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TARANTO - Dossier INQUINAMENTO

23 aprile 2003
Alessandro Marescotti

Non appena sarà consentito, PeaceLink inserirà su Internet la perizia sull'inquinamento a Taranto che precede un imminente processo contro quelle aziende che hanno inquinato la città e i dintorni, causando malattie, morti, sofferenze e un deturpante sconvolgimento ecologico. In attesa del processo, viene qui di seguito raccolto un elenco di domande che tutti ci potremmo porre, di fronte a una perizia che si preannuncia "esplosiva" per i dati contenuti e che è decisiva per individuare gli inquinatori. Essa offrirà ai magistrati gli strumenti conoscitivi per avviare un'azione giudiziaria che si preannuncia come la più importante occasione per stilare la lunga lista dei crimini ambientali ai nostri danni e per punire i responsabili.

FAQ (frequently asked question) a cura di PeaceLink Risposta alle domande più frequenti

In che cosa consiste questa perizia? Questa perizia è una vasta analisi dell'inquinamento industriale a Taranto. E' la più completa analisi dell'inquinamento mai realizzata a Taranto nell'area industriale. Essa intende verificare gli effetti dell'inquinamento industriale sui lavoratori, sulla città e sulla salute dei cittadini.

Quali industrie vengono analizzate nella perizia? La perizia ha esaminato in modo molto dettagliato l'inquinamento del polo siderurgico Ilva, della ISE (che gestisce due centrali termoelettriche all'interno dell'insediamento siderurgico), della raffineria Agip e del cementificio Cementir. I periti sono potuti entrare negli stabilimenti con appositi strumenti di rilevazione dei vari agenti inquinanti. L'area industriale - che andava monitorata dai periti - occupa una superficie quadrupla rispetto all'area urbana di Taranto. Il lavoro è stato pertanto molto corposo e impegnativo.

La perizia riguarda anche le ricadute dell'inquinamento industriale sui centri abitati? Sì e precisamente la città di Taranto e il comune di Statte (entrambi si sono costituiti parte civile).

Perché è stata richiesta la perizia? Per effettuare un'indagine preliminare nei confronti dell'industriale Riva Emilio e di altri (Proc. N. 4/14750/98 P.M. e n. 10302/99 G.I.P.). La perizia ha il fine di verificare se esistono i presupposti per celebrare un processo.

Perché questa perizia è importante? Dalla sua valutazione dipende la celebrazione del più consistente e importante processo ai responsabili dell'inquinamento industriale mai realizzato a Taranto. Esso infatti toccherebbe contemporaneamente, come si è detto, l'Ilva, l'Agip e la Cementir. Pertanto, se si dovesse avviare il processo, sul banco degli imputati si troverebbero alcuni degli industriali più potenti ed influenti della città.

In che cosa consiste la novità di questa perizia? A Taranto vi è stata - e da qui la ragione e la novità della perizia - una macroscopica carenza di indagini ambientali sull'inquinamento dell'industria. Questa perizia costituisce pertanto un fondamentale contributo per sgombrare il campo da discussioni che per molto tempo hanno teso a sviare l'attenzione dall'inquinamento industriale puntando l'attenzione sul traffico. La novità di questa perizia consiste nel fornire dati certi sull'inquinamento della città di origine industriale, rompendo un muro di silenzio, di omertà e di omissioni a causa del quale, per troppo tempo, cittadini e lavoratori si sono ammalati di cancro e la città è stata "imbrattata" da veleni di ogni tipo.

Chi ha richiesto la perizia? L'ha richiesta il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), all'epoca era il dott. Brandimarte.

Che cosa è il GIP? Il Giudice per le Indagini Preliminari o GIP è l'organo della magistratura che, nel corso delle indagini preliminari, ha il compito di tutelare i diritti fondamentali della persona indagata.

Cosa sono le "indagini preliminari"? Sono la fase del processo penale volta alla individuazione e raccolta delle fonti di prova necessarie perché si possa procedere con l'azione penale. Quando l'autorità giudiziaria, o qualsiasi altro soggetto, viene a conoscenza dell'esistenza di elementi costitutivi un fatto di reato, ha l'obbligo di riferirlo immediatamente al pubblico ministero. Quest'ultimo provvede allora all'iscrizione nel registro della notizia di reato e avvia un'attività di accertamento volta a reperire gli elementi per poter decidere se chiedere l'archiviazione degli atti o proseguire nell'azione penale attraverso la formulazione di un'imputazione.

