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La vera prevenzione sui tumori è la corretta e onesta informazione su tante sostanze tossiche quotidianamente a contatto

Mi chiamo Francesco Rollo

Durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2003 il capo procuratore Porcelli segnalava la presenza a Genova di numerose denunce di uroteliomi collegate a una sostanza chiamata nerofumo.
Il nerofumo è un ingrediente del toner e la malattia era identica alla mia
Fonte: Lega contro i Tumori / Lecce
n. 49 / Marzo 2005

Toner: questo sconosciuto
Il toner è una miscela di diverse sostanze. Allo stato delle conoscenze attuali due sostanze sono da considerare tossiche nel toner: il Nerofumo e lo Styrene. Lo Styrene sta causando malattie e tumori del sangue, come la leucemia; mentre il Nerofumo come nel mio caso tumori alle vie urinarie e problemi polmonari.
I toner sono dotati di Schede di Sicurezza, che indicano la loro composizione. Tali schede hanno mancanze e anomalie. Le anomalie che un chimico esperto nota, sono le seguenti:

1. Si dovrebbe indicare lo spessore di tale polvere, dato che sono delle micropolveri per capire se viene assorbito anche tramite la cute.

2. Non viene riportato a una o più sostanze il codice CAS delle sostanze impiegate. Il codice CAS indica gli studi effettuati su tale sostanza e gli esperimenti condotti su animali da laboratorio, per verificare se sono cancerogeni.

3. Viene indicato che non è idrosolubile: è un aspetto delle sostanze contenenti carbone di non essere idrosolubile, ma anche di sostanze che contengono solventi. Il sospetto che ci sia un solvente c'è, perché rimanendo una confezione di toner aperta, il suo contenuto si abbassa poiché il solvente evapora, e il toner si aggrumisce reagendo con l'aria. E' una caratteristica dei toner vecchi (i tecnici lo sanno), che si trovavano stranamente svuotati grazie all'evaporazione.

4. Viene indicata un'incredibile tossicità orale, superiore a 5 grammi per ogni chilo di peso corporeo; una persona di 90 chili di peso può ingerire fino a 450 grammi di toner e non avere nessun effetto?

5. Non viene data nessuna indicazione particolare. Consiglio vivamente ai tecnici di usare dei guanti lunghi protettivi e una maschera con dei filtri adatti. In caso di contaminazioni del corpo, fare subito una doccia. Questo trattamento è comune a tutte le sostanze riconosciute tossiche.

Una operatrice della prevenzione, Alessandra Cecchi, ha segnalato un altro aspetto preoccupante del toner. Sapevamo noi tecnici che i toner avevano un aspetto elettrostatico e che ci sono toner positivi e negativi, ma non sapevamo spiegarci il motivo. Questo potere elettrostatico è dovuto all'aggiunta di una sostanza addittiva durante la preparazione del toner, quantità minima, secondo loro, da esentarne le aziende produttrici a segnalarne la presenza sulle schede di sicurezza. Alcuni documenti dell'OSHA (Occupational Safety and Health Administration USA) della fine degli anni '80 riportano la presenza di cromo esavalente nei toner (utilizzato come "agente di controllo delle cariche" o "charge control agents"); il cromo esavalente è ugualmente pericoloso, sia come caustico che come potente cancerogeno. Si potrebbe ben sperare che a più di dieci anni di distanza dal documento dell'OSHA i produttori di toner si siano orientati verso "charge control agents" meno nocivi, ma sorge il dubbio che non sia così, almeno osservando i prodotti recentemente pubblicizzati da tali ditte. Alcune ditte produttrici di queste sostanze promuovono infatti i loro prodotti citando sempre la presenza del cromo.

Fonte: http://www.malattienerofumo.net/
Francesco ci ha contattati nel dicembre 2004 per ottenere un link al suo sito. E' bastato poco per rendersi conto che il suo caso meritava delle attenzioni in più.

Francesco, due parole di presentazione.

Mi chiamo Francesco Rollo, vivo a Carapelle in provincia di Foggia ed ero un tecnico di macchine fotocopiatrici. Era un lavoro redditizio ed ero contento della professionalità raggiunta, con le mie forze dopo tanti anni di sacrifici e lavoro malpagato. Nel 1992 ad un concorso interno della Nashuatec - famosa marca di fotocopiatori - ero arrivato tra i primi dieci in tutta Italia, primo dell'Italia Meridionale.

