Vanno a segno le pistole Beretta
Continua a crescere il giro d'affari dell'industria italiana numero uno
nella produzione di armi, la bresciana Beretta. Che mette a segno un aumento
di fatturato pari al 3,2%. E se gli utili sono in diminuzione rispetto al
2002, il segno più continua a caratterizzare alla grande i bilanci della
società. Insomma, anche il 2003 è stato un anno che ha portato fortuna
all'azienda lombarda.
E così la produzione di armi made in Italy gode di ottima salute e continua
a trovare mercati disposti ad acquistare i suoi prodotti.
Pistole e fucili Beretta non faticano a trovare acquirenti e finiscono quasi
tutti fuori dai confini nazionali. Resta in Italia infatti soltanto una
minima parte delle armi che escono dai capannoni della storica azienda
bresciana. Che nel 2003 ha potuto contare sul mercato estero per l'84% dei
ricavi totali. In "casa" sono rimasti soltanto il 16% dei prodotti. La
maggior parte delle pistole e dei fucili Beretta finiscono nel Nord America,
dove il porto d'armi è concesso ai liberi cittadini. D'altra parte,
soprattutto negli Stati Uniti, sono molti i privati che hanno la pistola in
casa.
E così, il bilancio 2003 della Beretta è decisamente buono. Gli utili sono
stati pari a 22,2 milioni di euro, con ammortamenti per 32,5 milioni, dopo i
36,4 del 2002 (gli ammortamentin in quell'anno sono stati invece 21,3
milioni.
Il fatturato consolidato si è attestato a 368,5 milioni, in crescita del
3,2% e del 12,9% a parità di condizioni di cambio. Quanto ai ricavi, dunque,
quelli realizzati sui mercati esteri hanno rappresentato l'84% del totale e
il 52% fanno riferimento all'area nord-americana.
I dati sono stati resi noti all'assemblea degli azionisti di Beretta
Holding.
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