Il complesso industriale-militare in Emilia-Romagna
Il dossier si presenta come un'inchiesta sul sistema della guerra nella regione Emilia-Romagna, con l'obiettivo di informare e coordinare l'azione contro l'influenza politica, economica e militare della NATO e degli interessi statunitensi sul territorio italiano.
Questa versione include la Dichiarazione Programmatica del Coordinamento Nazionale No NATO (CNNN), nato a Bologna l'8 dicembre 2024, che espone i principi, gli obiettivi e i metodi del movimento.
Il dossier si articola in tre temi principali:
- basi e infrastrutture NATO (incluse quelle italiane potenzialmente coinvolte);
- collaborazioni accademiche con la NATO e l'industria della guerra;
- le aziende produttrici o fornitrici di sistemi militari.
Principali tematiche
1. Presenza e infrastrutture militari in Emilia-Romagna:
- Il dossier evidenzia come, nonostante una percezione di bassa militarizzazione rispetto ad altre regioni italiane, l'Emilia-Romagna rivesta un ruolo strategico nella logistica e possegga specificità tecnologiche di rilevanza militare, in particolare nell'ambito dell'aeronautica militare.
- Vengono identificate diverse basi e infrastrutture militari, distinguendo tra quelle direttamente NATO e quelle italiane impiegate a suo servizio. Esempi citati includono:
- Comando Operazioni Aereospaziali (COA) di Poggio Renatico (FE): descritto come un centro nevralgico per la difesa aerea del centro-nord Italia e per la gestione dei movimenti di contingenti militari. Ospita anche il Deployable Air Command and Control Centre NATO (DACCC).
- Comando Rete “Petroleum Oil Lubrificant” (POL) di Parma (PR): responsabile della frazione italiana del Northern Italy Pipeline System (NIPS), un sistema di oleodotti NATO per il rifornimento di carburante agli aeroporti militari.
- Aeroporto militare “Urbano Mancini” di Cervia (RA): principale aeroporto militare della regione, sede del 15º Stormo e collegato al NIPS. Utilizzato in passato anche dal 5º Stormo (F-16) e dalla 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali. Definito anche base aerea NATO visitata regolarmente da altre forze aeree dell'Alleanza.
- Aeroporto militare “Gaetano Mazza” di Piacenza-S. Damiano (PC): sebbene trasformato in "museo dell'aria", mantiene una valenza strategica come potenziale base di schieramento. Coinvolto in passate operazioni NATO come Desert Storm e Allied Force.
- Aeroporto civile e militare “Federico Fellini” di Rimini (RN): in passato base NATO ospitante cacciabombardieri F-104 statunitensi con ordigni atomici. Attualmente sede del 7º Reggimento Aviazione dell’Esercito VEGA.
- Stabilimento Militare Ripristini e Recuperi del Munizionamento di Noceto (PR): struttura dedita alla demilitarizzazione di munizionamento, ma che svolge anche manutenzione su missili come gli Spike israeliani e gli Stinger statunitensi/tedeschi. Vengono sollevate preoccupazioni riguardo a possibili contaminazioni passate da uranio impoverito e alle condizioni di lavoro attuali.
- Poligono militare di Foce Reno (FE): Area di addestramento per la Brigata Aeromobile “Friuli”, considerata di vitale importanza per le Forze Armate.
- Centro Aeronautica Militare di Montagna (CAMM) di Monte Cimone (MO): Opera nei settori della meteorologia e delle misure ambientali, ospitando anche una stazione di ricerca del CNR.
Il dossier sottolinea la complessità della classificazione delle basi (concesse agli USA, gestite dalla NATO, italiane a disposizione della NATO, a comando condiviso e basi segrete USA), concentrandosi sulle principali installazioni conosciute e sul loro legame con la NATO e le guerre in corso, piuttosto che su un inventario esaustivo.
2. Collaborazioni accademiche con la NATO e il settore militare:
Il dossier denuncia la crescente interazione tra le università dell'Emilia-Romagna e la NATO, così come con aziende del settore militare. Vengono citati esempi di collaborazioni.
