L'incubo europeo del missile ipersonico russo Oreshnik
Caratteristiche tecniche e impatto strategico
L'Oreshnik è un missile a medio raggio (IRBM) con una gittata stimata tra i 3.000 e i 5.500 chilometri, capace di raggiungere velocità ipersoniche, ovvero superiori a Mach 5. Questa combinazione di gittata e velocità lo rende estremamente difficile da intercettare, rappresentando una minaccia concreta per una vasta area geografica, in particolare l'Europa. E' praticamente impossibile da intercettare allo stato attuale sia per la velocità di 3 chilometri al secondo sia, soprattutto, per la traiettoria non lineare ma variabile e imprevedibile.
La sua capacità di trasportare sia testate nucleari che convenzionali lo rende un multiplicatore di forza versatile, in grado di colpire una vasta gamma di obiettivi, dalle infrastrutture critiche ai centri di comando.
Violazione del Trattato INF e implicazioni politiche
L'emergere dell'Oreshnik riporta alla ribalta la questione del controllo degli armamenti e della non proliferazione nucleare. Prima della sua dismissione nel 2019, il Trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces) vietava i missili con gittate intermedie, proprio come l'Oreshnik. Pertanto, lo sviluppo e il dispiegamento di questo nuovo sistema missilistico rappresentano una chiara violazione dello spirito e delle intenzioni del trattato. Ma è stato proprio l'abbandono del Trattato, da parte degli Stati Uniti, che ha annullato i controlli reciproci e la trasparenza, consentendo alla Russia di sviluppare segretamente questo missile e di poterne disporre per il lancio. Ora Putin ne ha prdinato la produzione in serie.
Reazioni internazionali ed escalation
La comparsa dell'Oreshnik ha innescato una forte reazione da parte della comunità internazionale, con la NATO che ha convocato una riunione d'emergenza per valutare le implicazioni di questa nuova minaccia. La Russia, dal canto suo, ha giustificato lo sviluppo del missile come una risposta alle azioni aggressive della NATO, sottolineando la sua capacità di penetrare qualsiasi sistema di difesa aerea.
L'introduzione dell'Oreshnik ha ulteriormente inasprito le tensioni tra Russia e Occidente, aumentando il rischio di una nuova corsa agli armamenti e di un'escalation militare. La capacità di questo missile di colpire rapidamente e con precisione obiettivi a grande distanza rappresenta una minaccia esistenziale per molti paesi europei e ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza e la stabilità strategica del continente.
Occorre rilanciare il trattato INF
L'Oreshnik rappresenta una svolta significativa nel panorama della sicurezza globale. La sua comparsa ha messo in luce l'errore di fondo compiuto dagli Stati Uniti abbandonando il trattato INF. Per questo occorre rilanciarlo. Da qui il senso della campagna www.peacelink.it/noeuromissili che da ora in poi dovrà comprendere anche gli Oreshnik oltre ai missili americani previsti per il 2026 in Germania.
La comunità internazionale si trova ora di fronte alla sfida di elaborare nuove strategie per affrontare questa nuova minaccia e cercare di ristabilire un ritorno al sistema dei controlli reciproci sugli euromissili e un ritorno alla decisione di eliminarli per garantire la sicurezza reciproca in Europa. Se non sarà così, assisteremo a un riarmo estremamente pericoloso in Europa basato su missili ipersonici che non consentono di garantire alcuna sicurezza. Non essendo intercettabili favoriranno la tentazione del "primo colpo".
Putin rivendica l'uso di questo nuovo missile come risposta ai missili che cadono sulla Russia. Ma un missile Oreshnik sull'Europa come risposta sarebbe uno spaventoso salto nel buio. Fermiamo questa logica prima che sia troppo tardi. Non c'è alternativa ragionevole alla pace nell'era dei missili nucleari ipersonici.
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