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I brevetti sulla vita avanzano in India

Il WTO, i brevetti sulle forme di vita e gli emendamenti alla legge indiana sui brevetti.

Il 26 dicembre 2004, il giorno dello tsunami, il governo indiano ha presentato un decreto sui brevetti, che abbiamo chiamato legge tsunami, perché minaccia di buttar giù l'intera struttura della sicurezza alimentare e della salute, che abbiamo costruito con cura e democraticamente dal tempo dell'indipendenza, creando monopoli di brevetti sui semi e sui medicinali.
21 maggio 2005
Vandana Shiva

Per resistere alla legge che istituisce i monopoli privati in settori dai quali erano stati tenuti fuori dalla legge indiana sui brevetti del 1970, al fine di garantire che il cibo e l'assistenza sanitaria fossero accessibili e a portata di tutti, specialmente dei poveri, si è sviluppato un enorme movimento. I vegetali, i semi e le forme di vita non erano brevettabili, i medicinali potevano essere protetti da brevetti sul processo produttivo e non da brevetti sul prodotto. Con la sinistra abbiamo formato un Comitato d'Iniziativa Comune per fermare il decreto sui brevetti. Il 26 febbraio una manifestazione delle organizzazioni di massa ha dato al Parlamento il chiaro messaggio che lo smantellamento delle protezioni all'interesse pubblico e alla proprietà pubblica non sarebbero state accettate dal popolo indiano.

Il 22 e il 23 marzo il decreto sui brevetti è stato discusso e approvato in Parlamento con pochi emendamenti alle modifiche della legge del 1970, su cui si sono accordati il Community Party of India (Marxist) e il governo. Che l'intera sinistra non fosse d'accordo ad appoggiare integralmente l'accordo col governo per approvare la legge, è stato sottolineato con dichiarazioni ai media da parte di A.B.Bardhan del CPI, da Abani Roy, leader del Rashtriya Socialist Party e da Debrata Biswas del Blocco Avanti.

Ironia della sorte, il BJP, che aveva redatto il decreto nel 2003, quando era al potere come Alleanza Nazional Democratica (AND), non l'ha sostenuto, quando è stato presentato in Parlamento. L'opposizione dell'AND e di molti piccoli partiti, se a essa si fosse aggiunta la sinistra, avrebbe fatto decadere il decreto e, ci conseguenza, avrebbe prodotto un'importante incrinatura nell'edificio dei TRIPS (Trattati internazionali sui brevetti) del WTO, che in ogni caso presumibilmente verrà rivisto e riformato. La legge sui brevetti e altre leggi simili sul copyright, sono state assunte dal WTO e considerate indistintamente tutte come attinenti la "proprietà intellettuale". Come ha detto al Forum Sociale Mondiale il presidente Lula: "Intellettuale sì, proprietà no".

Il voto della Legge sui brevetti in India non è stato propriamente un voto su una legge indiana, quanto un voto sul meccanismo internazionale dei TRIPS. Attraverso il parlamento indiano, un milione di persone, un sesto dell'umanità, avrebbe votato contro i TRIPS del WTO. Questa opportunità storica è stata deplorevolmente persa dalla sinistra indiana, che ha cominciato a far da eco alla pretesa dei governanti del partito del Congresso, secondo cui il cambiamento delle leggi indiane sui brevetti, per introdurre i brevetti sui prodotti, sarebbe stata dal 1° gennaio 2005 un obbligo imposto dal WTO.

Comunque, lo stesso accordo TRIPS del WTO è sotto processo di revisione.

L'articolo 27.3(b) del TRIPS, che introduceva i brevetti sulle forme di vita, doveva essere rivisto nel 1999. l'articolo 71.1 permette ai diversi paesi di rivedere l'accordo TRIPS nel suo complesso alla luce di nuove esperienze pratiche.

Siccome la revisione del TRIPS è parte del Doha Round, non si potrebbe dare inizio a nessuna vertenza per il fatto che non viene attuata una norma internazionale, che si suppone che sarà cambiata.

Nonostante gli emendamenti alle modifiche abbiano corretto alcuni procedimenti antidemocratici relativamente all'opposizione o all'impugnazione della concessione dei brevetti e siano stati introdotte nella legge delle disposizioni transitorie, la questione centrale dei brevetti sui semi, dei processi produttivi e dei medicinali rimane e, nella legge, il pericolo dei monopoli e la questione della protezione di ben definiti interessi e proprietà comuni devono essere ancora affrontate.

