Il movimento femminista e ecopacifista di Greenham Common è ancora vivo
In quegli anni un sondaggio della BBC rilevò che il 40% degli inglesi credeva che una guerra nucleare fosse possibile entro 10 anni; in un altro sondaggio il 57% pensava che una guerra mondiale fosse imminente. La rivista New Scientist riferì che 300 aziende avevano iniziato a commercializzare rifugi antiatomici e tute antiradianti. Il governo stampava e distribuiva degli opuscoli di Protect and Survive con consigli ridicoli come "chiudi le tende" a "resta in casa sotto un tavolo". Come se le immagini della devastazione di Hiroshima e Nagasaki non fossero mai circolate.
La marcia venne promossa negli ambienti pacifisti in cui era certo trovare alleati, ma si voleva anche galvanizzare l'opinione popolare, chi di solito non partecipava alla vita politica. Così furono messi annunci su Cosmopolitan e altre riviste femminili. Con la marcia si intendeva fare irruzione nel dibattito mediatico sulle questioni della difesa. Il percorso fu questo: Cardiff, Newport, un deposito NATO di armi chimiche, Caerwent, Bristol, Bath, Devizes, Marlborough, Hungerford, Welford, deposito di armi tattiche nucleari USA, Newbury, Greenham Common: 110 miglia a piedi, 12 miglia al giorno. Partirono il 27 agosto, arrivarono il 3 settembre.
Arrivate in aperta campagna alla base militare sostarono lì giorno e notte. Gli abitanti del posto portarono delle tende, del cibo e misero a disposizione le loro case per fare una doccia. Senza quel sostegno iniziale forse la mobilitazione sarebbe sfumata presto. Le manifestanti si davano il cambio per recuperare oggetti utili all'accampamento e stare per qualche giorno con le famiglie a casa. Anche una sola donna in più era importante, che fosse per un'ora, un giorno, una settimana. C'era solo bisogno di altre donne. All'inizio la presenza dei manifestanti era mista, poi la partecipazione divenne esclusivamente femminile. Tutte lamentavano che non c'era spazio pubblico per la voce delle donne e quella poteva essere l'occasione giusta per esprimere la loro coscienza politica.
Quando qualche giornalista arrivava per fare delle foto e qualche intervista, le donne del campo della pace venivano descritte con didascalie offensive e sminuenti e non veniva mai approfondito il tema della protesta. Questo anche dalle giornaliste donne.
Dall'altra parte dell'oceano, negli Stati Uniti, alcuni gruppi di donne avevano accerchiato il Pentagono chiudendolo con inoffensivi fili di lana. Le donne a Greenham pensarono di fare lo stesso.
Chi non sentiva di intervenire in azioni dirette si occupava di prepararle, aveva cura dei figli propri e delle altre, cucinava i pasti, in angoli accoglienti e riparati, per le altre stanche e affamate. Ciascuna contribuiva come poteva, in un continuo processo di apprendimento di comunità. Le azioni nonviolente di protesta iniziarono a diffondersi: restano fissate nelle foto un sit-in davanti la Borsa dove si finanziava la guerra, volantinaggi, opere teatrali, canti, reading in varie città.
Lentamente aumentava la presenza femminile al campo della pace, attorno alla base di Greenham Common. Questo portò reazioni più violente da parte della polizia. Ci furono cariche notturne sulle tende, se l'ingresso della base veniva occupato da file di donne sedute queste venivano strattonate. Alcune iniziarono a manomettere i recinti con dei tronchesi. Si organizzò una rete di tutela legale per le donne che venivano tratte in arresto. Alcune entrarono e uscirono di prigione più volte. La pena comminata era da tre giorni a 4 mesi di reclusione, più due settimane di custodia cautelare.
All'indomani della vittoria alle Falkland (giugno 1982) Margaret Thatcher fu rieletta e dichiarò al pubblico votante che i missili cruise e lo sviluppo del Trident erano necessari per affrontare la minaccia sovietica.
"Embrace the Base", 12 e 13 dicembre 1982
L'abbraccio alla base, un evento memorabile. Per attirare più donne inviarono delle lettere alle amiche, colleghe, conoscenti potenzialmente interessate a partecipare. Per coprire tutti i 15 Km del perimetro servivano circa 12 mila persone. Impossibile, ma si tentò. I vuoti della catena umana si sarebbero coperti tenendo sciarpe, fazzoletti, maglioncini. La lettera terminava così: "Se ogni donna copia questa lettera e la manda a 10 amiche e ognuna di loro la manda ad altre 10, allora saremo migliaia. Ogni donna è come una sorgente che insieme ad altre diventa un ruscello, un fiume, un oceano".