Perché PeaceLink si occupa di questa perizia? Riteniamo importante che i cittadini possano leggerla direttamente acquisendo tutta l'informazione disponibile tramite Internet. Ci siamo specializzati ad usare Internet come mezzo "politico", non in senso partitico ma come partecipazione dei cittadini alla vita della città. Inoltre ci occupiamo di questo processo "storico" per fugare ogni dubbio in coloro che magari pensavano: PeaceLink si occupa del rischio nucleare e non dice nulla sull'inquinamento della città e dei grandi pericoli che esso comporta. In generale siamo convinti che non sia casuale che fino ad ora sia quasi mancata l'informazione sui rischi ambientali. La pubblicazione del piano di emergenza nucleare e dell'attuale perizia sono due contributi che abbiamo offerto alla trasparenza e all'informazione per un futuro più sicuro in cui i cittadini possano sapere e possano contare.

Quando è stata realizzata la perizia? La perizia ha rilevato i dati dell'inquinamento nell'estate del 1999 e nell'inverno del 2000. Cosa ha specificamente richiesto la magistratura ai periti? Il Giudice per le Indagini Preliminari ha chiesto ai periti di accertare se sia all'interno degli stabilimenti che all'esterno (nei centri abitati) fossero superati i limiti di tollerabilità previsti dalla vigente normativa antinquinamento (dpr 203/88) nonché i limiti previsti dalle norme sull'igiene del lavoro (dpr 303/56) valutando l'esistenza di un eventuale danno atmosferico per Taranto e Statte. Il GIP ha richiesto - in caso di accertata situazione di danno per l'ambiente - di indicare cautele e rimedi necessari per eliminare gli inconvenienti o ridurli nei limiti previsti dalla legge.

Gli industriali - le cui aziende sono state sottoposte a perizia - hanno potuto controllare le fasi della perizia? Gli industriali hanno potuto nominare dei periti di parte per controllare la correttezza della perizia stessa.

Cosa è il Collegio Peritale? E' il gruppo dei periti nominato dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP).

La lettera recente della magistratura tarantina agli enti locali sulla questione ambientale, e il relativo richiamo ai doveri di controllo, sono connessi all'esito della perizia? Evidentemente sì. Gli esiti della perizia devono aver allarmato a tal punto i magistrati da spingerli ad una così insolita iniziativa, segno che la situazione è grave e che le omissioni sono troppe. Non è infatti pensabile arginare l'inquinamento solo con i processi a posteriori senza una quotidiana opera di controllo e prevenzione che spetta alle istituzioni e agli apparati sanitari.

Taranto è considerata città a rischio ambientale? Sì. Per la precisione, essendo "area ad elevato rischio di crisi ambientale", è stata inserita nelle aree destinate a risanamento ambientale (si veda il Dpr 23 aprile 1998 "Approvazione del piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Taranto").

Quanto si muore di cancro a Taranto? Sul Bollettino epidemiologico della ASL TA/1 (n.1 del maggio '97, n.2 del settembre '99, n.3 del dicembre '99/Gennaio 2000) si può leggere che a Taranto nel periodo 1992-96 la mortalità per cancro ha rappresentato il 25% della mortalità rispetto al totale di tutte le cause. La mortalità per cancro ai polmoni è salita al 40% (rispetto al totale delle morti per cancro), un dato superiore alla media nazionale che è del 29% (dato 1993). Mentre a livello nazionale le associazioni contro il cancro e lo stesso ministro Veronesi parlano di "successi nella ricerca" e di diminuzione dell'incidenza tumorale, a Taranto invece i dati del 1971, 1981, 1991 e 1998 registrano al contrario una crescita costante e indicano che la neoplasia causa di morte più frequente nella città di Taranto è quella a carico del polmone; in costante aumento sono anche le morti per leucemie e linfomi. La mortalità per neoplasia nella città di Taranto è passata da un tasso di 124 morti per 100.000 abitanti (1971) a 244 morti per 100.000 abitanti nel 1998. Mentre nel 1971 25 abitanti su 100.000 abitanti morivano di cancro ai polmoni, nel 1998 si è passati a 52 morti di cancro per 100.000 abitanti: un aumento di oltre il 100%. Taranto si piazza fra le aree del Mezzogiorno a più alta incidenza di mortalità per cancro; per le neoplasie polmonari Taranto è ben oltre la media nazionale. La mortalità per cancro in Provincia registra invece percentuali inferiori rispetto al capoluogo. Di fronte a questi dati i casi sono due: o a Taranto non sono mai arrivati i benefici della ricerca anticancro o esiste una criminale immissione di agenti cancerogeni nell'ambiente e un'evidente impunità.

Quanti morti per amianto ci sono stati a Taranto? Vi sono stati 105 casi di mesotelioma (è il cancro causato da amianto). L'uso dell'amianto sulle navi è alla base dei decessi nell'ambito della Marina Militare (27 casi) e della cantieristica navale (25 casi). Nel settore siderurgico si sono appurati 19 decessi a causa dell'amianto.

Esiste in Puglia un osservatorio dei morti da amianto? Sì, c'è il Registro Regionale Mesoteliomi.