Quando nascono i problemi?

Nel gennaio 2000, accusavo dei strani dolori inguinali; una notte urinai dolorosamente un liquido nerastro e da allora incominciai a preoccuparmi. Feci subito delle ecografie renali, venni a conoscenza che avevo i reni policistici e una ciste presente sul rene destro nella parte superiore aveva un aspetto ecografico solido e non trasparente come le altre cisti. Si rese necessaria una TAC renale che non evidenziò nessuna neoplasia in quella ciste sospetta e l'aspetto solido fù confuso in un primo momento alla presenza di sangue all'interno.
Ma la continua presenza di dolori sempre più insistenti rese necessario un ricovero agli Ospedali Riuniti di Foggia in Giugno di quell'anno. Fu ripetuta la TAC che a differenza della prima evidenziava una neoplasia nella ciste. Fù quindi necessario un intervento di nefrectomia allargata.

Cos'è accaduto dopo?

Purtroppo le sorprese non finirono, l'esame istiologico evidenziò un tumore uroteliale della pelvi renale ben distante dalla ciste; i medici non sapevano spiegarsi come fosse nato nella pelvi e si fosse intrufolato il tumore nella ciste senza romperla. Fù necessario un altro ricovero con un meticoloso studio della vescica dato che i tumori uroteliali scendono in vescica. Fortunatamente la vescica era a posto ma tra l'uretere destro rimasto e la vescica c'era un linfonodo miracolosamente calcificato.
Il prof. Pellegrino e l'urologo Di Ceglie mi consigliarono di fare un altro intervento con l'urgente necessità di asportare l'uretere rimasto per sperare in futuro di salvare la vescica. A ottobre mi fù asportato anche l'uretere destro. Data la seria malignità del tumore fu necessario contattare un oncologo.
Presi contatti con il primario di Ascoli Piceno, il dr. Trevisonne.
Il primario mi disse che non erano necessarie cure oncologiche dato che non aveva infiltrato tessuti circostanti, ma mi pose davanti un problema della malattia che non conoscevo. Mi spiegò che era il mio lavoro la causa dei miei problemi, dal momento che il toner dei fotocopiatori è composto da sostanze derivanti da bitumi e catrami che provocano tumori uroteliali; inoltre aggiunse che nelle mie condizioni la cosa più saggia da fare era di allontanarsi da quel lavoro, per non permettere la ricomparsa di recidive della malattia.

Qual è stata la tua reazione?

Mentre ascoltavo stupito l'oncologo, mi chiedevo ingenuamente come era possibile tutto ciò. Trevisonne aggiunse anche che era il caso di fare denuncia all'Inail per la malattia professionale contratta anche se difficilmente sarebbe stata riconosciuta. Da quel giorno la mia vita è completamente cambiata; ho avuto il coraggio di licenziarmi e di darmi da fare per capire come era avvenuta la mia malattia. Umilmente in un primo momento avvisai tutti i programmi televisivi, convinto che mi avrebbero invitato in qualche programma per segnalare il mio problema. Ebbi contatti ma non fui mai preso in considerazione. Feci domanda per pensione sia all'Inps che di invalidità civile ma non fu riconosciuto mai nulla, solo una invalidità civile del 70 per cento che - ai fini pratici - non mi serve a nulla.

Cosa prova una persona in quei momenti?

Vedersi fatto a pezzi e buttato come uno straccio vecchio è un esperienza che non auguro a nessuno; spesso mi chiedevo perché il Padre Eterno mi volesse vivo con tutte le umiliazioni che sopportavo.
Sono in quei momenti che Dio interviene e ti fa capire cosa vuole da te. Disoccupato, con una famiglia quasi allo sfascio Dio ha voluto che frequentassi un corso su Computer per disoccupati, pagato dalla Regione Puglia. Come ha scritto Leonardo Tancredi, giornalista della rivista "Carta", raccontando del mio caso, ma la storia giunge a un'altra svolta.
Infatti durante le lezioni sull'internet ho setacciato la rete per trovare notizie sulla mia malattia. Per molto tempo sfruttando i motori di ricerca con combinazioni di parole delle sostanze dei toner. Non trovavo nulla. Quando deluso stavo per tirarmi indietro, Dio mi ha dato una mano. Trovai un solo sito della Procura di Genova e riguardava l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2003.
Il capo procuratore Porcelli segnalava la presenza a Genova di numerose denunce di uroteliomi collegate a una sostanza chiamata nerofumo. Il nerofumo è un ingrediente del toner e la malattia era identica alla mia.

