Gonfiate le spese militari con i soldi sottratti alla scuola
La CGIL lancia l’allarme: la Legge di Bilancio 2025 è una manovra che penalizza la scuola e l’istruzione pubblica per favorire le spese militari.
"I tagli in legge di bilancio - si legge nel comunicato sindacale - non si limitano al mancato adeguamento stipendiale, ma riguardano anche la dotazione organica, tant’è vero che per la scuola tra nuove assunzioni di docenti (1.866) e tagli (5.660) il saldo è decisamente negativo: 3.794 posti di docenti in meno nel 2025. E per il successivo anno sono confermati i tagli di oltre 2.200 posti all’organico ATA".
I tagli del personale e il mancato adeguamento degli stipendi all'inflazione "consentono alle finanze pubbliche di risparmiare ben oltre 5 miliardi di euro, un significativo bottino di cui ha potuto disporre il Governo per interventi in legge di bilancio come l’aumento delle spese militari".
In tal modo si sottraggano risorse fondamentali al sistema educativo per gonfiare ulteriormente il bilancio della difesa. Investire sull’istruzione è l’unico modo per costruire una società giusta, inclusiva e pacifica, ma questa manovra sembra andare in direzione opposta.
Con l’approvazione della Legge di Bilancio, infatti, le spese militari raggiungeranno cifre senza precedenti: 32 miliardi di euro nel 2025, con 13 miliardi destinati all’acquisto di nuove armi. Questo incremento, come evidenziato dall’Osservatorio Mil€x, rappresenta un aumento netto di oltre 2,1 miliardi di euro rispetto al 2024 (+7,31%) e potrebbe superare i 33 miliardi se si considerano i costi aggiuntivi delle basi militari e i fondi europei.
Il contrasto con i tagli all’istruzione è evidente. La scuola italiana, già in sofferenza per mancanza di risorse, si trova a fare i conti con ulteriori problemi.
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