Super Quark torna (a delirare) sugli Ogm
Nessuno in redazione ha visto la puntata (e sul sito della trasmissione non è ancora on-line), ma in Superquark Piero Angela è tornato a parlare di OGM.
Pubblichiamo la lettera inviata alla redazione del programma da Giorgio M. Balestra, ricercatore al Dipartimento di Protezione delle Piante dell'università della Tuscia.
Spett.le Redazione,
in riferimento all'oggetto della presente mi sento di dovervi inviare le impressioni maturate a seguito della visione del vostro servizio sulle biotecnologie della scorsa settimana.
Seguo con estremo interesse la vostra trasmissione fin dalla sua nascita e ho vi sempre reputati in grado di essere equilibrati; purtroppo nel servizio in questione avete dimostrato tutto il contrario.
Come servizio pubblico credo che dovreste, su una tematica così dibattuta (o se vogliamo così poco dibattuta dai più in maniera chiara e comprensibile), avere l'accortezza di parlare di biotecnologie a 360° con i pro ed i contro, in qualsiasi settore, e soprattutto in agricoltura.
Posso capire i tempi televisi e quant'altro, ma il messaggio che deve passare deve essere imparziale ed equilibrato, poi ognuno concretizzerà un'opinione personale.
Non è possibile che trasmettiate il messaggio: biotenologie= salvaguardia della biodiversità, del Pomodoro S. Marzano, aumento della resistenza ai parassiti, ecc.
Molte sono le osservazioni che potrebbero essere sollevate ma per essere sintetico direi:
Primo, non è vero (scientificamente parlando);
Secondo, non è corretto per chi non è informato sull'argomento;
Terzo, non avete minimamente accennato cosa comporta (è un processo irreversibile da cui non è possibile tornare indietro!) per l'ambiente circostante (piante, insetti, microrganismi, uomo, ecc.) l'introduzione di uno o più geni all'interno di questa o di quella specie vegetale.
Se invece di preoccuparci di manipolare artificialmente piante/animali (la natura sa benissimo cosa fare da sempre) in nome di un "dio denaro" (molto piccolo, e soprattutto molto sporco), decidessimo seriamente di utilizzare quello che la natura ha messo a disposizione dell'uomo (ad oggi, per esempio, conosciamo meno del 10% delle proprietà terapeutiche delle specie vegetali presenti sull'intero pianeta), probabilmente avremmo:
- qualche problema in meno (la fame nel mondo si combatte mettendo i più poveri, i più sfortunati, in condizione di essere autonomi (conoscenze), indipendenti e di utilizzare le loro ricchezze naturali, non di diventare vassalli di questa o di quella multinazionale;
- molta più cultura ambientale (fondamentale per qualsiasi attività dell'uomo);
- ed avremmo sicuramente "seminato" del sapere del quale ne gioverebbero le generazioni future.
La ricerca deve andare avanti in qualsiasi settore ci mancherebbe.
Chi però vuole "forzare" i processi naturali mediante un'applicazione incondizionata delle biotecnologie, dovrebbe prima essere in grado di offrire le garanzie (scientifiche e pratico-applicative) e la sicurezza a coloro che decidono di non aderire a questo modello, e non il contrario (prima manipolo, provo, poi vediamo se posso limitare i danni per gli altri).
Ad oggi la scienza, per esempio, non è ancora in grado d'impedire la cosiddetta "deriva genetica", anzi è già stato dimostrato scientificamente (e ripetutamente) un'inquinamento genetico di coltivazioni convenzionali e biologiche limitrofe ad altre geneticamente modificate quindi .....sosteniamo tutti la ricerca ma che abbia degli obiettivi ben chiari, giustificati, di cui possano fruire tutti e soprattutto nel rispetto dell'intero ecosistema.
Distinti saluti
Dr. Giorgio M. Balestra
Researcher
Dipartimento di Protezione delle Piante (Department of Plant Protection)
Università della Tuscia, Facoltà di Agraria
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