- Università di Bologna (UniBO): Partecipazione al NATO Model Event (simulazione di gestione di crisi), adesione al programma NATO SPS (Science for Peace and Security), inclusione di tirocini curriculari presso la Marina Militare nell'ambito dell'operazione "Mare Aperto". Un progetto specifico del programma SPS, THOR, coinvolge UniBO nella ricerca per la costruzione di caricabatterie ad uso militare.
- Università di Modena e Reggio Emilia (UniMORE): Promozione del Fondo NATO per l’Innovazione. Coinvolgimento nel progetto europeo di ricerca militare europeo EDIDP-FSR nell'ambito del programma europeo di difesa (EFP), coordinato da Thales, per lo sviluppo di sistemi di protezione attiva per veicoli blindati. Collaborazione nel progetto Green-Alp con la Technion (Israel Insitute of Technology), definita "l’Università bellica per eccellenza" israeliana.
- Università di Ferrara (UniFE): Convenzione con il Comando Operazioni Aereospaziali (COA) per corsi di "Diritto internazionale penale militare" e "Diritti umani e diritto umanitario nei conflitti armati".
- Università di Parma: Collaborazioni nel settore della sicurezza e accordi con aziende come ENI e Leonardo. Viene menzionata una partnership controversa tra IREN (multiutility locale) e Mekorot (azienda idrica israeliana accusata di discriminazione nell'accesso all'acqua in Palestina).
3. Aziende produttrici o fornitrici di sistemi militari:
Viene evidenziata la transizione di alcune aziende della "Motor Valley" emiliano-romagnola verso il settore aerospaziale e della difesa, diventando fornitrici di grandi gruppi come Leonardo e Fincantieri. Il dossier presenta una mappatura di diverse aziende coinvolte nella produzione o fornitura di sistemi militari nella regione. Ecco alcune aziende.
- Astra Veicoli Industriali (Iveco Defence Vehicles): Produce veicoli militari basati su piattaforme Iveco.
- DigitalsPlatforms Spa: Offre prodotti per cybersicurezza, cyber intelligence e infrastrutture critiche rivolte anche al mondo della difesa e della NATO.
- SLM Solution (Nikon Group): Produce stampanti 3D specializzate in materiali metallici, adatte anche alla produzione di componenti per aerei da guerra e utilizzate da grandi aziende del settore come Lockheed Martin.
- N.P.C. Srl (collabora con Leonardo Spa): Specializzata in nanosatelliti con potenziali applicazioni civili e militari (sorveglianza, acquisizione dati in contesti di conflitto).
- Curti Costruzioni Meccaniche Srl: Fornitrice di Leonardo per componenti di elicotteri (anche militari) e produce ricambi per veicoli semoventi PzH 2000 forniti all'Ucraina. Impegnata nella progettazione di droni militari (progetto Amus) e nanosatelliti (progetto Idra).
- VM Motori (Gruppo Stellantis): Fornisce motori per elicotteri e droni civili e militari, tra cui quelli utilizzati dalla Marina Militare.
- Haifa Groups/Haifa Chemicals Italia: Multinazionale di fertilizzanti con distributori nei territori palestinesi occupati e nel Golan siriano, sollevando questioni etiche.
- Gruppo Med Srl: Fornitrice di imbarcazioni anche alla guardia costiera libica, con implicazioni controverse legate al controllo delle migrazioni.
Il dossier esprime preoccupazione per la destinazione della produzione bellica, il controllo tecnologico e l'utilizzo di tali armamenti.
4. Dichiarazione programmatica del Coordinamento Nazionale No NATO (CNNN):
Il dossier contiene la Dichiarazione Programmatica del CNNN che presenta una visione critica della presenza e dell'influenza della NATO in Emilia-Romagna e in Italia nel suo complesso. Vengono denunciati i rischi per la sovranità nazionale, la compatibilità costituzionale, l'impatto ambientale e sociale, e la complicità in violazioni del diritto internazionale. Il documento sottolinea l'importanza del coordinamento tra diverse realtà attive sul territorio e la necessità di una rottura politica con la catena di comando della NATO.
Allegati
Dossier sulle basi militari in Emilia Romagna
Coordinamento Nazionale No Nato10161 Kb - Formato pdfComprende anche una mappa regionale dell'industria bellica e dei centri universitari collegati al complesso industriale-militare.
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