"Senzatomica": la Campagna prosegue
"Quando abbiamo lanciato Senzatomica nel 2011, nessuno di noi avrebbe potuto immaginare gli straordinari risultati che avremmo raggiunto insieme: oltre 440.000 visitatori della mostra in più di 90 città italiane, più di 20.000 volontari coinvolti in tutto il Paese e il nostro contributo al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, come partner di ICAN, che è stato insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2017. Più di recente, la mostra Senzatomica è stata inclusa nell'ADI Design Index 2024 ed è stata una delle poche mostre selezionate per essere esposte presso la sede delle Nazioni Unite a New York nel dicembre 2023. Questi risultati sono la prova tangibile di ciò che si può realizzare quando le persone si uniscono per una causa comune."
"Senzatomica", la campagna di sensibilizzazione sulla necessità e urgenza di un disarmo atomico globale, venne presentata a Roma nel febbraio 2011 (vedi l'articolo collegato) e il suo percorso non si è mai arrestato. La mostra itinerante è adesso riproposta e la sua tappa attuale si ferma a Firenze fino al 23 marzo prossimo.
Leggiamo dalla pagina descrittiva nel sito della Campagna:
E una speranza e una certezza concludono la lettera di Daniele nella lista ICAN:
"Senzatomica continuerà a crescere, spinta dalla determinazione e dalla passione di tutti coloro che sono coinvolti. Il nostro impegno collettivo per costruire un mondo libero dalle armi nucleari è più urgente che mai.
Nella speranza che la Terza Riunione degli Stati Parte rappresenti un ulteriore passo avanti, invito tutti a proseguire questo cammino, nella convinzione che i nostri sforzi comuni possano creare un mondo più sicuro e pacifico."
Emozione ma anche e soprattutto descrizione, testimonianza e attenzione per realtà spesso nascoste dai media o tralasciate dall'incedere del vivere quotidiano. Un percorso che ha toccato molteplici aspetti del rischio atomico e del disarmo, dalle vicende del conflitto di ottanta anni fa, le immagini, i superstiti; e via via la storia che si propaga, gli anni dei test, i tanti trattati discussi e disattesi, le responsabilità della politica, della finanza, gli sforzi della società civile.
Un punto particolare ha fermato la mia mente al ricordo di quanto si è lavorato e come si è svolto il cammino progressivo che ha portato quasi 8 anni fa alla firma del TPAN, il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari: un percorso iniziato diversi anni addietro e che ha avuto il suo sviluppo e la sua crescita in seno alle Conferenze diplomatiche che si sono succedute proprio grazie al lavoro e alla determinazione dei tanti gruppi di attivisti nella Società Civile: il concetto di “impatto umanitario” nell’ipotesi di un conflitto atomico non aveva mai trovato posto nelle Conferenze tra i vari Stati e nei Trattati sul disarmo nucleare.
L’arma atomica era rimasta l’unico tipo di arma di distruzione di massa non ancora giuridicamente soggetta a divieto; che aggiunge, oltre all’uso di tali ordigni, anche la semplice minaccia al loro impiego.
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