Nella prima legge indiana sui brevetti del 1970 i metodi di coltivazione e i procedimenti produttivi erano stati esclusi dalla brevettabilità, per garantire che i semi, il primo anello della catena alimentare, rimanesse come una risorsa di proprietà comune a disposizione di tutti. In questa maniera si garantiva ai contadini che l'inalienabile diritto a conservare, scambiare e migliorare i semi non sarebbe stato violato.

Ma recentemente sono state portate due modifiche alla legge sui brevetti del 1970. La seconda modifica riguarda la definizione di quello che NON è un'invenzione. Questa modifica apre la strada al brevetto di semi prodotti dall'ingegneria genetica.

Secondo la sezione 3 (j) della legge indiana sui brevetti non è un'invenzione qualsiasi processo di trattamento medico, chirurgico, produttivo, profilattico o d'altro genere, che abbia per oggetto esseri umani, o qualsiasi processo di trattamento similare che abbia per oggetto animali o piante o li liberi dalle malattie e ne aumenti il valore economico loro e dei loro prodotti.

Ma con la seconda modifica da questa sezione è stata eliminata la parola "piante". Questa eliminazione implica che un metodo o un processo di modificazione di una pianta ora può essere considerato come un'invenzione e, quindi, può essere brevettato. Quindi il metodo per produrre cotone Bt con l'introduzione del gene di un batterio thuringiensis nel cotone, al fine di produrre tossine per eliminare il verme del cotone, adesso può essere coperto dai diritti di esclusiva associati ai brevetti. In altre parole, ora la Monsanto può avere in India i brevetti sul cotone Bt.

La seconda modifica ha anche aggiunto una nuova sezione 3(j). Questa sezione permette che la produzione e la riproduzione di piante, prodotte dall'ingegneria genetica, vengano considerate come un'invenzione. Questa sezione esclude dal novero delle invenzioni "le piante e gli animali nella loro interezza o nelle loro parti, perciò non i microrganismi, tranne i semi, le varietà, le specie e i processi essenzialmente biologici di fabbricazione della riproduzione delle piante e degli animali".

La clausola introduce, dunque, i brevetti sulle forme di vita. Siccome "i microrganismi" non sono stati definiti chiaramente, permette che il termine comprenda le cellule, le catene cellulari, i geni, ecc. Inoltre usando la definizione di "processi essenzialmente biologici", apre la strada ai brevetti di piante e animali, prodotti dall'ingegneria genetica. La clausola sarebbe dovuta partire con la non brevettabilità di "piante e animali". Siccome le piante prodotte per mezzo dell'uso di nuove biotecnologie non sono considerate tecnicamente "essenzialmente biologiche" la sezione 3(j) ha trovato un altro modo per dar spazio ai monopoli della Monsanto.

È molto interessante il fatto come il contenuto della sezione 3(j) sia letteralmente una traduzione nella legislazione indiana dell'art. 27.3 dell'accordo TRIPS. Questo articolo stabilisce: "Le parti possono escludere dalla brevettabilità le piante, gli animali, eccetto i microrganismi, e i processi essenzialmente biologici per la produzione di piante o animali, eccetto i processi non biologici e microbiologici. In ogni caso le parti provvederanno alla protezione delle varietà vegetali o con brevetti o con efficace sistema sui generis o con una combinazione di entrambi. Questa misura sarà soggetta a revisione quattro anni dopo l'entrata in vigore dell'accordo sulla base di una determinazione del WTO".

Giacché la Monsanto ha avuto un certo ruolo nella stesura dell'accordo TRIPS, non sorprende il fatto che le modifiche della Monsanto siano state introdotte anche nella legge indiana sui brevetti.

Comunque l'articolo 27.3(b) è oggetto di revisione. Il governo indiano, invece di cambiare la legge indiana sui brevetti, avrebbe dovuto insistere sull'attuazione della revisione, un impegno del Doha Round. Come risultato della prolungata pressione popolare, dopo che nel 1995 l'accordo è entrato in vigore, molti paesi del Terzo Mondo hanno avanzato raccomandazioni per cambiare l'articolo 27.3(b) al fine di prevenire la biopirateria. L'India, nella sua proposta di discussione sottoposta al Consiglio TRIPS, dichiarava:

"Il brevetto delle forme di vita può avere almeno due dimensioni. Prima di tutto c'è la questione etica dell'estensione della proprietà privata, che potrebbe essere estesa alle forme di vita. La seconda dimensione è relativa all'uso del concetto di Diritti di Proprietà Intellettuale così come viene inteso nel mondo industrializzato e alla sua legittimità in presenza della dimensione prevalente dei diritti sulla conoscenza, sulla loro proprietà, sul loro uso, sul loro trasferimento e sulla loro diffusione.

