Il transito dei sottomarini a propulsione nucleare rappresenta un rischio inaccettabile, ma l'Italia lo permette e non informa la popolazione sui rischi conseguenti
Incidenti, negligenze, segreti militari: un panorama inquietante, dove gli interessi militari vengono anteposti all'ambiente e alla salute della popolazione
I gruppi pacifisti devono - a nostro parere - uscire dal loro classico recinto e mobilitarsi in quanto non pochi rigassificatori proposti sarebbero collocati nelle città militarizzate verso cui fanno rotta i sottomarini a propulsione nucleare: i cosiddetti "porti a rischio nucleare". I rigassificatori non sono stati discussi con la popolazione nonostante la legge 108 del 2001 recepisca la Convenzione di Aarhus con la quale è sancito il diritto dei cittadini di essere informati e coinvolti nel processo di partecipazione al processo decisionale.
Inizia il blocco della base nucleare di Faslane in Scozia. L'organizzazione di Faslane esorta tutti i gruppi nazionali ed internazionali di attivisti a partecipare alla manifestazione.
E' un momento grave per l'umanità che potrebbe portarci ad una guerra atomica. Siamo alla vigilia di un'altra guerra preventiva con l'aggravante dell'uso di armi nucleari? Davanti ad un tale dramma e una così colossale crisi, mi sorprende il vedere la nostra inerzia e le nostre divisioni. Com'è possibile che gloriosi movimenti e associazioni come il MIR, Azione non violenta, Lega per il disarmo unilaterale, Pax Christi, Beati i costruttori di pace, Assopace, Unione scienziati per il disarmo, Movimento nonviolento, OSM – DPN, PUGWASH, Cipax... non riescano a trovarsi insieme in chiave nazionale per dire una parola forte in questo momento storico?
Che il pericolo nucleare costituito dall’Iran sia una montatura, come ieri lo furono le armi di distruzione di massa dell’Iraq, è stato ampiamente chiarito (il che non toglie che eventuali, recondite, ambizioni di Teheran a dotarsi in futuro di armi nucleari andrebbero comunque interdette). Meno chiaro è che dietro questo pretesto è in corso un’allarmante ripresa della proliferazione nucleare a livello mondiale, che viene invece dissennatamente favorita da Washington, per puri, e miopi, calcoli di potere: vi sono infatti rischi nucleari ben più concreti di quelli presunti dell’Iran, o della Corea del Nord. Del resto, nel passato sono stati diffusissimi i progetti, ovviamente segreti, di sviluppare armi nucleari: dal Sudafrica (ma Mandela li smantellò) a Brasile e Argentina, dalla Svizzera alla Svezia, nonché all’Italia.
«Come comunicato al Board nel novembre 2004 e di nuovo a settembre 2005, di tutto il materiale nucleare dichiarato l'Iran ha dato conto. Sebbene l'agenzia non abbia visto alcuna diversione di materiale nucleare verso armi nucleari o altri ordigni nucleari, l'Agenzia non è, in questo momento, in grado di concludere che non ci siano in Iran attività nucleari non dichiarate».
L’evoluzione della strategia di dissuasione nucleare, all’indomani della fine del sistema bipolare, potrebbe aprire nuovi orizzonti entro i quali attori della “nuova generazione”, sulla soglia del nucleare, potrebbero giocare un ruolo cardine: in uno scenario in cui il terrore nucleare si è evoluto e si è arricchito di pesanti e critiche sfumature, figlie di questo tempo, la paradossale logica della "virtualizzazione atomica" si appresta a svolgere un ruolo assai pregnante nelle attuali dinamiche di dissuasione post-1989.
25 febbraio 2006 - Carmela Cassese
E' interessante dare un'occhiata, ogni tanto, su cosa si muove anche a livello istituzionale e quali possono essere degli strumenti utili per la diffusione delle iniziative e dei progetti di disarmo.
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