LA FUSIONE NUCLEARE E l'ENERGIA PULITA
Verso la fusione
La Francia l’ha spuntata sul Giappone. L’ambizioso esperimento del nucleare pulito si terrà in Europa. Chirac: “E’ quasi fatta"
Il duello fra Giappone e Francia sull’ITER sembra terminato. L’International Thermonuclear Experimental Reactor, il ciclopico esperimento sulla fusione nucleare da 10 miliardi di euro, si terrà in Francia. C'é un "accordo tecnico" informa il ministro francese per la ricerca Francois d'Aubertì, il paese asiatico potrebbe rinunciare ad ospitare l'impianto.
L’obbiettivo francese, a lungo perseguito, di vedere sorgere l’impianto a Cadarache, nel sud del paese, si sta per concretizzare. Il presidente Jacques Chirac si è concesso un commento che ha in parte rotto la riservatezza sulle trattative: “è quasi fatta”.
Nei mesi scorsi i negoziati fra i due paesi si sono fatti sempre più intensi, nel tentativo di rispettare le scadenze ufficiali che indicano come data di inizio del progetto la fine del 2005. Il Giappone, supportato dagli Stati Uniti e Corea del Sud, ha tenacemente richiesto che il reattore venisse costruito in patria, a Rokkasho per la precisione, un villaggio di pescatori. Il mese scorso la Francia, appoggiata dall’Ue, dalla Russia e dalla Cina, ha deciso di giocare al rialzo, dichiarandosi disposta a rinunciare alla collaborazione del paese asiatico e di andare avanti da sola.
L’esperimento ITER durerà una cinquantina d'anni e dovrà dimostrare la fattibilità del sogno dell’energia pulita, o quasi. L’elemento base per la fusione è l’idrogeno che è praticamente inesauribile ed è ricavabile dall’acqua di mare. La fusione inoltre produrrebbe una quantità di radiazioni trascurabili e i reattori non sono associati al rischio della proliferazione degli armamenti atomici. Molti dubbi rimangono invece se la fusione potrà diventare economicamente competitiva, mentre una parte del mondo scientifico si mostra scettica sulla concreta possibilità che ITER possa davvero arrivare a funzionare.
A Cadarache ora si aspetta solo l'annuncio formale e la firma dell'accordo. Una parte degli abitanti dei paesi coinvolti è favorevole alla costruzione del reattore, la cui spinta economica si farà sentire in tutta la zona. Un'altra non vorrebbe questo terremoto. I piani sono però ormai pronti e riguarderanno una vasta area del marsigliese con nuove infrastrutture di trasporti rapidi su ferrovia e su strada, interporti, aree attrezzate per ospitare a fianco del reattore non solo quanti vi lavoreranno, ma anche tutte le attività a ricaduta.
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