Quello che la puntata di Riccardo Iacona non ha detto
Riflessione sulla puntata "L'Europa in armi" di Presa Diretta
Generalmente apprezzo il lavoro di Riccardo Iacona, che con "Presa Diretta" ha spesso saputo offrire un giornalismo investigativo di alta qualità. E infatti su PeaceLink avevamo fatto pubblicità a quella che si annunciava un'occasione per fare chiarezza nell'attuale clima di riarmo. Tuttavia, la puntata di oggi, intitolata "L'Europa in armi", mi ha profondamente deluso e preoccupato. Nonostante la delicatezza del tema trattato, la narrazione è apparsa fortemente sbilanciata, quasi a giustificare una corsa al riarmo in Europa senza una critica approfondita di questo fenomeno. La puntata ha descritto una psicosi di guerra con personaggi estremamente seri e preoccupati, volti tesi, occhi vitrei di chi sa di poter andare in guerra, generali Nato in assetto di combattimento. Le immagini trasudavano tensione crescente come se in Europa ci stessimo preparando a reagire militarmente alla Russia, come l'Ucraina insomma.
Il peso delle immagini
La puntata si è concentrata su una lunga serie di immagini fortemente emozionali: giovani che decidono di arruolarsi in Finlandia, Polonia, Svezia e Norvegia, esercitazioni militari, rifugi antiatomici e simulazioni di attacchi missilistici. I visi dei giovani europei grottescamente pitturati come indiani in guerra. Tutto questo ha trasmesso l'idea di un'Europa in preda al timore di una possibile invasione russa, un pericolo quasi imminente da cui dobbiamo proteggerci a tutti i costi. Tuttavia, ciò che è mancato è stato un contraddittorio e uno sguardo critico che ponesse in discussione la reale necessità di questo riarmo e di questa psicosi di guerra in Europa.
Il cardinale Zuppi
Solo alla fine è stato concesso un breve spazio al cardinale Zuppi, che però è apparso "debole" di fronte alla lunga sequenza di immagini belliche. Dopo le immagini di guerra le parole contano pochissimo, quelle garbate e lievi di Zuppi contano ancora meno. Chi si fida di un gracile prelato quando sei stato impressionato dalle urla dei militari, da lunghe sequenze di immagini che hanno avuto un impatto notevole, quello di trasmettere paura. Se fosse vero che Putin sta per attaccarci nessuno si affiderebbe a Zuppi e alla sua garbata idea di pace, che non garantisce la "forte" difesa delle comunità. A chi aggredisce si risponde con le armi, con tante armi, non con il tono gentile di Zuppi.
L'esperto in studio
E l'esperto invitato a intervenire durante la puntata? Era un docente universitario che accreditava la narrazione del riarmo necessario. Era tutto tranne che la voce critica a favore della pace e del disarmo.
Poco importa che nella puntata vi sia stato qualche cenno ai tagli sulle attività di pace in Svezia e ai tagli alle spese sociali in Finlandia: il tutto rientrava nel capitolo "i costi della sicurezza". Era la dura realtà di un'Europa che cerca la sicurezza nelle armi. Quindi non lamentiamoci troppo, non si può volere tutto, burro e cannoni insieme.
I dati sulla superiorità NATO: un aspetto ignorato
Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la mancanza di approfondimento sui dati che mettono in dubbio la narrativa di una Russia pronta a invadere l'Europa. In realtà, la sproporzione tra le forze in campo è evidente: la NATO dispone di risorse finanziarie, tecnologiche e militari nettamente superiori rispetto a quelle della Russia. Per dare un'idea più concreta delle spese militari annue:
- Stati Uniti: 916 miliardi di dollari
- Germania: circa 64 miliardi di dollari
- Francia: circa 52 miliardi di dollari
- Regno Unito: circa 60 miliardi di dollari
- Italia: circa 24 miliardi di dollari
- Russia: 109 miliardi di dollari
Considerando la spesa militare totale dei soli paesi europei membri della NATO, si arriva a circa 470 miliardi di dollari, ossia 4 volte il budget della Russia. Questi dati smontano la teoria complottista di un attacco russo. Se poi si considera che gli Stati Uniti hanno un budget militare nove volte superiore rispetto alla Russia, il discorso finisce qui.
Nessuno sano di mente attaccherebbe un nemico tredici volte più grande.
Ma Presa Diretta non ha neppure sfiorato questo aspetto.
Si può dire tutto di Putin tranne che non sia in grado di valutare i rapporti di forza (e infatti ha dichiarato che è un nonsenso per la Russia attaccare militarmente l'Europa).
Tajani, il ministro degli Esteri, ha detto: "Non credo che Putin voglia attaccare un Paese della Nato. È molto aggressivo ma sa anche lui che sarebbe un errore gravissimo e ritengo che non lo farà".
Accreditare Putin che arriva in Europa senza avere le armate dell'Unione Sovietica e del Patto di Varsavia è una cosa a metà fra la follia e la barzelletta geopolitica. E come tale va raccontata. Nessun esperto indipendente ci crede. Ovviamente i propagandisti si sprecano e se ne trovano a decine.
Una narrazione sbagliata
La puntata ha quindi mancato di offrire una critica serrata al processo di riarmo in corso in Europa, un tema che merita invece una riflessione più profonda e meno influenzata dalla paura e dall'emotività. La rappresentazione della Russia come un nemico che ci attacca, senza un'adeguata analisi dei dati e delle reali intenzioni, rischia di alimentare una narrazione sbagliata. Ed è la narrazione sbagliata, priva dei dati cruciali in grado di smontare l'assunto di fondo, che ha tenuto banco nella puntata che è andata in onda.
E se invece ciò a cui ci stiamo preparando militarmente è un "piano" per fare la guerra alla Russia se l'Ucraina viene sconfitta? Lo ha dichiarato Austin, il capo del Pentagono, lo scorso primo marzo. Ma questa dichiarazione ce la siamo dimenticata, e anche Presa Diretta non ha ritenuto di prenderla in considerazione.
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