In tutto il mondo, il sistema informale, la tradizione shrutis e indiana e l'eredità degli antenati godono di scarso riconoscimento. Creare sistemi che evitano di affrontare questo problema può avere preoccupanti conseguenze negative sul genere umano, alcuni dicono che può portare alla sua estinzione.

È chiaro che, in tutto il mondo, dobbiamo riesaminare la necessità di concedere brevetti sulle forme di vita.Mentre continuiamo a valutare questa situazione, nel frattempo può essere opportuno:

1. Escludere i brevetti su tutte le forme di vita.

2. Se la condizione (1) non fosse possibile, allora dobbiamo escludere i brevetti fondati sulla conoscenza tradizionale/indigena e i prodotti e i processi essenzialmente derivati da tale conoscenza.

3. Come minimo, dobbiamo insistere sul paese di origine perché diffonda la risorsa biologica e la conoscenza, ad essa connessa, e ottenere il consenso del paese per provvedere alla diffusione di tale risorsa e di tale conoscenza, per assicurare un'equa ripartizione dei benefici".

Ora, per impedire ai concorrenti di vendere i semi e ai contadini di conservarli, la Monsanto ha fatto ricorso alle leggi sui brevetti per ottenere diritti di monopolio. Le modifiche della Monsanto alla legge indiana sui brevetti sono una logica conseguenza del via libera alla penetrazione commerciale degli OGM (organismi geneticamente modificati) nell'agricoltura indiana, dato il 26 marzo 2002 con la decisione del governo indiano di permettere la coltivazione del cotone Bt.

I brevetti sui semi sono un aspetto necessario della diffusione dei semi e delle colture geneticamente modificate da parte delle multinazionali. Se si aggiungono ai rischi ecologici dei semi geneticamente modificati come il cotone Bt, i brevetti sui semi creano un contesto di controllo totale sul settore dei semi e, di conseguenza, sulla nostra sicurezza alimentare e agricola.

Analizzando la questione più da vicino, la seconda e terza modifica alla legge indiana dei brevetti ha danneggiato la sicurezza del nostro cibo e dei nostri semi e, conseguentemente, la nostra sicurezza nazionale, sotto tre aspetti.

In primo luogo, come abbiamo visto prima, con le sezioni 3(i) e 3(j) accetta i brevetti sui semi e sulle piante. I brevetti sono monopoli e diritti di esclusiva, che impediscono ai contadini di conservare le sementi e alle fabbriche di semi di produrli. I brevetti sui semi trasformano la conservazione delle sementi in un "reato contro la proprietà intellettuale".

In secondo luogo, aggiunti alla terza modifica sui brevetti dei prodotti, i brevetti sulla vita previsti dalla seconda modifica possono comportare un monopolio assoluto. Una decisione in una causa relativa alla violazione del brevetto sulle piante ha stabilito un nuovo precedente per l'interpretazione della copertura dei brevetti sulle piante. Nel caso "Imagio Nersey contro Daina Greenhouse, il giudice Spence Williams, per conto della Corte distrettuale del Distretto della California Settentrionale, ha stabilito che un brevetto sulle piante può essere violato da una pianta, cha abbia semplicemente caratteristiche simili a quelle della pianta brevettata. Insieme coll'annullamento delle clausole sull'obbligo di prova del TRIPS, questo tipo di precedente sui brevetti dei prodotti può risultare disastroso per i paesi, dai quali è stata originariamente presa la biodiversità che ha dato origine a queste proprietà.

La protezione dei brevetti implica l'eliminazione del diritto dei contadini sulle risorse che hanno queste caratteristiche genetiche. Ciò distruggerà le fondamenta stesse dell'agricoltura. Negli USA, ad esempio, è stato concesso a una compagnia biotecnologia, la Sungene, un brevetto per una varietà di girasole con un altissimo contenuto di acido oleico. Il diritto era relativo alla caratteristica (cioè all'acido oleico) e non ai geni che determinano la caratteristica. La Sungene ha informato gli altri produttori di girasoli che lo sviluppo di una qualsiasi varietà ad alto contenuto di acido oleico sarà considerato una violazione del suo brevetto.

