La lobby delle armi programma il nuovo euromissile ELSA
Mentre i riflettori erano puntati sul summit per i 75 anni della NATO a Washington, lontano dai clamori del grande pubblico è stata firmata una Lettera di Intenti che potrebbe cambiare radicalmente lo scenario della sicurezza europea.
Italia, Francia, Germania e Polonia hanno delineato un progetto comune per sviluppare il programma ELSA (European Long-Range Strike Approach), finalizzato a costruire missili capaci di colpire in profondità il territorio russo. Avranno un raggio d'azione superiore ai 500 chilometri, vietato fino a pochi anni fa dal Trattato INF. Ora questi missili sembrano tornare protagonisti dell'equilibrio militare mondiale.
Il linguaggio di presentazione per Elsa è quello familiare del "rafforzamento della difesa e della deterrenza", con toni che glorificano una rinnovata "base industriale europea". Ma dietro questa retorica si nasconde l'avanzata di una lobby delle armi che sfrutta e alimenta le tensioni, facendo retrocedere la storia verso gli incubi degli Euromissili degli anni Ottanta. Un salto all'indietro, insomma, verso un passato che credevamo superato, quando le piazze europee erano gremite di persone che chiedevano a gran voce il disarmo. Oggi invece siamo distratti mentre la lobby lavora. Qualcosa sembra essersi inceppato. Non c'è stata una mobilitazione forte e decisa del movimento pacifista, e neppure una campagna minima di informazione. I cittadini restano in larga parte inconsapevoli di quanto si sta progettando. Il rischio è che, mentre i programmi di nuove armi avanzano con passo felpato, il movimento per la pace resti in silenzio, incapace di conoscere e di agire in tempo per contrastare questa pericolosa tendenza al riarmo su progetti che scardinano i principi della difesa europea per inaugurare l'epoca degli "strike" in profondità, in buona sostanza attacchi letali sulla Russia.
Le dichiarazioni entusiaste dei ministri della Difesa celebrano la cooperazione tra nazioni, ma non menzionano il prezzo di questa politica militare: un'escalation armata che minaccia non solo la Russia, ma anche la pace in Europa e nel mondo.
Il ministro Crosetto ha parlato a luglio di “difesa e deterrenza”, dimenticando di dire che questo progetto di nuovo missile è il primo passo verso uno schieramento che non può che avere una risposta forte da parte della Russia. E infatti la risposta forte a Elsa è giunta quattro mesi dopo, prima ancora di quanto Crosetto si aspettasse. Ed è stata una risposta militare concreta, rapida e impressionante. A fine novembre infatti la Russia ha lanciato, dopo essere stata colpita sul suo territorio da missili guidati da personale Nato e lanciati da rampe in Ucraina, il missile ipersonico a testata multipla Oreshnik, dalla potenza devastante e dalla gittata paragonabile al missile ELSA.
È stata la prima volta di un missile mantenuto segreto in tutto e per tutto e che poteva essere sviluppato solo grazie al cessare del sistema dei controlli incrociati previsti dal trattato INF voluto da Gorbaciov nel 1987.
L'Europa ha evocato con Elsa quella guerra missilistica per la cui cancellazione Gorbaciov aveva guadagnato il Nobel per la pace. Ed è stata ripagata da Putin con Oreshnik.
Adesso che il demone dei nuovi euromissili si è manifestato in forma ancora più minacciosa (Oreshnik può giungere in 15 minuti in qualunque punto d'Europa), occorre farlo faticosamente ritornare indietro prima che sia troppo tardi. ELSA non è la risposta. La risposta è fermare tutto finché si è in tempo perché una guerra di questo tipo in Europa è una guerra che si vince solo con un attacco preventivo, date le caratteristiche di queste nuove armi.
ELSA è un missile che va fermato attraverso un nuovo accordo INF per i nuovi euromissili. Idem per Oreshnik. Deve essere un'operazione simmetrica di de-escalation.
Ma tutto questo è ancora argomento tecnico che non è entrato nella consapevolezza del movimento per la pace. Occorre fare una seria autocritica sui ritardi accumulati in termini di informazione e conoscenza.
Su ELSA si è detto troppo poco, e soprattutto si nota un'afasia del movimento pacifista, probabilmente perché molti non conoscono neppure cosa sia ELSA.
I pacifisti non possono permettersi di essere distratti. La lobby delle armi avanza, ma noi possiamo ancora fermarla. Dobbiamo smascherare l’inganno di una politica che alimenta il rischio di nuovi conflitti. Serve una vigilanza attiva, una mobilitazione diffusa, una denuncia costante.
Parliamone, scriviamo, protestiamo. Non aspettiamo che il suono dei missili sovrasti le nostre voci. Agiamo con lucida preveggenza prima che sia troppo tardi.
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