Quanti anni per sopravvivere?
Ma chi ci crede?
Il treno dell'allegro consumo nella vita del mondo viaggia sempre più veloce. Non tutte le carrozze delle nazioni del pianeta sono agganciate alla locomotiva ma i nostri Paesi, quelli che chiamiamo industrializzati (o con altro termine che mi fa sorridere, "civili"), hanno la loro parte nella spinta poderosa allo sfruttamento intensivo delle risorse.
Acqua, energia, materie prime, macinate in definitiva dalla macchina tritatutto che ha nel dio denaro la sua fonte di movimento e nell'inquinamento, dall'altro lato del processo, il suo prodotto finale più significativo (oltre alle banali soddisfazioni materiali per qualcuno come corollario al meccanismo sì generato). E la massa della popolazione "civile" che non sa e se sa accantona la notizia come immagine folcloristica ma esagerata - se nel proprio piccolo il mondo gira giusto perché pensare all'utopistico "dopo", e in ogni caso, se nel singolo mancano le competenze in materia è naturale immaginare che debba essere chi ci governa a decidere.
Ma neanche i singoli governi - ammesso che i rappresentanti del popolo siano tutti persone illuminate - avrebbero la capacità di porsi con risolutiva efficacia contro meccanismi prodotti dalla potente macchina economica e in ultima analisi alimentati dalla stessa popolazione "civile" ma soprattutto abituata al proprio tenore di vita "orientato ai consumi".
Cosa fare allora? Probabilmente lo stesso pianeta, quale organismo vivente di cui tutti noi facciamo parte, sta già tentando di scrollarsi di dosso il "morbo umano", e a livello di "grandi numeri" vediamo già qualche conseguenza. Ma nel nostro piccolo, a francescana memoria, ritengo giusto ugualmente - e con meno sofferenza di quanto il destino ci vuol riserbare - provare ad agire: penso ad esempio a una vita più parca nei consumi, un'attenzione agli sprechi e valutando cosa veramente possa servire e cosa sia invece il superfluo - e via via radicalizzando, denunciando come eticamente immorale chi suggerisce o impone stili di vita basati sulla ricchezza e sul possesso.
E chi è studente, si butti nella ricerca di materie che abbiano come sbocco lavorativo la tutela ambientale o, perchè no, la ricerca scientifica di fonti di energia alternative; e chi fa il politico, sottolinei e lotti per la salvaguardia della natura, urlando per la difesa del pianeta e contro chi sfrutta le risorse per interessi di categoria anche se camuffati da servizio al cittadino; chi è uomo di scienza, ricerchi metodi per utilizzare energia "pulita", e chi è uomo di fede, o anche scrittore e poeta, urli e dimostri con il suo esempio e le sue opere la sua passione per la bellezza della Terra e dell'universo e la tristezza per la sua graduale estinzione, cercando così di mettere nel cuore dell'uomo un seme di speranza, che germogli in esso frutti di azione concreta, e di voglia di vivere in armonia con il creato.
E' una scommessa che facciamo per il nostro futuro. E se saremo in tanti a volerla fare, forse non è ancora troppo tardi per vincere la nostra lotta per la vita.
"Ambiente: Wwf, Se Continua Cosi' Entro Il 2050 Addio Terra; Allarme Dalle
Anticipazioni Del Rapporto 2002
LONDRA - Se le risorse naturali continueranno ad essere sfruttate al ritmo
attuale, entro il 2050 la Terra morira' e l'uomo per sopravvivere dovrebbe
colonizzare altri due pianeti. A suonare il campanello d'allarme e' il World
Wild Fund (WWF) in un rapporto che sara' presentato martedi' a Ginevra.
Secondo il rapporto, o si riduce rapidamente e in grande misura il tasso dei
consumi o il pianeta non sara' piu' in grado di sostenere la crescente
popolazione.(ANSA)."
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