Disarmo

Lista Disarmo

Archivio pubblico

La Campagna OSM risponde al Corriere della Sera

29 gennaio 2005
Pierluigi Rossi

Milano 29/01/05,

Gent.ma dott.sa Mariolina Iossa,

Le scrivo in qualità di presidente dell’Associazione Casa per la Pace – Milano, avente sede in Via Marco d’Argate 11 in Milano.

Tra le Associazioni che compongono Casa per la Pace, ve ne sono tre che in modo particolare sono sempre state sensibili al tema delle obiezioni - in generale - e in particolare a quella alle spese militari che è tema del Suo articolo apparso in data odierna sul Corriere della Sera.

La prima Associazione è la Lega degli Obiettori di Coscienza (LOC) che da anni si batte per il disarmo e la Pace facendo leva sull’obiezione sia al servizio militare che alle spese militari.
La seconda è il Gruppo Pace della Comunità Ecclesiale di S.Angelo di Milano che raccoglie in se numerosi obiettori alle spese militari.
La terza e l’Associazione per la Pace che è una delle promotrici della campagna di cui le scrivo qui di seguito.
Una prima doverosa precisazione che Le devo è che non esiste solo l’opzione fiscale (cioè quella operata da don Gianni) ma è possibile obiettare anche in altri modi che non comportano alcun pignoramento in quanto perfettamente legali.
Ad esempio aderendo alla “Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare non violenta” promossa da Associazione per la Pace, Associazione Papa Giovanni XXIII; Beati costruttori di Pace, Berretti bianchi, Lega Disarmo Unilaterale, Lega Obiettori di Coscienza, Pax Christi.
L’adesione consiste nell’inviare una dichiarazione scritta e firmata al Presidente della Repubblica in cui il soggetto si dichiara obiettore / obiettrice alle spese militari comprovante il versamento di una somma (quindi nulla viene tolto al fisco) a favore:
- dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile quale “Contributo al Fondo Nazionale per il servizio civile istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (art.11, Legge 64/01) per finanziare la partecipazione di giovani uomini o donne in servizio civile a interventi di pacificazione e cooperazione fra i popoli (art 9 comma 1 legge 64/01) e/o a missioni umanitarie fuori dal territorio nazionale (comma 10, art 9 legge 230/98), a titolo di opzione fiscale per la pace”.
- Oppure una somma a favore dell’Associazione / Ong ……….. in quanto la stessa è impegnata in azioni dirette non armate e nonviolente per la Pace.
- Oppure una somma a favore della Campagna Nazionale per l’obiezione alla spese militari e per la difesa popolare non violenta.
Esiste poi l’opzione di operare una scelta – forse più profetica ma sicuramente minoritaria – di disobbedienza civile trattenendo una somma simbolica dalle imposte equivalente alla percentuale del bilancio che lo Stato destina alle spese militari.

Faccio notare che la stragrande maggioranza degli obiettori quindi si autotassa per dare una forte testimonianza contro il riarmo e le folli spese militari che sono un vero e proprio “furto di risorse” da destinare a ben più nobili cause in cui la “famiglia umana” dovrebbe impegnarsi.
Tre Stati Uniti d’America e Unione Europea, ogni anno vengono spesi – si stima – 750 miliardi di euro / dollari.
Se tutti gli stati iniziassero a ridurre questa spesa dell’solo 1% all’anno quanti dei drammi dell’Umanità potrebbero essere rapidamente risolti? Un mondo senza fame, malattie facilmente curabili, analfabetismo ecc. sarebbe un mondo possibile! Parliamo di utopia? Può anche darsi,

 

Cordiali saluti
Pierluigi Rossi
Presidente dell’Associazione Casa per la Pace – Milano.

Articoli correlati

  • Spese militari e moltiplicatore keynesiano
    Economia
    La spesa militare produce effetti benefici sull’economia nazionale?

    Spese militari e moltiplicatore keynesiano

    Per ogni miliardo di dollari speso nel settore militare si creano circa 11.200 posti di lavoro. Ma lo stesso miliardo investito in sanità ne crea 14.300, nell’istruzione 15.500, nelle energie rinnovabili 16.800.
    22 aprile 2025 - Alessandro Marescotti
  • L'aumento delle spese militari è un suicidio finanziario
    Disarmo
    I dati dell'Ufficio parlamentare di bilancio confermano le perplessità dei pacifisti

    L'aumento delle spese militari è un suicidio finanziario

    Aumentare le spese per la difesa fino al 2% del Pil, come richiesto dalla NATO, farebbe salire il debito pubblico italiano oltre il 137% nel 2028. Nessun effetto moltiplicatore economico: ogni euro speso per la guerra rende meno di quello che toglie. Una perdita secca per la collettività.
    22 aprile 2025 - Redazione PeaceLink
  • Coordinamento No Riarmo
    Disarmo
    Dalla raccolta firme alla costruzione di un movimento orizzontale e partecipato

    Coordinamento No Riarmo

    Dopo l'annuncio del piano di riarmo da parte della Commissione Europea è scattata una mobilitazione nazionale spontanea che sta portando alla costituzione di un coordinamento nazionale e di comitati locali per chiamare a raccolta tutti coloro che vogliono dire no all'aumento delle spese militari.
    12 aprile 2025 - Redazione PeaceLink
  • Due campagne, un’unica voce contro il riarmo
    Editoriale
    Costruire convergenze per la pace

    Due campagne, un’unica voce contro il riarmo

    PeaceLink aderisce alla campagna Stop Rearm Europe, promossa da ARCI e da altre realtà impegnate nella difesa della pace e dei diritti umani. Al tempo stesso fa parte di una precedente mobilitazione nata subito dopo la scellerata decisione della Commissione Europea di varare il piano di riarmo.
    11 aprile 2025 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.8.1 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)