In questo modo una compagnia può introdurre caratteri particolari per mezzo dell'ingegneria genetica e poi pretendere il monopolio dei caratteri anche sulle varietà tradizionali in virtù del brevetto sul prodotto. Un brevetto sul prodotto in effetti dice che non importa come sia stato prodotto, sia venuto all'esistenza un determinato carattere, che sia stato il risultato dell'evoluzione, o della selezione operata dai contadini, o della contaminazione genetica è una contravvenzione al brevetto e un furto.

I nostri risi resistenti al salino, i nostri frumenti ad alto contenuto proteico sono tutti quanti esposti alla biopirateria per mezzo dei brevetti sul prodotto. E, se nelle future modifiche alla legge sui brevetti i diritti dei contadini non saranno esplicitamente tutelati, i nostri contadini sono passibili di giudizio per pirateria.

In terzo luogo la contaminazione genetica è inevitabile. La Monsanto utilizzerà i brevetti e la contaminazione per avanzare diritti di proprietà sui raccolti dei campi dei contadini, in cui il gene Bt sia attecchito perché trasportato dal vento o da insetti impollinatori. Questo precedente è stato stabilito dal caso di un contadino canadese, Percy Schmeiser, il cui campo di canola è stato contaminato dal "Round up Ready Canola" della Monsanto, e a cui la Monsanto ha chiesto un indennizzo di 200.000 dollari per "furto" di proprietà intellettuale. Quando il cotone GM della Monsanto contaminerà i loro raccolti, i contadini indiani saranno accusati di furto? O il governo si sveglierà e imporrà uno stretto controllo e l'indennizzo?

Nei paesi, in cui i brevetti sulle piante non sono riconosciuti, è possibile avere il brevetto sui geni in maniera tale da aprire la strada al brevetto sui caratteri e sulle proprietà delle piante e, quindi, avere i diritti esclusivi su quei caratteri e quelle proprietà. Questo è il modo col quale in Canada la Monsanto ha potuto stabilire monopoli sui semi attraverso i brevetti sui geni, benché il Canada non riconosca i brevetti sulle forme di vita.

Questi problemi, relativi ai brevetti, alle forme di vita e ai monopoli di semi non sono destinati a scomparire. Dovranno essere posti al WTO e al parlamento indiano. Il dibattito sui brevetti non è finito: è appena iniziato. E, per cambiare il distorto, ingiusto e illegittimo regime del WTO sulla "proprietà intellettuale", le iniziative locali e nazionali saranno importanti quanto i negoziaati internazionali. Dopo tutto, per far tremare l'impero britannico è bastato che Gandhi raccogliesse un pugno di sale nella spiaggia di Dandi. Da qui ne è seguita la Saltyagraha del sale di Gandhi.

Milioni di contadini, con la Satyagraha dei semi (Bija Satyagraha), si sono impegnati a non rispettare le leggi sui brevetti sui semi, come Gandhi si rifiutò di rispettare le leggi britanniche sul sale. Il Governo del Partito del Congresso ora commemora la marcia a Dandi di Gandhi del 1930, contro le leggi sul sale. Mentre il governo commemora una marcia storica per la libertà, imponendo leggi sui brevetti dei semi di impatto ben più pesante delle leggi sul sale, dobbiamo intraprendere una vera e propria Satyagraha contro le leggi sui brevetti dei semi. Cinque milioni di contadini hanno giurato di non rispettare le leggi a favore dei monopoli di brevetti su semi e piante.

Il 2 aprile al primo ministro è stato consegnato l'impegno giurato degli aderenti alla Satyagraha dei semi di tutto il paese, che hanno dichiarato che conservare e selezionare i semi è un nostro dovere. Non permetteremo che i brevetti sui semi trasformino i nostri doveri in crimini contro la proprietà intellettuale. Saremo liberi e continueremo a difendere i diritti dei contadini e i diritti di tutte le specie di forme di vita.

 

Note: Documento originale   Wto, Patents On Lifeforms And Amendments In India's Patent Law
7.04.05

Traduzione di Giancarlo Giovine

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