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L'origine degli incendi quasi sempre è dolosa o colposa, di origine umana.

Incendi, educazione e altre idee

14 agosto 2005
Karima Isd
Fonte: www.ilmanifesto.it
13.08.05

incendi boschivi Ogni anno, in tutto il mondo, dalla Siberia all'Australia, dall'Amazzonia alla campagna romana, il fuoco riduce milioni e milioni di ettari di boschi e foreste a lande morte, incenerendo alberi e animali. Ovunque la combustione naturale è un fenomeno rarissimo; l'origine degli incendi quasi sempre è dolosa o colposa, di origine umana. Spesso il movente è l'interesse economico di qualche categoria (che ossono andare dagli allevatori di bestiame in Amazzonia giù giù fino ai pastori), per contrastare il quale occorrono decisi interventi e la fine delle connivenze istituzionali. Altre volte l'incendio è provocato da squilibrati piromani, oppure dalla disattenzione e dalla leggerezza. La tragedia recente in Spagna, con la morte in servizio di dodici pompieri, era dovuta a un barbecue mal spento.

Anche gli enormi fuochi che hanno devastato l'Australia nel 2001 (l'anno più funesto per quel continente) sono stati avviati da sigarette gettate via accese e da pic-nic di incoscienti (i venti e l'aridità stagionale fanno il resto); non per nulla negli Stati uniti il camping in foresta è vietato durante la stagione secca e calda. E a proposito degli Stati uniti, un problema allarmante è la crescente urbanizzazione delle aree forestali, definito «problema dell'interfaccia urbano». L'occupazione delle zone forestali ha due ragioni: la voglia della «casa nel bosco» e la crescita demografica (ad esempio in Colorado, uno stato spesso visitato dal fuoco, si prevede che la popolazione crescerà del 50% nei prossimi venti anni). Malgrado gli avvertimenti da parte delle autorità antincendio, sempre più persone vogliono costruire le loro case nel verde - e farle di legno. E' come mettere la benzina vicino al fuoco. Ci si chiede: così come è vietato il camping in foresta nella stagione calda e secca, perché non introdurre specifiche norme anche per la costruzione?

Cruciale, comunque, è il fattore dell'educazione e della sensibilizzazione. Poiché anche in Siberia scoppiano incendi, un progetto interessante è stato sviluppato dall'organizzazione ambientalista russa Forest con l'aiuto soprattutto dei club ecologici organizzati da insegnanti e studenti nei distretti Lazovzki e Vyazemski. Nel 2004 i ragazzi hanno distribuito informazioni, volantini, poster in ogni casa dei villaggi. Il progetto è andato particolarmente bene a Bichevaya. Il club ecologico degli studenti ha ricevuto un premio come «difensori delle foreste» per l'impegno mostrato dai ragazzi. Premio meritato: nella stagione secca - molto secca - successiva all'azione, intorno al villaggio non è scoppiato alcun incendio. Nelle sue iniziative, Forest si focalizza sia sui fruitori della foresta che sui futuri cittadini e fruitori, i ragazzi. Ha sviluppato materiali, spot radiofonici, eventi pubblici. E ha collaborato con il ministero delle foreste che attualmente è in grado di avere e dare un'informazione tempestiva sul livello di pericolo incendi nelle diverse aree boschive.

Comunque l'educazione, l'informazione e la repressione vanno integrate sul piano socioeconomico. Soprattutto in certi contesti, la prevenzione deve diventare nell'immediato una fonte di occupazione più forte e allettante di quanto non sia la distruzione e successiva riforestazione. E su questo piano non si deve andare tanto lontano: il parco dell'Aspromonte è riuscito a ridurre al lumicino gli incendi assegnando le porzioni del parco a diverse associazioni locali e pagandole se non scoppiavano incendi.

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