IL Parco nazionale del pollino e la centrale a biomasse più grande d'europa
Il Pollino partorisce un topolino
Anzi tre. Nel Parco più grande d’Europa, l’Enel è decisa a mettere in funzione la Centrale a Biomasse più grande d’Europa
del 30/04/2005 - di Antonio Bavusi
Nel territorio del parco più grande d’Europa, l’Enel è decisa a mettere in funzione la centrale a biomasse più grande d’Europa. La Procura della Repubblica di Castrovillari ed i Carabinieri di Laino Borgo sequestrano, per la quinta volta in un mese, aree situate all’interno della Centrale del Mercure, rinvenendo una gran quantità di rifiuti tossici e pericolosi occultati in anni ed anni di funzionamento nella vecchia centrale. l’ARPACAL conferma la presenza di amianto e misura i valori di nichel di molto superiori ai limiti consentiti dalla legge, proprio a ridosso del fiume Mercure, tributario del Fiume Lao, area di grande interesse comunitario nel Parco Nazionale del Pollino. Il sindaco di Laino, preoccupato dell’evolversi della situazione, ordina la sospensione dei lavori del piazzale ove dovranno essere stoccate oltre 300 mila tonnellate di biomasse all’anno provenienti forse dall’Amazzonia e dall’est dell’Europa e trasportate da oltre 100 TIR al giorno che faranno la spola tra i porti della Calabria e Laino, percorrendo migliaia di chilometri al giorno su strade tortuose e su quelle che verranno costruite, bilanciando così le emissioni che si vorrebbero risparmiare con la messa in funzione della centrale a biomasse. Pare che le biomasse, dopo qualche anno di funzionamento della centrale, verranno sostituite dal combustibile derivato dai rifiuti, secondo un programma che trova conferme in alcuni documenti ufficiali del Gestore della Rete di Trasporto dell’Energia e nella legge delega in materia ambientale che, secondo alchimie tipiche di questi tempi, trasforma i rifiuti in combustibile ecologico (eco-balle).
Mentre succede tutto questo, il parco più grande d’Europa partorisce un topolino. Anzi ne partorisce tre.
Il primo topolino
Il primo topolino viene partorito la scorsa settimana. Nell’esprimere "grande preoccupazione" per la grave situazione della Centrale del Mercure, il parco ritiene di non ritirare o annullare la deliberazione di autorizzazione già resa all’ENEL. Affermando che si sono superati i termini previsti dalla legge (quale?) per ritirare il provvedimento, il parco esprime una laconica preoccupazione per gli sviluppi che sta prendendo la questione, incaricando alcuni esperti di valutare gli effetti della centrale sull’ambiente del parco (non si poteva fare ciò prima di dare l’autorizzazione?). Con la stessa solerzia con cui sono state date le autorizzazioni all'ENEL ci saremmo aspettati che il parco, considerata la grave situazione esistente di inquinamento, avesse esercitato, in via cautelativa, le sue prerogative per la tutela dell'ambiente e della salute, ritirando le autorizzazioni rese. Invece, niente di tutto questo accade, lasciando alla magistratura un difficile compito che con grande serietà e decisione porta avanti. Pur in presenza di precise responsabilità, secondo gli enti coinvolti, questa situazione sembra non avere responsabili. Struzzi che nascondono la testa sotto la sabbia credendo così di non essere visti.
Il secondo topolino
Il secondo topolino viene partorito a Castrovillari, nel corso della seduta della Comunità del Parco. Su 70 membri effettivi se ne presentano 24. All’ordine del giorno ci sono l’approvazione del bilancio del parco e la centrale del Mercure. Dopo alcuni interventi e voci scontate di dissenso, vengono chiesti dieci minuti di sospensione della seduta per discutere come gruppi politici le decisioni da prendere. La discussione riprende ben oltre i dieci minuti di sospensione richiesti per essere subito rinviata a data da destinarsi, con la solerzia pari a quanto si decise mesi fa di escludere il comune di Laino Borgo dal parco, per evitare così di avere problemi di compatibilità con il parco derivanti dalla messa in esercizio della centrale.
Il terzo topolino
Il terzo topolino viene infine partorito nella giornata del 29 aprile. Nel corso di un incontro alla Provincia di Cosenza al quale erano stati convocati i Comuni, La Provincia di Potenza, e le Associazioni, invece di ritirare l’autorizzazione resa all’ENEL, la Provincia di Cosenza, seguendo un copione già visto, non trova di meglio che istituire una commissione tecnica che dovrà monitorare gli eventuali effetti che potrebbe causare la centrale sulla salute e l’ambiente, incluse le operazioni di bonifica del sito. Non è dato sapere cosa hanno potuto garantire i rappresentanti dell’ENEL, pure presenti all’incontro, e se risponda al vero la notizia della messa in esercizio della centrale del Mercure, con prove di produzione già all’inizio di maggio, nonostante i sequestri della magistratura e mezza centrale sia stata "sigillata” dai carabinieri.
Conclusioni aperte
Nello stesso giorno, a conclusione dell’incontro presso la Provincia di Cosenza, a Campotenese diversi esponenti politici calabresi e lucani si sarebbero incontrati per la seconda volta a porte chiuse, per discutere sul futuro assetto del parco, la centrale del Mercure e sul da farsi in merito all’approvazione del bilancio del parco. A porte chiuse, lontano dalla gente e da quanti oggi non condividono queste scelte imposte dall’alto dalle potenti multinazionali dell’energia e dei rifiuti che, ieri in Val d’Agri, oggi anche nel parco nazionale del Pollino, ipotecano il futuro e le aspirazioni di riscatto delle comunità e dei giovani, costretti ad emigrare, nonostante abbiano investito nelle attività e nell’ambiente pulito, valori questi barattati, insieme alla salute dei cittadini, in cambio di una politica clientelare basata sulle promesse e sui ricatti occupazionali.
Per quanto tempo ancora la montagna partorirà topolini?
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