del 1983. In due occasioni, uno a settembre e uno a novembre, le tensioni della Guerra Fredda portarono il mondo vicino alla guerra nucleare. Il colonnello sovietico Stanislav Petrov evitò una catastrofe nucleare rifiutandosi di segnalare un attacco missilistico apparente, che si rivelò un falso allarme causato da un errore del sistema di rilevamento satellitare sovietico.

Questi episodi dimostrano come, in situazioni di alta tensione geopolitica, il rischio di un errore che porti a un conflitto nucleare è sempre presente. No alla guerra nucleare

Cosa può fare il movimento pacifista

Di fronte a questa situazione allarmante è necessaria una mobilitazione globale per contrastare la proliferazione nucleare e promuovere il disarmo. Quattro sono che cose che si possono fare da subito.

  1. Sensibilizzare l'opinione pubblica: Informare le persone sui pericoli reali e imminenti legati alla corsa agli armamenti nucleari e sull'impatto devastante che un conflitto nucleare avrebbe sull'umanità e sull'ambiente.

  2. Fare pressione sui governi: Organizzare campagne e manifestazioni per spingere i governi a ridurre le spese militari e a investire invece in programmi di disarmo e di sviluppo sostenibile.

  3. Collaborare con organizzazioni internazionali: Unire le forze con ONG, istituzioni internazionali e movimenti di pace in tutto il mondo per creare una rete solida e influente capace di esercitare una pressione efficace sui decisori politici.

  4. Preparare kit didattici nelle scuole: la scuola è appena finita ma una task force di insegnanti e studenti di buona volontà può preparare materiali di educazione alla pace promuovendo nell'ora di educazione civica del prossimo anno momenti brevi ma intensi di informazione e formazione, ad esempio con spot video particolarmente efficaci.

Conclusione

È fondamentale che il movimento pacifista si mobiliti e chieda a tutti di prendere posizione. Solo attraverso uno sforzo collettivo e determinato possiamo sperare di invertire questa pericolosa tendenza e costruire un mondo più sicuro per le generazioni future. Questo è il momento di dichiararsi collettivamente pacifisti e di inaugurare in ogni città una "piazza per il disarmo nucleare" dove riunirsi per testimoniare l'impegno contro l'Olocausto atomico.

Note: Per approfondimenti

Rete Italiana Pace e Disarmo: "L’ultimo Rapporto della campagna internazionale ICAN “Surge: 2023 Global nuclear weapons spending” mostra che nel 2023 sono stati spesi 10,7 miliardi di dollari in più per le armi nucleari rispetto al 2022"
https://retepacedisarmo.org/2024/la-spesa-globale-per-le-armi-nucleari-cresce-ancora-nel-2023-raggiunti-914-miliardi-di-dollari/

Rete Italiana Pace e Disarmo: "Cresce a 91,4 miliardi di dollari la spesa per le armi nucleari nel 2023"
https://lists.peacelink.it/disarmo/2024/06/msg00011.html

"L’International Campaing to Abolish Nuclear Weapons (ICAN) ha indetto una settimana di azione globale dal 16 al 22 settembre 2024"
https://www.pressenza.com/it/2024/06/la-spesa-globale-per-le-armi-nucleari-cresce-ancora-nel-2023-raggiunti-914-miliardi-di-dollari/


Testo realizzato con l'ausilio di un LLM su input e revisione finale di Alessandro Marescotti.

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