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I cittadini non possono esprimensi sulla presenza in Sardegna di basi militari straniere con armamento nucleare

Niente referendum sul rischio atomico in Sardegna

A stabilirlo è l'Ufficio Regionale del Referendum che ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum consultivo, dopo la bocciatura della Corte Costituzionale avvenuta nel lontano 1988 sugli stessi argomenti. L'Ufficio regionale ha infatti ritenuto che anche dopo la riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione questi argomenti rimangono riservati alla legislazione esclusiva dello Stato, annullando di fatto il nuovo referendum.
12 agosto 2004
Sardegna oggi

CAGLIARI - L'Ufficio regionale del Referendum ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum consultivo sulla presenza in Sardegna di basi militari straniere con armamento nucleare. La decisione è stata pubblicata sull'ultimo Bollettino della Regione. La delibera è stata data dopo la comunicazione ricevuta dalla Cancelleria della Corte d'appello di Cagliari del 4 maggio scorso. Il referendum chiedeva: “Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare?”.

Alla domanda i Sardi, però, non potranno rispondere così come accadde nel 1988 quando vennero indette consultazioni popolari sugli stessi quesiti. In quell'occasione il Governo sollevò un conflitto di attribuzioni: per consultazioni con quesiti relativi a materie non comprese nella sua competenza e cioè relativi a rapporti internazionali ed alla difesa della patria. All'epoca venne chiesto l'annullamento degli atti impugnati e la Coste Costituzionale accolse il ricorso del Governo ed annullò il Decreto del Presidente della Giunta regionale dichiarando che “non spettava alla Regione Sardegna indire i suddetti referendum”.

Ora l'Ufficio regionale ha ritenuto che il nuovo referendum, che tratta dello stesso argomento, sia inammissibile “per le stesse ragioni poste a fondamento della pronuncia della Corte Costituzionale”. Infatti anche dopo la riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione questi argomenti rimangono riservati alla legislazione esclusiva dello Stato.

Note: Su La Nuova Sardegna
http://www.lanuovasardegna.quotidianiespresso.it/giornalilocali/nuovasardegna/detail.jsp?idCategory=731&idContent=785022
si legge:

E' stata dichiarata inammissibile dall'Ufficio regionale del Referendum la richiesta di referendum consultivo sulla presenza in Sardegna di basi militari straniere con armamento nucleare. In particolare il quesito chiedeva: "Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare?".

I Sardi non potranno rispondere alla domanda, così come accadde nel 1988 quando vennero indette consultazioni popolari sugli stessi quesiti. In quell'occasione il Governo sollevò un conflitto di attribuzioni e chiese l'annullamento degli atti impugnati. La Corte Costituzionale accolse il ricorso perché "non spettava alla Regione Sardegna indire i suddetti referendum".

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Altre informazioni

Si alza il grido contro le basi militari
http://www.sardegnaogginews.it/notizie.php?notizia=3392

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