Donne di ogni età risposero raggiungendo la base. Arrivarono centinaia di autobus. Nel fango e attraverso i fitti boschi, avvolte in vestiti caldi contro il freddo, figlie, madri, mogli e nonne attaccarono alla recinzione di filo spinato orsacchiotti, vestiti, coperte per neonati, scarpe per bambini, assorbenti, palloncini, nastri, foto di famiglia e l'immancabile lana annodata a formare tante ragnatele. Stava succedendo l'incredibile: circa 30.000 donne circondarono la base, si sentivano canzoni di protesta da ogni direzione. Il sentimento di appartenenza a una causa tanto importante era finalmente palpabile. Il mondo dell'informazione non poteva ignorare: non erano armate ma stavano scardinando l'immobilità del potere.
Le autorità screditarono ufficialmente il movimento di Greenham descrivendolo un'isteria di massa restìa al dialogo e annunciando che avrebbero smesso il trattamento gentile riservato fino a quel momento alle donne del movimento e a chiunque avesse dimostrato simpatia e sostegno nei loro confronti. Il clima cambiò molto, c'era molta più tensione nella gente del posto verso le donne del campo. Venivano offese verbalmente, colpite da lanci di bottiglie e sacchetti di feci. Alcuni negozi locali negavano loro l'accesso. Il potere aveva declamato, il popolo si uniformava e obbediva.
Non percorrerò le tantissime attività delle donne accampate a Greenham Common, sarebbe impossibile, rimasero lì 19 anni. Venivano sgomberate ogni giorno ma tornavano.
La loro sfida ecofemminista era diretta contro la NATO ma anche contro gli eserciti dei blocchi Est e Ovest. Si unirono alle proteste femministe antinucleari in Germania dell'Ovest, USA, Italia (Comiso), Paesi Bassi, Belgio, in tutto il mondo.
Nel 1985 saliì al potere il nuovo leader dell'URSS, Michail Gorbacev. L'8 dicembre 1987, al termine di lunghi negoziati, Gorbacev e Reagan firmarono il Trattato INF che formalizzava la distruzione dei missili nucleari e la fine della corsa agli armamenti.
Il mondo iniziò a sperare nella demilitarizzazione del pianeta.
Le testate nucleari NATO arrivate a Greenham partirono per tornare negli USA, fu una festa per il movimento ecofemminista che rivendicò di avere avuto peso nel processo di sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Gli ultimi missili lasciarono Greenham nel 1991 ma la lotta continuò fino al 2000, quando il terreno passò a essere da proprietà americana a proprietà demaniale della Contea Berkshire dell'Impero britannico.
Due note dolenti: gli Usa hanno accusato più volte la Russia di violare l'accordo, sino all'accusa formale da parte dell'ex presidente Barack Obama nel 2014 e, nel 2019 sono usciti dal Trattato INF; nel 2021 il Regno Unito ha annunciato un aumento radicale del suo arsenale nucleare.
"We set out to march to Greenham / making friends along the way / Cardiff Newport Bristol Newbury walking walking for ten days / And some of us brought our babies all the way / we fear for the future of these children / we fear for the future of all our children / and the future of the living world " (March to freedom, Women against the bomb)
https://greenhamwomen.digital/ tutto da esplorare, veramente un tesoro di documentazione
https://www.youtube.com/@greenhamwomeneverywhere3340/videos
https://en.wikipedia.org/wiki/Greenham_Common_Women%27s_Peace_Camp
https://lacuna.org.uk/protest/memories-of-a-protest/
https://www.theguardian.com/yourgreenham/songbook/0,,2071798,00.html un archivio con canzoni e video del movimento femminista Greenham Common, The Guardian Uk
alcuni video della protesta nonviolenta delle donne di Greenham Common
https://www.youtube.com/watch?v=C6-IB39b0fc
https://www.youtube.com/watch?v=0TIXBJuwUcE
https://www.youtube.com/watch?v=-ZyR2-A_i4w 1982 Embrace the base, donne circondano in una lunga catena umana simile a un abbraccio la base di Greenham
https://www.youtube.com/watch?v=7SBJ1V5iS_g&t=89s breve servizio della BBC World su Ann Pettitt e il movimento femminista a Greenham Common
https://www.youtube.com/watch?v=7wZazSQpJak Donne contro la guerra - breve documentario sulle donne di Greenham Common
https://vimeo.com/87074076 intervista a Lesley McIntyre e la sua esperienza a Greenham Common
"Greenham Common - Women Against Missiles" un film di Sonia Gonzalez visto su ARTE.tv Documentary (sul canale ARTE.tv i documentari sono disponibili gratuitamente ma per un tempo limitato, poi vengono rimossi)
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