A Taranto la ricerca contro il cancro può fare qualcosa per arginare il dilagare dei tumori? No, è pura illusione pensare di combattere il cancro solo con la diagnosi precoce. Occorre invece evitare che i lavoratori e i cittadini entrino in contatto con gli agenti cancerogeni e che quindi essi non entrino in circolo nell'ambiente e nei luoghi di lavoro. Sperare che tutto si sistemi con nuovi farmaci o terapie significa ingannare la gente e nascondere il vero problema che è il controllo degli inquinanti. Le donazioni alle associazioni contro i tumori quando muore un parente rischiano di essere un bel gesto di rassegnata consolazione di fronte al destino crudele. In realtà la crudeltà non appartiene al destino ma al cinismo di chi ci avvelena.

La rete di monitoraggio effettuata a Taranto tramite le Centraline del comune è efficace? La rete ha il merito di essere consultabile su Internet al sito http://www.comune.taranto.it (cliccare l'opzione relativa nella barra di sinistra). Consultandola possiamo avere un'idea di massima della gravità della situazione. Essa ha tuttavia dei limiti causati da una scarsa analiticità dei dati. Ad esempio non consente di valutare l'effettivo rischio cancerogeno derivante dagli IPA (gli Idrocarcuri Policiclici Aromatici) che sono elevatissimi (i valori superano spesso il valore di 200); gli IPA sono una "famiglia" di elementi chimici, alcuni cancerogeni, altri no. Le centraline li rilevano in blocco senza consentire di misurare nel dettaglio il benzoapirene, ad esempio, che è cancerogeno. Occorrerebbe fare delle misurazioni percentuali in modo da valutare in media, centralina per centralina, quanto benzoapirene c'è rispetto al totale degli IPA. Senza questa analisi disaggregata il valore totale degli IPA risulta privo di reale utilità per valutare il rischio cancerogeno.

Qual è la pericolosità degli IPA? Secondo Iole Pinto, specialista di igiene industriale e di inquinamento ambientale, "i convegni sugli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) si contano sulle dita di una mano, e sono sempre confinati al mondo degli addetti ai lavori. In questi congressi si discute in linguaggio specialistico della loro tossicità e nocività, ormai ampiamente accertate: organi bersaglio polmone, vescica e cute. Il 4% dei tumori professionali in Italia sono da IPA. Il riconoscimento dell'origine professionale di questi tumori è sempre più difficile. La contestazione che viene fatta dall'azienda che non vuole riconoscere l'origine professionale del tumore è che l'inquinante è ormai presente 'normalmente' anche nell'ambiente. E' prodotto dal traffico automobilistico. Lo respira tutta la popolazione urbana". Da quanto affermato non vi è dubbio che le industrie abbiano tutto l'interesse a tenere basso il controllo degli IPA e pertanto siamo noi cittadini che dobbiamo porgere la massima attenzione agli IPA e alla loro provenienza (auto? industrie? quali?). A Taranto sarebbe auspicabile che il laboratorio mobile di rilevamento dell'inquinamento dell'aria venga piazzato nell'area industriale, dove mancano centraline di controllo in funzione. All'uscita dell'impianto di raffinazione Agip si sente una puzza nauseante ed è legittimo chiedersi se lì qualcuno sta inquinando, ma è ancora più legittimo chiedere che le istituzioni si piazzino lì a fare dei controlli sistematici.

Ma gli IPA fuoriescono dai tubi di scappamento delle auto o dalle industrie? Anche qui c'è un dibattito fra chi addossa la principale responsabilità al traffico e chi individua nell'industria il fattore principale di inquinamento da IPA. E' bene sapere che esistono analisi in grado di valutare l'"impronta" dell'inquinamento, verificando quali IPA sono emessi dalle auto e quali dall'industria. Purtroppo tali indagini mirate non vengono svolte, forse per non accertare la verità. La perizia - da questo punto di vista - è importante per chiarire una volta per tutte la reale "pesantezza" dell'inquinamento ambientale per ciò che riguarda gli IPA.

Quali altri strumenti si possono usare per verificare le responsabilità dell'industria e quella del traffico? Uno strumento utile è l'analisi dei venti. Basta vedere se l'inquinamento in città aumenta (e quanto in media) nelle giornate in cui il vento soffia dall'area industriale al centro abitato.

Roberto si siede e medita. E scrive una poesia per dare una voce a quegli uomini senza volto che ha visto inghiottiti nel fumo.

Qui, dove io lavoro

dall'alba

che illividisce il cielo

dietro la fabbrica

al tramonto

che accende di rosso il fumo

delle ciminiere

non sento le parole dorate

dei politicanti

non vedo i sorrisi accattivanti

dei sindacalisti

vedo solo gli spruzzi incandescenti

dell'acciaio liquido

sento l'urlo lacerante

delle lamiere

che mi sfrecciano accanto.

Qui, la mia vita vale il prezzo

di ciò che produco

neanche più il mio spirito

mi appartiene.

Note: TARAS Communication
http://www.taras.it

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