Non persi tempo. Contattai la procura di Genova chiedendo notizie al procuratore Porcelli. Inoltre contattai associazioni e medici di Genova per saperne di più. Mi aiutò in quel periodo il bravo dr. Valerio Gennaro dell'IST di Genova, per le informazioni relative al nerofumo e degli uroteliomi dei lavoratori portuali di Genova. Mi aiutarono anche altre persone in quel periodo ad avere informazioni come Fulvio Aurora, il dr D'Angelo e il dr. Portaluri di Medicina Democratica. Contattai anche giornalisti sperando che scrivessero la mia storia, ma ottenni solo la pubblicazione su Carta.

Chi ti ha aiutato a continuare nel tuo lavoro di ricerca?

Una giornalista di Roma, Daniela Binello, anche se non era il suo campo e scriveva articoli su problemi esteri. Mi aiutò a trovare documenti e informazioni chimiche sui toner. Devo a Lei, dopo diversi suoi tentativi nel convincermi, a fare un sito web, che raccontasse la mia storia e tutte le stranezze dei toner. Mi aiutò anche nella strutturazione il sito, convincendomi che un sito web serio e ben fatto mi avrebbe aiutato a divulgare il problema e che poteva essere utile per attuare anche norme e comportamenti di prevenzione per chi è a contatto con il nerofumo e suoi derivati.
Il sito web fù pubblicato verso la fine di aprile 2004 ed è stato visto e apprezzato da diversi medici. Mi aiutò Daniela anche nella scelta del nome e data la gravità del problema il nome di http://www.malattienerofumo.net era il più appropriato.
Il sito venne subito segnalato da diversi siti di prevenzione e sicurezza e devo a loro molto, per la divulgazione del mio problema e del nerofumo.

Qual è l'obiettivo del tuo sito, a livello di contenuti?

Oggi la mia prima preoccupazione è di tentare di evitare il mio dramma ad altri; il sito non è nato con la pretesa di veder riconosciuta la mia malattia, sono convinto che per drammi del genere non esiste un equivalente in denaro come risarcimento. La vera prevenzione sui tumori è la corretta e onesta informazione su tante sostanze tossiche quotidianamente a contatto. Non ho la pretesa di far sparire fotocopiatrici dalla circolazione, ma che utenti e tecnici sappiano che bisogna usare serie precauzioni quando si puliscono parti interne di fotocopiatori.
E' quindi la salute di tutti che deve essere tutelata e non queste sostanze; il nerofumo infatti è tutelato da norme internazionali curiose sull'etichettatura. Apprezzo molto oggi il lavoro che svolgono i medici e devo a loro se sono ancora vivo. Però sento spesso dire da diversi medici affermazioni come: "c'è un substrato genetico favorevole al tumore" oppure "errore genetico"; io porrei attenzione a dire queste cose. E' un'abile forma di nominare invano il Padre Eterno, non vale la pena...

Quali sono gli ultimi sviluppi della tua vicenda?

Del mio problema si è interessato anche il procuratore Porcelli di Genova; ha aperto una inchiesta giudiziaria sul mio caso coinvolgendo anche la Procura di Foggia e giorno 21 Gennaio 2005 mi son dovuto recare dal Gip dr. Carlo Protano per far approfondire le indagini.
Mi chiamano anche altre Procure e Magistrati incuriositi del mio problema dato che anche in fabbriche di pneumatici si sono avuti problemi alla vescica dove viene impiegato il nerofumo. Purtroppo sono anche in contatto con tecnici come me che hanno denunciato all'Inail le gravi patologie contratte alla vescica.

Grazie.

Grazie a voi.

Note: Segnaliamo almeno il sito http://www.malattienerofumo.net/ quale punto di riferimento in Italia per chiunque volesse approfondire questa tematica.
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