New York: incontro degli attivisti di ICAN
La direttrice esecutiva di ICAN Melissa Parke, dando un saluto caloroso ai quasi 300 attivisti ICAN presenti (quasi il triplo rispetto al precedente incontro del 2023), ha paragonato le atroci sofferenze che vengono inflitte ai bambini palestinesi a quelle che ricevettero gli attuali Hibakusha, bambini sopravvissuti alle terribili esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki nel 1945, sottolineando come il diritto internazionale nonché i diritti umani siano oggi costantemente e continuamente calpestati ed umiliati.
La parola viene data ad Hideo Asano, un giovane attivista giapponese che si sta impegnando a far firmare e ratificare il trattato al Giappone, con lo scopo di mediare gli incontri pianificati nella mattinata con alcuni attivisti o membri ICAN.
Dopo un breve cenno sulla storia degli ordigni nucleari da parte di Ivana Nikolić Hughes la parola viene data al Dr. Lee Taejae un Hibakusha sudcoreano di seconda generazione presente nella delegazione Nihon Hidankyo – vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2024 – ed a Hinamoeura Morgant-Cross, che aveva appena 7 anni quando sulla Polinesia Francese fu eseguito nel 1996 l’ultimo test atomico. Entrambi sono testimoni viventi dei gravi impatti sulla salute delle esplosioni atomiche: il Dr. Lee Taejae è costretto ad operarsi regolarmente per rimuovere i carcinomi che si formano a seguito delle radiazione delle due bombe sganciate sul Giappone, mentre la famiglia di Hina è stata quasi tutta sterminata sempre dal cancro a seguito dei test nucleari francesi.
Il loro impegno è quello di trasmettere alle nuove generazioni il loro vissuto per tenerne vivo il ricordo: i loro interventi si concludono con il seguente grido unanime che si alza dalla platea: no more Hiroshima, no more Nagasaki, no more Hibakusha!!
Per dialogare sui 5 miti della deterrenza nucleare, ossia “il mantenimento della sicurezza e della pace, il suo utilizzo solo a scopo difensivo, la normalità di conviverci e la convinzione che tutto il genere umano creda nella sua efficacia”, vengono invitati sul palco Sven Clement, deputato del Partito dei Pirati in Lussemburgo, Molly McGinty, direttrice internazionale di IPPNW, Marthinus Van Schalkwyk, rappresentante del Sudafrica presso l’ONU, Edwick Madzimure, direttrice internazionale della WILPF, ed il Dr. Rhys Crilley, accademico di Glasgow che studia l’ansia atomica nelle nuove generazioni.
Sven Clement, invita tutti gli attivisti presenti nei vari Paesi a rivolgersi alle proprie classi politiche utilizzando tutti i mezzi legali possibili per convincerli dell’assurdità delle deterrenza nucleare argomentandola anche dal punto di vista economico: si spendono al momento circa 18$ al minuto per tali armamenti!
Molly McGinty lavora a stretto contatto con i medici per spiegare agli studenti le catastrofiche conseguenze sulla salute delle esplosioni nucleari e delle relative radiazioni.
Marthinus Van Schalkwyk considera la deterrenza una follia priva di senso ed il trattato di non proliferazione un fallimento: il Sudafrica lavora alacremente all’universalizzazione del TPAN e al suo ampliamento tra tutti i Paesi che non hanno ancora firmato e/o ratificato.
Il Sudafrica si conferma uno dei Paesi più virtuosi al mondo!
Il Dr. Rhys Crilley enfatizza il ruolo delle nuove generazioni, se saranno in grado di utilizzare i social media come mezzo di propaganda per uscire dall’era atomica.
Infine Edwick Madzimure ci mette in guardia proprio dai social media, in quanto ci sono gruppi che inneggiano all’uso di ordigni nucleari per risolvere controversie come quelle tra Russia e Ucraina e/o Israele e Palestina: occorre evitare che la deterrenza venga usata per giustificare qualsiasi equilibrio geo-politico, in quanto nel genere umano sta aumentando la percentuale di coloro che non hanno una percezione del pericolo legato ad una detonazione nucleare.
Nel pomeriggio il programma di ICAN prevede due sessioni simultanee in stanze separate nella stessa fascia oraria:
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Nuclear Justice
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Connecting Campaigns
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Stigmatizing of nuclear weapons
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Universalization and implementation
In tutte e quattro le sessioni, gli incontri avevano lo scopo di creare un momento di condivisione tra i vari gruppi di attivisti, in piccole sessioni di 10’, su azioni e temi sviluppati nel proprio lavoro di associazioni riguardo ai 4 temi elencati sopra: le domande poste dai moderatori di Ican volevano spingere gli attivisti ad essere pro-attivi nelle tematiche legate alle sessioni per portare alla luce le proprie esperienze e renderle condivise.
Queste condivisioni e riflessioni sono state una dimostrazione di quanto siano importanti il confronto e la valutazione dei molteplici punti di vista altrui rispetto al proprio e di quanto sia questo l’unico esercizio importante da attuare ogni giorno, per poter affrontare ogni tipo di conflitto: il dialogo.
La giustizia, la connessione delle attività, la stigmatizzazione di tali armi, l’universalizzazione e l’implementazione del trattato necessitano del dialogo e del riconoscimento dell’altro.
Si è parlato anche del nuovo studio dell’UNGA sugli effetti della guerra nucleare e del 80° anniversario dell’invenzione delle armi nucleari. Ai partecipanti viene chiesto di condividere i loro piani per l’anno a venire, momenti specifici da celebrare al fine di considerare i modi in cui si possono sfruttare queste opportunità per promuovere gli sforzi di ciascuno. Uno dei temi più discussi è stata l’importanza del ruolo economico, il quale si profila come “il” problema centrale in relazione alla difficoltà di gestione delle armi che il TPAN vuole contrastare; interventi europei, messicani e americani hanno enfatizzato il problema dell’ambiente, nello specifico di quanto gli effetti chimici delle armi nucleari compromettano la sicurezza delle persone a livello globale. Dunque ambiente e sicurezza sono diventati aghi della stessa bilancia.
La deterrenza tra i Paesi nucleari e gli affiliati tramite il nuclear-sharing costituisce un impedimento all’universalizzazione e all’implementazione del trattato: in particolare i Paesi europei interessati al trattato, ma membri della NATO, si trovano con le mani legate; ho chiesto personalmente al moderatore ICAN quali strategie si potrebbero mettere in atto per rimuovere tale problematica e la risposta risiede nell’uso delle vie legali, ossia riferirsi all’ottimo lavoro degli avvocati di IALANA (International Association of Lawyers Against Nuclear Arms).
L’incontro si chiude verso le 16:30 con l’arrivo del Presidente designato a presiedere i lavori del 3MSP, l’ambasciatore del Kazakhstan Akan Rakhmetullin, il quale accende l’entusiasmo dell’intera platea annunciando l’imminente incremento sia dei Paesi firmatari che di quelli ratificanti.
Vedremo nei prossimi giorni di chi si tratta: vi anticipo che senza sorpresa anche questo anno l’Italia ha declinato l’invito come Paese osservatore, confermandosi come uno dei Paesi meno virtuosi.
*Sandro Ciani di Mondo senza Guerre e senza Violenza è membro della delegazione italiana
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